Autore Topic: I Mondiali della vergogna (presentazione libro)  (Letto 6332 volte)

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Bill Kelso

I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« : Giovedì 27 Maggio 2010, 12:03:31 »
Pablo Llonto ha da poco pubblicato un libro relativo al Mondiale '78, disputato nell'Argentina della dittatura, intitolato I Mondiali della vergogna.
Oggi, giovedì 27 Maggio alle ore 17,30 questo libro sarà presentato a Palazzo Valentini, sede della Provincia di Roma.
Alla presentazione del libro interverranno, oltre a Llonto e Pino Narducci (un magistrato che si è occupato anche di Calciopoli), anche Gianni Minà e Stefano Incerti, il regista-autore del film Complici del Silenzio.
Si parlerà naturalmente del Mondiale, delle vicende politiche e sociali legate all'avvenimento, del torneo di calcio e della Nazionale Italiana.
Sarà trasmessa anche una video-intervista a Hebe de Bonafini, fondatrice delle Madres de Plaza de Mayo.

Chi a tempo e possibilità vada.
Ne vale la pena.


Per la cronaca, il libro, 192 pagine, edizioni Alegre, costa 14 Euro.


Offline benvolio

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #1 : Giovedì 27 Maggio 2010, 14:54:35 »
Grazie Bill Non ho tempo di andare ma credo che acquisterò il libro. Ricostruire quella  vergogna non è mai troppo...

bak

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #2 : Giovedì 27 Maggio 2010, 15:11:04 »
Credo che ci sia la prefazione di Javier700. Oppure a Milano il libro l'ha presentato lui ?

Offline sassoxsasso

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #3 : Venerdì 28 Maggio 2010, 00:36:29 »
molto interessante.

che epoca e che tragedia.
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Offline Rebecca

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #4 : Venerdì 28 Maggio 2010, 01:23:20 »
Ho ordinato il libro dopo che ne avevano parlato alla radio proprio ieri. È stata un tragedia il golpe, come è stato indegno giocare quel mondiale.
La Lazio mia, in cima ar monno c'è la Lazio mia...

RobCouto

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #5 : Venerdì 28 Maggio 2010, 06:47:22 »
Naturalmente, niente da dire sulla vergogna e sulla condanna per quella tragedia.

Però i giornali e i commenti dell'epoca un pochino me li ricordo, e a scanso di scherzi della memoria sono andato pure a ripescare qualcosa. In rete, per esempio, è disponibile l'Unità di quel periodo. Beh, si parla di calcio e nient'altro. E non credo che la portata e la gravità di quanto stesse accadendo fossero ignote al mondo. Leggo anche in giro che l'assenza di Cruijff in quel Mondiale fosse dovuta a un "gesto di protesta" contro il regime di Videla: se è così, non ricordo nulla del genere: piuttosto, il nostro aveva un rapporto tormentato con la nazionale dell'Olanda e nel '78, già in visibile declino, disse provocatoriamente che sarebbe andato in Argentina se glielo avesse chiesto la Regina in persona: la quale, naturalmente, non se lo intruppò di pezza, e il nostro rimase a casa.

La storia è importante e il libro lo comprerò di certo, però resto convinto del fatto che l'Argentina avesse bisogno allora delle denunce che vengono fatte solo a trent'anni di distanza: è facile partecipare un a Mondiale e poi dire che non ci si doveva andare. E poi, quando mai un evento sportivo è stato boicottato, non fosse per motivi di mero opportunismo, e non certo per reale spirito umanitario? Vogliamo parlare dei Mondiali del '34, delle Olimpiadi di Berlino del '36, dell'opportunissima (per quanto strameritata) vittoria della Germania del '54, quando il successo in Coppa del Mondo costituì una specie di "riscatto" dei tedeschi, guarda caso proprio nel momento in cui la Germania doveva essere ri-legittimata perché inserita di nuovo nel mondo occidentale? Insomma, con tutto il rispetto per Gianni Minà, a me pare che si batta su un tasto comodo e già consumato.

