Il direttore della Gazzetta sulle minacce ultrà a Catapano

[oizaL]

Questo l'articolo di Andrea Monti, direttore della Gazzetta dello Sport, sulle minacce ricevute dal suo giornalista Alessandro Catapano.


Minacce ultrà. E’ ora di reagire


«Lo sai che sei un uomo morto?». La minaccia sinora riservata ai pentiti della mafia e ai giornalisti scomodi nei regimi dittatoriali è ufficialmente sbarcata sul pianeta calcio domenica 16 maggio, ultima giornata di campionato, in margine alla partita tra Chievo e Roma. Destinatario Alessandro Catapano, valente giornalista sportivo della Gazzetta spesso costretto, suo malgrado, a occuparsi dei risvolti meno nobili e più violenti del tifo capitolino.

Catapano era all'aeroporto di Verona, insieme con un gruppo di cronisti in attesa dell'aereo di ritorno, quando un noto capoccia degli ultrà romanisti è scivolato alle sue spalle e gli ha sussurrato il grazioso avvertimento. Per non lasciare dubbi sulla natura del messaggio, lo ha ripetuto tre volte, aggiungendo: «Qui non possiamo farti niente, ma ormai sei segnato». Poi altri facinorosi gli si sono parati di fronte, lo hanno insultato, lo hanno minacciosamente interrogato su quanto stesse scrivendo e gli hanno strappato di mano il taccuino.

A un collega intervenuto in sua difesa hanno chiuso il computer con un cazzotto. Guadagnato l'imbarco senza reagire, Catapano ha trovato a Fiumicino un comitato di ricevimento composto dalle stesse persone per il saluto finale a base di nuovi insulti e nuove minacce.

Ora si dà il caso che il noto capoccia abbia un nome e un volto ben conosciuti anche perché da 15 anni ha libero accesso alla squadra e al campo d'allenamento di Trigoria. Da oggi, per comune decisione di Catapano e della direzione di Gazzetta, quel nome figura in una denuncia penale per minacce aggravate. Minimizzare ancora una volta, fingere di non vedere né sentire per non innescare ulteriori reazioni, avrebbe significato contribuire alle connivenze e allo sconcio che ogni domenica trasforma i nostri stadi e zone limitrofe in polveriere senza né legge né sicurezza per i veri tifosi. Nel caso specifico, le migliaia di romanisti che alla propria squadra offrono il cuore. E non un braccio armato.

È bene essere chiarissimi: la nostra denuncia non è rivolta in modo indiscriminato contro una curva che, ancora recentemente, ho visto protagonista di un tifo appassionato e di coreografie meravigliose. O contro la squadra che abbiamo seguito con ammirazione nella sua rincorsa al titolo e al bel gioco: numerose prime pagine dedicate ai colori giallorossi e ai suoi protagonisti sono lì a testimoniarlo. No, la denuncia di Gazzetta è rivolta a una persona che ha pronunciato minacce inaccettabili. E, per logica estensione, al fondo limaccioso del calcio italiano che purtroppo scorre sotto ogni fede e ogni colore.

Qualche tempo fa, proprio il nostro (e vostro) Alessandro Catapano questa palude l'ha esplorata con un'intervista all'ultrà romanista accoltellato dopo l'ultimo derby. Un documento allucinante: il ragazzo che poteva finire sgozzato ammette con candore che le lame sono elemento integrante nella vita dei nostri stadi. E l'aggressione fa parte del gioco perché un giorno le si prende e un altro le si dà... Proprio questa, forse, è la colpa dei giornalisti che fanno il loro mestiere: non dispensare sociologie bensì mettere a nudo il pericolo mortale che minaccia il nostro calcio. Quante denunce, quanti moniti, quante interviste, quanti accoltellati, quante macchine bruciate, quante famigliole scampate per miracolo dovranno scorrere sotto i nostri occhi prima che la politica e le società di calcio diano ai facinorosi il segnale che la loro orrenda ricreazione domenicale è finita?

