Autore Topic: gregucci  (Letto 1636 volte)

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Offline salasso

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gregucci
« : Lunedì 10 Settembre 2012, 16:13:59 »
A tu per tu con il nuovo collaboratore di Roberto Mancini al Manchester City, con un cuore biancoceleste, che ha lasciato l'Italia per una nuova esperienza di vita nel Regno Unito, patria del gioco del calcio. Ha deciso di abbandonare momentanemente la carriera di allenatore, è deluso dal 'bel paese'. Ai Citizens è il nuovo capo Scouting, aiuterà il miglioramento tecnico e tattico del reparto difensivo, ma con un sogno nel cassetto. Angelo Gregucci alla Lazio ha vissuto otto anni, non mai nascosto la sua profonda lazialità. Lui, pugliese di nascita e romano d'adozione, l'ha portata con sé anche in terra inglese. Ai nostri microfoni ci racconta la sua avventura, spaziando attraverso tutti gli argomenti: dal passato all'attualità, dal calcio italiano a quello della prima squadra della capitale. Una lunga intervista, che noi offriamo in esclusiva a tutti i tifosi laziali, ai quali Gregucci promette di restituire l'affetto ricevuto:

Da Allenatore in Italia,  a collaboratore e dirigente di una delle più importanti e ricche squadre del mondo. Cos'è cambiato?

"E' cambiato moltissimo. Ora faccio parte di una struttura molto più articolata di quello che oggi ha responsabilità tecnica de calcio moderno. Lavoro con calciatori di altissimo profilo, dove cambia anche la programmazione degli allenamenti. Praticamente quando ci sono le nazionali si può anche rimanere a casa, perchè sono tutti via in giro per il mondo, anche i giovani con le relative Under 21. E' cambiata la lingua, è cambiata la cultura, sono cambiati gli stadi. Per quanto mi riguarda è cambiato tutto".

Come lavora Roberto Mancini e da dove nasce il vostro rapporto professionale?

"Al City ha tracciato una linea ben evidente, portando nel breve periodo il club a pensare in grande, a vincere trofei importani, in Inghilterra gli manca solo la Carling Cup. Lo ha fatto in una società con una storia prestigiosa, ma fatta di pochi successi. Mancini ha portato la mentalità vincente, con alle spalle una proprietà sempre pronta ad investire sulle sue idee. Roberto l'ho conosciuto su tanti anni fa sui campi di calcio, dopo che gli dato tanti calci sugli stinchi siamo diventati amici. Poi abbiamo collaborato insieme alla Fiorentina, fino all'opportunità di tornare con lui che ho colto al volo".

Premier scelta di vita?

"E' stata un'esigenza, per cercare di conoscere una cultura e una lingua nuova, ho scelto al momento giusto. Avevo la volontà di andare all'estero, perchè penso che il calcio italiano mi potesse consegnare poche soddisfazioni. L'Italia deve fare bene i conti e cercare di rilanciarsi, scegliere una strada fruttuosa sotto il profilo delle idee. Dobbiamo fare valere l'eccellenza della nostra nazione. E' stata un'esigenza, per cercare di conoscere una cultura e una lingua nuova, ho scelto al momento giusto. Penso che un italiano in questo momento, possa arricchirsi all'estero e tornare in Italia con un nuovo bagaglio, come hanno fatto gli altri paesi nei nostri confronti".

Quali differenze stai scoprendo tra il movimento calcistico britannico e quello italiano?

"Quelle le potrò conoscere solo attraverso la conoscenza diretta. Posso dire che qui c'è un'altra mentalità, c'è un'altra atmosfera, un altro modo di interpretare il calcio. Mi duole dirlo, perchè sono un profondissimo nazionalista, ma penso che per organizzazione e qualità della stessa, la Premier League sia molto avanti. Qui oltretutto, c'è la cultura della festa quando si va ad assistere ad una partita di calcio, arrivando con oltre due ore di anticipo in strutture a misura di tifoso, accogliente per le famiglie".

L'Italia sulla questione 'nuovi stadi' sembra l'ultima della fila...

