DIAKITÈ, BISOGNA SBRIGARSI Domani rientrerà in gruppo dopo
lo stop fisico. Non cè rinnovo, servono risposte
Il giorno è domani: Diakitè tornerà in gruppo
dopo tre mesi vissuti in infermeria e in
palestra, vedendo il campo sempre più
lontano. Sera fermato il 20 luglio nel ritiro di
Auronzo: nellamichevole con il Montebelluna
riportò una contusione alla tibia sinistra, la
stessa che due anni fa sopportò una
microfrattura da stress. Ha provato a
rientrare più volte, a settembre ha chiesto di
svolgere allenamenti supplementari. Ha
lavorato in un centro specializzato per
riequilibrare la postura e la forza muscolare
delle gambe. Il piano studiato dal dottor
Lovati, consulente ortopedico della Lazio, si
è concluso sabato. Il caso contratto, il
recupero difficile, la necessità di seguire un
protocollo riabilitativo specifico, le carezze e
le bacchettate di Lotito. Sono stati
lunghissimi questi tre mesi e forse saranno
ancora più lunghi i prossimi. Diakitè tra 24
ore tornerà ad allenarsi con i compagni,
dovrà migliorare la condizione fisica e
reintegrarsi negli schemi. Il suo contratto
scadrà nel 2013, la società sospetta accordi
sottotraccia (sempre smentiti dal giocatore e
dal suo manager). Le possibilità darrivare ad
un accordo diminuiscono col passare dei giorni, ma lultima parola non è stata
detta. Sorgono varie domande: la Lazio cosa ha intenzione di fare? E Diakitè
davvero non ha ancora deciso se andrà via a parametro zero? Servono risposte,
alcune forse le avremo nei giorni che verranno. Diakitè, anche se a scadenza,
può rivelarsi utile. Ma dimostri voglia di Lazio.
IL GIOCATORE Ha respinto le offerte e ha chiesto un milione Deve
fare chiarezza
ROMA - No alle offerte di rinnovo, no alle proposte di cessione. Non ha mai detto sì
Diakitè, ha rifiutato ogni tipo di accordo. Il nodo è sempre lo stesso: i soldi. La Lazio è
arrivata ad offrire 700 mila euro più bonus Champions, il francese ha chiesto un
milione e non ha concesso sconti. La scadenza del contratto è fissata nel 2013 e da
febbraio il giocatore sarà libero di firmare per qualsiasi club. Lotito chiede chiarezza ed
è bene che Diakitè la faccia: vuole rinnovare o ha deciso di lasciare la Lazio a
parametro zero? Il tempo passa e la trattativa è ferma, laugurio è che si arrivi ad un
accordo. Diakitè può giocarsi il posto da titolare e in futuro diventare un punto fermo
considerando i 35 anni di Biava e i 33 di Dias. Laspetto economico è importante,
questo è certo, ma non vanno trascurate le prospettive tecniche.
Diakitè ha 25 anni, è cresciuto tanto nelle ultime stagioni, sarebbe un peccato
perderlo. Lotito lha sempre coccolato, lha aiutato a imporsi, a superare i momenti
difficili, saspetta un briciolo di riconoscenza. Sè sentito tradito dai continui rifiuti: non
solo le offerte di rinnovo, Diakitè ha detto no a cinque proposte di cessione. Serano
fatti avanti il Torino, il Genoa (sera ipotizzato lo scambio con Granqvist), il Bordeaux
(si poteva allargare loperazione Ciani), la Fiorentina e infine i ceceni del Terek Grozny.
Solo i viola hanno fatto vacillare Diakitè, ma non tanto da convincerlo a firmare. E la
scadenza savvicina.
LA SOCIETA Lotito non ha chiuso la porta, ma sospetta accordi con
lInter
ROMA - La porta non è chiusa, ma lamarezza è forte e i sospetti aumentano col
passare dei giorni. Prima la Juventus, poi lInter: la Lazio pensa sempre che dietro al
francese ci siano società pronte a prenderlo a parametro zero. Lotito ha lanciato
accuse precise nei giorni scorsi pur utilizzando giochi di parole e sottintendendo i
soggetti additati: «Diakitè? La Lazio gli ha offerto un rinnovo di contratto e lui ha
rifiutato, io mi auguro che non abbia firmato con una squadra del Nord che noi
abbiamo già individuato. Se è una squadra di Milano o di Torino? E una squadra di
Milano e non è il Milan. La Lazio non permetterà a nessuno di violare le norme».
