(ilfattoquotidiano.it - 26.10.2012)
Calcio scommesse, deferiti dalla Figc il Napoli, Cannavaro e Grava
La decisione della Commissione disciplinare nazionale sanziona anche l'ex portiere della squadra partenopea Matteo Gianello e per responsabilità la società del presidente De Laurentiis.
La Procura Federale della Figc esaminati gli atti di indagine posti in essere dalla Repubblica di Napoli, ha deferito alla Commissione Disciplinare Nazionale i calciatori Matteo Gianello, Paolo Cannavaro e Gianluca Grava. Inoltre è stato deferito l’allenatore di base Silvio Giusti e anche il Napoli per responsabilità oggettiva, che ora rischia una penalizzazione. La vicenda riguarda la gara Sampdoria-Napoli del 16 maggio 2010 e per questo match la Procura Federale contesta l’omessa denuncia ai difensori Cannavaro e Grava e l’illecito al portiere Gianello e all’allenatore Giusti. I due infatti secondo i giudici federali avrebbero organizzato la combine nella partita contro i blucerchiati.
Per la gara Portogruaro-Crotone del 29 maggio 2011 sono stati deferiti inoltre i tesserati Claudio Furlan, Andrea Agostinelli, David Dei, Gianfranco Parlato, Silvio Giusti, il Portogruaro a titolo di responsabilità oggettiva e il Crotone per responsabilità presunta. Per contatti finalizzati all’effettuazione di scommesse sono stati infine deferiti, oltre ai già citati Gianello, Giusti e al Napoli, anche Federico Cossato, Marco Zamboni, Dario Passoni e a titolo di responsabilità oggettiva le società Albinoleffe, Spal e Avesa.
In risposta alla decisione della Figc, il legale di Paolo Cannavaro, Ruggiero Malagnini, ha affermato che “le dinamiche della giustizia sportiva spesso sono illogiche e questo induce a capire anche le difficoltà di un professionista che deve difendere i propri assistiti. La notizia non mi sorprende – spiega a Radio Crc l’avvocato Malagnini – era nell’aria. Le querele sono state fatte e avranno un loro peso sulla giustizia ordinaria. Ora le nostre attenzioni vanno concentrate sulla giustizia sportiva”.
Per Malagnini i calciatori Grava, Cannavaro e Gianello “hanno fatto un percorso sportivo insieme e questo per la Procura Federale è indizio di veridicità delle dichiarazioni di Matteo perché questi non avrebbe avuto ragione di diffamare i suoi compagni. Questo è assurdo perché nella giustizia ordinaria chi dice una cosa la deve provare, mente nella giustizia sportiva chi viene accusato deve provare che non è vero quello che gli si addebita. La giustizia sportiva è peculiare e fare delle anticipazioni sulle decisioni che verranno prese è difficile, perché delle volte in questo ambito il giudice all’occorrenza diventa anche legislatore”.