KLOSE dellaltro mondo
di Daniele Rindone
ROMA - E ancora più forte, è ancora più Klose.
Segna più dellanno scorso, alla settima giornata
era a quota quattro reti, oggi è a cinque. Segna
come negli anni da record: ha firmato due
doppiette in sette giornate, ci era riuscito nel
2005-06, indossava la maglia del Werder Brema,
a fine stagione si laureò capocannoniere della
Bundesliga con 25 gol. Segna e risegna, è
immenso Klose, ringiovanisce, non invecchia e il
vizio del gol non lo perde mai. Cinque gol in sette
giornate, solo due volte in carriera è riuscito a
fare meglio: nel 2005-06 al settimo turno aveva
realizzato 7 reti, nel
2007-08 (col Bayern
Monaco) arrivò a quota
8.
LESPLOSIONE - La
cura del ghiaccio farà
bene ai suoi muscoli,
ma sono i geni del goleador a fare la differenza.
Miro, luomo bionico, vuole battere ogni record,
vuole superare il primato dellanno scorso, nella
classifica marcatori della A si fermò a 13 reti, ma
fu penalizzato dallinfortunio di marzo. Klose è
partito a mille, sta migliorando le sue medie
laziali e ha intenzione di giocare tutto il
campionato, tutta la stagione. Punta la doppia
cifra, punta a segnare più di 13 gol, punta in alto.
Nella classifica dei cannonieri è secondo dietro
Cavani (6 gol), divide la posizione con Gilardino
e Jovetic. E un cobra, segna di piede e di testa.
Segna al volo e in progressione, continua a
segnare a 34 anni, confermandosi bomber
eterno, uno dei più prolifici del mondo. Mister gol
è anche Scarpa doro del Mondiale 2006, non
dimentichiamolo. Klose fa invidia, aumenta i
rimpianti del Bayern Monaco, la società che
laveva scaricato inspiegabilmente. E non è un
caso che Uli Hoeness, il suo ex presidente, ieri
abbia sputato veleno nei suoi confronti. Klose
non ha bisogno di presentazioni, valgono i suoi
biglietti da visita, li ha presentati ad ogni
latitudine, in ogni competizioni possibile e
immaginabile.
IL LEADER - «Siamo tutti leader» , ha detto
lasciando lAdriatico di Pescara. Servono undici
Klose alla Lazio e il miracolo si sta realizzando.
Miro sta dando lesempio e i compagni lo
seguono, lo studiano, lo imitano. Corrono come
lui, attaccano come lui, coprono e difendono
come lui, così stanno diventando leader. E uno
dei segreti della Lazio di Petkovic, squadra
compatta, organizzata, armonica, letale in zona
offensiva. Vlado si gode un Klose formato
gigante, ancora più forte. Cinque gol in
campionato, uno in Europa e siamo solo allinizio.
Sei prodezze distribuite in nove partite, una
Klose lha saltata, è rimasto a riposo contro il
Mura, nel match di ritorno valido per lEuropa
League. Klose vola, ha tanti traguardi da tagliare,
tanti obiettivi da centrare. La Champions con la
Lazio, i Mondiali 2014 con la Germania, la
collezione di gol da migliorare. Fate spazio negli
almanacchi, gli aggiornamenti saranno continui.
CONVOCATO IN NAZIONALE Germania stregata, Loew aspetta
Miro
Titoli dei media tedeschi per il bomber:
«E in forma smagliante»
di Enzo Piergianni
BERLINO - La seconda doppietta stagionale di Miroslav Klose è stata celebrata con
grande risalto dai media tedeschi. Come se la recente gita all'Oktoberfest monacense,
con birra, brindisi e costume bavarese gli avesse portato fortuna. Il personaggio,
specialmente dopo l'autodenuncia?? per la strisciata di mano a Napoli, rimane sulla
cresta dell'onda in patria. Tanto più adesso che la Germania torna in campo nelle
qualificazioni mondiali contro avversari spigolosi come
l'Irlanda dell'ex "tedesco" Trapattoni (venerdì) e la Svezia di
Ibrahimovic (martedì prossimo). «Klose in forma smagliante
per le due partite della Nazionale» , tocca ferro lo Stern??. E
ancora: «Locomotiva Klose a Pescara» Stadt Anzeiger??;
«Klose spara la Lazio alla vittoria» Bild??. Complimenti da
tutte le parti, a cominciare dal suo ct Joachim Loew.
LA CRITICA - Ma purtroppo anche una perfida frecciata che Miro non si sarebbe mai
aspettato, perché a tirargliela è stato il suo ex patron Uli Hoeness: «Non ne posso più
di sentire che Klose ha segnato quasi lo stesso numero di gol di Gerd Muller. I gol,
Muller li segnava contro Inghilterra, Francia e Italia. Klose ha segnato l'80 per cento
dei suoi gol contro il Lichtenstein e soci». Insomma, le goleade contro avversari facili
vengono sopravvalutate rispetto alle imprese dei mitici cannonieri del passato. La cifra
di Hoeness però è sballata perché solo 20 dei 64 gol di Klose per la Germania sono
stati realizzati contro i nani?? (circa il 30 per cento). Oltretutto, mai contro il
Liechtenstein. Klose si è morso la lingua e non ha reagito. E' una questione di stile.