[Baruch]

Però, quanta attenzione a separare il singolo dalla magica curva. Proprio come avviene con noi

[Boks XV]

  Alessandro Catapano questa palude l'ha esplorata con un'intervista all'ultrà romanista accoltellato dopo l'ultimo derby. Un documento allucinante: il ragazzo che poteva finire sgozzato ammette con candore che le lame sono elemento integrante nella vita dei nostri stadi. E l'aggressione fa parte del gioco perché un giorno le si prende e un altro le si dà... Proprio questa, forse, è la colpa dei giornalisti che fanno il loro mestiere: non dispensare sociologie bensì mettere a nudo il pericolo mortale che minaccia il nostro calcio. Quante denunce, quanti moniti, quante interviste, quanti accoltellati, quante macchine bruciate, quante famigliole scampate per miracolo dovranno scorrere sotto i nostri occhi prima che la politica e le società di calcio diano ai facinorosi il segnale che la loro orrenda ricreazione domenicale è finita?

a noi ce lo chiedi?
voi siete sempre stati gli omertosi.
ora che vi hanno sfiorato...

[Trippanera]

Viscido

[TD]

Ma ha ragione sta Gazzetta a denunciare o no?
Va a finire che sticazzi delle minacce, visto che si fanno i distinguo, o prima se sò stati zitti, o che...
Bisognerebbe ristabilire certe priorità, uno stronzo che ha ragione è uno che ha ragione anche se è stronzo, non uno che avrebbe ragione ma è stronzo.

[Ataru]

ha ragione, ma è stronzo.

una cosa non esclude la seconda.

i distinguo li fa lui. catapano, in barba al suo nome, sta sotto botta e dopo chissà quanto, a sentire il suo direttore, finalmente, si è deciso a denunciare queste bestie. monti chiosa con una domanda, in chiave futura, che non dovrebbe rivolgere ai lettori, ma rigirarsela con uno sguardo al passato: quante denunce, quanti moniti, quante interviste, quanti accoltellati, quante macchine bruciate, quante famigliole scampate per miracolo sono passate sotto i nostri occhi e nessuno ha detto nulla?

[TD]

e quindi che volemo fà?
Li perseguiamo oppure no?
Le minacce se l'è meritate?

[Sol Invictus]

le minacce nessuno se le merita.

ma sì, PerseguISCILO; tanto quanto ritoccherà a noi, nessuno muoverà paglia, come è successo in passato.

[TD]

e quindi, tanto vale.
Ragazzi, non vi capisco.

[RobCouto]

Massima solidarietà a Catapano. Nessuno può essere minacciato, o altro, per quanto scrive su un giornale. Al massimo ne risponde alla legge, e anche qui ci sarebbe da discutere.

[benvolio]

Anche a me, francamente, sembra che spesso di fronte a queste faccende si finisca vittime (un po' tutti) di eccessivi distinguo. Forse conviene cogliere il dato principale, l'intervenuta denuncia, piuttosto che fare le pulci alle intenzioni (pregresse o meno chi siano) del denunciante. In fin dei conti, i due pesi e due misure rilevati da alcuni interventi sono una faccenda solo in parte rilevante.
Se cadesse il velo e si procedesse davvero, poi, forse i due pesi e due misure verrebbero poi meno. Saranno quello che saranno, ma questi sono giornalisti minacciati apertamente. 

[TD]

Siamo molto vicini al momento in cui queste minacce troveranno attuazione, da qualche parte e per mano di qualche sconsiderato.
In sudamerica è già così e la cultura dello stadio zona franca va presa di petto, altrimenti porterà sangue. Altro che puncicate.
I giornalisti minacciati devono denunciare, lo stesso devono fare i tifosi, i giocatori e i dirigenti.
I giornali, però, dovrebbero scendere in campo realmente per denunciare il vuoto di legalità che c'è allo stadio. Si creano i presupposti per un'azione forte anche unendosi a sostegno di chi subisce la violenza e a difesa degli spazi occupati dalla delinquenza. L'omertà eventuale della Gazzetta è anche la nostra. Bisogna entrare nell'ordine di idee che certi comportamenti vanno denunciati e combattuti con ogni mezzo. Almeno per non sentirsi complici di chi li mette in atto.
Perché lo siamo tutti, anche involontariamente, anche in piccolissima parte. Siamo coinvolti tutti.

[Trippanera]

TDoll, proprio non ti capisco.
Visto che non ci sei, allora ci fai!
L'attuale gestore della Gazzetta ha fatta la cosa più giusta, ma nei tempi e nei modi più sbagliati.
La condanna per non averle fatte prime certe denunce è più forte del plauso per essersi impriovvisamente svegliato. Ed è davvero inqualificabile, poi, la leccata di culo riservata all'ambiente romanista, tipica di chi si muove in un contesto pericoloso e mafioso.
Con noi, che siamo sprovvisti di picciotti al seguito, questa untuosa cortesia non l'avrebbero mai usata.

