Autore Topic: Amori, depressione e morte di Marilyn (SECONDA PUNTATA)  (Letto 705 volte)

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Offline giangoverni

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Amori, depressione e morte di Marilyn (SECONDA PUNTATA)
« : Lunedì 6 Agosto 2012, 18:12:52 »
Quando conosce Joe Di Maggio, il primo grande amore della sua vita, e il più duraturo, Marilyn non sa niente di lui. Non sa che è stato il più grande giocatore di baseball, idolatrato dalle folle, uno dei miti americani dei primi anni del dopoguerra.
Di Maggio, ritiratosi dallo sport prima del definitivo declino atletico, è ora un tranquillo signore che gestisce un ristorante a San Francisco frequentato dagli sportivi, e non desidera altro che ac-casarsi con una brava ragazza che gli dia dei figli e divida con lui una rispettabile vita borghese. Joe prende a farle una corte discreta ma assidua. La va a trovare sul set e lei lo ricambia andando per la prima volta in uno stadio quando Joe scende di nuovo in campo per una gara di beneficenza. Si amano, si lasciano, poi si amano di nuovo ma Joe non si accon-tenta di una relazione con una famosa diva: vuole una moglie e questa deve essere Marilyn. Ciò che non le dice è che questa moglie la vuole a casa perché non accetta di dividerla con tutti nell'immagine cinematografica.
Il fidanzamento dura più di due anni. Marilyn è innamorata, però "fiuta" le vere intenzioni di Joe e, soprattutto, capisce che questo matrimonio potrebbe ostacolarle la carriera nel suo momento magico. Ma alla fine lo sposa. L'America accoglie bene questo matrimonio: un grande atleta che sposa la grande diva, chissà che bei bambini americani, forti, biondi, sani e robusti nasceranno! Ma Marilyn, anche se si sottopor-rà a numerosi interventi chirurghici, non conoscerà mai le gioie della maternità. Troppi aborti mal fatti nella prima gioventù, dirà una sua amica.
Il viaggio di nozze si svolge in Giappone da dove Marilyn sarà in-dotta a volare a Seul, in Corea, in visita di conforto alle truppe americane colà dislocate, dove constata anche a rischio della prop-ria incolumità fisica, che la sua popolarità è oramai arrivata a livelli parossistici. Ora come non mai rappresenta piena-mente il sogno femminile americano, con la sua testa dorata e le sue curve morbide, la sua aria innocente e maliziosa in-sieme, la sensazione di dolcezza che emana: un sogno che ben presto conquisterà il resto del mondo e diventerà il sogno di tutti. Ma il matrimonio annega ben presto nella noia. Gli sposi sono andati a vivere a San Francisco, dove Joe ha i genitori e il suo ristorante e dove coltiva il pro-getto segreto di trasformare Marilyn in una casalinga.
Marilyn per un po' cerca di assecondare i desideri di Joe e passa - come dice Norman Mailer - molti pomeriggi nel retrobottega del ristorante, dove i clienti si affacciano furtivamente per ammirarla. Il richiamo della macchina da presa divi-ene, però, sempre più forte mentre il suo amore per Joe si sta spegnendo. E poi come casalinga è proprio un disastro!
La lite definitiva - quella che li porterà al divorzio, perché a Joe Di Maggio rimarrà legata per sempre - pare che sia avvenuta una sera a New York quando Joe la vide girare la famosa scena di Quando la moglie è in vacanza con le gonne alzate dall'aria che proviene da una grata comunicante con la metropolitana. La scena veniva girata in esterni davanti a migliaia di curiosi che si lasciavano andare ai commenti più salaci. Joe Di Maggio, che aveva sempre ben mascherato la sua gelosia italiana, quella sera si irritò moltissimo e le fece una scenata, che era molto di più di una normale scenata fra innamorati e che durò un'intera notte. Il mattino dopo il loro matrimonio era finito per sempre.
