Autore Topic: La rifondazione (edizione 2012)  (Letto 58234 volte)

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Offline aaronwinter

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #600 : Domenica 18 Novembre 2012, 09:26:13 »
Forse stavolta no, è l'unica volta in cui Zema ha firmato un biennale.....forse aveva già pensato come potesse andare   ;D

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Offline disabitato

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La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #601 : Domenica 18 Novembre 2012, 10:26:18 »
A de rossi è già stata offerta la panchina della prima squadra ed ha più volte rifiutato.
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Offline eaglefly1978

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #602 : Domenica 18 Novembre 2012, 11:20:20 »
Forse stavolta no, è l'unica volta in cui Zema ha firmato un biennale.....forse aveva già pensato come potesse andare   ;D

Oltretutto Zema è NOTORIAMENTE una specie di incrocio tra uno scozzese, un genovese, un ebreo e zio paperone. In 30 e passa anni di (manco troppo) onorata carriere non ha MAI, MAI E POI MAI rassegnato le dimissioni, non ha MAI rinunciato anche ad un solo centesimo, pur di non rinunciare ad un contratto non ha esitato ad emigrare.

Capisco che la tecnica della testa di cavallo possa far presa con molti, ma col boemo la vedo veramente dura...
Io tifo solo due squadre:
la Lazio e...chiunque giochi contro la roma!

''Ancora co sta rivoluzione culturale? Adesso ve lo dico, prendete appunti: la rivoluzione culturale é una cazzata''. Franco Melli, 14-02-2012

palla a Klose e s'abbracciamo, palla a Candreva e bestemmiamo!

Offline Matita

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #603 : Giovedì 22 Novembre 2012, 08:52:49 »
PREVEDIBILE EVOLUZIONE DELLA GESTIONE
L’esercizio 2012/2013 è iniziato sotto il segno della recessione che sta caratterizzando i
principali mercati finanziari, industriali e commerciali, i cui effetti hanno già prodotto
ulteriori ripercussioni negative sull’industria calcistica italiana e sui mercati di riferimento
della Società. Il quadro macroeconomico che si presenta, d’altronde, risulta caratterizzato
da profondi elementi di incertezza, che non consentono ancora di ritenere che tali criticità
possano essere definitivamente superate nel breve periodo. 
I risultati sportivi conseguiti dalla squadra nella stagione sportiva 2011/2012, inoltre, non
hanno permesso la qualificazione alle competizioni europee, ed in particolare alla Uefa
Champions League, dalla quale sarebbero potuti derivare ricavi e proventi tali da
compensare almeno in parte i costi fissi che la società dovrà comunque sostenere
nell’esercizio 2012/2013. 
Ciò premesso, la Società ha comunque proseguito la propria strategia di sviluppo
dell’area tecnica. Sono stati realizzati ulteriori investimenti per acquistare i diritti dei
calciatori giovani che possano garantire al Club una competitività crescente nel
campionato italiano. Le operazioni  in uscita hanno consentito la riduzione del numero di
calciatori tesserati con una incidenza significativa sul costo del personale. Tale riduzione,
tuttavia, non consente il recupero di una marginalità gestionale positiva, e sarà
necessario, pertanto, l’apporto di adeguate risorse per finanziare la gestione corrente e
gli investimenti effettuati.
Le risorse necessarie saranno reperite attraverso un incremento dell’esposizione per
anticipazioni su contratti in essere e con interventi degli azionisti, per come deliberato
dall’Assemblea del 30 gennaio 2012, e comunicato al mercato. 
Pertanto, pur prevedendo che l’esercizio 2012/2013 chiuderà con una perdita
significativa, gli Amministratori considerano il Gruppo in una situazione di continuità
aziendale e su tale presupposto hanno redatto la presente Relazione.
CONSIDERAZIONI FINALI
Signori Azionisti,
il Progetto di Bilancio di esercizio della A.S. Roma S.p.A., per l’esercizio chiuso al 30
giugno 2012, che sottoponiamo alla Vostra approvazione, evidenzia una perdita di
esercizio di 58.268.432,32 Euro che proponiamo di riportare a nuovo.