"La Juventus ha fatto il primo passo in avanti, ma per il resto non c'è altro. Lo strutture sono fondamentali per chi deve fare uno spettacolo, come il teatro lo è per chi deve recitare. Il Inghilterra il palcoscenico è ben confezionato, perchè la differenza non vedi nell'andare all'Emirates o all' Old Trafford, ma quando si va nei campi 'piccoli': A Southampton, o a West Bromwich, che sono dei veri e propri gioielli".

Soldi e successo. Binomio indissolubile nel calcio?

"No, però aiuta a coronare prima il raggiungimento di obiettivi, che si possono raggiungere anche con l'attenta programmazione, le idee e la lungimiranza".

Un discorso che può valere anche per la Lazio?

"Assolutamente si. Nei medi obiettivi sono convinto di si, per quanto riguarda i grandissimi traguardi si fa più fatica. Se si vuole vincere la Champions League bisogna poter spendere. L'esempio da seguire è quello del Barcellona, che oltre alla disponibilità, ha unito la grande competenza nel rivendicare una terra come la Catalona, dove attinge costantemente per far crescere in casa futuri campioni. Il settore giovanile potrebbe essere il grimaldello per rompere gli equilibri con le grandi, anche nel caso della Lazio. La Federazione italiana, così come la società biancoceleste, dopo un momento buoi culminato nella mancata partecipazione alle Olimpiadi, stanno tornando ad investire sui giovani".

Tornando all'Inghilterra, la Lazio il 20 settembre affronterà il Tottenham. Che partita sarà?

"Sarà una bella gara, molto difficile. Gli Spurs hanno operato molto bene sul mercato e sono un club prestigioso. Loro sono molto forti, ma la Lazio ha i requisiti per farcela. Negli undici ci siamo, possiamo giocarcela e vincere".

Una Lazio, sia numericamente che qualitativamente, pronta ad affrontare le tre competizioni?

"La rosa è competitiva, la squadra la si conosce bene. Tra i nuovi non conosco Ciani. Però penso che sia giusto affidarsi ad Ds Tare e al presidente Lotito, perchè nel tempo hanno saputo dimostrare con i fatti, che in tutti i rapporti qualità prezzo difficilmente hanno sbagliato. Negli ultimi anni si è operato sempre in modo molto oculato, riuscendo a prendere ad esempio, un campione e una leggenda come Miro Klose. Non mi aspettavo che il tedesco potesse essere così brillante, rinnovo i miei complimenti alla società che ha creduto in questa operazione".

A cosa può puntare la Lazio? Sognare in grande è possibile?

"La Lazio è tra le prime quattro-cinque d'Italia, ma già entrare tra le prime tre sarebbe un grandissimo risultato. Alla parola scudetto 3-4 anni fa, avrei parlato di delirio, ma oggi dico che non è una bestemmia e l'unica da battere è la Juventus. Non è impossibile, oltretutto la Lazio viene da da due stagioni ai vertici e ha accumulato esperienza per stare lì in alto. Ad ogni modo il secondo posto sarebbe alla portata: Milan, Roma e Inter sono sullo stesso piano dei biancocelesti".

E in Europa League? Non è il momento che le squadre italiane la prendano sul serio?

"In Europa siamo al minimo storico, se pensiamo che il Braga manda a casa la terza del nostro campionato. Siamo in regressione, bisognerebbe avere l'onestà di saperlo ammettere e rimboccarci le maniche. Dobbiamo necessariamente tornare ai fasti di un tempo, quando Atalanta in B e Fiorentina in zona retrocessione si andavano a giocare una finale di Coppa Europea. Oltretutto nel punteggio Uefa siamo incalzati dal Portogallo, che sarebbe una bestemmia calcistica se ci dovesse superare. E' indispensabile fare una grande Europa League, non si può a Natale essere fuori dal giro europeo e, una squadra come la Lazio, ha l'obbligo di puntarci e provare a vincerla".

Ti sei già fatto un'idea su Vladimir Petkovic e il suo calcio?

