Autore Topic: rubrica in vino veritas  (Letto 42178 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline disabitato

  • Biancoceleste Clamoroso
  • *
  • Post: 28204
  • Karma: +575/-15
  • Sesso: Maschio
  • antiromanista compulsivo
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #160 : Venerdì 2 Ottobre 2015, 15:38:46 »
ah, ma dalle parti di Pontecorvo?
Fra Ceprano e castro dei volsci.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

MrMoto

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #161 : Sabato 3 Ottobre 2015, 15:05:09 »

n.b. c'è una cosa che amo da morire nei francesi nel loro essere kamikaze e radical chic, pagandone anche conseguenze commerciali amare: loro non scrivono l'uva o l'uvaggio sulle etichette, è vietato, se non per i vini alsaziani che come noto però hanno una storia assai particolare e frammista. o se non per i vini (qualcuno) esportato all'estero.
perché?
perché tu bevi un terroir, non un'uva. un terroir che si esprime sotto forma di vino.
l'uvaè un mezzo e neanche ci sarebbe senza un terroir apposito e di livello.
il terroir è la denominazione in termini classici.

Solo che quello che bevi poi alla fine è vino, non terroir.  E i controlli sull'AOC in Francia sono notoriamente rilassati, spesso fatti dal vino in botte, quindi non hai garanzia che quello che bevi abbia le caratteristiche del vino scritto sull'etichetta.  Poi loro sono maestri nel creari vini diversi dalle stesse uve in base appunto al terroir e alla vinificazione. In Italia invece abbiamo una varietà maggiore di uvaggi.

Offline Wild Bill Kelso

  • Biancoceleste DOP
  • *****
  • Post: 1181
  • Karma: +35/-6
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #162 : Martedì 6 Ottobre 2015, 23:27:28 »
Una delle cantine che ho scoperto recentemente si chiama Casale del Giglio. Situata tra Anzio e Cisterna di Latina offre dei prodotti estremamente competitivi e di livello.

Si va dai bianchi ai rossi e a delle grappe eccellenti. I bianchi sono fantastici e i rossi non sono da meno.

Oggi ho provato l'Antium Bellone.
Uva autoctona.

Il vitigno Bellone ha buona vigorìa e resiste bene ai periodi siccitosi, garantendo qualità ed equilibrio. Il grappolo ha forma conico-cilindrica e acini sferoidali con buccia molto spessa di colore giallo dorato. La costante brezza marina contribuisce a portare in sovramaturazione le uve. La forte concentrazione degli zuccheri e l’elevata acidità consentono maturazioni spinte che esaltano la forte mineralità.
La raccolta avviene a fine settembre.
La vinificazione avviene in due fasi: macerazione sulle bucce per favorire l’estrazione degli aromi, che restituiscono così le caratteristiche pedoclimatiche del territorio anziate. Dopo la pressatura soffice, segue la fermentazione spontanea con lieviti indigeni, che si protrae per circa 10/12 gg. ad una temperatura di 18/20 C°.

Il vino:
Colore giallo intenso con riflessi dorati.
Vino solare con sentori di frutta esotica ben matura, come mango e papaya, contrapposti ad una consistente acidità che rende questo vino idoneo a lunghi affinamenti in bottiglia.
In bocca risulta molto ampio, ricco e persistente, con leggere sfumature floreali e speziate.
Si distingue per la sua pronunciata sapidità e mineralità. Retrogusto molto lungo e persistente.

P.S. 14 gradi, per un bianco, potrebbero risultare troppi. Ma va giù che è una bellezza.
Cosa? È finita? Hai detto finita? Non finisce proprio niente se non l'abbiamo deciso noi. È forse finita quando i tedeschi bombardarono Pearl Harbour? Col cazzo che è finita! E qui non finisce, perché quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare.

Giglic

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #163 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 06:44:50 »
Una delle cantine che ho scoperto recentemente si chiama Casale del Giglio. Situata tra Anzio e Cisterna di Latina offre dei prodotti estremamente competitivi e di livello.

Si va dai bianchi ai rossi e a delle grappe eccellenti. I bianchi sono fantastici e i rossi non sono da meno.

Oggi ho provato l'Antium Bellone.
Uva autoctona.

