Via al campionato più sputtanato del mondo, con Mauri in campo, Conte fuori campo e la giustizia spappolata
di Oliviero Beha
L'avevano presa tutti come una "sciocca provocazione" l'uscita di Mario Monti alla fine di maggio sul calcio stressato dagli scandali: Sospendiamolo per due anni". Era appena stato arrestato, tra gli altri, il giocatore della Lazio, Stefano Mauri. Poi ci sono stati gli Europei napolitaneschi, le richieste della giustizia sportiva (sempre il procuratore Palazzi, nominato dal potere calcistico, ossia l'esecutivo che nomina direttamente o indirettamente il potere giudiziario...), le sentenze di primo grado della Commissione Disciplinare della Federcalcio (idem come per Palazzi...), quelle d'appello (due giorni fa) della Corte di Giustizia (idem come per Palazzi e la Disciplinare...). E grande strepito sui giornali.
Andrea Agnelli parla di caccia alle streghe, Conte di giudici tifosi, Petrucci (Coni, da cui discende il tutto per li rami) di giustizia sportiva da rispettare, i media di contraddizioni profonde sia nei giudizi che nelle difese degli imputati, ecc. Con in sovrapprezzo giornalisti di spicco che ignorando almeno fino a ieri come funziona la cosiddetta "giustizia sportiva" difendono a priori i giudici quasi si trattasse della versione calcistica della frattura tra giustizialisti e garantisti, o tra magistratura e politica, che coinvolge a ogni livello fino a toccare quello più alto tutto il Paese. A partire dalla storiaccia delle trattative "Stato- mafia", dalle stragi del 92'-93' con l'ombra allungata ai giorni nostri e alle polemiche para-quirinalizie.
Ebbene, non è come ve la raccontano. C'è un errore, anzi ce ne sono diversi. Ne scrivo da decenni, dal 1980 con il primo calcio-scommesse in poi. Non si può ragionare in difesa della giustizia sportiva come lo si fa in difesa di quella ordinaria (campagna per la quale mi sono battuto e continuerò a battermi per non sbriciolare l'ultimo caposaldo di democrazia). Perché la giustizia sportiva, oggi come nel 2006, risponde a logiche molto diverse da quelle almeno giuridico-costituzionali di forma legislativa della giustizia tout court. Sia nelle modalità di indagine, di accusa e quindi di difesa che di giudizio. E' da sempre condizionata dal potere dei club, che lo subaffittano alla Federcalcio vigilata dal Coni. E chi vuole indagare, fare richieste di pena e giudicare lo fa senza autonomia reale. Dipende dalla sua voglia di restare in sella, e infatti restano sempre in sella (verrà rinnovato anche il Palazzi?).
Difendere questo sistema significa fare il contrario di quello che si chiede per il Paese. Se ad esempio avessimo pensato e pensassimo che i magistrati che indagano e giudicano Berlusconi fossero e siano al soldo di qualcuno li difenderemmo con la stessa dedizione con cui dobbiamo difendere l'autonomia della magistratura (il discorso vale oggi anche per Mancino piuttosto che per Formigoni, e l'elenco ormai sfida la guida telefonica...)? Credo, spero di no. Quindi la giustizia sportiva, una sorta di Inquisizione a comando, si è retta finora nella logica di una "giustizia interna", con metodi "interni", con le finalità "interne di far presto e bene", per riavviare i campionati. Di anno in anno si è andati sempre peggio lungo questa china (ha ragione Monti, ma se ne è già dimenticato anche lui...), mentre la credibilità della giustizia sportiva, cioè la sua presentabilità unico vero baluardo di fronte a tutte le critiche che possono essere rivolte ad essa in punto di diritto, si è liquefatta da un pezzo.
nclusioni. Per come lo conosco dall'interno, penso che il mondo del calcio sappia quasi tutto di quasi tutti, e quindi sia al corrente degli scandali, compresa la scarnificazione delle regole provocata dalle scommesse. E' un mondo che andrebbe rinviato a giudizio complessivamente come minimo per una gigantesca "omessa denuncia" nei confronti delle porcherie all'ordine del giorno, o della partita, o delle scommesse sulle partite. Peccato che di questa ignominia calcistica faccia parte integrante anche la giustizia sportiva. Quindi in tale marasma non so se Conte sia innocente (ho i miei dubbi sul piano etico, della "lealtà sportiva") e neppure so se sia stata davvero provata la sua colpevolezza (in termini di giustizia ordinaria presumo di no), mentre so per certo che uno come Sandulli (Corte di Giustizia federale) dopo la conferma della condanna ad opera anche sua ha detto ai giornali "gli è andata bene": frase grave quanto gli attacchi di Agnelli e di Conte stesso, a dimostrazione ennesima che è un mondo "omeopatico" nel peggio, giudici e giudicati. E so anche che mi pare leggermente più grave in una trattativa "Stato- mafia" applicata al pallone il ruolo dello Stato.
E chi farebbe questa parte in commedia in questa vicenda "Conte e soci-scommesse-partite truccate", con buona pace degli acuti professionisti mediatici della materia ? Suvvia, sforzatevi...E pensate che ieri sera, giovedì, il Mauri citato all'inizio di questo articolo era regolarmente in campo con la Lazio in Europa League, in Slovenia...Ma come è possibile? E' innocente? E' colpevole? Un po' e un po'? Dunque forse il problema non è solo la Juve, Agnelli, Conte ecc. Ma nessuno si vuole occupare del sistema, chi perché ci guadagna giacché anche l'indignazione parziale si vende bene, chi perché non lo conosce davvero, chi perché (anacoluto) il calcio gli riempie la vita eccetera eccetera. E infatti ricomincia il campionato e l'indignazione torna in panchina, fino al prossimo scandalo.
24 agosto 2012