[TD]

No, Trippa, non ci siamo.
Denuncia le minacce che ha ricevuto. Sei a conoscenza di minacce che ha ricevuto prima senza denunciarle?
E comunque, sant'iddio, possibile che non risulti chiara la differenza tra uno che minaccia di morte un altro e qualcuno che fa una linea di comunicazione del cazzo? Ma come potete mettere tutto sullo stesso piano?

[Ataru]

Ora si dà il caso che il noto capoccia abbia un nome e un volto ben conosciuti anche perché da 15 anni ha libero accesso alla squadra e al campo d'allenamento di Trigoria. Da oggi, per comune decisione di Catapano e della direzione di Gazzetta, quel nome figura in una denuncia penale per minacce aggravate. Minimizzare ancora una volta, fingere di non vedere né sentire per non innescare ulteriori reazioni, avrebbe significato contribuire alle connivenze e allo sconcio che ogni domenica trasforma i nostri stadi e zone limitrofe in polveriere senza né legge né sicurezza per i veri tifosi.

si chiama omertà, e se non si è a conoscenza di altre minacce, diventa malafede, mista a sensazionalismo.

non so cosa sia peggio.

massimo rispetto e solidarietà a catapano, assolutamente. sono contento che finalmente qualcuno abbia sporto denuncia contro questi delinquenti.

ma l'omertà spesso è peggio del crimine.

[TD]

Puniamo e deploriamo l'omertà, che spesso permette che si compia il crimine.
Ma il crimine è peggio.
Non cadiamo in questi tranelli, sono tragici.

[aquilafelyx]

chiunque si diletti ad ascoltare  (anche per sbaglio) una radio in particolare dovrebbe essere a conoscenza che intorno alla figura di Catapano l'aria sarebbe diventata pesante,

che poi l'avvertimento prendesse tale forma e gravità è un fatto che riguarderà la magistratura,

esprimere solidarietà alla vittima però non mi esime dal rilevare come lo stesso giornale tratti (ed ha trattato) in maniera differente episodi che avevano come protagonisti elementi di altre tifoserie,

e se io sono discriminato perchè tifoso Laziale, mentre dò la solidarietà all'uomo (la vittima) non posso che pensare tra me e me, sottovoce anche, speriamo che questa faida tra mafiosi non lasci sul terreno vittime innocenti,

poi ripenso alla famosa radio ed a chi ci parla , a chi vi interviene ed a cosa e come lo dicono e purtroppo devo concludere che di risolvere i problemi a troppi non frega una mazza, tantomeno al direttore di un giornale milanese   

[Skorpius]

La gazzetta si arroga il diritto di far diventare un atto eroico qualcosa che dovrebbe essere NORMALE

[borges]

chiunque si diletti ad ascoltare  (anche per sbaglio) una radio in particolare dovrebbe essere a conoscenza che intorno alla figura di Catapano l'aria sarebbe diventata pesante,

che poi l'avvertimento prendesse tale forma e gravità è un fatto che riguarderà la magistratura,

esprimere solidarietà alla vittima però non mi esime dal rilevare come lo stesso giornale tratti (ed ha trattato) in maniera differente episodi che avevano come protagonisti elementi di altre tifoserie,

e se io sono discriminato perchè tifoso Laziale, mentre dò la solidarietà all'uomo (la vittima) non posso che pensare tra me e me, sottovoce anche, speriamo che questa faida tra mafiosi non lasci sul terreno vittime innocenti,

poi ripenso alla famosa radio ed a chi ci parla , a chi vi interviene ed a cosa e come lo dicono e purtroppo devo concludere che di risolvere i problemi a troppi non frega una mazza, tantomeno al direttore di un giornale milanese   

contro catapano per radio c'è stata una campagna denigratoria a 360 gradi....
non solo una radio.. io ricordo attacchi da max leggeri.. david rossi... nisi paglia.. tutti si sono sbizzarriti a dargli addosso....

[Drenai]

contro catapano per radio c'è stata una campagna denigratoria a 360 gradi....
non solo una radio.. io ricordo attacchi da max leggeri.. david rossi... nisi paglia.. tutti si sono sbizzarriti a dargli addosso....

ma perchè? che avrebbe fatto sto catapano per attirarsi l'odio della sud? solo perchè ha intervistato quel demente in ospedale?

(non ho la possibilità di ascoltare le aradio romane quindi perdonate la domanda qualora queste motivazioni siano di dominio pubblico)