Autore Topic: Cesena in A dopo 19 anni  (Letto 4827 volte)

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bak

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #20 : Giovedì 3 Giugno 2010, 18:52:28 »
Tra l'altro a Cesena come allenatori, ci sono stati Luis Radice (campione d'Italia col Torino), Eugenio Bersellini (campione d'Italia a Milano con l'Inter), Giambattista Fabbri (massimo fulfgore nel Lanerossi di Paolo Rossi, Filippi Cirilli e Salvi), Albertino Bigon campione d'Italia a Napoli, Lippo Lippi, Marco Tardelli. E a Cesena ha imparato ad allenare Azeglio Vicini.
Insomma, come dicevo prima, una bella palestra per allenare.

Offline Eagles71

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #21 : Venerdì 4 Giugno 2010, 08:21:35 »
...serie B l' anno dei -9 (86-87) a Cesena bellissimo 1 a 1 .
Lazio in giallo, bellissima coppia centrale Marino-Gregucci dove si infrangevano tutte le azioni del Cesena.
Andammo in vantaggio nel 1° tempo, poi ci ripresero nel 2°.
Era ancora il vecchio "Manuzzi" cioè Stadio Fiorita di Cesena, con la curva ospite coi tubolari e le assi di legno che quel giorno tremarono sotto i piedi di almeno 1000 Laziali in festa.
Avevo 15 anni e la mia partita la vidi a metà perchè ero concentrato su quella marea biancoceleste e su quell' accento romano che sentivo solo quando scendevo a trovare nonna d' estate.
Che nostalgia ragazzi ::)
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline Eagles71

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #22 : Venerdì 4 Giugno 2010, 09:17:21 »
altro amarcord, già citato da FK tra l' altro...stagione 88-89 Serie A
Cesena-Lazio 0-0 è la prima giornata del campionato e si inaugura il nuovo Manuzzi, la curva locale è però ancora inagibile quindi gli ultras del romagnoli occupano la curva ferrovia destinata successivamente agli ospiti.
I tantissimi Laziali presenti carichi dal ritorno in A vengono sistemati nella ancora presente vecchia tribuna coperta (almeno 500 dietro lo striscione Irriducibili) mentre il grosso degli altri gli Eagles Supporters and c. (ancora in auge) nella nuova bellissima tribuna coperta a 2 anelli (la ns tevere per intenderci) dove pure io sono presente.
Abbiamo Materazzi in panca e Ruben Sosa in attacco, non sarà una grande partita, pochi tiri e portieri a rischio insolazione, ma le mie emozioni e miei ricordi sono ancora vivi.

PS
va bene così cuchillo? ;)
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

paoletto

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #23 : Venerdì 4 Giugno 2010, 09:28:44 »
altro amarcord, già citato da FK tra l' altro...stagione 88-89 Serie A
Cesena-Lazio 0-0 è la prima giornata del campionato e si inaugura il nuovo Manuzzi, la curva locale è però ancora inagibile quindi gli ultras del romagnoli occupano la curva ferrovia destinata successivamente agli ospiti.
I tantissimi Laziali presenti carichi dal ritorno in A vengono sistemati nella ancora presente vecchia tribuna coperta (almeno 500 dietro lo striscione Irriducibili) mentre il grosso degli altri gli Eagles Supporters and c. (ancora in auge) nella nuova bellissima tribuna coperta a 2 anelli (la ns tevere per intenderci) dove pure io sono presente.
Abbiamo Materazzi in panca e Ruben Sosa in attacco, non sarà una grande partita, pochi tiri e portieri a rischio insolazione, ma le mie emozioni e miei ricordi sono ancora vivi.

PS
va bene così cuchillo? ;)
C'ero
I giocatori facevno il riscaldamento prepartita tanto per capirci tra l'ingresso della tribuna dopo "i tornelli" e le scale d'accesso alla tribuna
Chi come ha giustamente ricordato Eagles71 e come me seguì la Lazio entrò di diritto in tribuna ebbe questa goduria prima di partita di vedere Ruben Sosa ad esempio palleggiare ad un metro di distanza
Altra chicca di questa partita è che rappresenta l'esordio di Di Canio in serie A

Offline cuchillo

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #24 : Venerdì 4 Giugno 2010, 09:55:43 »
Oh, mò me piacete.