Il vitigno Bellone ha buona vigorìa e resiste bene ai periodi siccitosi, garantendo qualità ed equilibrio. Il grappolo ha forma conico-cilindrica e acini sferoidali con buccia molto spessa di colore giallo dorato. La costante brezza marina contribuisce a portare in sovramaturazione le uve. La forte concentrazione degli zuccheri e l’elevata acidità consentono maturazioni spinte che esaltano la forte mineralità.
La raccolta avviene a fine settembre.
La vinificazione avviene in due fasi: macerazione sulle bucce per favorire l’estrazione degli aromi, che restituiscono così le caratteristiche pedoclimatiche del territorio anziate. Dopo la pressatura soffice, segue la fermentazione spontanea con lieviti indigeni, che si protrae per circa 10/12 gg. ad una temperatura di 18/20 C°.

Il vino:
Colore giallo intenso con riflessi dorati.
Vino solare con sentori di frutta esotica ben matura, come mango e papaya, contrapposti ad una consistente acidità che rende questo vino idoneo a lunghi affinamenti in bottiglia.
In bocca risulta molto ampio, ricco e persistente, con leggere sfumature floreali e speziate.
Si distingue per la sua pronunciata sapidità e mineralità. Retrogusto molto lungo e persistente.

P.S. 14 gradi, per un bianco, potrebbero risultare troppi. Ma va giù che è una bellezza.

Non conoscevi il Mater Matuta, che come tutti sanno (cit.) ha vinto diversi premi, o il loro petit Verdot in purezza? sono, pur nella loro relativamente giovane età, di alto livello. Da un paio di anni, però, stanno abbassando, non so quanto volutamente, i loro prodotti più commerciali (Il Satrico, in modo particolare), forse proprio per lanciare i nuovi bianchi come quello che hai descritto. Conoscendoli, anche se lievemente, di persona, so come lavorano. Considera che sono la terza generazione di viticultori/enologi. Iniziarono da una piccola fiaschetteria in zona appia ai tempi del fascismo (nonostante la parola, questo non è un topic politico), presero poi diversi ettari ai castelli dove facevano - e a quanto mi risulta fanno - uno dei pochi frascati bevibili, ed i figli di lei hanno poi preso questa zona (sicuramente ricorderete i colli del cavaliere da quelle parti, vicino Aprilia, visto che il topic sulla squadra di calcio che gioca li è molto letto) con una scommessa forte: la terra del Montello è sabbiosa e piana, oltretutto con zone sotto il livello del mare. Ed infatti, se andate nella loro cantina, troverete tutti i vini "tentati" prima di capire quali uve andavano e quali no: due anni fa erano oltre 40....

Sono la migliore dimostrazione che l'uva ed il vino necessitano di lavoro: il "vino del contadino", in genere, per me, è una ciofeca niente male.

PS: chiedo scusa ad ammi se non uso i suoi termini tecnici: quando si parla di vino, più che belle penne, è opportuno essere belle... spugne  :P

MrMoto

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #164 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 09:21:40 »
Una delle cantine che ho scoperto recentemente si chiama Casale del Giglio. Situata tra Anzio e Cisterna di Latina offre dei prodotti estremamente competitivi e di livello.

Si va dai bianchi ai rossi e a delle grappe eccellenti. I bianchi sono fantastici e i rossi non sono da meno.

Oggi ho provato l'Antium Bellone.
Uva autoctona.

Il vitigno Bellone ha buona vigorìa e resiste bene ai periodi siccitosi, garantendo qualità ed equilibrio. Il grappolo ha forma conico-cilindrica e acini sferoidali con buccia molto spessa di colore giallo dorato. La costante brezza marina contribuisce a portare in sovramaturazione le uve. La forte concentrazione degli zuccheri e l’elevata acidità consentono maturazioni spinte che esaltano la forte mineralità.
La raccolta avviene a fine settembre.
La vinificazione avviene in due fasi: macerazione sulle bucce per favorire l’estrazione degli aromi, che restituiscono così le caratteristiche pedoclimatiche del territorio anziate. Dopo la pressatura soffice, segue la fermentazione spontanea con lieviti indigeni, che si protrae per circa 10/12 gg. ad una temperatura di 18/20 C°.

Il vino:
Colore giallo intenso con riflessi dorati.
Vino solare con sentori di frutta esotica ben matura, come mango e papaya, contrapposti ad una consistente acidità che rende questo vino idoneo a lunghi affinamenti in bottiglia.
In bocca risulta molto ampio, ricco e persistente, con leggere sfumature floreali e speziate.
Si distingue per la sua pronunciata sapidità e mineralità. Retrogusto molto lungo e persistente.

