Oggi a Formello riceverà il cartellino viola?? per il gesto di
Napoli
FIRENZE - Con il suo gol (e la complicità del
famigerato arbitro Ovrebo), segnato in evidente
posizione di fuorigioco, aveva di fatto eliminato la
Fiorentina dagli ottavi di finale di Champions
League nel febbraio del 2010. Ma la società dei
fratelli Della Valle non si è fermata alle
apparenze: ha dimostrato di saper andare oltre.
Fair play, in fondo, significa anche saper mettere
da parte vecchi rancori. E' così che questa
mattina, a Formello, a casa Lazio, rappresentanti
di Fiorentina e Mazda consegneranno il cartellino
viola - riconoscimento istituito dalla società viola
appunto per premiare mensilmente i gesti più
nobili del nostro calcio - del mese di settembre a
Miroslav Klose.
GESTO SIGNIFICATIVO - Il motivo? L'aver
ammesso, «per quanto di fronte alle richieste
degli avversari», la realizzazione di un gol di mano (lo scorso 26 settembre, contro il
Napoli), inducendo il direttore di gara a non convalidare la rete. «La sincerità del
giocatore nel riconoscere il fallo commesso - si legge nelle motivazioni - è stata
apprezzata dalla giuria che ha paragonato il comportamento di Klose a quello di
grandissimi campioni come Maradona ed Henry, che in passato si rifiutarono di
ammettere di aver barato».
NESSUNA DIMENTICANZA - La commissione, in particolare quella in
rappresentanza della Fiorentina, ha voluto comunque sottolineare di non aver
dimenticato quanto accaduto in quella notte maledetta di metà febbraio del 2010,
«quando Klose segnò in una posizione di fuorigioco conclamato», ma ha ritenuto
opportuno aderire alla decisione collettiva apprezzando il gesto del giocatore che, in
quanto tale, merita di essere premiato come atto di fair play significativo.
KLOSE a l l a s s a l t o de l Mi l an
E rientrato a Formello dopo aver segnato tre gol in due partite
c o n l a s u a G e r m a n i a
La Lazio gli chiederà di fare gli straordinari E lui a 34 anni
sembra più devastante che mai
di Fabrizio Patania
ROMA - Gli applausi della cancelliera Angela
Merkel, in tribuna autorità a Berlino, per la
doppietta alla Svezia. Il record di Gerd Muller ad
un passo. La medaglia della Federcalcio tedesca
per il gol restituito al Napoli a cui si aggiungerà,
nelle prossime ore, il cartellino viola?? assegnato
dalla Fiorentina per lo stesso nobile gesto. Sono
i giorni di Miroslav Klose, campione di fair play,
fuoriclasse senza tempo. A 34 anni continua a
stupire, giocare e segnare con regolarità
impressionante.
CORSI E RICORSI - Solo con Ibra pareggia. La
rimonta pazzesca della Svezia, da 4-0 a 4-4
nellultima mezzora, gli ha rovinato la serata di
martedì, lo ha fatto arrabbiare e forse deve
avergli ricordato il debutto nel campionato
italiano. Storia del 9 settembre 2011, la Lazio di
Reja in vantaggio a San Siro con la doppietta
firmata da Klose e da Cisse, la rimonta del Milan
avviata da Ibrahimovic e perfezionata da
Cassano. Finì 2-2 quella sera: la squadra
biancoceleste, illusa da una partenza fiammante,
tornò a casa con tanti rimpianti e una certezza
legata al campione tedesco, accolto con qualche
diffidenza. Liquidato dal Bayern Monaco, preso a
parametro zero e allultimo contratto di una
carriera piena di gol, ma anche logorante e ricca
di impegni. Molti pensavano (o temevano) fosse
venuto a svernare a Roma, convinto da Lotito e
dal suo amico Tare, compagno di squadra per
pochi mesi nel Kaiserslautern, dodici anni fa.