Come indicato nella relazione sulla gestione, gli amministratori ritengono che per
il prossimo esercizio il risultato economico prevedibile sarà ancora negativo




Propongono di riportare a nuovo.....
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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #604 : Giovedì 22 Novembre 2012, 09:47:18 »
la parte spassosa è l'incipit iniziale..
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Offline Sanfatucchio

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #605 : Giovedì 22 Novembre 2012, 10:15:01 »
Stanno alla canna del gas !!! Difficilmente riusciranno ad incrementare la marginalità derivante dalla differenza tra ricavi e costi,  inoltre con un probabile contenuto apporto di capitale da parte degli azionisti al massimo possono coprire parte delle perdite, mentre il ricorso alle anticipazioni da parte delle banche non fa altro che incrementare gli oneri finanziari. In questa realtà economica che stiamo vivendo sarà molto difficile per tutti stare ai livelli delle tre strisciate per cui saranno estremamente ridotti gli spazi di mercato dove reperire introiti significativi. L'unica possibilità per poter superare questa situazione è ridurre sensibilmente i costi fissi, vale a dire le retribuzioni dei calciatori,  quindi accontentarsi di avere in squadra molti giovani di belle speranze sperando che facciano il meglio e cederli appena il loro valore aumenta realizzando delle plusvalenze. Ma ripeto il grosso problema per me è rappresentato dalle notevole esposizione finanziaria, fino a quando sarà possibile? Fino a quando Unicredit lo permetterà? 
Se falliscono tempo di 4/5 anni potrebbero rifondare una squadra di notevole spessore, perchè il marchio c'è e si vende, quindi per noi se non falliscono è meglio. Certo che vederli in C sarebbe una gran bella soddisfazione!!!!

Offline disabitato

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #606 : Giovedì 22 Novembre 2012, 10:19:45 »
Stanno alla canna del gas !!! Difficilmente riusciranno ad incrementare la marginalità derivante dalla differenza tra ricavi e costi,  inoltre con un probabile contenuto apporto di capitale da parte degli azionisti al massimo possono coprire parte delle perdite, mentre il ricorso alle anticipazioni da parte delle banche non fa altro che incrementare gli oneri finanziari. In questa realtà economica che stiamo vivendo sarà molto difficile per tutti stare ai livelli delle tre strisciate per cui saranno estremamente ridotti gli spazi di mercato dove reperire introiti significativi. L'unica possibilità per poter superare questa situazione è ridurre sensibilmente i costi fissi, vale a dire le retribuzioni dei calciatori,  quindi accontentarsi di avere in squadra molti giovani di belle speranze sperando che facciano il meglio e cederli appena il loro valore aumenta realizzando delle plusvalenze. Ma ripeto il grosso problema per me è rappresentato dalle notevole esposizione finanziaria, fino a quando sarà possibile? Fino a quando Unicredit lo permetterà? 
Se falliscono tempo di 4/5 anni potrebbero rifondare una squadra di notevole spessore, perchè il marchio c'è e si vende, quindi per noi se non falliscono è meglio. Certo che vederli in C sarebbe una gran bella soddisfazione!!!!

tu fammeli falli' con C inclusa, poi ne riparlamo dello squadrone..  ;)
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Offline Matita

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #607 : Giovedì 22 Novembre 2012, 10:20:25 »


Tempo al tempo , ndo scappano....
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Offline Sanfatucchio

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #608 : Giovedì 22 Novembre 2012, 10:59:46 »
tu fammeli falli' con C inclusa, poi ne riparlamo dello squadrone..  ;)

Hai ragione come si dice tra il dire e il fare.........

zorba

Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #609 : Giovedì 22 Novembre 2012, 17:18:29 »


Tempo al tempo , ndo scappano....

Vero zaradò, ma la legge non è uguale per .... titty!!!!!