Il manager del francese, Ulisse Savini, ha sempre respinto ogni accusa ribadendo la
sua posizione e quella del suo assistito: «Non abbiamo accordi con altri club. Solo
fantasie...». Lotito vigila, resta sul piede di guerra, minaccia azioni legali, è rimasto
scottato dai casi Pandev e Faraoni, non si farà più impallinare. Prima la Juve, poi
lInter, entrambi i club hanno smentito interesse nei confronti di Diakitè, ma Lotito vuole
vederci chiaro. E rimasto spiazzato dalle mosse del francese, lha seguito sin dagli inizi
in Primavera, lha assistito durante gli infortuni più gravi, gli ha spianato la strada per
farlo arrivare in prima squadra. La scadenza del contratto è fissata nel 2013, non
manca molto, ma la distensione dei rapporti potrebbe ancora favorire una ricucitura.
Limportante è volerlo.
IL TECNICO Petkovic si confermi autonomo nelle scelte Se ci crede,
lo utilizzi
ROMA - «Petkovic ha carta bianca», lha sempre detto Lotito e Vlado finora è stato
autonomo nelle scelte, deve continuare ad esserlo. Il rientro di Diakitè in gruppo è
previsto per domani (oggi intanto la squadra si ritroverà alle 16 a Formello), il francese
ha svolto un lavoro specifico per risolvere alcuni scompensi muscolari, dovrebbe
essere a disposizione. Finora non è mai stato utilizzato essendo ai box, si fece male il
20 luglio nel ritiro di Auronzo. Diakitè può rivelarsi prezioso anche a scadenza di
contratto, è una pedina in più per la difesa, soprattutto in caso di cambio di modulo (i
tre dietro sono più di una tentazione). Petkovic non ha mai chiuso alla possibilità di
utilizzarlo, ha sempre deciso in base alle necessità, in funzione della Lazio, è il bene
supremo. Diakitè sarà utilizzato dora in avanti? Può giocare solo in campionato e in
Coppa Italia, non è poco. E giusto che il giocatore faccia chiarezza, ma sarà bene non
ripetere gli errori fatti da Ballardini con i casi Pandeve e Ledesma.
Petkovic aveva depennato il francese dalla lista per lEuropa League per vari motivi:
bisognava fare largo a Ciani e non cera molta altra scelta, in più hanno pesato le
motivazioni. Per tutta lestate sè parlato solo del rinnovo di Diakitè, la società e
Petkovic hanno preferito puntare su giocatori fortemente motivati, con la Lazio al
centro dei pensieri. A parità di condizioni sono stati preferiti Biava (che ha cominciato
la stagione da titolare) e Scaloni (lunica alternativa di ruolo a Konko).
LE FORZE SPECIALI DI PETKOVIC Da problema a risorsa: ecco
come il tecnico ha valorizzato la rosa extralarge
di Daniele Rindone
ROMA - Ha calmato il caos, ha gestito il traffico.
Ventinove uomini a disposizione, ne ha utilizzati
ventidue tra campionato ed Europa League.
Certo, non tutti sono contenti: cè chi ha giocato
di meno e cè chi ha giocato di più. Ma la
stagione è ancora lunga, le partite sono multiple
e gli esami non finiscono mai. Ventinove uomini
totali, ventidue di loro hanno messo piede in
campo. Sono rimasti ai margini (almeno per ora)
gli infortunati Brocchi, Radu, Diakitè e
Stankevicius più Carrizo, Zauri e capitan Rocchi.
I primi tre avranno modo di rilanciarsi, sono
recuperati, deciderà Petkovic quando utilizzarli.
Carrizo, Stankevicius e Zauri, terzo portiere e
difensori di complemento, conoscevano bene il
loro futuro e la loro mansione. Non sarebbe stato
facile trovare spazio
neppure per capitan
Rocchi, considerato
come quinto
attaccante, nonostante
tutto ha scelto di
restare a Roma. Prima
o poi esordirà.