P.S. 14 gradi, per un bianco, potrebbero risultare troppi. Ma va giù che è una bellezza.

Wild Bill, mi meraviglio di te!  Casale del Giglio è una porcata. Fatta con i soldi democristiani, ti dico solo che ha il contratto per fornire il vino all'Esercito Italiano.  Lo trovi in qualsiasi supermercato, il vino è prodotto in mezzo al quello che fu la palude pontina.  Se vuoi assaggiare il Bellone, molto meglio Carpineti biologico o Cincinnato.  In fine, anni fa visitai l'azienda e il proprietario Antornio Santarelli, una sorta di Briatore de Noantri, esordi con questa frase "una volta i vini del Lazio erano da evitare come l'AIDS."  Bill, per farla breve, un compagno non beve Casale del Giglio.

Giglic

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #165 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 09:42:11 »
 Bill, per farla breve, un compagno non beve Casale del Giglio.

Ah Mr mò, ma vaffanculo  :P

(Scherzi a parte, cosa ha di sbagliato la frase di Santarelli? Tu non ti ricordi il Co.Pro.Vi...)

Offline BobLovati

  • Biancoceleste Clamoroso
  • *
  • Post: 20669
  • Karma: +441/-147
  • Sesso: Maschio
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #166 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 11:18:41 »
a me, che non sono un esperto, piacciono i vini della

http://www.casalecentocorvi.it/
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline ammiraglio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 11829
  • Karma: +336/-52
  • devo inserire un testo personale?
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #167 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 11:45:27 »
Fra Ceprano e castro dei volsci.


interessante. ammetto di aver poca dimestichezza col ciliegiolo laziale, di cui conosco un po' l'enclave nel viterbese dalle parti di soriano del cimino e limitrofi.
non sapevo che il basso lazio (termine ahimè generico, lo so) fosse terra di ciliegiolo che è un vitigno più toscano e umbro per quella che è  la mia esperienza.
ha un buon vigore ed è un'uva precoce, quindi di solito facile da coltivare. ma voi lo vinificate in purezza o lo blendate come da tradizione, visto che è un vino morbido, a bassa acidità e con piacevoli aromi? o lo vinificate in bianco per fare un rosato?

Solo che quello che bevi poi alla fine è vino, non terroir.  E i controlli sull'AOC in Francia sono notoriamente rilassati, spesso fatti dal vino in botte, quindi non hai garanzia che quello che bevi abbia le caratteristiche del vino scritto sull'etichetta.  Poi loro sono maestri nel creari vini diversi dalle stesse uve in base appunto al terroir e alla vinificazione. In Italia invece abbiamo una varietà maggiore di uvaggi.

no, non sono d'accordo di fondo e mi riferisco al terroir.
premesso che a me della presunta sacralità delle doc italiane e delle aoc franzose interessa poco (visto che apprezzo tanti viticultori che sono usciti negli anni fuori dalle denominazione per polemica con i consorzi), passo al dunque. è come paragonare un primitivo di manduria con uno di gioia del colle: il primo è più alcolico, più grasso e meno slanciato, il secondo presenta maggiore eleganza, una punta sapida di mineralità e nel genere è maggiormente complesso. terroir, appunto che per me può pure uscire fuori dal concetto di doc. del resto chi conosce la viticultura pugliese ci potrà dire che gioia del colle non presenta i soliti suoli sabbiosi che trovi nel tarantino con in aggiunta ventilazione diversa, elevazione diversa, etc.
peraltro l'antico nome del primitivo era zagarese (la parola si ricollega a ... Zagabria), visto che poi recenti studi (recenti per davvero) alla UC Davis in california hanno appurato che la vera culla dello zinfandel americano, coltivato dagli immigrati europei e con vigne ultracentenarie in diverse enclave, è la crljenak kastelanskj croata che poi avrebbe avuto un primo step emigratorio in puglia con lo zagarese/primitivo.
Il vino lo bevi, d'accordo, ma nella sua accezione più ampia è terroir come insieme di microclimi, suoli, esposizione, lungehzza della stagione di coltura, esperienza e pratiche in vigna, etc

ometto di replicare sulla presunta rilassatezza dei controlli fatti in francia sui vini, quando poi un italia abbiamo casi come questi.
http://www.slowfood.it/slowine/contro-le-crisi/ Un altro Oltrepo’ è possibile? O continuiamo a farci del male?
 
