LA LEGGE DI PETKOVIC
Istigazioni e ruggini vecchie di 35 anni precedono Pescara-Lazio, ma stavolta più che
blindare lepicentro abruzzese dei moti carbonari sarebbe stato opportuno innalzare un
bunker davanti al malcapitato Perin, impallinato 3 volte in poco più di mezzora. E
allora dopo lasfaltata, dopo aver memorizzato il bazooka dapertura di Hernanes, i
fratelli pescaresi sono pregati di nascondere in fretta quei manifesti affissi sui loro
muri, iniziativa parecchio greve dove lIndiana Jones di circostanza sa abbattere laquila
in volo. Tutto centrifugato dallopposizione biancoceleste ispirata al punto da
trasformare la sfida avvelenata in un pic-nic.
Ogni angolo è degli ospiti, mentre aumentano le scorrettezze di frustrazione di Blasi e
degli altri, sempre imprigionati o invischiati nella bravura dei loro omologhi oppositori,
davvero assatanati nel cancellare e reinventare i ruoli soprattutto dal centrocampo in
su. Ci sono giorni in cui ai poveri che ciabattano su questa valle di lacrime verrebbe
voglia di cambiare sport o mestiere, ed è proprio limpressione che esibisce Giovanni
Stroppa, uno che forse ha studiato con profitto a Coverciano senza trovare uno
straccio di contromisura per sollevare la testa. E la legge imposta dal poliglotta di
Sarajevo, uno che predilige montare gli spettacoli senza i calcoli di Reja, senza
sbadigli da pareggite acuta. E pare completamente nuova questa vita giocata a testa o
croce. Nello stadio Adriatico adesso va di lusso.
Questa non è una partita, è un monologo, una sinfonia. La gestione del poliglotta
Vlado iniziata con lelogio della normalità, cioè con la voglia matta di anteporre la
qualità degli interpreti alle scienze tattiche, si trasforma in rappresentazione sontuosa
e verrebbe voglia di assegnare a tutti lo stesso voto: 10 e lode nel primo atto per
lazzeramento del Pescara. Poi il 3-0 acquisito viene sorvegliato nel prosieguo fra
indulgenze, cali di ritmo e benevoli frenate. Pare un sopraggiunto gemellaggio: anche
Quintero deve un po' divertirsi qua e là; anche Abbruscato deve timbrare il cartellino
sprecando unoccasionissima; anche Marchetti, più che mai degno di Nazionale come
Candreva, deve squadernarsi almeno in un paio di parate notevoli. La gente sbuffa e
fischia, e la Lazio sfreccia inebriante in zona Champions.
«Un primo tempo di grande Lazio»
Dallinviato
Fabrizio Patania
PESCARA - Ha chiuso allAdriatico come al
Bentegodi, quando la Lazio era ripartita dopo la
prima sosta del campionato. Il piano di Petkovic
funziona: dominare, chiudere le partite nei primi
venti minuti. Sul campo la squadra fa quello che
dice il suo tecnico. Sembra una favola, come se
gli avversari non esistessero. E accaduto così
anche ieri, voleva lapproccio giusto, una squadra
affamata, concentrata a partire dal
riscaldamento. Spinta da Hernanes e Klose,
sorretta da una solida organizzazione di gioco e
da una difesa impermeabile, la Lazio ha
sbranato il Pescara: tre gol in 35 minuti, partita
chiusa allintervallo. «Era importante entrare bene
in partita come abbiamo fatto. Il primo tempo è
stato da grande squadra. Grande approccio
mentale, tecnico e
tattico. Nel secondo
abbiamo gestito. Ogni
vittoria porta qualcosa
di positivo e viene
voglia di altre vittorie.
Volevo dalla squadra
questa mentalità
vincente, dove non si
lotta solo per vincere ma anche per segnare più
gol e non subirne. Siamo noi che l'abbiamo resa
facile. Abbiamo saputo colpire, abbiamo tenuto
la palla per non far tornare il Pescara in partita.
E' la seconda volta di fila che non prendiamo gol
e non abbiamo nemmeno lasciato molto
allavversario. Complimenti a tutta la squadra
perché abbiamo lavorato veramente come
squadra in fase difensiva e offensiva» ha
raccontato il tecnico di Sarajevo. La Lazio
avrebbe potuto chiudere la partita con una
goleada. «Nel secondo tempo dovevamo
sfruttare meglio le occasioni in superiorità
numerica. Dobbiamo migliorare ancora».
ORIZZONTI - Klose è il trascinatore e dietro cè
un gruppo solido. «Anche senza Klose questa
sarebbe unottima squadra, ma i grandi campioni
come lui servono per una squadra che ha
ambizioni. Obiettivi? Questa Lazio deve arrivare
lontano. Ma deve pensare al presente e al futuro
per migliorare certe cose. Io penso a oggi.Questa squadra anche negli ultimi due anni ha
fatto benissimo, poi però non è arrivata al
traguardo, forse perché erano stati dichiarati gli
obiettivi. Dobbiamo migliorare ancora questa
mentalità che stiamo sviluppando» . Petkovic ha
chiuso alla grande il primo ciclo della stagione.