Non ama le risse verbali. Per carattere è refrattario a maldicenze e polemiche
personali. Hoeness è il presidente del Bayern in cui Klose ha giocato dal 2007 al 2011
vincendo due volte la Bundesliga e la Coppa di Germania. Può darsi che, dinanzi ai
nuovi successi in Italia del suo ex attaccante, Hoeness sia stato scosso dal rimpianto
di non averlo saputo trattenere al Bayern. Klose infatti rifiutò l'offerta della società di
prolungare per un altro anno il contratto in scadenza nel 2011. Voleva un vincolo
pluriennale e lo ha trovato alla Lazio.
C A N D R E V A
«Lazio, siamo da Champions»
di Alessandro Rialti
FIRENZE - «Abbiamo un gruppo da Champions
League». Antonio Candreva torna in Nazionale
in punta di piedi, pronto a ricoprire qualsiasi ruolo
del centrocampo gli voglia offrire Cesare
Prandelli, sa che per lui è una nuova e
importantissima ripartenza e intende prenderla
per gradi. Tutto gli appare adesso meno difficile,
anche limpatto con Roma dopo un arrivo affatto
facile, comunque
contando su Petkovic,
lallenatore al quale
attribuisce ogni merito.
SONO FELICISSIMO -
Intervista a Coverciano,
appunto sottovoce:
«Forse è presto per parlare di scudetto ma certo
questa è una Lazio da Champions». Antonio
Candreva è tornato in Nazionale a tre anni di
distanza (ultima volta nel novembre 2009). Il suo
primo ringraziamento è stato alla Lazio: «Devo
tutto al mio allenatore e ai miei compagni, loro
sono stati determinanti». Poi sul campionato e
sulla squadra che gli ha permesso di riprendersi
lazzurro: «Non so se possiamo lottare per il titolo
anche se l'Inter, considerata in corsa, ha gli
stessi nostri punti. Non mi sorprenderei se alla
fine arrivassimo in Champions, la scorsa stagione l'abbiamo sfiorata e con la rosa che
abbiamo adesso possiamo puntare in alto, diciamo che siamo sulla strada giusta».
GRAZIE PETKOVIC - Ma il suo grazie più convinto è per Petkovic: «E' un allenatore
che ha portato una ventata di novità, mi ha colpito specie la sua cura in ogni seduta di
allenamento, per tutte e due le fasi di gioco, nella ricerca di continuità e nel pretendere
sempre massima concentrazione in ogni istante del lavoro». Lazio che nonostante da
due anni tenga dietro la Roma non conquista il centro
dellattenzione: «In effetti, conferma, è proprio così e non so
spiegarmelo - sospira Candreva che è nato a Roma e quindi
conosce bene città e le logiche del tifo - anche perché sono
due anni che la mia squadra arriva prima dei giallorossi. Noi
comunque continuiamo a volare bassi, dopo la sosta ci
aspetta un ciclo di ferro oltre all'Europa League».
LA SUA BATTAGLIA - Una cosa è certa, Candreva ha vinto la sua battaglia
personale: «Come sono arrivato ho trovato difficoltà a farmi accettare. Niente è facile,
lo stesso ovviamente è successo per lazzurro. Ma adesso sento che la gente mi è
vicina.Ho girato molte squadre e ho pagato quegli spostamenti, ero in bilico, mi
mancava la continuità, ma ora ho più esperienza ed è quella che mi sta aiutando a
crescere, a migliorarmi».
QUALSIASI RUOLO - Candreva trequartista? Il ruolo che in azzurro è più difficile? Il
laziale si candida in ogni ruolo del centrocampo azzurro: «Gioco ovunque mi dovesse
collocare il ct, sono stato utilizzato ovunque e nel passato anche dietro le punte». Una
battuta anche sul caso Osvaldo-De Rossi??: «Se sono stato sorpreso nel vederli
partire dalla panchina? Sono scelte del tecnico, non conosco i problemi della Roma».
Lontano da ogni polemica, grande dribbling anche su Balotelli: «Se può essere più un
problema che una risorsa? Direi la seconda visto quel che Mario ha dimostrato anche
allEuropeo».
LA SUA STORIA: DA TOR DE CENCI ALLA NAZIONALE Papà
Marcello: «E nato col pallone tra i piedi»
di Daniele Rindone
ROMA - E tornato a Tor de Cenci domenica
sera. E tornato dalla sua famiglia, da papà
Marcello, mamma Maria Antonietta e dalla
sorella Sara. E tornato nei posti in cui è
cresciuto, a pochi metri dal campo Anzio Mancini
che saffaccia sulla Pontina, lì dove a 7 anni
spiccò il volo: «Stiamo vivendo un momento
magico, questa convocazione è il coronamento
dellimpegno che
Antonio ha messo in
campo ogni giorno.