http://www.intravino.com/grande-notizia/terre-d-oltrepo-frode-pinot-grigio/

Questo succede in italia per colpa della grande distribuzione organizzata, ma anche per colpa di ristoratori ed enotecari senza scupoli e che non studiano un cazzo perché il vino è ricerca e studio. del resto se si è pigri ...
http://food24.ilsole24ore.com/2015/04/35-aziende-abbandonano-il-consorzio-verso-una-guerra-del-vino-in-oltrepo/

Come al solito verranno poi penalizzate dall'onda d'urto le poche cantine specializzate che anno ancora lavorare bene con prodotti genuini. Se io penso che nell'oltrepò c'è un signore (un maestro di vita) come Lino Maga e poi c'è una merda di buffoni tutt'attorno ...
ripeto: la colpa è di chi nel proprio piccolo non fa nulla per premiare l'artigianalità. Ti raccomando poi ristoratori ed enotecari di roma ...
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

baol

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #168 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 11:46:45 »
...molto meglio Carpineti biologico o Cincinnato...

Comunista in cachemire...
Il vero compagno si smezza un tetrapak di tavernello (rosso) preso alla coop.
 :P

Offline ammiraglio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 11829
  • Karma: +336/-52
  • devo inserire un testo personale?
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #169 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 12:05:29 »
il lazio doveva molto a casale del giglio, poi credo che il credito si sia esaurito dopo 15 anni di marketing devastante, sovraesposizione mediatica ed anche politica. che loro poi abbiano cavalcato il bellone (che poi  non è altro che la vecchia uva cacchione ... perché si chiamava così) fa un po' sorridere, visto che la riscoperta di questo vitigno ed il gran lavoro fatto sugli impianti tra i vari produttori non vede certo loro come protagonisti in prima fila.
la cifra stilistica del casale del giglio sta scivolando vieppiù verso un approccio moderno e mpolto morbido.
sono vini cambiati rispetto a 15 anni fa: hanno perso pathos, sono vini ... senza sudore.

evito di parlare di ideologia politica  ;D. in ogni caso promuovo marco carpineti.

Sono la migliore dimostrazione che l'uva ed il vino necessitano di lavoro: il "vino del contadino", in genere, per me, è una ciofeca niente male.
PS: chiedo scusa ad ammi se non uso i suoi termini tecnici: quando si parla di vino, più che belle penne, è opportuno essere belle... spugne  :P

occhio che però 'sto giochino delle belle penne a lungo andare sta diventando una cojonella neanche troppo velata e infra forum. a quando un argine? A chi giova?  hai un giro di scommesse pure qui?  :-*

il vino del contadino? http://www.elisabettaforadori.com/novita/Rassegna-Stampa/La-Repubblica--22-marzo-2009---Il-vino-del-contadino.html (lettura che ti consiglio) ....
un certo Gino Veronelli .... “Il peggior vino contadino è meglio del miglior vino industriale”. Amava le provocazioni, Gino Veronelli ..
la frase e la dizione "vino contadino" è una frasetta adesso ripresa artatamente e messa su dall'industria borgese e industriale tanto per far cojonella, come noto.
del resto il miglior modo per ghettizzare ciò che non si conosce bene è marchiarlo a fuoco con una frasetta ad effetto che poi si lascia scivolare via senza ragionarci troppo.
Prova i vini di Elisabetta Foradori, lascia perdere gli slogan.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Giglic

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #170 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 12:25:02 »
il lazio doveva molto a casale del giglio, poi credo che il credito si sia esaurito dopo 15 anni di marketing devastante, sovraesposizione mediatica ed anche politica. che loro poi abbiano cavalcato il bellone (che poi  non è altro che la vecchia uva cacchione ... perché si chiamava così) fa un po' sorridere, visto che la riscoperta di questo vitigno ed il gran lavoro fatto sugli impianti tra i vari produttori non vede certo loro come protagonisti in prima fila.
la cifra stilistica del casale del giglio sta scivolando vieppiù verso un approccio moderno e mpolto morbido.
sono vini cambiati rispetto a 15 anni fa: hanno perso pathos, sono vini ... senza sudore.

evito di parlare di ideologia politica  ;D. in ogni caso promuovo marco carpineti.