IL BILANCIO - Sette partite di campionato,
quattro di Europa League, ventinove uomini da
gestire. Gli allenatori preferiscono avere limbarazzo della scelta, così dicono, in realtà
non è semplice organizzare il turnover mantenendo serenità nello spogliatoio. Le
vittorie aiutano a gestire la truppa e per fortuna della Lazio ne sono arrivate ben otto
nelle undici gare ufficiali fin qui disputate, questo ha agevolato il governo Petkovic. Il
tecnico avrebbe voluto lavorare con un gruppo di 23-24 uomini totali, sè dovuto
adeguare e di necessità ha fatto virtù. Ha utilizzato due portieri: Marchetti e il vice
Bizzarri. In difesa ha puntato su tutti ad eccezione di Diakitè, Radu, Stankevicius e
Zauri. A centrocampo è rimasto fuori dalle convocazioni solo Brocchi (infortunato di
lungo corso). I veri problemi si sono registrati in attacco: gli straordinari li ha fatti Klose
(9 gare e 706 di gioco), gli altri si sono dovuti accontentare di piccoli spazi e piccole
parti. Le gerarchie sono cambiate più volte, il vice Klose lhanno fatto a turno Kozak,
Zarate e Floccari, solo Rocchi non ha partecipato alle selezioni. Scampoli di celebrità
anche per il baby Rozzi, attaccante della Primavera che saffaccia spesso in prima
squadra: Petkovic lha sganciato in Europa League, è accaduto nel match di ritorno
contro il Mura.
IL RECORD - Ventidue uomini utilizzati nella prima fetta di stagione, un numerogestibile, ma destinato ad aumentare. Linfermeria si è svuotata, tra oggi e domani
torneranno a disposizione Brocchi, Radu e Diakitè, per la prima volta dallinizio
dellannata 2012-13 il gruppo sarà al completo e sarà più difficile amministrarlo.
Petkovic potrà schierare due Lazio e mezza: ha dimostrato bravura come direttore dei
lavori ed organizzatore di gruppi, cercherà di mantenere inalterati gli equilibri
alternando i suoi uomini. Da qui alla sosta di Natale ci saranno da giocare 16 partite in
64 giorni tra campionato, Europa League e Coppa Italia. Viene il fiatone solo a
contrare gli impegni fissati da un calendario folle, tutti dovranno tenersi pronti: «Sono
sicuro che dopo questa sosta chi tornerà avrà le giuste motivazioni per confermare il
proprio posto in squadra o per cercare di rubare quello di un suo compagno» , ha
detto il tecnico in una recente intervista. Era un messaggio da cogliere al volo, lha
rivolto ai giocatori che finora sono stati utilizzati di meno o che sono stati rimandati a
causa di prestazioni deludenti. Ventidue uomini in campo, il record di minuti giocati
appartiene ad Andrè Dias (900), ha totalizzato 10 presenze. Alle sue spalle Hernanes
(874), Marchetti (810), Biava e Candreva (803), Ledesma (797), Lulic (730), gli altri
seguono a ruota.
GLI ESCLUSI - La rosa extralarge, da non dimenticare, è stata ridotta grazie alle
esclusioni di Matuzalem, Foggia, Sculli, Mendicino, Cinelli e Barreto, sono i fuori rosa.
Sallenano a parte, non ci sono margini di reintegro, le loro vicende saranno rivisitate a
gennaio, aspettano lapertura del mercato e qualcuno che sia disposto a schierarli in
campo.
I VALORIZZATI Un super Konko Lesplosione di Cavanda e Onazi
ROMA - I valorizzati, quelli che si sono rigenerati con Petkovic in panchina, quelli che
si sono affermati nel grande calcio. La nuova cura ha rivitalizzato Konko, sta giocando
con continuità ed eleganza. I fastidi al polpaccio sinistro non sono spariti (rientrerà in
gruppo tra domani e mercoledì, conta di farcela per il Milan), sono cronici, ma la
gestione dello staff tecnico, in sintonia con lo staff medico, ha prodotto effetti positivi
sul francese. Recupera in tempi brevi, è più sicuro, è meno affaticato, è meno esposto
a gravi ricadute. Konko ha disputato 9 partite, ha totalizzato 657 di gioco, ha espresso
quantità e qualità. Nessuno ha mai avuto dubbi sulle sue doti tecniche, sono stati i
problemi fisici a penalizzarlo, a limitare il suo rendimento. Konko tra le superstar delle
undici partite fin qui disputate.