 8)

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #610 : Venerdì 23 Novembre 2012, 19:45:32 »
PARNASI A ROMA PENSA A UN NUOVO QUOTIDIANO. E GUARDA AL ROMANISTA
Mauro Romano per MF


LUCA PARNASI
A Roma torna il binomio calcio e mattone. Da alcune settimane Riccardo Pugnalin, già capo della Comunicazione e degli Affari Istituzionali di Sky Italia, starebbe esaminando riservatamente alcuni dossier nel mondo dell'editoria per conto di alcuni investitori (tra cui il Gruppo Parnasi) per organizzare un nuovo polo editoriale tra cui, da subito, un quotidiano romano. Nel suo ufficio di piazza Fiume da alcuni giorni sono stati avvistati numerosi volti noti del giornalismo e dell'editoria italiana.
L'operazione sarebbe a supporto dei probabili cambiamenti politici e amministrativi della capitale. Nel mirino potrebbe esserci anche la testata de Il Romanista, giornale di culto per gli appassionati della Roma di Francesco Totti, o Il Tempo. Luca Parnasi, numero uno del gruppo Parsitalia, è infatti da tempo indicato come possibile partner della As Roma per la costruzione dello stadio della società giallorossa nella Capitale.

È proprio un terreno dei Parnasi a Tor di Valle uno dei due siti che la società calcistica guidata da James Pallotta ha inserito in una short list dalla quale uscirà la scelta per la costruzione dell'impianto. L'accoppiata giornale sportivo-stadio sarebbe interessante e potrebbe smuovere le acque nel settore presidiato da Il Messaggero.

Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

zorba

Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #611 : Sabato 24 Novembre 2012, 18:32:54 »
Volano altri stracci......

Roma: sponsor, americani pretestuosi

Boglione (Kappa): 'Noi sempre leali, loro ora strumentali...'

(ANSA) - ROMA, 24 NOV (17:54) - ''E' da oltre un anno che i nuovi vertici americani della Roma annunciano la volonta' di sciogliere il contratto con noi, le motivazioni riguardanti la qualita' sono assolutamente pretestuose e strumentali e verranno smontate in giudizio''. Marco Boglione, presidente di BasicNet Spa (azienda che racchiude i marchi Kappa, Superga e K-Way) protesta duramente, con una dichiarazione all'ANSA, per la decisione della Roma. ''Purtroppo da lunedi' i rapporti tra le societa' si sposteranno in tribunale''.

Offline robylele

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #612 : Sabato 24 Novembre 2012, 18:47:30 »

i nuovi vertici americani della Roma


 :D :D

pure Kappa c'è cascata..
'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline Matita

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R: Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #613 : Sabato 24 Novembre 2012, 19:16:06 »
Volano altri stracci......


 ''Purtroppo da lunedi' i rapporti tra le societa' si sposteranno in tribunale''.

piano piano....e mica solo loro...

;)
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Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #614 : Sabato 24 Novembre 2012, 21:05:56 »
Volano altri stracci......

Roma: sponsor, americani pretestuosi

Boglione (Kappa): 'Noi sempre leali, loro ora strumentali...'

(ANSA) - ROMA, 24 NOV (17:54) - ''E' da oltre un anno che i nuovi vertici americani della Roma annunciano la volonta' di sciogliere il contratto con noi, le motivazioni riguardanti la qualita' sono assolutamente pretestuose e strumentali e verranno smontate in giudizio''. Marco Boglione, presidente di BasicNet Spa (azienda che racchiude i marchi Kappa, Superga e K-Way) protesta duramente, con una dichiarazione all'ANSA, per la decisione della Roma. ''Purtroppo da lunedi' i rapporti tra le societa' si sposteranno in tribunale''.
Questa situazione, e l'altra che si sta verificando all'inter dove si sta chiedendo a sneijder di ridursi l'ingaggio, altrimenti non gioca: traslatele in casa Lazio e indovinate le reazioni dei media.  ;D
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

POMATA

Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #615 : Domenica 25 Novembre 2012, 23:18:43 »
Questa situazione, e l'altra che si sta verificando all'inter dove si sta chiedendo a sneijder di ridursi l'ingaggio, altrimenti non gioca: traslatele in casa Lazio e indovinate le reazioni dei media.  ;D

Le puoi notare anche qui sul forum...che pena...