A proposito dei due Cesena-Lazio citati da ultimi, che ovviamente ricordo bene, aggiungo qualche particolare:

1986-'87 => passammo, appunto, in vantaggio con un rigore di Podavini. Il fallo lo subì Gregucci.
Fu la partita in cui arrivammo a quota zero dopo i 9 punti di handicap iniziali. Fui felice perché il nostro campionato a quel punto poteva davvero iniziare.

1988-'89 => partita alla camomilla, classico 0 a 0 tra due squadre che non vogliono perdere al loro esordio in campionato. A sorpresa, Materazzi schiera Monti e Di Canio, sacrificando i più quotati ed "esperti" di A, Marino e Muro, se non ricordo male.
Ricordo che nel Cesena esordì lo svedese Holmqvist che ebbe scarsissima fortuna in Italia.

Poi, ricordo un episodio di Cesena-Lazio 1989-'90.
Era il Cesena di Lippi e la partità terminò, per la terza volta di fila tra Olimpico e fuori, 0 a 0.
Partita abbastanza squallida, tipo quella dell'anno prima.
A fine partita, per la rabbia di aver pareggiato, Di Canio lanciò in aria il polsino che portava sempre e agli intervistatori che gli chiedevano del gesto, rispose: "perché siamo stati piccoli", della serie, ci siamo accontentati del pareggiotto senza osare. 
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

TD

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #25 : Sabato 5 Giugno 2010, 10:35:58 »
Mi viene una curiosità: quanti giocatori abbiamo comprato dal Cesena dopo Ammoniaci e Brignani? Non me ne viene in mente nessuno...

oizaL

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #26 : Sabato 5 Giugno 2010, 10:42:12 »
Mi viene una curiosità: quanti giocatori abbiamo comprato dal Cesena dopo Ammoniaci e Brignani? Non me ne viene in mente nessuno...

A memoria mi viene che gli abbiamo dato noi Amarlido (1990) e loro c'hanno dato nel 1995 Alessandro Romano, il terzino a cui Zeman gli ha fatto fa qualche partita e poi l'ha dato via, tipo Colucci e De Sio.

Ahhhhhhhhhhh! Mo che me ricordo, pure Domini abbiamo preso dal Cesena, credo nello scambio con Amarlido perchè l'anno era sempre il 1990

Insomma: Brignani, Ammoniaci, Domini e Romano...Me sa che è meglio non fa più scambi col Cesena...

oizaL

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #27 : Sabato 5 Giugno 2010, 10:45:12 »
A memoria mi viene che gli abbiamo dato noi Amarlido (1990) e loro c'hanno dato nel 1995 Alessandro Romano, il terzino a cui Zeman gli ha fatto fa qualche partita e poi l'ha dato via, tipo Colucci e De Sio.

Ahhhhhhhhhhh! Mo che me ricordo, pure Domini abbiamo preso dal Cesena, credo nello scambio con Amarlido perchè l'anno era sempre il 1990

Insomma: Brignani, Ammoniaci, Domini e Romano...Me sa che è meglio non fa più scambi col Cesena...

Chiaramente c'è anche Garlini, ma già lo aveva citato Cuchillo nella pagina precedente.

geddy

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #28 : Sabato 5 Giugno 2010, 10:48:49 »
Mi piaceva giocare contro di loro. Con quelle magliette sembravano la germania.

Offline cuchillo

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #29 : Sabato 5 Giugno 2010, 12:48:43 »
Direi che a occhio e croce sono stati detti tutti, almeno quelli con passaggio "diretto".

Tra quelli con passaggio "indiretto", citerei Massimo Storgato. Ricordo che prima di passare alla Lazio aveva militato nel Cesena.

