Autore Topic: «La Lazio è favorita, ma il Pescara può fare male in contropiede»  (Letto 709 volte)

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Giglic

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Bergodi, due cuori e una partita. L'attuale tecnico in passato ha vestito le maglie delle due squadre



PESCARA - La partita tra i suo due grandi amori la vedrà in tv. La possibilità di viverla dalla panchina, quella del Pescara, l'ha solo sfiorata in estate. Il nome di Cristiano Bergodi era nel paniere del ds Delli Carritra i papabili alla guida dei biancazzurri («So che aveva chiesto il mio numero, ma non ci siamo mai sentiti», racconta).
Oggi, l'ex difensore di Bracciano, cresciuto in riva all'Adriatico e diventato un big del calcio italiano con la maglia della Lazio, vive con grande curiosità la vigilia di questo remake di una sfida che manca dal '93. «Vent'anni fa ero in campo ed ero il capitano dei biancocelesti, fu un'emozione tornare da ex all'Adriatico - ricorda Bergodi, 48 anni, nove dei quali vissuti da pescarese - perché Pescara è il mio primo amore. Vincemmo con il 3 a 2, un gol fantasma, segnato alla fine di testa da Luzardi, tra tante polemiche. Questa volta la vedrò a casa, non sarò allo stadio, anche se pregusto una bellissima partita».
Il Pescara lo allena Stroppa, che all'epoca era in campo con Bergodi. «Con Giovanni ho giocato due anni a Roma, un ragazzo divertente e simpatico, dal talento innato. Ricordo sempre un assist d'esterno che mio fece all'Olimpico contro il Milan di Capello: segnai un gol pesante nel finale grazie al suo passaggio. Da allenatore non lo conosco, ma so che ha fatto bene al Sudtirol e vedo che sta trovando la quadratura nel Pescara, nonostante le difficoltà».
Dopo aver visto tutte le partite del Delfino in queste prime giornate, che idea si è fatto «I biancazzurri devono salvarsi, e non sarà facile, come sempre quando approda in A. Ma il periodo adesso è diverso dai precedenti, dopo Bologna hanno giocato buone partite meritando i risultati. E non sono ancora al massimo delle loro possibilità: ci sono tanti giocatori nuovi, alcuni stranieri, il periodo di adattamento non è ancora terminato».

Il sistema di gioco disegnato da Stroppa però convince Bergodi: «Questa specie di 4-3-3 mascherato, con Quintero che va al centro e chiede palla sui piedi, sembra efficace. Il colombiano è interessante, mi piace molto. Peccato che domenica non ci sia Weiss: mi è piaciuto fin dalla prima gara con l'Inter, ma sta imparando come si gioca in Italia e ha segnato due grandi gol. Seguo con attenzione anche Vukusic, un ottimo attaccante». Il Pescara lo porta nel cuore, la Lazio la segue più da vicino. «Una squadra importante, da primissimi posti. Gioca un calcio moderno, si difende bene e ha Klose, su cui basa molto il proprio gioco, né è quasi dipendente. Petkovic però gioca con la difesa alta, concede qualcosa. Il Pescara dovrà speculare sugli spazi che potrebbero aprirsi. Ci sono i presupposti affinché sia una bella partita, soprattutto grazie alla buona condizione psicologica dei biancazzurri». Bergodi è un doppio ex innamorato, per ragioni diverse, sia del Delfino che della Lazio: domenica sogna un pomeriggio di spettacolo, senza tensioni. «Mi auguro davvero che non ci siano problemi di ordine pubblico. Ci sarà tanta gente, e il pubblico pescarese sa dare una carica enorme ai suoi giocatori. Anche se c'è grande rivalità, spero che non accada nulla tra le tifoserie».

Grosseto e Cagliari sfiorate nelle ultime ore. A quando il ritorno in panchina? «Presto, sto aspettando l'occasione giusta, anche se dopo il buon lavoro di Modena speravo di avere delle proposte interessanti la scorsa estate. Ma il calcio italiano è diventato strano...».

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