Offline Matita

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R: La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #616 : Lunedì 26 Novembre 2012, 23:18:27 »
da Corriere.it:
Nel nostro paese si stima che la corruzione di fatto sottragga ogni anno 60 miliardi allo sviluppo.
Dal 1990 in poi sono stati fatti passi avanti importanti nella lotta alle condotte di riciclaggio di denaro proveniente da delitto, resta fuori però un'area intoccata, e forse intoccabile: l'operatività in Italia delle società ed enti incorporati in giurisdizioni che consentono l'anonimato societario.

Il problema è che nel mondo vagano enormi masse di denaro di provenienza illecita che spesso vengono collocate nel sistema economico lecito attraverso società, enti e strutture finanziarie complesse posizionate in giurisdizioni che garantiscono il totale anonimato. Queste società, enti e strutture estere le troviamo quotidianamente nel nostro sistema economico in modo assolutamente straordinario ed incisivo. Su 250 società quotate nella nostra borsa, circa la metà dichiara soci esteri con più del 2% del capitale sociale. Basta accedere al sito di Consob e vedere tali dichiarazioni. Insomma una grande massa di denaro investito sulle nostre quotate arriva dall'estero ma soprattutto arriva da soggetti anonimi.

Ad esempio la AS Roma è interamente detenuta da società estere, ma anche Class editori, De Longhi, Seat Pagine Gialle e Vittoria Assicurazioni hanno rilevanti quote del loro capitale in mani estere.

Va ricordato che tutte, ripeto tutte, le grandi bancarotte dell'ultimo ventennio sono state causate da distrazioni di denaro verso società anonime estere; tutti i più grandi scandali a partire dallo scandalo petroli per la corruzione dei politici negli anni 70, fino a quelli più recenti sull'utilizzo del denaro pubblico da parte di soggetti politici, riportano sempre la presenza di società o strutture estere anonime.

Queste strutture, proprio per gli enormi vantaggi che l'anonimato può offrire alle attività criminose, sono utilizzate nella maggior parte dei casi da chi abitualmente delinque. Dalla mia esperienza una buona parte delle società estere che operano sul territorio nazionale detenendo partecipazioni in società italiane, sono società anonime posizionate in giurisdizioni di fatto inesplorabili che neppure rispondono alle rogatorie della magistratura oppure rispondono dopo anni quando le condotte illecite sono prescritte.

Ed ancora, se si potesse accedere agli archivi informatici del catasto e delle conservatorie chiedendo il conto di quanti soggetti esteri sono lì iscritti si potrebbe avere un'idea della massa degli immobili italiani che costoro detengono.

Se poi si potesse chiedere alla Banca d'Italia le statistiche dei trasferimenti dall'estero verso l'Italia di denaro a favore di società di diritto italiano a titolo di finanziamento da parte di società anonime estere, si avrebbero, credo, grandi sorprese. Ulteriori sorprese si avrebbero se gli accertamenti venissero estesi alle fideiussioni che vengono rilasciate a favore del sistema bancario nazionale per conto di società residenti, da parte di società estere anonime.

È attraverso questi meccanismi che vengono canalizzati in Italia denari oscuri per aumentare il capitale delle società, per effettuare finanziamenti dei soci o finanziamenti a titolo oneroso e sempre più spesso per comprare direttamente beni o aziende.