Quanto a Domini, purtroppo capitò in una stagione balorda.
Armando Madonna fece molto peggio di lui ma oramai nell'immaginario collettivo, quella stagione si ricorda per l'accoppiata di nuovi acquisti Domini/Madonna che fecero pena.
Madonna fece una stagione da 4, Domini, secondo me, una stagione da 5,5.
Eppoi, a me piaceva perché la gamba ce la metteva sempre, sempre, sempre.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Maulerino

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #30 : Sabato 5 Giugno 2010, 21:39:02 »
Dò il mio contributo...finale scudetto primavera all'Olimpico nel 1986 e sotto



Minuto 2:46 il goal di tacco è di Garlaschelli...

Altri giocatori che hanno giocato con Lazio (giovanili) e Cesena Ola, Nappi, Paradiso, Perrotti, Marin, Pestrin e Mauro Babbi (preso in prestito per il torneo di Viareggio 1980).

Ma io ricordo sempre il Cesena per:

http://www.laziowiki.org/wiki/L%27indagine_federale_su_Cesena_Lazio_1975/76


Offline Er Matador

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #31 : Domenica 6 Giugno 2010, 16:20:42 »
Per punti:

1) giocatori in comune fra noi e i romagnoli: mi viene in mente Dario Sanguin;

2) giocatori simbolo del Cesena: non dimenticherei "Condor" Agostini, a parte una brutta parentesi della sua carriera;

3) confesso che questo club mi è andato un po' sugli zebedei dopo la finale-scandalo col Lumezzane: peggior attore protagonista l'allora tecnico Fabrizio Castori, messosi in luce col Tolentino fra serie D e C2 prima di approdare alle cronache nazionali per via di quanto segue.
Tempi supplementari, pareggio di Nello Russo che manderebbe in B i bresciani e gestaccio del marcatore verso la panchina avversaria.
Brutta reazione, frutto di una gara isterica, ma il seguito supera ogni immaginazione: allenatore e riserve del Cesena invadono il campo inaugurando una vera caccia all'uomo, con Castori primattore assoluto che scalcia ripetutamente alcuni giocatori del Lumezzane. Fra di loro Pietro Strada, ex golden boy dell'Ospitaletto di Maifredi, che i calcioni li prende mentre si trova già a terra.
Espulsioni, minuti persi, Lumezzane (non il Cesena!) decimato dai cartellini e nel secondo supplementare ecco il gol che promuove i romagnoli nella serie cadetta: gol segnato, inutile dirlo, in una situazione tecnica al di fuori di qualsiasi regolarità.
Ci si aspetta qualche decisione clamorosa che in effetti arriva, ma nella direzione più inattesa: Castori squalificato per due anni (meritava la radiazione, minimo), che trascorrerà allenando tranquillamente il Cesena con Gadda come prestanome, e risultato incredibilmente omologato.
Per il Lumezzane un furto ancor più osceno di quello subito contro la Pistoiese di Agostinelli, sempre in una finale play-off di C1;

4) ciò nonostante, i più sentiti complimenti a Bisoli, vero uomo in più del doppio salto nella massima serie: sul gioco si può discutere, ma per abilità nel motivare il gruppo e rilanciare giocatori in un periodo incerto della carriera si è dimostrato fra i migliori della nuova generazione.
Il suo capolavoro è il già citato Giaccherini, elemento da top 11 del torneo dopo una via crucis di prestiti nella quale si stava perdendo.
Chi vuole capire il carattere del tecnico di Porretta Terme dovrebbe rivedersi un filmato di due anni fa, quando portò il Foligno alle semifinali dei play-off di C1.
Squadra nelle prime posizioni che incappa in un pari incolore e giornalisti piuttosto acidi nelle domande: il tecnico la prende malissimo, ricordando alle "facce da funerale" - così li definisce - i risultati ottenuti sin lì e lasciando intendere loro che per critiche distruttive e passatempi analoghi faranno bene a trovarsi qualcosa di diverso.
Tanta personalità, soprattutto in certi ambienti, gli verrà utile;