occhio che però 'sto giochino delle belle penne a lungo andare sta diventando una cojonella neanche troppo velata e infra forum. a quando un argine? A chi giova?  hai un giro di scommesse pure qui?  :-*

il vino del contadino? http://www.elisabettaforadori.com/novita/Rassegna-Stampa/La-Repubblica--22-marzo-2009---Il-vino-del-contadino.html (lettura che ti consiglio) ....
un certo Gino Veronelli .... “Il peggior vino contadino è meglio del miglior vino industriale”. Amava le provocazioni, Gino Veronelli ..
la frase e la dizione "vino contadino" è una frasetta adesso ripresa artatamente e messa su dall'industria borgese e industriale tanto per far cojonella, come noto.
del resto il miglior modo per ghettizzare ciò che non si conosce bene è marchiarlo a fuoco con una frasetta ad effetto che poi si lascia scivolare via senza ragionarci troppo.
Prova i vini di Elisabetta Foradori, lascia perdere gli slogan.

Antò, lasciami scherzare un poco: in particolar modo sulle cose come queste: ho sempre pensato che se si parla di cose stratecniche in un forum tutto sommato spensierato come questo, a mio modo di vedere è più fruibile un topic discorsivo che non frasi come (cito un esempio) "la vera culla dello zinfandel americano, coltivato dagli immigrati europei e con vigne ultracentenarie in diverse enclave, è la crljenak kastelanskj croata che poi avrebbe avuto un primo step emigratorio in puglia con lo zagarese/primitivo.". Ed allora ci scherzo su, tutto qui.  ;) Del resto, se mi mettessi a parlare dell'"iperspazio vettoriale e del formalismo bra e ket che, come è noto, formalizza la meccanica quantistica rendendo possibile il calcolo matriciale nello spazio duale", o "dei più recenti studi sulle guerre fasciste fatte da Del Boca e Duggan consultando gli archivi con il metodo di ricerca montecarlo", credo che starei parlando solamente a me stesso o poco ci manca.
Seguirò il tuo consiglio su Elisabetta Foradori, ma, sempre per rimanere ad un discorso terra terra, per me il vino del contadino è... il vino del contadino. Il fatto che esista Elisabetta Foradori, fa si che il suo vino non sia "del contadino", ma di "Elisabetta Foradori", appunto.

baol

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #171 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 12:52:46 »
...se mi mettessi a parlare dell'"iperspazio vettoriale e del formalismo bra e ket che, come è noto, formalizza la meccanica quantistica rendendo possibile il calcolo matriciale nello spazio duale"...

Lo sai, vecchia spugna.
Partirebbe il coro:


Offline fiDelio

  • Biancoceleste DOP
  • *****
  • Post: 2770
  • Karma: +130/-5
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #172 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 12:57:59 »
Ah Mr mò, ma vaffanculo  :P

(Scherzi a parte, cosa ha di sbagliato la frase di Santarelli? Tu non ti ricordi il Co.Pro.Vi...)

Cosa intendi?
#Liberate I Laziali

"Ancora date retta a quegli stronzi dei giornalisti?"

"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato"

Offline ammiraglio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 11829
  • Karma: +336/-52
  • devo inserire un testo personale?
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #173 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 13:11:57 »
a me, che non sono un esperto, piacciono i vini della

http://www.casalecentocorvi.it/

ho bevuto il loro vitigno storico di cerveteri e zome limitrofe: il giacchè (credo che la bottglia sia sui 30). è il loro orgoglio aziendale per l'impegno profuso nel recupero e nel reimpianto.
poi ho bevuto dei bianchi (malvasia? non mi ricordo più benissimo) da supermercato.
non capisco però dove vogliono andare, nel complesso, come posizionamento, come cantina ...
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Giglic

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #174 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 13:22:09 »

Offline cartesio

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 6953
  • Karma: +202/-8
  • Sesso: Maschio
  • sex 'n drug 'n cupinface
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #175 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 14:05:37 »
Avreste dovuto immaginare che un post sul Casale del Giglic sarebbe finito in polemica.   :risa:   
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline fiDelio

  • Biancoceleste DOP
  • *****
  • Post: 2770
  • Karma: +130/-5
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #176 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 15:37:21 »
@giglic

La cantina vinicola CO.PRO.VI fino ad una quindicina di anni fà, fino a quando cioè la gestione era affidata essenzialmente ai produttori, esprimeva del discreto vino con anche qualche punta di eccellenza. Mi riferisco essenzialmente al glorioso "Collo Storto" o Velletri Rosso DOC, un ottimo vino rosso a base di Merlot, Casanese  e Montepulciano (mi sembra), che nulla aveva da invidiare ad altri rossi molto più nobili (o presunti tali). Mi auguro per te che qualche volta ti sia capitato di sorseggiarlo.