Klose impiegò appena dodici minuti per bucare
le incertezze e la difesa rossonera, cominciando
a dimostrare che quella era stata unoperazione
super, oggi invidiata da tutti i grandi club della
serie A. Scatto del tedesco in profondità, lancio
con il contagiri di Mauri, pallone arpionato con il
destro, Nesta saltato in corsa, uno sguardo ad
Abbiati per capire come fulminarlo, sinistro potente in rete. Un gol bellissimo, il primo
di una lunga serie.
RABBIA - Da quel giorno Klose non sè più fermato, fatta eccezione per il trimestre
perso nellultima parte del campionato passato a causa di uno stiramento muscolare,
costato alla Lazio quei punti che sarebbero serviti per chiudere con la qualificazione
Champions in tasca. Per fortuna di Petkovic, sabato sera allOlimpico non ci sarà
Ibrahimovic, ceduto al Psg. E Klose ha voglia di battere il Milan, impresa mancata
nella partita di ritorno della scorsa stagione perché costretto dal mal di schiena a
restare fuori. Reja vinse il primo febbraio con i gol di Hernanes e Rocchi e il 2-2
dellandata a San Siro resta lunico precedente in campionato del tedesco con i
rossoneri. Esauriti gli impegni con la Nazionale, Miroslav ieri è riapparso a Formello.
Era in buone condizioni, nonostante avesse giocato novanta minuti martedì sera a
Berlino, ma non si è allenato con il gruppo: solo massaggi e una seduta defaticante.
Viene da due partite (e tre gol) in quattro giorni. Il ct Loew lo aveva tenuto in campo
per settanta minuti anche venerdì scorso a Dublino con lIrlanda del Trap. Miro non ha
preso bene la rimonta della Svezia e basta ricordare cosa aveva detto della Lazio
dopo la partita di Pescara. «Le grandi squadre non si fermano, avremmo dovuto
segnare anche il quarto e il quinto gol» sibilò allAdriatico.
NUMERI - Petkovic punta sulla rabbia di Klose per stendere il Milan e gli chiederà gli
straordinari. Poi magari al tedesco verrà risparmiata la partita di Atene con il
Panathinaikos. Per adesso Miro sta tenendo medie realizzative superiori allanno
passato: 5 gol in 7 giornate di serie A, 9 in 13 partite ufficiali dallinizio della stagione
considerando anche la Nazionale. Con la doppietta di Pescara, prima della sosta,
Miroslav ha toccato quota 18 reti in 34 presenze di campionato, 22 su 42 con la maglia
della Lazio compresa lEuropa League. Sono 269 in carriera tra club e Nazionale,
gliene manca uno per fare cifra tonda. E per continuare a spaventare Cavani, laltro
signore del gol del campionato italiano. Perso Ibra, ne vedete altri di grandi attaccanti?
I ROSSONERI Allegri aspetta il Montolivo azzurro
di Pietro Guadagno
e Alberto Polverosi
Essendo caduta in prescrizione (si parla di 7 anni fa), possiamo svelare una
discussione con Cesare Prandelli in cui lallora allenatore della Fiorentina sosteneva
con forza e convinzione che Montolivo, a differenza di quanto pensavamo dopo averlo
visto giovanissimo nellAtalanta, non era un trequartista. La definizione di Prandelli era
stata: «E un centrocampista completo» . Sette anni dopo, pur partendo da una
posizione teorica di trequartista, il centrocampista completo è finalmente sbocciato.
Ma solo con Prandelli. Solo con la Nazionale.
Esistono due Montolivo. Uno che gioca al livello di De Rossi, Pirlo e Marchisio,
formando un quadrilatero di tecnica e pensiero fra i più forti
dEuropa, e un altro che non riusciva ad alzarsi a quel livello
nella Fiorentina e ora non ci riesce nel Milan. Va detto che
negli ultimi 28 mesi di calcio, dal luglio 2010 ad oggi, sia i
viola che i rossoneri hanno infilato stagioni pessime sul piano
del gioco, mentre la Nazionale ha vissuto momenti esaltanti
sotto lo stesso aspetto, ma questo ragazzo che gioca con la
fascetta fra i capelli, che ha una fidanzata bella e spesso
stampata sulle copertine dei rotocalchi rosa, insomma un calciatore di questa epoca,
non riesce ancora a pensare a se stesso come a uno dei centrocampisti sì più
completi, ma anche più forti dEuropa. Nella Fiorentina e nel Milan ha avuto le stesse
possibilità, come numero di partite, della Nazionale, ma invece di trascinare è stato
trascinato: giù nei club, su nellItalia. Se lo guidano, va forte. Se guida, va piano.