5) lasciato ai netter più esperti del sottoscritto l'amarcord dei vari Lazio-Cesena, ricorderei l'ultima promozione dei romagnoli nell'anno del nostro -9.
Una vicenda per certi versi simile alla nostra, anche se non così ultimativa nelle conseguenze in caso di sconfitta, che consegna agli annali la chicca di uno spareggio dopo gli spareggi. Ma andiamo con ordine.
All'inizio di quella stagione la squadra di Bolchi non è tra le favorite, né l'avvio lascia pensare a qualcosa di diverso.
A fare l'andatura sono piuttosto la Cremonese di Mazzia e il ripescato Pescara di Galeone, partito con l'obiettivo di non retrocedere a dicembre.
Titoli e interviste anche per il compianto Professor Scoglio e il suo Messina, che lancia l'ormai comune locuzione "palle inattive" e alcune intuizioni tattiche davvero originali, rese ancor più attraenti dalle doti istrioniche con cui il loro inventore le descrive davanti a microfoni e taccuini.
Del Cesena si parla assai meno, anche perché il suo primo scorcio di stagione (3 punti in 6 partite) è da retrocessione. Finché a Bolchi non viene qualche idea delle sue: Sebastiano Rossi (sì, lui) in porta al posto dell'incerto Dadina, ex dodicesimo di Rampulla; il doloroso accantonamento di Angelini, talentuoso regista dissoltosi nel nulla, a favore del più solido Patrizio Sala; il lancio in pianta stabile dei due acquisti di gennaio Bordin e Aselli, ala tattica che al Parma non aveva trovato una collocazione in grado di valorizzarne le doti.
Ne esce una riedizione della Juventus forgiata dallo scambio Benetti-Capello: muscoli a mille nella zona nevralgica del campo, fantasia e fosforo dirottati sulla fascia dove, appunto, Aselli si ritaglia un ruolo alla Causio con tanta corsa, meno qualità, ma giocate che lasciano il segno.
Di gioco neppure si parla, di risultati sì: è ancora l'epoca dei due punti, e a ritmo di vittorie in casa e pareggi in trasferta si risale la classifica, a maggior ragione in un torneo con quota promozione mai così bassa e nel quale venti squadre finiranno racchiuse in 13 punti.
Nella volata finale perde terreno il Messina; Galeone si inventa De Rosa centravanti tattico per sostituire Rebonato, protagonista di un girone d'andata da Scarpa d'Oro dopo il quale entra in una crisi psicologica da cui non si riprenderà mai completamente; il Genoa di Perotti risale prepotentemente fra le prime; la Cremonese tocca l'apice con la semifinale di Coppa Italia, che la promuoverebbe in finale col Napoli scudettato e quindi in Coppa delle Coppe: perde con l'Atalanta, che l'anno dopo compirà una storico cammino dalla serie B alle semifinali in Europa, e il contraccolpo è di quelli pesanti.
Un po' come una sconfitta in un derby, che il Cesena accusa a Bologna alla penultima giornata: ai rossoblù e a Stringara, autore del 2-1, non sembra vero di fermare la corsa promozione dell'odiata rivale.
Si arriva agli ultimi 90 minuti, quelli che nessun laziale potrà mai dimenticare. Al Cesena tocca un Catania disperato, e con motivazioni del genere il divario in classifica va a farsi benedire.
La gara è di quelle cui il pubblico del “Manuzzi” ha fatto l'abitudine: massima tensione, gioco sparagnino e attento in marcatura, incontro ferocemente centellinato palla su palla badando a sfruttare tutte le occasioni.
Gli uomini di Bolchi passano lunghi minuti in balia di un pari che non serve a nessuno, poi si aggrappano a un rigore trasformato da Traini. Finisce con un soffertissimo 2-1, che rimarrà per anni l'ultima gara degli etnei nella serie cadetta: il Catania precipita in C e in vicende societarie tormentatissime, il Cesena continua a trattenere il fiato con un orecchio alla radiolina e una mano alla calcolatrice.
Sugli altri campi, il Pescara stenta contro il Parma di Sacchi, altra splendida attrazione di quel torneo, ma ci pensa Roberto Bosco a una ventina di minuti dal termine a impedire che il capolavoro degli adriatici rimanga senza firma.
Il Pisa, zitto zitto, piazza l'allungo decisivo nello scontro diretto di Cremona, gettando nel dramma i grigiorossi che di quel torneo erano stati forse il vero leader, pur in un equilibrio mai riscontrato a memoria d'uomo.
