Com’è che fa la canzone? Sì, dai, quella di Enrico Lenni ... “
Me so svejato presto stamattina, la Lazio gioca in casa ancora c’è la brina, er fatto è che de sabato la notte dormo poco, me giro e me rigiro, poi dicono che è ’n gioco.”Ecco, senza voler esagerare e senza dare la colpa alla consapevolezza della partita imminente, in effetti stamattina mi sono svegliata presto, di pessimo umore, dopo aver peraltro dormito malissimo.
In realtà ho il fondato timore che il malumore, che pare quasi una sorta di incazzatura semilatente, dovrei attribuirlo all’improvviso mutamento climatico; io sono una che ama il caldo ed il sole, e sto grigioletto in cielo improvviso dopo più di un mese di sole, mi sta sfastidiando. Oltretutto la cosa coincide con la fine della tregua feriale, e la ripresa di rogne, piccole e grandi di lavoro, che stanno tutte lì, pronte, ad attendermi non appena riapro la porta del mio studio.
Vabbè, com’è, come non è, la giornata domenicale passa; telefonata di rito con mio fratello, apparecchio la tavola, e così via via che s’avvicina l’ora della partita mi sento, invece, sempre meno di malumore.
Verso le 19 arriva il mio amico Giglic, ci vediamo insieme il secondo tempo di Udinese–Juve, chiacchierando e lanciando garbati insulti, ogni volta che ne abbiamo l’occasione, a Guidolin e co. – rei di averci fregato la qualificazione per la Champions con un fischio ignobile - . Anche il patron Pozzo, a fine partita, con le sue lagne infinite sugli errori arbitrali, si cucca qualche parola non esattamente di condivisione, mentre sorseggiamo a mo’ di aperitivo il buon vino bianco fresco portato da Giglic.
Appena passate le 20 arriva l’altro mio amico, Giamma, pastarelle munito, e così ci mettiamo a tavola dove ci attende tortino di alici, peperoni ripieni al tonno e capperi, e melanzanine ripiene pure loro di pane, pomodorini e noci; il tutto cucinato con le mie manine d’oro e cotto al forno. Che ste melanzanine, piccole piccole e tonde, ogni volta che le vedevo al mercato da Esterina la Contadina dicevo tra me e me: “
queste parono finte, se le mangiano giusto Barbie e Ken”; ed invece sabato m’è venuta l’ispirazione e così ce le siamo mangiate anche noi.
Intanto che finiamo di cenare, chiacchierando soprattutto di Lazio, di rosa più o meno ampia e così via, ma non solo, comincia la partita.
Bene, il malumore di stamattina pare sparito pressochè del tutto. Al momento ho cose ben più importanti cui pensare.
Abbiamo assai presto la sensazione che la Lazio stia giocando bene, ci piace.
I Nostri, poi, mi sembrano particolarmente bellini, forse anche grazie all’abbronzatura.
Noto che con la ripresa del campionato sono aumentate fra un po’ tutti i calciatori – tranne i Nostri, belli per definizione - capigliature e soprattutto rasature alquanto idiote.
Ed è vistosamente aumentata la varietà dei colori degli scarpini: uno del Palermo, già tutto vestito di rosa di suo, calza pure degli scarpini pure quelli rosa perfettamente in tinta: insomma, una specie di confettino. Un altro, invece, ne porta un paio con strisce ed inserti di vari colori accesissimi, che se li vede Carrie Bradshow di Sex and the City se li va a comprare di corsa, a 400 dollari, pure se non sono di Manolo Blanks.
Ad un certo punto Gonzalez, detto (da me) Gonzy, fa una cosa bellissima, corre sulla fascia, lancia un assist a Miro che la butta dentro! Evvai!
Uno a Zero!
Sta cosa era matura, perché stiamo giocando bene, davvero, passaggi azzeccati, ritmo sostenutissimo, eleganza di corsa e di movenze di Herny e Candreva.
Confermo, i Nostri sono davvero belli da vedere; azzardo a dire ai miei amici che stasera mi pare bellino perfino Biava, ma Giamma, implacabile, mi rammenta che è più probabile che l’avanzare dell’età mi abbia fatto scendere la vista. Gne gne gne.
Gran bel tiro di Candreva.
Fine primo tempo
Pastarelle, chiacchiere, zapping per vedere che fanno “altre” squadre.
Secondo tempo
Il timore che i Nostri non reggano il ritmo viene presto fugato, perché la partita continua con lo stesso stile e divertimento con cui era finito il primo tempo.
Però sotto il diluvio. Porca pupazzella, l’avevo detto che questa minaccia di fine dell’estate non mi piace.
Candreva fa un tiro spettacolare in porta che ci fa esplodere di gioia! Evvaissimo!
Due a zero!!!
Il ragazzo si toglie la maglietta, è pure poco tatuato rispetto alla media, e corre a farsi abbracciare sotto la curva, dove, peraltro, notiamo un buffo cartellone che recita “San Gregorio con voi, Amen”.
Miccoli, il barattoletto alquanto antipatico che milita nel Palermo, fa una serie di falli su Klose, si cucca un giallo, e così viene sostituito, ma non mi ricordo Conchì.
Klose tutto bagnato sembra un uccellino, quello che mia Madre in abruizzese chiamerebbe “cillucce ‘mbusse”.
Punizione per noi, il portiere del Palermo pare preoccupato, tanto che gli si è pure sbiadito il completino grigioletto; la tira Herny in maniera pressochè perfetta, fuori di pochissimo; ed infatti ho detto pressochè.
Herny fa ancora un paio di belle azioni, una corsa dribblando gli avversari quasi fino al limite dell’area, poi perde la palla; i mieo amici, quasi all'unisono: Giamma: “
ecco, s’è Zaratizzato” e Giglic: “
ha fatto una Zaratata”.
Esce Mauri entra Onazi; gli facciamo un sacco di complimenti di incoraggiamento, troppi si vede, perché fa subito un paio di errori. Vabbè.
Lulic crossa verso Klose che sta lì, in mezzo all’area, e pare, anzi non pare, è così, che non aspetti altro: si stoppa la palla sul petto e la calcia dentro che ancora mi commuovo di gioia se ci ripenso.
Tre a Zero!!!
Siamo entusuasti, felici.
Esce Herny ed entra Scaloni – tutto sommato un semplice avvicendamento di eleganze.
Esce Klose ed entra Kozak.
Poco altro da dire. La partita finisce.
Come reciterebbe Amanda Sandrelli, mi viene da dire, non senza un preventivo prendere fiato ed un sospiro finale “
beeeellobeellobellobellobellobellobello”.
Com’è che fa la canzone:
“lo sai che avemo vinto?”Forza Lazio mia bella!