LA CONVINZIONE - E quello che gli manca, anche se fra la prima e la seconda gara
della Nazionale cè stato un indizio, un cambiamento, che ci spinge verso una
speranza. In Armenia, Riccardo ha fatto una bella partita, con ritmo, intensità e
prontezza, ma due volte, con loccasione sul piede, ha preso la mezza decisione, non
ha tirato, non ha passato, mezzo tiro, mezzo assist, errore completo. A San Siro, alla
prima occasione, ha scaricato il destro con una rabbia che non si era mai vista su
quella faccia teutonicamente pallida e italianamente disincantata. Qualche anno fa
cera un giocatore, anche lui ex viola passato al Milan, fenomenale fino al limite
dellarea avversaria: quando vedeva la linea bianca, la luce (e aveva dei riflettori in
testa, mica una candela) si spegneva. Era Manuel Rui Costa, uno dei più grandi
numeri 10 puri dellultimo decennio. Montolivo è come lui (quando vede larea
avversaria), ma forse dopo la Danimarca qualcosa cambierà nel suo modo di
pensarsi.
IL RUOLO - Intanto nel Milan potrebbe cambiare ruolo. «Io trequartista? Se mi viene
chiesto di fare il centrocampista a tutti gli effetti lo posso fare, ma non sono un
trequartista che sta spalle alla porta o che va via in velocità» . Non lo fa nemmeno in
Nazionale, però, di sicuro, non può stare (perché renda al meglio), dove lo ha messo
finora Allegri: non è un regista, se ne convinca Max. Se sta più avanti, se gioca a tutto
campo, se in pratica prende il posto di Boateng (che è in crisi), può dare di più. «Sul
piano della personalità - spiega Riccardo - è stato importante lEuropeo. Ho fatto quasitutte le qualificazioni da titolare. Poi ho iniziato lEuropeo da riserva e dopo qualche
partita sono tornato titolare. Dal punto di vista caratteriale è stata una bella prova» .
Quella prova, adesso, deve superarla anche nel Milan.
Una sua foto è anche lattrazione del museo più prestigioso di
Berlino
di Enzo Piergianni
BERLINO - Quante emozioni per Miroslav Klose
nella sua rimpatriata in Nazionale: dai 3 gol in
due partite che lo portano a -1 dal record di Gerd
Muller (68 reti) fino al quasi suicidio con la
Svezia di Ibrahimovic, dallincoraggiamento dei
suoi tifosi tedeschi per lo scontro col Milan fino al
conferimento della Medaglia Fair Play?? alla
presenza della cancelliera Merkel per
lannullamento del suo gol al Napoli viziato da un
fallo di mano. Ma non meno elettrizzante per
Miro è la sua decapitazione?? esposta nelle sale del Martin-Gropius-Bau, che è il
museo più prestigioso di Berlino. I visitatori potranno ammirarla fino al prossimo 6
gennaio: il Miro decollato?? è il pezzo forte della mostra personale della celebre
fotografa Regina Schmeken dedicata alla Nazionale di Joachim Loew. Sono 45
istantanee artistiche in bianco e nero che hanno il pregio delloriginalità. Klose è
immortalato inchinato mentre aggiusta il pallone con Lukas Podolski per battere una
punizione nellamichevole con lUruguay (2-1 nel 2011). Nello foto, la testa di Poldi??
nasconde quella di Miro, come se lavessero tagliata.