Offline benvolio

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #6 : Venerdì 28 Maggio 2010, 08:48:28 »
Assolutamente vero che all'epoca la coltre della diplomazia copri' l'evento sportivo di rispettabilita' e legittimo' una volta di piu' il regime. Concordo anche sul valore generalmente strumentale dei gesti dimostrativi in ambito sportivo (quando decisi da organi politici o similari e non da singoli individui). In ogni caso pero' riallineare la memoria su cio' che avvenne ha un valore (molto parziale e' vero) risarcitorio ed offre, secondo me, sempre spunto di riflessione, soprattutto a chi non ha vissuto gli eventi.

Offline AlenBoksic

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #7 : Venerdì 28 Maggio 2010, 09:04:44 »
C'è anche questo che pare intrigante

A poche ore dalla sfida di Champions League tra i blaugrana e l'Inter, domani 28 aprile a Barcellona verrà presentato in anteprima,il libro Rosa di fuoco - Romanzo di sangue, pallone e piroscafi, che uscirà in Italia il 5 maggio (edizioni Pendragon). L'autore, Emilio Marrese, giornalista di Repubblica, ha romanzato in un noir storico una vicenda realmente accaduta al Barcellona, quando nel 1937 la squadra organizzò una tournée estiva in America per sfuggire alla Guerra Civile spagnola.

Un viaggio dal quale tornarono solo quattro riserve mentre alcuni di quei giocatori, tra cui il campione Martì Ventolrà, che sposò la nipote del presidente della Repubblica messicana, si stabilirono definitivamente in Messico fino alla fine dei loro giorni. L'episodio, così come l'assassinio altrettanto narrato del presidente del Barcellona Josep Sunyol, fucilato dai militari franchisti, è fondamentale per risalire alle radici della leggenda del Barça, la cui identità sociale e culturale trascenderà il mero fatto sportivo, soprattutto negli anni del regime di Francisco Franco, per diventare simbolo della catalanità.

"Mi sono sempre chiesto - scrive nell'introduzione Giancarlo De Cataldo, autore di Romanzo criminale - che cosa renda Barcellona una città diversa da tutte le altre, e la sua squadra di calcio l'emblema di questa diversità. Marrese è riuscito a spiegarmelo e mi ha emozionato". La storia è ambientata tra la Barcellona metropolitana di oggi e quella insanguinata del 1937, quando era ancora soprannominata Rosa di fuoco dagli anarchici che l'avevano eletta loro capitale europea a cavallo del Novecento
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Offline BobLovati

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #8 : Venerdì 28 Maggio 2010, 11:49:40 »
..sul " fenomeno catalá " del Barça ho parlato più volte, " da qualche altra parte "   :D

Diciamo solo il 10% della leggenda inventata A POSTERIORI dal catalanismo postfranchista, dopo le prime elezioni regionali del settembre-ottobre 1976.
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Bill Kelso

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #9 : Venerdì 28 Maggio 2010, 15:38:51 »


Nulla da dire, ma andrebbero ricordati un paio di avvenimenti.
Innanzitutto le modalità del Golpe del 1976, un golpe completamente diverso rispetto a quello cileno del 1973. In Europa non furono trasmesse le immagini della Casa Rosada bombardata, anche perché non ci fu nessun attacco militare, come invece avvenne in Cile quando i militari attaccarono la Moneda dove Allende consumò il proprio martirio. Non ci furono esecuzioni sommarie in piazza e/o negli stadi come avvenne a Santiago. Gli oppositori, i democratici, cominciarono ben presto a sparire; inghiottiti prima nelle caserme e poi nell'Oceano Atlantico.

I militari argentini si preoccuparono immediatamente, consigliati senza dubbio da Licio Gelli (ma è certo che in Sud America ci andavano spesso anche Ortolani e Calvi) che si muoveva con una certa disinvoltura tra Buenos Aires e Montevideo, a celare qualsiasi episodio cruento. Del resto i nomi di alcuni golpisti figurarono nel 1981 nei famosi elenchi di Castiglion Fibocchi. Tra questi quello di Josè Rega capo della AAA (Alianzia Anticomunista Argentina) e responsabile della morte di migliaia di "sovversivi".
Non va poi dimenticato il ruolo e gli interessi che molte holding italiane avevano all'epoca in Argentina, su tutte la Fiat, ma anche la Magneti Marelli (che aveva fiutato l'affare) molte industrie di armi del nord Italia e l'Eni interessata alle ricerche sul gas in Patagonia.