LE SORPRESE - Il ruolo di sorprese?? spetta a Cavanda e Onazi, due giovani in
rampa di lancio. I voli del primo serano sempre fermati a metà, lesplosione del
secondo era stata frenata lanno scorso dalla pubalgia e dalle scelte di Reja (preferiva
puntare su gente pronta). Cavanda e Onazi hanno conquistato la fiducia di Petkovic,
sono stati messi nelle migliori condizioni per esprimersi secondo virtù. Cavanda è
diventato quasi titolare, ha tappato il buco a sinistra (creato a causa dellassenza
prolungata di Radu), ha giocato 9 partite tra campionato ed Europa League, è stato in
campo per 634. Onazi sè imposto alla prima stagione in serie A: 7 presenze, 335 di
gioco, ha strappato la convocazione nella Nigeria e ha esordito sabato sera nel match
contro la Liberia (è entrato all82). Cavanda e Onazi possono rappresentare il futuro
perché già simboleggiano il presente. Lotito è contento, la gestione Petkovic lo
inorgoglisce. Ha creato una Lazio mista, fatta di big, di esperti e giovani, ha miscelato
tutto e ha creato un gruppo. Non era una missione semplice da compiere, non lo era
soprattutto per un tecnico straniero, arrivato in Italia, accolto con scetticismo. Petkovic
ha stupito chi non lo conosceva per capacità di gestione e intuito, non soltanto per la
produttività del suo bel calcio.
I RIMANDATI Lulic in rodaggio Zarate a caccia del suo riscatto
ROMA - I valorizzati e i rimandati. Non è il vero Lulic, non è la freccia dellanno scorso,
lassist-man, il goleador mascherato. E in rodaggio, anche lanno scorso faticò ad
entrare in forma, era la sua prima annata italiana. Questanno è stato penalizzato da
un paio di infortuni, non gli hanno permesso di giocare: «E un diesel», ha spiegato
Petkovic. E il suo pupillo, lha scoperto, lha lanciato, lha consacrato. Da Lulic è normale
aspettarsi di più, sè dovuto dividere nel doppio ruolo (terzino e cursore avanzato),
anche questo non lha aiutato a confermare le prove della scorsa stagione. Il miglior
Lulic serve alla Lazio sotto ogni punto di vista: esplosività, dribbling, cross, tiri, è
unarma preziosa, è un peccato vederlo giocare sotto ritmo. E un giocatore che ha
caratteristiche uniche, è un diesel che sa inserire il turbo.
LA RISCOSSA - «Devo lottare», ha detto Mauro Zarate. Sè ripresentato così a
Formello nei giorni scorsi. E stato escluso dai convocati per il match di Pescara, è
rimasto a Roma, sè ricaricato? Chissà. Tra i rimandati cè anche lui, ha tradito le attese
nel match col Genoa e ha perso il posto o comunque loccasione di conquistarlo una
volta per tutte. Petkovic non lha bocciato, ma saspetta molto di più, lo studierà in
allenamento. Zarate e il tecnico hanno parlato prima del match dellAdriatico, si sono
confrontati: «Abbiamo parlato, è stata una semplice scelta tecnica, dovrà servire a lui
per tornare più forte. Spero che Zarate, come altri, torni per creare una sana
competizione. Dipende tutto da lui. Mi dispiace quando non ho giocatori a
disposizione, spero di avere presto anche Radu, spero di recuperarli tutti quanti e
averli a disposizione. La rosa è larga, sono contento quando molti giocatori spingono
per trovare posto. Solo con una squadra compatta e unita si ottengono i risultati. Per
me il gruppo è più importante del singolo giocatore», ha spiegato Petkovic. Zarate sè
allenato al massimo in questa settimana (così assicurano), deve trasformare la
delusione in carica positiva. E visto sotto una lente diversa rispetto al passato, anche i
tifosi saspettano un segnale, una scossa, un gioco diverso, un atteggiamento
convinto.