«Era molto importante finire queste 7 partite in
21 giorni in maniera positiva, qualche indecisione
sotto porta si può perdonare. Abbiamo due
settimane di tempo in cui tanti giocatori andranno
in Nazionale. Dobbiamo recuperare le energie
perché ci aspetta un campionato impegnativo e
ci saranno partite interessanti in Europa. Un
calendario durissimo. La Lazio non è ancora al
100 per cento, dobbiamo essere più cinici.
Siamo sulla buona strada, ora dobbiamo
riposare e recuperare le energie per il prossimo
mese» .
GRUPPO - Sono usciti Biava e Konko per noie
muscolari. Petkovic ha scelto nel finale Floccari e
non Rocchi per sostituire Klose. «Mi serviva
maggiore corsa e lavoro in fase difensiva» . Sta
cercando di coinvolgere più giocatori e ha
cercato di lanciare dei segnali a Zarate, lasciato
a casa. «Abbiamo parlato, è stata una semplice
scelta tecnica. Dovrà servire a lui per tornare più forte. Spero che lui come altri tornino
per creare una sana competizione. Dipende tutto da lui. Mi dispiace quando non ho
giocatori a disposizione, è stata una decisione tecnica. Spero di avere presto anche
Radu, spero di recuperarli tutti quanti e averli a disposizione. La rosa è larga, sono
contento quando molti giocatori spingono per trovare posto. Solo con una squadra
compatta e unita si ottengono i risultati. Per me il gruppo è più importante del singolo
giocatore» , Non è più una sorpresa: «Sono l'allenatore rivelazione? Mi fa piacere,
come non mi faceva piacere lo scetticismo iniziale. Ma adesso l'importante è
continuare a lavorare perchè ci sono ancora margini di miglioramento» . E un martello.
Fase offensiva, fase difensiva. Sta diventando il ritornello di Petkovic. E la Lazio vola.
E GIÀ UNA LAZIO DA CHAMPIONS Stritolato il Pescara, ottavo
successo in 11 gare. E la terza forza del campionato
Dallinviato
Fabrizio Patania
PESCARA - E un volo da Champions. Dopo
Juve e Napoli, ci sono le aquile della Lazio,
condidate per la poltrona di terza forza del
campionato. Sorretta dalla classe di Hernanes e
trascinata dai colpi di Klose, vero signore del gol,
la squadra biancoceleste ha spazzato via il
Pescara, lha preso e stritolato con la sicurezza e
la forza che appartengono soltanto alle grandi.
Tre reti e partita chiusa dopo mezzora. Petkovic
sa soltanto vincere. Ottavo successo in undici
partite ufficiali dallinizio della stagione, terzo blitz
in trasferta dopo i colpi di Bergamo con lAtalanta
e di Verona con il Chievo. Ha impressionato la
tranquillità con cui la Lazio ha dominato la
partita, giocando in scioltezza, alternando un
elegante palleggio a progressioni devastanti in
profondità. Ha confermato i suoi valori e ha dato
limpressione di poter crescere ancora. E
riemersa dalla doppia sconfitta con Genoa e Napoli (unica partita sbagliata sinora) con
la rabbia e la fame evocata spesso dal suo nuovo allenatore, autentica rivelazione del
campionato. Perché se alla fine la differenza riescono a farla celebrati campioni come
Hernanes e Klose (quando segnano loro, la Lazio vince sempre), dietro al terzo posto
e ad una fiammante partenza di stagione cè il lavoro di questo signore di Sarajevo. Ha
dato organizzazione di gioco al centrocampo e copertura alla difesa balbettante di
inizio estate. Riesce a far convivere tre trequartisti (Hernanes, Mauri e Candreva),
gioca con unala (Lulic) trasformata in terzino sinistro, e ha convinto tutta la squadra a
sacrificarsi sul campo. Zarate, lasciato a casa per scarso attaccamento alla causa,
forse avrà visto in tv come Klose torna in difesa ad aiutare e come le mezze-ali si
scambiano le posizioni con gli esterni. La Lazio è unorchestra che permette ai suoi
tenori di esaltarsi. Sè fermata la squadra biancoceleste nella ripresa e avrebbe potuto
segnare altri gol. Meglio così, altrimenti la curva del Pescara si sarebbe esasperata:
tra lo scoppio di qualche petardo e il lancio di diversi fumogeni, più volte lo speaker
dellAdriatico ha ventilato linterruzione della partita. De Marco, con intelligenza, ha fatto
correre il gioco e si è arrivati senza sussulti alla fine.
TRIPLETTA - Non cè stata partita e lAdriatico neppure ha avuto il tempo di illudersi.
