Allora, direi
Cristina Gigliotti in arte Dalida.
Eh sì, quanto mi piacerebbe un ritratto di Dalida di cui, lo ammetto, non ne so granché. La ascolto molto ma non ho mai voluto davvero approfondire. Mi piacerebbe saperne di più dal punto di vista squisitamente artistico, risparmiandomi tutte le traversie d’amore e di famiglia. Sì, va bene, i suoi fratelli che manco i fratelli di Anelka e tutta ‘sta sbobba non mi interessa. Vorrei approfondire i suoi rapporti professionali con gli autori, come selezionava i brani da interpretare, quali sono stati i suoi modelli e altro ancora.
Herbert Pagani.
Anche di lui vorrei saperne di più attraverso un ritratto d’autore. Ha avuto una vita che è stata arte essa stessa. Nessuno è in grado di dire con precisione quale mestiere facesse. Ha coperto, praticamente, ogni ambito artistico. Forse il mestiere che gli riusciva meglio era quello di disegnatore, addirittura. Eppure, nonostante questo, e nonostante una vita stroncata sul più bello, ci ha lasciato brani importanti (direi soprattutto traduzioni importanti). Vista la somiglianza con Claudio Santamaria, sarebbe da ipotizzare un film. Magari anche un film per la TV che io non amo concettualmente ma che dicono che costi di meno. Temo che lo vedrebbero in pochi, però.
Stefano Rosso.
Proprio nei giorni scorsi ho ordinato “Che mi dici di Stefano Rosso?”, edito da “Stampa Alternativa”. È stato uno dei miei capisaldi. Quando iniziai con la chitarra (la passione è durata solo qualche anno, evidentemente non era tale) si studiava sul suo manuale. Me lo regalò mio padre a Natale. Anzi, lo regalò congiuntamente a me e a mio fratello. Tornando a Rosso, anzi a Rossi in arte Rosso, mi piacerebbe un’ora di ritratto che alterni filmati a testimonianze. C’è molto poco in giro, quasi nulla. Eppure Rosso ha lasciato almeno 7/8 canzoni di grande culto e di meritato radicamento popolare. Sarebbe ora che la televisione di Stato faccia qualcosa, perdinci.
Spero di essere accontentato, almeno in parte.