"Mi sembra una persona seria, con il grande vantaggio di parlare tante lingue. Su di lui avevo sentito troppe critiche nel precampionato, ma chi ha onestà intellettuale sa il lavoro di un tecnico si può vedere nel medio lungo periodo. Due partite sono troppo poche per esprimere un giudizio, quando saranno passate almeno veti giornate, allora esprimerò un giudizio tecnico su di lui. Però quando ha messo per il primo giorno la tuta della mia squadra del cuore, viva Petkovic, lo difenderò fino all'ultimo giorno".

Che messaggio ai tuoi vecchi tifosi laziali?

"Ogni volta che torno a Roma, mi rendo conto che la spina del sentimento non si è mai staccata e la corrente scorre al massimo. Confesso che mi piacerebbe chiudere la carriera tornando alla Lazio per fare qualcosa con i giovani, per restituire al calcio che m'ha preso dalla strada e che m'ha dato tutto nella vita, nel bene e nel male, quello che la Lazio ha dato a me. Ho il sogno di crescere un ragazzo a Formello, per poi vederlo la domenica all'Olimpico farsi largo tra i più grandi e affermati. Lo voglio fare nel club che ha la priorità nel mio cuore, dove ho vissuto le emozioni più importanti e sincere, che ancora oggi mi fa gridare Forza Lazio".


Francesco Pagliaro
cittaceleste
a me questa intervista ha fatto piacere
il lupo non potrà mai volare
all'altezza dell'aquila

Offline MagoMerlino

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Re:gregucci
« Risposta #1 : Lunedì 10 Settembre 2012, 16:24:04 »
Concordo
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

borgorosso

Re:gregucci
« Risposta #2 : Lunedì 10 Settembre 2012, 16:27:40 »
a.a. gregucci fa sempre trasparire un grande amore per la Lazio.

Offline Reflexblue

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Re:gregucci
« Risposta #3 : Lunedì 10 Settembre 2012, 16:44:44 »
Gli pronosticavo una carriera più luminosa -lo immaginavo ospite fisso nella massima serie- invece dopo le buone stagioni al Vicenza si è un po' perso. L'ultima risposta Confesso che mi piacerebbe chiudere la carriera tornando alla Lazio per fare qualcosa con i giovani è significativa. Peccato, è ancora giovane (un anno in meno di Petko) per rinunciare a un'onesta serie A.

Sull'amore verso i nostri colori non ho mai avuto dubbi, grande Angelo!

Offline sandro

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Re:gregucci
« Risposta #4 : Lunedì 10 Settembre 2012, 20:20:27 »
Grande uomo,e'rimasto sempre LAZIALE,solo applausi per Angelo Adamo :band6:
Vincere lo scudetto produce solo danni(Lotito)...ma anche andare in Champions...poi aumentano le spese.

Noi siamo gli EAGLES,quella e'la LAZIO:il nostro grande amor!!!!

paoletto

Re:gregucci
« Risposta #5 : Lunedì 10 Settembre 2012, 20:41:46 »
MITICO ANGELO ADDAMO
Esempio di cristallina Lazialità. grazie

Offline LaLazioMia

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Re:gregucci
« Risposta #6 : Lunedì 10 Settembre 2012, 20:51:26 »
Auguri Gregucci. I soldi degli arabi compenseranno sicuramente lo stare vicino ad un uomo discutibile come Mancini.( le ultime esternazioni dove le mmerde e  il napule vengono menzionate come anti Juve e si fa riferimento ad una situazione consolidata ne sono la prova ).
 Del resto con quella squadra perfino Reja riuscirebbe a vincere e certamente non avrebbe fatta la figura di m che ha fatto contro il Napoli l'anno scorso( per sottacere di come ha conquistato la lpremier l'anno scorso)..