Nelle pagelle del rocambolesco 4-4 con la Svezia, Klose ha il voto più alto di tutti i
giocatori in campo : la Bild gli ha dato un 7,5 che onora la sua seconda doppietta alla
Svezia (dopo quella del 2006) e lo proclama vincitore del confronto personale con
Ibrahimovic (voto 6,5).
Chinaglia riposerà vicino a Maestrelli
A novembre la tomba di famiglia del tecnico dello scudetto 74
ospiterà le spoglie del bomber della Lazio scomparso in aprile
di Fabrizio Patania
ROMA - E una notizia da brividi, struggente, ma
continuerà a far rivivere quel mito, entrato nella
leggenda del calcio italiano e nel cuore di ogni
tifoso biancoceleste. La Lazio di Maestrelli e
Chinaglia, bella e maledetta, amata e
appassionante come neppure un romanziere
avrebbe saputo immaginare, passata e
tramandata ai posteri perché ha un fascino
irresistibile, fuori dal tempo, diventerà forse
anche un luogo di culto. Per pregare o
depositare un fiore, per accarezzare una lapide e
quel che resta dei ricordi, per onorarne la
memoria. Long John tornerà a Roma e riposerà
accanto a Tommaso
Maestrelli, il suo papà
spirituale, il suo
maestro di calcio,
allenatore e simbolo
della Lazio di Lenzini,
campione dItalia nel
1974.
IL RITORNO - La notizia è stata data ieri dal
Tg5. La salma di Giorgio Chinaglia, scomparso
in Florida allinizio di aprile, verrà traslata a Roma
allinizio di novembre e troverà posto nel cimitero
di Prima Porta, non lontano dal centro sportivo di
Formello, la casa della Lazio. Giorgione verrà
ospitato nella tomba della famiglia Maestrelli. Si
realizzerà così il desiderio dei suoi figli,
confessato da Giorgio junior allinizio di aprile,
quando venne allOlimpico per assistere a
Lazio-Napoli appena tre giorni dopo il funerale,
officiato nei dintorni di Miami. Volevano che
riposasse a Roma, da cui si era allontanato nel
2006 dopo il tentativo di scalata al club
biancoceleste finito nel vortice di uninchiesta
giudiziaria. Un esilio triste e che forse lentamente
ha contribuito a consumarlo negli ultimi anni.
Ora, almeno, Long John avrà la possibilità di riavvicinarsi al suo amico Maestrelli,
lallenatore che più di ogni altro lo aveva compreso e guidato. Tante volte,
raccontavano i figli del mister e gli altri personaggi di quello squadrone formidabile, per
tenerlo buono, lontano dalle tentazioni della città e dai tifosi della Roma, Tommaso
faceva dormire Giorgione a casa sua. Era un connubio, un sodalizio inscindibile, un
tandem da recitare tutto dun fiato, Maestrelli e Chinaglia.
FAMIGLIA - Presto si ritroveranno. I tempi non sembravano brevi, in poche settimane
invece è stato compiuto liter burocratico. «Mi fa piacere pensare che un tifoso possa
recarsi a fare una preghiera per Giorgio e, insieme, per mio padre» ha confermato
Massimo Maestrelli, figlio di Tommaso, confermando la notizia al sito Lalaziosiamonoi
. «L'idea si è concretizzata in brevissimo tempo. Tutte le pratiche burocratiche sono
state svolte da altre persone, io ho solo dato la disponibilità della cappella» , ha
aggiunto. Tutto succederà tra meno di un mese. «La sepoltura avverrà entro i primi
dieci giorni di novembre. A Roma verrà lex moglie Connie con i figli» . Long John
riposerà accanto a Tommaso, Patrizia e Maurizio, la sorella e il fratello di Massimo,
stroncati da un male incurabile. Come papà, il simbolo di quella Lazio bella e
maledetta.