Come aveva promesso Petkovic, la Lazio ha cominciato subito a dominare e ha preso
il controllo delle operazioni. Copione rispettato grazie al talento del Profeta. Hernanes
ha indovinato dopo cinque minuti il gioiello su punizione. Gesto balistico da applausi,
almeno 25 metri di distanza. Forse la barriera non era piazzata bene, Perin è rimasto
a guardare e il brasiliano ha festeggiato il suo quinto gol stagionale (quarto in
campionato) con una capriola. Come se non bastasse la differenza di categoria tra le
due squadre, quel gol sè rivelato una tremenda mazzata per Stroppa. Niente pressing,
Blasi e Cascione neppure riuscivano a mordere le caviglie di Hernanes e Gonzalez,arrivando sempre in ritardo sul pallone. Davanti Caprari, Vukusic e Celik non hanno
mai beccato palla: quei tre erano tagliati fuori dal gioco. Troppo distanti tutti gli altri
giocatori di Stroppa, incapaci di accompagnare lazione. Troppo forte la Lazio, che ha
mantenuto con costanza il possesso del pallone. Fraseggio corto e improvvisi cambi di
gioco a tagliare il campo. Il Pescara correva a vuoto, la squadra di Petkovic andava in
porta. Ci hanno provato Hernanes e Mauri prima che salisse in cattedra Klose,
firmando la sua quarta doppietta italiana. Al 25' ha duettato con Candreva e sè infilato
nel corridoio tra Terlizzi e Capuano, ha saltato Perin in uscita e ha depositato in rete.
Dieci minuti dopo, sfruttando un angolo di Hernanes, ha umiliato Terlizzi sullo stacco
aereo e ha colpito di testa, fulminando Perin.
MELINA - Si sono visti gli effetti del turnover. Il tedesco, a cui erano state risparmiate
le fatiche di Europa League con il Maribor, ha interrotto un digiuno che durava da
quattro partite ed è tornato ai suoi livelli migliori. In partenza per la Germania, dove lo
attende il ct Loew, è stato sostituito a venti minuti dalla fine da Floccari, che ha
sfruttato unaltra occasione per dimostrare freschezza e voglia di giocare. Petkovic ha
inserito anche Cavanda (per Konko) e Cana (per Biava). Stroppa aveva provato a
cambiare linerzia di una partita già chiusa inserendo Jonathas, ancora più a disagio di
Vukusic, troppo leggero per la difesa biancoceleste. Ci ha provato Quintero (entrato al
posto di Celik) con i calci piazzati a sorprendere Marchetti, Abbruscato sè divorato un
gol quasi fatto, Mauri e Candreva non hanno avuto la forza e la cattiveria per calare il
poker, ma la partita era già finita. La Lazio ha chiuso in controllo e ha mandato un
segnale chiarissimo al campionato. Nessuno potrà più sottovalutarla.
PESCARA-LAZIO 0-3
PESCARA (4-3-3): Perin 5,5; Balzano 6 Capuano 5 Terlizzi 4,5 Bocchetti 5; Blasi
5 (1' st Jonathas 5) Colucci 5,5 Cascione 5,5; Caprari 5 Vukusic 5 (20' st
Abbruscato 5) Celik 5 (11' st Quintero 6). A disp. Pelizzoli, Romagnoli, Soddimo,
Bjarnason, Brugman, Nielsen, Falso. All. Stroppa 5
Falli commessi: 12
LAZIO (4-1-4-1): Marchetti 6; Konko 6,5 (15' st Cavanda 6) Biava 7 (39' st Cana
sv) Dias 6,5 Lulic 6; Ledesma 6,5; Candreva 6,5 Hernanes 7,5 Gonzalez 7 Mauri
6; Klose 7,5 (26' st Floccari 6). A disp. Bizzarri, Carrizo, Ciani, Scaloni, Zauri,
Rocchi, Kozak, Onazi, Stankevicius. All. Petkovic 7
Falli commessi: 15
ARBITRO: De Marco di Chiavari 6
Guardalinee: Crispo e La Rocca
Arbitri darea: Damato e Abbattista
Quarto uomo: Marzaloni
MARCATORI: 5' pt Hernanes, 25' pt e 35' pt Klose.
ASSIST: Candreva.
AMMONITI: Blasi (P) e Quintero (P) per gioco falloso
NOTE: Paganti 5.468, abbonati 6.962 per un totale di 12.430 spettatori e un
incasso di 226.283,73 euro. Angoli: 8-3 per il Pescara. Recupero: 0' pt, 3' st
Regolari entrambi i gol di Klose Manata di Celik da... arancione
ROMA - Nessun problema per De Marco, in una
partita che - pure sulla carta - non presentava
grandi difficoltà. Gli sfugge forse una
manata/sbracciata di di Celik su Gonzalez al
volto, il pescarese se la cava, era da...
arancione. Gli altri episodi: al momento del
passaggio di Candreva, Klose è tenuto in gioco
da Terlizzi (ma pure da Bocchetti e Blasi), ok la
rete dello 0-2. Buono anche lo 0-3, sempre di
Klose: quando colpisce di testa, sulla traiettoria
cè Biava ma è tenuto in gioco da Colucci, che
era sul palo e si attarda a salire.