Grande uomo,e'rimasto sempre LAZIALE,solo applausi per Angelo Adamo :band6:
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

POMATA

Re:gregucci
« Risposta #7 : Martedì 11 Settembre 2012, 00:16:28 »
MITICO ANGELO ADDAMO
Esempio di cristallina Lazialità. grazie

Offline Er Matador

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Re:gregucci
« Risposta #8 : Martedì 11 Settembre 2012, 09:14:21 »
Auguri Gregucci. I soldi degli arabi compenseranno sicuramente lo stare vicino ad un uomo discutibile come Mancini.( le ultime esternazioni dove le mmerde e  il napule vengono menzionate come anti Juve e si fa riferimento ad una situazione consolidata ne sono la prova ).
 Del resto con quella squadra perfino Reja riuscirebbe a vincere e certamente non avrebbe fatta la figura di m che ha fatto contro il Napoli l'anno scorso( per sottacere di come ha conquistato la lpremier l'anno scorso)..
Un attacco del genere a uno che con la Lazio e per la Lazio qualcosina ha fatto mi sembra un tantino gratuito, soprattutto mentre si sta parlando d'altro.
Che chiunque vincerebbe con quella squadra mi sembra poi, perdonami, un'autentica sciocchezza.
Per il semplice fatto che il City nasce come l'Inter pre-Calciopoli, il Real degli "Zidanes y Pavones", il PSG di Ancelotti e ciò in cui rischia di trasformarsi a breve: collezioni di figurine il cui dramma, che le condanna a non vincere un cazzo, è proprio il fatto di non essere mai diventate squadre.
Il motivo? Mancano organizzazione societaria, mentalità, disciplina interna: tutto quello che una società discutibile ma seria - tipo Juventus o Milan - riesce a trasmettere, e senza il quale un potenziale campione si trasforma rapidamente in un "bello di notte" viziato e inconcludente.
Mancini ha ereditato una situazione di questo genere, dove si spendeva un centinaio di miliardi per inserire Agüero in un attacco già affollato mentre in porta e in difesa ci si arrangiava con gente meno che mediocre.
Per il semplice fatto che acquisti in quel ruolo erano, appunto, meno funzionali a una collezione di figurine.
Certo, il Mancio ha svaccato clamorosamente nella gara-scudetto contro una retrocedenda, venendo graziato da un biscottone a orologeria che autorizza salutari pedate nei coglioni alla prima mezza ironia albionica sulla nostra sportività.
Rimane il fatto che DA SOLO, surrogando strutture e componenti societarie tuttora assenti, ha plasmato il gruppo facendone una squadra e una squadra, tutto sommato, vincente.
Ha compiuto in solitaria, e in tempi brevissimi, un percorso - la costruzione di una mentalità, se vogliamo riassumerlo così - che per solito richiede anni e un imponente sforzo collettivo.
E tutto questo l'avrebbe fatto chiunque? Siamo seri. Per fornire un termine di paragone: Mourinho sta affrontando una situazione simile, ma partendo da basi meno improvvisate, nel già citato Real.
È arrivato un solo anno dopo Mancini, eppure al confronto il suo impatto sulla (non) squadra e sulla sua mentalità vincente è quasi trascurabile: per tacere della qualità di gioco che, con un organico un tantino superiore a quello del City, ha sinora espresso.
Mourinho, ripeto. E Reja - che forse sarebbe ora di non tirare in ballo a sproposito, anche se ho detestato come pochi il suo anticalcio - o uno qualunque avrebbero vinto quanto Mancini?
Siamo seri, e due. E teniamo presente la differenza fondamentale tra l'agricoltura e il calcio: che spargere letame è un'attività sensata e produttiva solo nel primo caso.

P.S. Su Angelo Adamo: grandissimo cuore biancoceleste, e mi spiace vederlo immalinconito in una pensione dorata finché si vuole, ma troppo precoce per non sapere di ripiego dopo il fallimento dell'opzione principale.
Gli auguro di recuperare fiducia e sfondare come allenatore in prima, anche se non sarà facile.

Teo

Re:gregucci
« Risposta #9 : Martedì 11 Settembre 2012, 09:25:46 »
Mancini è stato alla Samp e ha vinto.

E' stato alla Lazio ed è diventato l'uomo più vincente nella storia della Lazio.

E' stato all'Inter e ha vinto.

E' andato al ManCity e ha vinto.

De che stamo a parla'?

Le Ferrari le guida Schumaker e non Sigfried Stohr, per un semplice motivo: allo scucchione a 350 all'ora i riflessi funzionano ancora perfettamente, l'altro se l'è già fatta nelle scarpe.