Sia chiaro che il problema non sono le strutture giuridiche anonime di cui si sono dotati taluni paesi esteri, bensì l'uso illecito che alcuni ne fanno.
Oggi la normativa antiriciclaggio prevede che chiunque voglia operare sul nostro territorio tramite i nostri intermediari finanziari e professionisti, deve essere identificato e adeguatamente verificato, ma soprattutto deve dichiarare chi è la persona fisica che fa capo a questa operazione, e la sua dichiarazione deve essere assolutamente credibile e verificabile.

Certo che bisogna anche tutelare le legittime necessità di riservatezza: il titolare per esempio di un porno shop ha il diritto di restare anonimo se pensa che in paese molti lo guarderebbero storto.

Quindi si rivolgerà ad una società fiduciaria, allo scopo autorizzata, che si intesterà a suo nome, ma per conto del cliente, i beni o l'operazione finanziaria. Tale operazione sarà impermeabile alle occhiate dei terzi ma assolutamente trasparente sia per l'amministrazione finanziaria che per la magistratura.

C’è da chiedersi per quale motivo nelle compagini sociali delle società italiane quotate e non quotate vi sia una massa così enorme di società off-shore ed una quota così irrilevante di società fiduciarie.

Per non parlare della solita holding lussemburghese che possiede società nazionali, che a sua volta è posseduta da società olandesi che a loro volta sono possedute da anonime caraibiche; oppure quante volte si sono viste società inglesi possedute da anonime società delle isole del canale della manica; catene che finiscono sempre per possedere società italiane e a fare operazioni finanziarie di tutti tipi.

Insomma io credo che se ci fosse la volontà politica si potrebbe con grande facilità arginare gran parte dei problemi connessi all'anonimato utilizzando principi e strutture legislative già esistenti e collaudate nel nostro sistema giuridico.

Basterebbe forse introdurre, ad esempio, un precetto di questo tipo:
“È vietata ogni transazione economica o finanziaria fra soggetti residenti e società o enti di diritto estero di qualsiasi tipo incorporati in giurisdizioni che garantiscono l'anonimato societario.

La disposizione di cui al comma precedente non si applica qualora il soggetto residente accerti il titolare effettivo della controparte estera secondo le disposizioni del decreto legislativo 231/2007 e successive modificazioni ed integrazioni”.

In questo modo riusciremmo ad impedire la movimentazione di denaro di fonte anonima obbligando tali soggetti a esplicitarsi: e ne vedremmo delle belle.

Non solo; non potendo più operare sul territorio nazionale nell'assoluto anonimato, renderemmo di fatto inefficaci tutti i trasferimenti di questi grandi patrimoni illeciti con la semplice consegna di un certificato azionario brevi manu e molto altro.

È chiaro che questa non è la bacchetta magica, ma potrebbe essere un buon inizio certamente da approfondire molto con le strutture legislative dei ministeri interessati.

Gli abituali utilizzatori delle giurisdizioni off-shore si organizzerebbero comunque, cercherebbero di operare con fondi di investimento sempre più sofisticati o con altri strumenti, però introducendo l'obbligo di identificazione del titolare effettivo, costoro si dovranno scontrare con le centinaia di migliaia di professionisti chiamati a vigilare dalla normativa antiriciclaggio per segnalare eventuali operazioni sospette. Siccome dipendenti di banche ed intermediari finanziari rispondono personalmente e di tasca loro con sanzioni sino al 40% della somma relativa all'operazione non segnalata, oltre alle eventuali conseguenze penali, è evidente che diventerebbe più difficile fare operazioni di riciclaggio coperti dall'anonimato societario.

Giangaetano Bellavia ".
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POMATA

Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #617 : Lunedì 26 Novembre 2012, 23:41:25 »
Zaradò, se si scava a fondo potremmo anche scoprire che molti politici italiani ed europei o loro famigliari e affini sono o hanno a che fare con molte di queste società...

Hanno studiato una vita per aggirare le leggi...