Due promozioni sono assegnate, per la terza è ancora tutto da decidere: fuori il Genoa, travolto sul traguardo dall'impetuoso girone di ritorno del Taranto; fuori Parma e Messina, coi peloritani che difendono coi denti un inutile (per loro) pareggio contro il Campobasso.
Rimane la Cremonese, sorpassata sul filo di lana e agganciata proprio dai bianconeri; terza incomoda il Lecce che Mazzone, subentrato a Santin durante la stagione, ha condotto in porto a fari spenti.
Spareggio a tre, che inizia con 90 minuti ad alta tensione fra romagnoli e salentini: botte da orbi e reti bianche, il resto lo fanno gli ultrà del Pescara – si giocava appunto all' “Adriatico” - ai quali la serie A non è bastata per cancellare qualche conto in sospeso coi “colleghi” cesenati.
Brutto episodio, ma incombe il prosieguo del gironcino e si va avanti: o meglio va avanti il Lecce, che seppellisce una Cremonese psicologicamente distrutta.
L'ultimo treno per i lombardi passa sull'1-2, quando Finardi sbaglia il primo rigore della carriera. Alla fine i gol saranno 4 e i punti di distacco dai leccesi 3: troppi da recuperare in una sola partita, perché solo il primo posto vale per il salto di categoria.
Da un torneo in prima fila e il sogno europeo – forse il vero passo più lungo della gamba – si passa ad una dignitosa sconfitta di misura nell'ultimo impegno col Cesena, che a quel punto raggiunge il Lecce a quota 3.
Non è ancora tempo di classifiche avulse, e non rimane che delegare la soluzione dell'intreccio ad altri 90 minuti in gara unica.
Lo spareggio dello spareggio inizia con una durissima querelle sulla sede dell'incontro, perché per definire Pescara “campo neutro” dopo quanto accaduto nella prima gara ci vuole troppa fantasia: il Lecce e le autorità sportive – che da questa vicenda non usciranno granché bene – fanno orecchie da mercante, ma il Cesena su questo punto è irremovibile.
Dopo una serrata contrattazione si arriva alla scelta della non proprio tranquillissima San Benedetto del Tronto, e qui parte un'altra bagarre per il gioco delle alleanze: gli ultrà locali – farsi i fatti loro proprio no, eh? - si schierano dalla parte dei salentini, a loro avviso defraudati dallo spostamento della sede.
Pura mania di protagonismo, se non si fosse capito, che “costringe” la vicina Ascoli a prendere posizione, manco a dirlo nella direzione opposta.
Mazzone tenta di attivare i propri canali ascolani contro l'estemporaneo gemellaggio col Cesena, poco in linea coi rapporti non eccessivamente cordiali che intercorrono da tempo fra le due tifoserie bianconere: tentativo fallito, il Lecce non giocherà in casa. Il mister ci scherza su, ma sente puzza di bruciato, e il campo gli darà ragione.
Un po' è anche colpa sua e dei suoi difensori, i quali si dimenticano che il mediano Roberto Bordin, dall'alto del suo metro e settanta o poco più, vanta un'elevazione alla Uwe Seeler. Gli bastano due minuti per farla valere su una palla da fermo, e per i giallorossi il percorso si fa in salita.
Da lì in poi è solo Lecce, anche dopo il pareggio di Panero. Ripresa che vede il Cesena in difficoltà, ma la vecchia volpe Bolchi non ha esaurito i jolly e si inventa qualcosa di inverosimile nel suo calcio: il tridente.
Dura un quarto d'ora e non vede certo i suoi all'arrembaggio, ma basta per confondere le idee alla difesa avversaria rigorosamente schierata a uomo. Tre attaccanti con avversario appiccicato fanno saltare la marcatura sul quarto incomodo, il terzino e capitano Agatino Cuttone, la cui testa spunta su un altro calcio piazzato: 2-1 e mazzata psicologica per gli uomini di Mazzone, che non si riprendono più.
Da lì alla fine solo qualche mischia e Seba Rossi che prende per il collo un paio di avversari: è serie A. L'ultima nota di colore la regala un tifoso durante la festosa invasione di campo, con uno striscione che tenta di approfittare della promozione per un altro salto di qualità: il testo recita “Romagna indipendente”.