Per grandi macchine ci vogliono grandi piloti. Dire che il ManCity o il Real o la Lazio del 2000 potrebbe "allenarla chiunque" vuol dire non capire veramente una mazza di pallone, ma di brutto. E' un teorema così sciocco che dovrebbe essere vietato per legge. Pregevole come sempre l'articolata replica di ErMatador, ma è letteralmente fiato sprecato, di fronte a certe incredibili asserzioni.   

Auguri a Gregucci, ma il suo ruolo è inevitabilmente di secondo piano. Del resto, le sgrugnate prese in serie A qualche strascico lo hanno lasciato. Mi dà comunque l'idea di una persona di grande lealtà, anche nei confronti di sé stesso.

Giglic

Re:gregucci
« Risposta #10 : Martedì 11 Settembre 2012, 09:37:34 »
Mancini è stato alla Samp e ha vinto.

E' stato alla Lazio ed è diventato l'uomo più vincente nella storia della Lazio.

E' stato all'Inter e ha vinto.

E' andato al ManCity e ha vinto.

De che stamo a parla'?

Le Ferrari le guida Schumaker e non Sigfried Stohr, per un semplice motivo: allo scucchione a 350 all'ora i riflessi funzionano ancora perfettamente, l'altro se l'è già fatta nelle scarpe.

Per grandi macchine ci vogliono grandi piloti. Dire che il ManCity o il Real o la Lazio del 2000 potrebbe "allenarla chiunque" vuol dire non capire veramente una mazza di pallone, ma di brutto. E' un teorema così sciocco che dovrebbe essere vietato per legge. Pregevole come sempre l'articolata replica di ErMatador, ma è letteralmente fiato sprecato, di fronte a certe incredibili asserzioni.   

Auguri a Gregucci, ma il suo ruolo è inevitabilmente di secondo piano. Del resto, le sgrugnate prese in serie A qualche strascico lo hanno lasciato. Mi dà comunque l'idea di una persona di grande lealtà, anche nei confronti di sé stesso.

QUasi d'accordo. Mancini come allenatore ha vinto molto meno rispetto a quanto avuto a disposizione. DI Matteo ha vinto una CL col Chelsea senza avere CV. Trapattoni con Fiorentina e Cagliari ha fatto schifo, nel senso che è arrivato dove un SOnetti qualsiasi le poteva portare. Il paragone con le macchine non regge: la squadra non la "guidi" (10%, ricordi? lo dici tu...)

Teo

Re:gregucci
« Risposta #11 : Martedì 11 Settembre 2012, 09:41:35 »
Regge, regge. E il 10% mica è poco. Ma se sei un pippone, la perdita non è del 10%, può essere totale. Ti schianti alla prima curva e tanti saluti.

Offline AlonZo

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Re:gregucci
« Risposta #12 : Martedì 11 Settembre 2012, 09:46:02 »
mancini ha vinto quello che poteva vincere. Gli manca un CL da allenatore ma mica la portano a casa tutti, ma solo 1 all'anno, e viviamo nell'era dei super barcellona.

Ricordo invece che con una discreta/buona lazio mancini ci ha fatto vedere un calcio divertentissimo e fatto vincere una coppa italia.

Non è poco.


Offline jegue98

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gregucci
« Risposta #13 : Martedì 11 Settembre 2012, 10:31:11 »
Si ma il topic è dedicato ad Angelo Gregucci a cui vanno i miei più sinceri auguri di buon lavoro.
Ha sempre dimostrato il suo affetto per la Lazio in modo cristallino come qualcuno ha già scritto. Grazie Angelo per le belle parole!


Com o céu por bandeira!
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Offline MagoMerlino

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Re:gregucci
« Risposta #14 : Martedì 11 Settembre 2012, 10:38:56 »
Mancini ha pure allenato per mezza stagione la Fiorentina, sull'orlo del disastro, vincendo la coppa Italia.
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Offline LaLazioMia

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Re:gregucci
« Risposta #15 : Martedì 11 Settembre 2012, 10:49:08 »