Molti giornalisti occidentali vennero ben presto espulsi dal Paese con le scuse più improbabili e con pretesti decisamente insostenibili. L'unico giornale italiano che manteneva dei corrispondenti era il Corriere della Sera, all'epoca controllato da Rizzoli, Di Bella e Tassan Din  iscritti anch'essi, guarda caso, alla Loggia di Licio Gelli.
Quanto a L'unità, all'epoca Organo Ufficiale del Partito Comunista Italiano, va ricordato che il giornale sosteneva le tesi del Partito Comunista Argentino (un partito di stretta osservanza moscovita) che in un primo momento aveva una posizione attendista rispetto al Golpe poiché i suoi dirigenti erano certi che prima o poi si sarebbe trovato un accordo con i militari.
Gli stessi comunisti argentini consideravano Videla, Viola, Massera e Gualtieri (quel genio che intraprese l'avventura dell'invasione delle Falklands) dei moderati che si erano presentati all'opinione pubblica come l'unica soluzione possibile tra gli opposti estremismi.


Riguardo la finale Argentina-Olanda, si scrisse e si disse molto sulla direzione dell'arbitro Sergio Gonnella (molti giornali scrissero che fu condizionato dal pubblico caliente di Buenos Aires) dimenticando il ruolo che ebbe Artemio Franchi, suo mentore nonché all'epoca presidente della UEFA.
Presidente della FIFA era invece il brasiliano Havelange, uomo ovviamente molto vicino ai militari brasiliani coinvolti anch'essi a pieno titolo nell'Operazione Condor e partner solidali nella guerra sucia.

Per chi non lo sapesse, il nome di Artemio Franchi comparì negli elenchi della P2 rivenuti a Castiglion Fibocchi nel 1981.

bak

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #10 : Venerdì 28 Maggio 2010, 19:47:02 »
Credo che ci sia la prefazione di Javier700. Oppure a Milano il libro l'ha presentato lui ?

niente di ciò, videointervista a globalist, la tv di Gianni Cipriani riportata dal sito dell'espresso

http://espresso.repubblica.it/multimedia/home/24837750/4

RobCouto

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #11 : Venerdì 28 Maggio 2010, 21:23:43 »
BillKe', se non erro Minà era Minà pure nel '78. Pare che Crujiff rifiutò di partecipare al Mondiale per protesta contro il regime argentino, ma a me pare una versione di comodo appiccicata a posteriori, i motivi per cui non andò furono principalmente di carattere personale. Ma il compagno Breitner rimase a casa per lo stesso motivo, e la cosa è decisamente più credibile. Perché si distrugge, adesso, il ricordo di un torneo al quale tutti parteciparono? Altra domanda: avesse partecipato anche Maradona (allora 18enne e già in odore di Seleccion, non fosse stato boicottato da Passarella che ne aveva intuito la grandezza e la possibilità di essere offuscato nel SUO Mondiale), Minà oggi si dedicherebbe a demolire il mito di Argentina '78?

Leggerò il libro, sperando di scoprire che il titolo serve solo a rendere più vendibile una sacrosanta analisi su quello che fu uno dei peggiori orrori del Sudamerica, e che il calcio c'entri solo perché incastrato cronologicamente in quel periodo. Se invece il Mundial servì a legittimare un regime, con la complicità di tutti, beh c'era da vergognarsi allora, e autoincludersi nell'elenco di quelli che devono vergognarsi.

M'aspetto pure una rilettura di Mexico '86, con un paese povero e sventrato dal terremoto sullo sfondo, mentre l'impero Televisa si divorava allegramente quello che rimaneva dello stato messicano. Anche a costo di fare a pezzi il Mondiale di Diego Armando.

Offline Tarallo

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #12 : Venerdì 28 Maggio 2010, 21:34:25 »
Pare che Crujiff rifiutò di partecipare al Mondiale per protesta contro il regime argentino, ma a me pare una versione di comodo appiccicata a posteriori, i motivi per cui non andò furono principalmente di carattere personale.