LA CONSACRAZIONE DEL BABY Onazi, dallemozione in Nigeria
al rinnovo automatico in arrivo
ROMA - Sette presenze, di cui tre da titolare in Europa League, nelle prime undici
partite ufficiali. Eddy Onazi, 20 anni da compiere nel giorno di Natale, sta diventando
grande. Petkovic lha trasformato in un nuovo acquisto, esaudendo i desideri della
società biancoceleste. Il ds Tare ci ha sempre creduto e nel gennaio scorso, quando il
centrocampo della Lazio era stato mutilato dagli infortuni, spingeva per la sua
promozione in prima squadra. Per Reja non era ancora arrivato il momento del salto. Il
nigeriano ha sfruttato il ritiro di Auronzo e lavvio di stagione
per contraddire il tecnico friulano, poco incline a valorizzare i
giovani, e recuperare il tempo perduto. Nellestate 2011 era
stato escluso in extremis dalla lista dei convocati per il
Mondiale Under 20 in Colombia. Sabato, invece, ha esordito
con la Nazionale maggiore della Nigeria. E entrato a otto
minuti dalla fine, ha giocato in coppia con Obi
(centrocampista del Chelsea) e ha partecipato alla festa
delle Super Eagles. Le aquile nigeriane, battendo 6-1 la
Liberia, si sono qualificate per la fase finale della Coppa dAfrica. «Tutti sanno che il
sogno di ogni giovane calciatore è quello di giocare per il proprio Paese. Ho sempre
voluto giocare per ila Nigeria e quando ho ricevuto la chiamata, sono quasi scoppiato
in lacrime di gioia» , ha raccontato al sito supersport.com il centrocampista laziale, per
niente intimorito dalla concorrenza: «La competizione per un posto da titolare devo
confessare che è sana e molto incoraggiante. Ci sono tanti miti che hanno fatto la
storia della Nigeria in passato. Mi piacerebbe diventare come loro, giocare e vincere
tanti titoli per il mio Paese. Questo è il mio sogno».
CONTRATTO - La personalità non gli manca e lha dimostrato ogni volta in cui, dalle
prime amichevoli estive, Petkovic lo ha impiegato. La Lazio ci crede, accompagna la
sua crescita e sta lavorando per adeguare il suo stipendio. Oggi Onazi guadagna 1800
euro al mese, il minimo federale, ed è aperta una trattativa
sul rinnovo. Ma non ci sono preoccupazioni relative al suo
futuro. Per due motivi: la scadenza è fissata al 30 giugno
2014 e poi cè una clausola che rassicura le parti. Alla
decima presenza in serie A, il prolungamento annuale del
contratto del nigeriano avverrebbe automaticamente e la
scadenza sarebbe posticipata al 2015. Detto questo, Lotito e
Tare nelle prossime settimane sperano di siglare una nuova
intesa contrattuale su base quinquennale. Il futuro è dalla parte di Onazi, che in
occasione della trasferta in Nigeria ha avuto modo di ringraziare Petkovic e i suoi
dirigenti. «Ho giocato titolare in Europa League (due volte con il Mura e poi a Londra
con il Tottenham, ndr) con il mio club, quindi non ho dubbi che sono considerato dal
mio allenatore e dalla società. La Lazio ha giocato un sacco di partite importanti in
questa stagione e abbiamo tanti giocatori esperti. Io continuerò a lavorare sodo e ad
allenarmi con l'atteggiamento giusto».
GARANZIA - E un centrocampista dordine con un bel tiro dalla distanza e una buona
capacità di recuperare i palloni di nessuno, in prospettiva può essere paragonato più a
Ledesma che a Brocchi. Ma tutti, allinterno dello spogliatoio biancoceleste, sono pronti
a scommettere sulle sue possibilità. «Onazi può giocare subito in serie A, bisognapuntarci» aveva raccontato Ledesma ad Auronzo. Hernanes sera accodato: «Non so
se è già pronto, ma sono sicuro che diventerà un grande giocatore» disse il Profeta.
Promosso anche da un giocatore esperto come Biava. «Mi ha stupito. Ha personalità
e buona visione di gioco. E giovane e deve imparare, ma credo che potrà essere utile.
Onazi diventerà importante per la Lazio del futuro» . Oggi, intanto, Petkovic ha una
risorsa in più.