Certo, il Mancio ha svaccato clamorosamente nella gara-scudetto contro una retrocedenda, venendo graziato da un biscottone a orologeria che autorizza salutari pedate nei coglioni alla prima mezza ironia albionica sulla nostra sportività.
Rimane il fatto che DA SOLO, surrogando strutture e componenti societarie tuttora assenti, ha plasmato il gruppo facendone una squadra e una squadra, tutto sommato, vincente.
Ha compiuto in solitaria, e in tempi brevissimi, un percorso - la costruzione di una mentalità, se vogliamo riassumerlo così - che per solito richiede anni e un imponente sforzo collettivo.
E tutto questo l'avrebbe fatto chiunque? Siamo seri. Per fornire un termine di paragone: Mourinho sta affrontando una situazione simile, ma partendo da basi meno improvvisate, nel già citato Real.
È arrivato un solo anno dopo Mancini, eppure al confronto il suo impatto sulla (non) squadra e sulla sua mentalità vincente è quasi trascurabile: per tacere della qualità di gioco che, con un organico un tantino superiore a quello del City, ha sinora espresso.
Mourinho, ripeto. E Reja - che forse sarebbe ora di non tirare in ballo a sproposito, anche se ho detestato come pochi il suo anticalcio - o uno qualunque avrebbero vinto quanto Mancini?
Siamo seri, e due. E teniamo presente la differenza fondamentale tra l'agricoltura e il calcio: che spargere letame è un'attività sensata e produttiva solo nel primo caso.

P.S. Su Angelo Adamo: grandissimo cuore biancoceleste, e mi spiace vederlo immalinconito in una pensione dorata finché si vuole, ma troppo precoce per non sapere di ripiego dopo il fallimento dell'opzione principale.
Gli auguro di recuperare fiducia e sfondare come allenatore in prima, anche se non sarà facile.

Non mi pare che c'abbia messo questo tempo brevissimo. Non solo , ma ha fatto delle vere figuracce in Europa ( cosi' come aveva fatto con l'Inter, altro che Mou).
Per la disorganizzazione societaria poi non credo che nessuno gliela abbia mai imposta. Sempre il Mou all'Inter c'ha messo una bella pezza ed ha vinto tutto. Mancini non si è mai ribellato ad un ambiente mediatico di cacca. Con la Lazio in difficolta', come persona, è inutile ricordare come si è comportato.

Strano poi leggere da chi predica da sempre che l'allenatore non conta un c....mentre contano i soldi e i campioni, come con il MC e gli sceicchi non basterebbe Reja per vincere.
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
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Offline LaLazioMia

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Re:gregucci
« Risposta #16 : Martedì 11 Settembre 2012, 10:59:06 »
Mancini ha pure allenato per mezza stagione la Fiorentina, sull'orlo del disastro, vincendo la coppa Italia.

Mi ricordo anche la figura di cacca fatta dalla Fiorentina in supercoppa contro le mmerde nel 2001
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
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Offline Er Matador

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Re:gregucci
« Risposta #17 : Martedì 11 Settembre 2012, 15:16:39 »
Mi ricordo anche la figura di cacca fatta dalla Fiorentina in supercoppa contro le mmerde nel 2001
Già, peccato che nel lasso di tempo intercorso tra la finale di Coppa Italia e la Supercoppa gli avessero venduto anche il magazziniere, tant'è che al termine di quella stagione la vecchia Fiorentina fallì.
A parte quest'ultimo e meraviglioso dettaglio, si trovò nella stessa situazione di Caso contro il Milan.
Non me ne volere, ma in questa tua filippica contro Mancini i fatti mi sembrano davvero un optional.

Offline sassoxsasso

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Re:gregucci
« Risposta #18 : Martedì 11 Settembre 2012, 17:43:28 »
il topic è su Angelo Adamo Gregucci e chi parla di Mancini è out.

siete pegati di ritornare in discussione o finirla qui.



Grazie Angelo!
laziale vero e sincero!!
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Teo

Re:gregucci
« Risposta #19 : Martedì 11 Settembre 2012, 21:14:15 »
Ricordo l'emozione che provai quando Gregucci fu convocato in Nazionale nel '91, finendo peraltro in tribuna... L'ultima chiamata, se ricordo bene, fu quella di Giordano in Italia-Grecia dell'84. Quel decennio ci ridusse ai minimi termini.