Offline SAV

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #32 : Lunedì 7 Giugno 2010, 14:14:46 »
...

Che dire, Matador?  Chapeau di fronte a tanta Cultura! :D
Credo che Cuchillo possa dirsi pienamente soddisfatto del contenuto del topic... ;D

Offline Arkham

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #33 : Lunedì 7 Giugno 2010, 14:46:11 »
Cesena-Lazio 0-0 con Materazzi in panchina, Dezzotti, Gutierrez e Sosa in campo, Martina in porta e la rivelazione Monti in difesa.
Questo è stato il vero esordio con il grande calcio, nella mia memoria che aveva vissuto gli anni pre-retrocessione troppo inconsapevolmente per via della giovanissima età. :)
-Che confusione!
-Sarà perchè ti amo!

jumpingjackflash

Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #34 : Lunedì 7 Giugno 2010, 14:50:16 »
Cesena-Lazio 0-0 con Materazzi in panchina, Dezzotti, Gutierrez e Sosa in campo, Martina in porta e la rivelazione Monti in difesa.
Questo è stato il vero esordio con il grande calcio, nella mia memoria che aveva vissuto gli anni pre-retrocessione troppo inconsapevolmente per via della giovanissima età. :)
ma lo sai che  me la ricordo pure io!!

semio vecchi compa' 
:oooo:

:sad5:


:piange:

Offline cuchillo

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #35 : Lunedì 7 Giugno 2010, 16:10:23 »
Non sono affatto soddisfatto dei racconti di ErMatador...

Non ci ha detto:

a) di quale colore era lo zuccotto del nocciolinaro di San Benedetto, il giorno dello spareggio Cesena-Lecce. Parlo del nocciolinaro della curva in cui erano assiepati i salentini.
b) quale giocatore del Cesena, ultima di campionato col Catania, una volta rientrato negli spogliatoi a fine garà sganciò una poderosa flatulenza tanto da essere insultato in malo mado da Agatino Cuttone. 

Mamma mia, Matador!!!

E meno male che dicono a me come faccio ad avere la memoria che c'ho...
Qui siamo ai livelli di Villaggio nella gag di "'U carcamagnu"...
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Offline franz_kappa

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #36 : Lunedì 7 Giugno 2010, 16:22:33 »
Il pezzo del Matador non sfigurerebbe affatto sulla pagina dello sport del manifesto, che ama spesso pubblicare
questi affreschi.
Fossi in lui, io chiamerei in redazione e glielo proporrei. Anche a gratis (al Manifesto sarebbero contenti, immagino).

Ma penso che per lui, che ci ha voluto regalare questo pezzo di bravura, sarebbe gratificante vedersi pubblicato su un quotidiano nazionale.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline ammiraglio

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #37 : Martedì 8 Giugno 2010, 15:34:54 »
Mi viene una curiosità: quanti giocatori abbiamo comprato dal Cesena dopo Ammoniaci e Brignani? Non me ne viene in mente nessuno...

calacaterra.
una pippa.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline ammiraglio

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #38 : Martedì 8 Giugno 2010, 15:39:30 »
azz, che pezzo.
bravo mata!
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline Holly

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Re:Cesena in A dopo 19 anni
« Risposta #39 : Martedì 8 Giugno 2010, 16:40:00 »
il mio personale ringraziamento, per quel che può valere, per le preziose testimonianze che ho letto qui sopra

io all'epoca ero troppo piccola e "scevra" di calcio, è bello scoprire cosa accadeva alla mia Lazio e alla realtà che le ruotava attorno mentre ero in altre faccende affaccendata

grazie ancora :-*