Recentemente ha affermato di essere rimasto sconvolto al punto di voler abbandonare il calcio e non andare ai mondiali da un episodio di violenza subita da lui e la sua famiglia, che furono sequestrati legati e imbavagliati in casa per ore da dei delinquenti.

Offline DinoRaggio

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #13 : Venerdì 28 Maggio 2010, 21:41:24 »
Una delle figure più affascinanti di quel Mondiale fu quella del CT argentino Menotti, dichiaratamente di sinistra, che ebbe la mission (come si dice ora) da parte del regime di Videla di far rimanere in Argentina la Coppa del Mondo. El Flaco era un filosofo un po' bohemien prestato al calcio. Era troppo intelligente per non capire le conseguenze politiche di una vittoria casalinga a quel Mondiale, dopo tutto quello che era successo e stava succedendo nel suo paese, e sicuramente ci pensava, fra una sigaretta e l'altra.

Alla fine fu quello che gli riusciva meglio: l'allenatore di una squadra di calcio. Inghiottì la propaganda politica, inghiottì i concreti sospetti di combine per la famigerata Argentina-Perù 6-0, passo oltre le malignità sul comportamento dell'arbitro Gonella nella finale a favore della sua squadra. E vinse. All'epoca, nella finale (la prima finale di un Mondiale che ricordo), tifai per Rensembrink e compagni (mi piacevano anche i loro esotici nomi...). Non capivo nulla di politica, ma fui contento per El Flaco.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

RobCouto

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #14 : Venerdì 28 Maggio 2010, 22:25:35 »
Recentemente ha affermato di essere rimasto sconvolto al punto di voler abbandonare il calcio e non andare ai mondiali da un episodio di violenza subita da lui e la sua famiglia, che furono sequestrati legati e imbavagliati in casa per ore da dei delinquenti.

Un'altra versione dice che aveva rotto con la nazionale, con la quale non ebbe mai un buon rapporto, e disse provocatoriamente che sarebbe andato al Mundial se glielo avesse chiesto la Regina in persona. Supplica che naturalmente non arrivò.

Offline Rebecca

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #15 : Venerdì 28 Maggio 2010, 23:41:18 »
Leggo esterefatta di Artemio Franchi... Cioè a Siena e a Firenze hanno intitolato lo stadio ad uno iscritto alla P2?!?
Possibile una cosa del genere?
La Lazio mia, in cima ar monno c'è la Lazio mia...

POMATA

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #16 : Sabato 29 Maggio 2010, 00:01:23 »
Leggo esterefatta di Artemio Franchi... Cioè a Siena e a Firenze hanno intitolato lo stadio ad uno iscritto alla P2?!?
Possibile una cosa del genere?

In italia si, un tempo avevamo cicciolina al parlamento...

Riguardo il mondiale del 78, fú il mio primo mondiale che ricordo, della tragedia che visse l'argentina seppi anni dopo quando cominciai a capire.


Bill Kelso

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #17 : Sabato 29 Maggio 2010, 00:41:19 »


Disamina ineccepibile, nulla da dire.
Ma attenzione: il calcio servì a legittimare proprio quel regime. Non fu solo un aspetto cronologico incastrato tra i trentamila desaparecidos, tra i due milioni di esuli e tra le centinaia di migliaia di torturati. Il Mondiale '78 fu il più alto momento di consenso raggiunto dopo l'estromissione di Isabelita Peron.
E visto che un altro mondiale non si sarebbe potuto organizzare, con lo scopo di ricercare appoggio dalla popolazione, nel 1982 i golpisti si buttarono nell'avventura delle Falklands.

In ogni caso qualsiasi manifestazione sportiva porta consensi ad un paese nell'occhio del ciclone, soprattutto se si vince e se quella manifestazione è organizzata in casa propria. E sovente il tutto avviene con un silenzio complice ed esplicativo da parte dei concorrenti.
Non dimenticando le Pantere Nere di Città del Messico (1968), l'unico caso di dissenso italiano che io ricordo, ma certamente ce ne furono molti altri, fu il gesto di Adriano Panatta quando nel 1976 sfidò simbolicamente, grazie ad una maglietta rossa, il regime di Pinochet coinvolgendo un ignaro Bertolucci.
Ma come non ricordare Videla (al posto di Havelange) che consegna la Coppa del Mondo a Passarella?