Viviamo su una
nuvoletta» . Papà
Marcello si prepara a
partire, seguirà Antonio
a Milano, assisterà al match dellItalia contro la Danimarca (il
secondo di questa fase di qualificazioni). Papà Marcello è
felice, ha visto crescere quel ragazzino, oggi lo accompagna nel suo nuovo viaggio.
Signor Candreva, che bella festa domenica...
«Antonio è tornato a casa, lo fa spesso insieme alla moglie e alla figlioletta. Ci siamo
riuniti, è stata una cena di famiglia. Stamattina (ieri mattina, ndr) è partito per
Coverciano. E felice perché rivestirà la maglia azzurra, lui dice che è una maglia che
scotta?? per quanto è importante».
Suo figlio è rinato e lItalia lha richiamato.
«Antonio ha fatto tutta la trafila, ha giocato nellunder 16, 17 e 21, ha partecipato alle
Olimpiadi. La maglia dellItalia la sente sulla pelle. Abbiamo seguito il suo esordio a
Pescara tre anni fa, che emozione: linno, il debutto. Quella maglia lha incorniciata e
lha appesa al muro. Le difficoltà? Ne è uscito a testa alta».
Tor de Cenci, quanti ricordi...
«Antonio è nato col pallone tra i piedi. Dentro casa rompeva i
vetri, per non parlare delle plafoniere spaccate nel
sottoscala. Il portiere mi chiamava in continuazione, un
giorno gli dissi mettiamole di plastica??. Non si poteva
lavorare per pagare i danni (risata, ndr)».
Il Tor de Cenci lha svezzato, la Lodigiani lha lanciato .
«Fu scelto dopo uno stage, non è stato facile. Ogni giorno dovevamo percorrere 100
km per farlo allenare, era un impegno faticoso, ma per i figli si fa tutto».
Il calcio era nel suo destino.
«Io ho giocato in Seconda Categoria, diciamo che Antonio è leggermente più forte
(risata, ndr). Fisicamente ci somigliamo, lui ha un gran tiro, è nato trequartista, io
giocavo come ala destra...».E nato per vincere.
«Da bambino voleva vincere sempre. Quando il pomeriggio doveva allenarsi, andava
a scuola con la maglia da gioco sotto la camicia, mancavano solo gli scarpini. A 10
anni, il giorno prima delle gare, andava a letto presto, diceva ho la partita??. Lo fa
ancora oggi».
Ha conquistato i tifosi laziali, sè tolto di dosso letichetta di romanista .
«Mio figlio ha lasciato Roma a 14 anni, ha sempre ammirato i campioni, niente di più.
Ammira chi gioca bene a pallone, chi fa gol. Anche lui ci ha preso gusto».
F E M M I N I L E
Per la Lazio una brutta sconfitta con il Brescia: che fatica in
trasferta
ROMA - Bella, ma ancora in fase di rodaggio. Dopo la vittoria casalinga con il neo
promosso Pordenone per la Lazio femminile è arrivata la seconda sconfitta
consecutiva in trasferta. Le aquilotte hanno perso 5-2 con il Brescia.
La Lazio aveva provato a rimontare segnando con Sara Berarducci e con Sabrina
Marchese, ma non è riuscita a colmare il divario. Al Brescia è bastato un tempo. Dopo
due occasioni mancate da Bonansea nei primi cinque minuti, al 7 il Brescia passa. Su
un cross di Ferrandi Sabatino è tutta sola dentro l'area piccola ed il suo colpo di testa
finisce in rete. La Lazio si fa vedere in avanti con azioni veloci e poco manovrate
senza riuscire a colpire.
Al 27 il raddoppio della formazione di casa. Dalla destra crossa Sabatino, Melis
anticipa Bonansea ma perde palla, la recupera Gama che insacca a porta vuota. Al 33
il 3-0 con una deviazione di Rosucci da due passi dopo un colpo di testa di Ferrandi.
La Lazio prova a svegliarsi, ma prima dell'intervallo il Brescia segna con la solita
Sabatino, che tocca un cross di Bonansea e beffa Melis.
Nella ripresa si gioca su ritmi blandi e la Lazio si fa vedere in avanti. La grinta per
rimontare lo svantaggio sembra davvero quella giusta, tanto che le ragazze laziali ci
credono. Al 16' Berarducci su punizione sorprende Penzo e sigla il 4-1, ma non è finita
qui. Sulle ali dell'entusiasmo, al 26' Marchese in contropiede fa 4-2. Due schiaffi che
però svegliano il Brescia, e al 35' Ferrandi colpisce la traversa. Poi al 42' Prost chiude
i conti. Poco male, la squadra biancoceleste ha i mezzi per affrontare questo
campionato. A partire da sabato: arriva il Chiasiellis.