Autore Topic: Lazio e dintorni, qualche considerazione  (Letto 1146 volte)

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Offline aquilante

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Lazio e dintorni, qualche considerazione
« : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:36:47 »

l'asticella si abbassa
se lo scorso anno di questi tempi mi avessero chiesto di scegliere tra ballardini e reja, avrei scelto ballardini senza alcuna esitazione. poi è andata come è andata e reja è riuscito laddove il suo predecessore aveva fallito
con tutta onestà però debbo dire che alcune perplessità su reja sono ancorà lì. spero che si rivelino null'altro che pregiudizi, dettati essenzialmente dalla sua storia professionale, così priva di picchi e innovazioni tattiche. e spero che il contesto in cui si troverà a operare il prossimo anno si riveli per lui, quindi per noi, ben più favorevole di quanto non lo siano state le stagioni passate
perché nell'elenco della serie A del prossimo anno mancheranno capello, lippi, ancelotti, mancini, eriksson, mourinho, ovvero tutti (tranne zac e forse sacchi, se non sbaglio i conti) gli allenatori vincenti in Italia nell'ultimo ventennio. i rivali di reja oggi sono del neri, ranieri, guidolin, colomba, gasperini, ventura, mazzarri, più una pattuglia di giovani rampanti
una concorrenza con cui, francamente, il confronto non appare proprio impossibile
in bocca al lupo allora reja e fuori gli artigli

esuberi
in una intervista di qualche giorno fa, alla domanda se il siena era interessato a questo o a quel giocatore, mezzaroma rispondeva che la sua squadra aveva da risolvere innanzitutto il problema di una rosa con più di sessanta (60) giocatori sotto contratto
a una domanda dello stesso tono, il presidente de laurentis oggi risponde che la questione principale per il napoli sarà trovare una collocazione per i tredici (13) giocatori che stanno per rientrare dai prestiti
queste due interviste suggeriscono una considerazione molto semplice: quello degli esuberi è un problema generale del calcio italiano e non poveramente un problema della Lazio
in Italia oggi ci sono alcune centinaia di giocatori in eccesso rispetto alle esigenze reali delle società. giocatori giovani che superano la quota per i tornei primavera, che non puoi non tesserare se non vuoi rischiare di perdere anni di investimenti; giocatori a fine carriera cui troppo spesso sei "costretto" a far firmare rinnovi pluriennali per non veder scemare l'investimento iniziale
tutto questo non per dire "mal comune mezzo gaudio", quanto per comprendere che il contesto è questo e che per uscirne non esistono grandi scorciatoie individuali. servono piuttosto riforme generali cui dovrebbero dedicarsi la lega calcio e il sindacato calciatori. speriamo bene

piccolo mondo antico
troppe pagine sul calcio. troppi giornalisti che scrivono di calcio. troppe trasmissioni televisive. troppe radio. troppi siti. troppi procuratori. troppi collaboratori di procuratori. troppo di tutto. notizie rimasticate, rilette, ripassate, reinterpretate. comunicatori radiofonici che intervistano giornalisti della stampa e della tv. giornali che pubblicano interviste sentite alla radio. comunicatori che si intervistano tra loro, giornalisti che si intervistano tra loro. un sospiro di qua si fa boato di la. tutto mediato dal tifo, dagli interessi di bottega, dalle strategie editoriali, dalle ossessioni personali
il calcio reale sparisce dietro una sorta di bolla mediatica in continua espansione, una nube (tossica) all'interno della quale svaniscono i riferimenti concreti, un mostro che si autoalimenta, fiumi di parole di cui è impossibile persino rintracciare grammatica e sintassi
forse è il caso di allontanarsi dal fiume e lasciare che le parole e i suoni si perdano nel nulla. e aspettare che quelle quattro o cinque notizie, speriamo buone notizie, che ogni anno accompagnano il calciomercato trovino la loro ora. ne guadagneranno il profilo della Lazio e anche il sistema nervoso

TD

Re:Lazio e dintorni, qualche considerazione
« Risposta #1 : Lunedì 24 Maggio 2010, 20:56:32 »
Caro Aquilante, sono tre argomenti interessanti.

Reja/Balla: è un mondo, quello del calcio, che fatica a oggettivare i valori. Viste le squadre in campo, non c'è paragone: la squadra di Reja surclassa quella del Balla, che sarebbe retrocessa dritta come un sasso va a fondo nell'acqua. Segno che Reja vale più di quanto non si pensi e Ballardini meno, segno che ci si affida a giudizi affrettati e che alcuni personaggi vengono troppo facilmente bollati come vecchi o come poco adatti a tenere su certi palcoscenici. Ci sono molti precedenti in questo senso. Il calcio della Lazio di Reja non è nuovo, ma è stato redditizio e non è stato per niente male come spettacolo, considerato quello che si vedeva prima.

Sulle rose pletoriche: basta mercato, circolino i giocatori con contratti da professionisti, basta con questo mondo ipertrofico, pieno di parassiti e di illusi. Diminuisca il numero dei professionisti tesserati, diminuiranno i costi e aumenterà la competitività di tutti. Conviene a tutti, meno che ai procuratori.

Sulla bolla mediatica: tutto giusto, ma è gente che s'inventa la mesata. Bisogna spegnere le radio, le televisioni, non leggere giornali e siti, distinguere chi intervista gli addetti ai lavori da chi intervista il contorno inutile. Il calcio è Bergomi, non Caressa. Se non lo capisce l'ascoltatore/lettore, è dura tornare indietro.