Offline DinoRaggio

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E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

zorba

Re:La rifondazione (edizione 2012)
« Risposta #619 : Giovedì 29 Novembre 2012, 18:08:18 »
(ilfattoquotidiano.it)

Unicredit, sospetta evasione fiscale, miliardaria, anche in Germania

La Guardia di Finanza tedesca perquisisce la controllata Hvb. Nel mirino una triangolazione dei profitti con soggetti esteri per poter usufruire di aliquote più basse nel 2006-2008, quando alla guida del gruppo che in Italia è sotto processo per il caso Brontos, era guidato da Alessandro Profumo

(di Giorgio Faunieri)



Unicredit non ha fatto a tempo a tirare un sospiro di sollievo per il trasferimento a Bologna del cosiddetto processo Brontos che una nuova tegola giudiziaria è caduta sull’istituto guidato da Federico Ghizzoni. L’accusa è nuovamente di evasione fiscale, come nel caso italiano, solo che questa volta a indagare è la procura di Francoforte che ha ordinato una perquisizione in 13 sedi di Hypovereinsbank, la controllata tedesca di Unicredit rilevata nel 2005 dall’allora amministratore delegato Alessandro Profumo.

Ed è proprio sul periodo della gestione Profumo, oggi presidente del Monte dei Paschi di Siena, che i magistrati tedeschi vogliono fare chiarezza: le indagini riguardano operazioni svolte nel periodo 2006-2008 (Profumo ha lasciato Unicredit nel settembre del 2010) che avrebbero consentito all’istituto di credito di non versare tasse per 124 milioni di euro. Secondo i dettagli finora emersi, lo schema utilizzato da Hypovereinsbank per frodare il fisco tedesco sarebbe molto simile a quello denominato Brontos: una triangolazione dei profitti con soggetti esteri per poter usufruire di aliquote più basse di quelle in vigore nel Paese dove è stato realmente realizzato il profitto, in questo caso la Germania (nel caso Brontos in Italia).

Secondo la Sueddeutsche Zeitung, che per prima ha riportato la notizia poi confermata dall’ufficio del procuratore di Francoforte, la frode potrebbe essere in corso da diversi anni, portando l’ammanco per l’Erario a qualche miliardo di euro. Oltre ai finanzieri, alle perquisizioni hanno partecipato anche uomini del Bundeskriminalamt, la polizia criminale federale. In totale sono state ben 60 le persone che si sono mosse su ordine della procura di Francoforte per raccogliere prove del reato. Le indagini sono iniziate dopo la denuncia di un imprenditore tedesco che si era affidato a Hypovereinsbank per eludere il fisco ma la documentazione che gli era stata fornita a tal scopo dalla banca non era stata accettata dal ministero delle Finanze. In termini finanziari la tecnica è conosciuta come “dividend stripping”, pratica oggi non più consentita. Secondo quanto riportato dalla Sueddeutsche Zeitung l’indagine potrebbe costare cara alla Hypovereinsbank, ma non rischia di mandarla gambe all’aria.

E pensare che proprio le attività tedesche di Unicredit erano uno dei nodi cruciali dell’ipotetico progetto di fusione fra Unicredit e Intesa Sanpaolo, che ha tenuto banco sulla stampa italiana nelle scorse settimane. L’ipotesi era stata immediatamente e seccamente smentita sia da Ghizzoni che dal suo parigrado in Intesa Sanpaolo, Enrico Chucchiani, che viene dalle fila del colosso assicurativo Allianz che, al tempo dell’acquisizione di Hypovereinsbank da parte di Unicredit, era l’azionista di maggioranza di Munich Re, a sua volta primo azionista proprio di Hypovereinsbank. E dalle fila di Allianz viene anche il presidente di Unicredit Giuseppe Vita. Dall’Italia, intanto, Unicredit, ha fatto sapere che “per giungere a una completa trasparenza riguardo alle transazioni sui dividendi effettuate, il consiglio di sorveglianza della banca ha avviato nel 2011 una riesamina completa delle procedure con l’aiuto di consulenti esterni”, garantendo “un atteggiamento proattivo nei confronti delle autorità finanziarie e fiscali, per sostenerle” nelle indagini.