La qualità attuale non la conosco in quanto non consumo i loro prodotti da anni, certo è che da quando sono entrati nella gestione della Cantina i sindacati, mi risulta che sia andato tutto abbastanza a puttane.
#Liberate I Laziali

"Ancora date retta a quegli stronzi dei giornalisti?"

"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato"

Giglic

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #177 : Mercoledì 7 Ottobre 2015, 15:51:35 »
@giglic

La cantina vinicola CO.PRO.VI fino ad una quindicina di anni fà, fino a quando cioè la gestione era affidata essenzialmente ai produttori, esprimeva del discreto vino con anche qualche punta di eccellenza. Mi riferisco essenzialmente al glorioso "Collo Storto" o Velletri Rosso DOC, un ottimo vino rosso a base di Merlot, Casanese  e Montepulciano (mi sembra), che nulla aveva da invidiare ad altri rossi molto più nobili (o presunti tali). Mi auguro per te che qualche volta ti sia capitato di sorseggiarlo.

La qualità attuale non la conosco in quanto non consumo i loro prodotti da anni, certo è che da quando sono entrati nella gestione della Cantina i sindacati, mi risulta che sia andato tutto abbastanza a puttane.

Io di sindacati non so nulla, so che il loro bianco "Marino" o "Velletri" nulla aveva da invidiare al Tavernello (ti parlo degli anni tra l'80 ed il '90). Certo, 'sti sindacati, manco il vino sanno fare  ;D
Il problema grosso del Co.Pro.Vi era proprio la "supponenza" (passami il termine) con la quale vendeva vini mediocri (ed uso un complimento) giustificandoli con il "noi facciamo anche il collo storto". Ma la cosa è soggettiva, ovviamente.

Offline AlenBoksic

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 13249
  • Karma: +184/-13
  • Belgrado: se non la ami, non ci sei mai stato
    • Mostra profilo
Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #178 : Giovedì 8 Ottobre 2015, 08:31:10 »
Clamoroso, la Francia non è più numero uno nel vino. L’Italia la supera e diventa il primo produttore mondiale con una produzione stimata nel 2015 in 48,9 milioni di ettolitri. Lo annuncia la Coldiretti riferendo i dati della Commissione europea. Il sorpasso si deve anche a un calo dell’uno per cento dei raccolti in Francia dove la produzione si dovrebbe fermare a 46,6 milioni di ettolitri. Al terzo posto si trova la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri in calo del 5 per cento.

UN ANNATA D’ORO 
Il primato italiano è stato sostenuto da condizioni climatiche favorevoli che hanno garantito un’ottima maturazione delle uve tanto che in diversi territori si parla di annata storica per quantità e qualità. Coldiretti segnala anche che in Italia si produce oltre un quarto (il 28 per cento) del vino europeo. In tutta che quest’anno dovrebbe raggiungere 163, 8 milioni di ettolitri, in leggero aumento rispetto allo scorso anno.
 
TRA DOC E DOCG 
Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 45 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia, e il restante a vini da tavola.
 
L’EXPORT RECORD 
Anche le esportazioni segnano un risultato record con un incremento del 6 per cento in valore, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi 5 mesi del 2015. In Italia il vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita.

http://www.lastampa.it/2015/10/07/economia/italia-batte-francia-numero-uno-nel-vino-7cTvYd0Somjsl8sj6A7DRJ/pagina.html
Voglio 11 Scaloni

MrMoto

Re:rubrica in vino veritas
« Risposta #179 : Giovedì 8 Ottobre 2015, 09:00:27 »
Ah Mr mò, ma vaffanculo  :P

(Scherzi a parte, cosa ha di sbagliato la frase di Santarelli? Tu non ti ricordi il Co.Pro.Vi...)

Il senso era giusto. La metafora, come incipit davanti a una cinquantina di persone, detta da un cog.lio.ne come lui, è imperdonabile.

Interessante, però, il motivo per il quale storicamente i vini laziali erano scadenti.  Pare che abbia a che vedere con Roma, la più antica destinazione 'turistica' europea.  I primi turisti romani erano i pellegrini che venivano a piedi dalla Germania, l'Inghilterra e l'Irlanda e una volta arrivati a Roma busavano sulle porte delle taverne dove gli spettava di diritto vino e cibo gratis.  E' qui inizia la grande tradizione di cattiva ristorazione romana per il turista.  O così narra la legenda.