Le Olimpiadi di Berlino del 1936 o la vittoria dell'Italia ai Mondiali del 1938 furono un enorme veicolo di propaganda per i due regimi. L'interessantissimo film "Olympia" girato magistralmente dalla Riefensthal non ne è che un esempio.

D'altra parte anche l'URSS e la Cina Popolare (per non parlare dei paesi dell'ex blocco socialista) hanno investito tantissimo nello sport come veicolo di propaganda per le loro ideologie.
Lo stesso Salazar, che asseriva sovente che oltre al Fado e alla Madonna di Fatima, i portoghesi potevano essere governati grazie al Fùtbol, si giovò moltissimo delle vittorie in Coppa dei Campioni del Benfica.


In Cina, nazione dove i dissidenti sono incarcerati, dove non esiste nessun tipo di libertà di espressione e dove vengono eseguite circa 4000 condanne a morte all'anno, l'Occidente fa affari, grossi affari. E le Olimpiadi di Pechino sono state un incredibile mezzo pubblicitario non solo all'interno del Paese, ma soprattutto al cospetto di quei paesi che hanno interessi economici da quelle parti o che sono intenzionati ad investire in un paese dove ci sono più dollari che alla Federal Reserve e dove il PIL raggiunge vertici da capogiro.


Degli interessi dell'Italia in Argentina abbiamo già detto e soprattutto del ruolo che ebbero alcuni funzionari italiani proprio nel golpe argentino, come abbiamo già detto del fatto che nessuno (se non pochi informati) sapeva all'estero quanto stava avvenendo in Argentina. Un Golpe silenzioso, appunto, ma tragico al tempo stesso. All'epoca della Falklands ricordo benissimo che alcuni strati della sinistra (non solo extraparlamentare) guardavano con simpatia, in funzione anti-imperialista inglese, all'occupazione delle isole.

Quanto a Gianni Minà credo che all'epoca, nel 1978, si occupava principalmente di televisione e di boxe.
Non credo che si interessasse di calcio né tantomeno di politica estera. Poi magari uno si può anche informare e cospargersi il capo di cenere.



Offline Rebecca

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Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #18 : Sabato 29 Maggio 2010, 00:51:52 »
Maradona era presente a quel mondiale?
Voglio dire, fu convocato da Menotti?
Io me lo ricordo in panchina oppure ho i ricordi offuscati...
La Lazio mia, in cima ar monno c'è la Lazio mia...

RobCouto

Re:I Mondiali della vergogna (presentazione libro)
« Risposta #19 : Sabato 29 Maggio 2010, 00:58:39 »
Leggo esterefatta di Artemio Franchi... Cioè a Siena e a Firenze hanno intitolato lo stadio ad uno iscritto alla P2?!?
Possibile una cosa del genere?

Ehm, c'è un suo collega che è Presidente del Consiglio, attualmente... Poi c'era un tizio che oggi fa il ghost-thinker del Fesso, un altro che nel '90 divenne presidente della Rai, un noto scrittore con cravattino, il proprietario della pasta Agnesi, uno che divenne A.D. della ex Banca di Roma, un attuale dirigente di RFI (Ferrovie), l'attuale capogruppo alla Camera del PDL, uno che poi divenne direttore de Il Tempo, un altro direttore del MPS, l'attuale direttore di Canale 5, un tizio che oggi sta nel PD (nun se butta via niente), l'ex direttore di RadioBelva...

C'erano anche diversi sudamericani, nonché il capo della Lega Anticomunista argentina. Nel momento della massima espansione (1981, poco prima della scoperta dell'esistenza della Loggia) pare che Gelli e co. stavano tentando di espandersi anche in paesi come Uruguay, Brasile, Romania, Venezuela, Argentina.

Franchi era un personaggio potentissimo, particolarmente nel calcio. La P2 diventa assai influente dal 1969 in poi (in coincidenza con una certa stagione politica italiana) e dal '70 l'influsso di Franchi si fa sentire pesantemente, fino al Mondiale del 1982. L'Italia aveva federazioni "amiche" (proprio quelle di Uruguay, Brasile, e soprattutto Romania) e spesso le partite dei Mondiali venivano dirette da arbitri di quelle nazionalità.