Del resto, quando lasciò definitivamente Joe Di Maggio, Marilyn aveva già conosciuto Arthur Miller ed era stata certamente attratta dal fascino sottile dell'intellettuale, proprio ora che sentiva il bisogno di scrollarsi di dosso l'immagine di "bambola di carne" in cui la pubblicità tendeva a rele-garla. Ora si sente un'attrice completa ed una donna intelli-gente, dai sentimenti profondi. Ha preso a frequen-tare lo studio di Strasberg, il maestro dei più grandi at-tori americani, a cominciare da Marlon Brando, che nutre per lei la massima stima e che vuole dare un'anima ed una mente al più straordinario corpo d'America.
Arthur Miller, anche se ora è un po' a corto d'ispirazione, è un fa-moso commediografo, quello che ha meglio rappresen-tato l'America degli anni Cinquanta con opere importanti come Morte di un commesso viaggiatore, Uno sguardo dal ponte, Il crogiolo. Miller è felicemente sposato da molti anni ma Marilyn metterà subito in crisi il suo matrimonio. I due si frequentano, fanno grandi conversazioni, lui è attratto dalla bellezza di lei mentre Marilyn è tutta compresa nel suo nuovo ruolo di attrice intelligente ed impeg-nata. Nel 1956 Miller chiede il divorzio a sua moglie ed annuncia il ma-trimonio con Marilyn. L'America accoglie bene anche questo nuovo matrimonio di Mar-ilyn (ormai da lei accetterebbe tutto!), sembra addirittura entusiasta: il Cervello Americano sposa il Corpo Americano. Pare un accoppiamento perfetto, studiato a tavolino nei minimi par-ticolari o, addirittura, combinato da un computer. Se dal matrimo-nio con Joe Di Maggio gli americani si aspettavano bambini belli, biondi, forti e sani, dal nuovo matrimonio con Arthur Miller si as-pettano bam-bini sempre belli, biondi, forti e sani ma anche intelli-genti. Arthur comincia ad occuparsi anche degli affari della mo-glie: sor-veglia, cioè, la realizzazione dei film, la difende di fronte personalità troppo forti come Laurence Olivier, con cui avrà un tempestoso rapporto ne Il principe e la Ballerina, ne giustificherà i sempre più intollerabili ritardi sul set. Con lei a fianco porterà avanti il progetto di diventare scrittore di cinema; scriverà il sog-getto de Gli spostati intorno al quale si riuscirà a mettere in piedi un cast formidabile: Marilyn, insieme a Clark Gable e Montgomery Clift, di-retti dal grande John Houston. Ma il film costerà per colpa di Marilyn, la cui insonnia e le cui nevrosi sconfi-nano sem-pre più verso la follia, molto più del preventivato e non in-casserà abbastanza da recuperare le spese (quattro milioni di dollari nel 1961!). E poi sarà il suo ultimo film, come lo sarà per Clark Gable che morirà, per infarto, pochi giorni dopo la fine delle riprese. Per Marilyn sarà un altro trauma: la per-dita del "padre segreto" della sua infanzia appena conos-ciuto.
Il matrimonio fra Miller e Marilyn, che appare così perfetto e così felice, è profondamente minato dall'aggravarsi delle condizioni psi-cofisiche di lei. L'insonnia è diventata insop-portabile e Marilyn fa ricorso a tutti i farmaci di cui riesce ad impadronirsi, alcuni dei quali, in combinazione con altri, capaci di provocare una miscela dannosa dirompente.
Marilyn è ormai una tossicomane irreversibile e Miller tenta dis-peratamente di salvarla, trascurando il suo lavoro e i suoi affari (nei cinque anni di vita con lei, che poi racconterà nella commedia Dopo la caduta, riuscirà soltanto a scrivere il copione de Gli spostati).
Una gravidanza annunciata sembra aprire uno squarcio di luce in un cielo tempestoso ma tutte le speranze rientrano quando si scopre che anche questa gravidanza Marilyn non potrà portarla a termine. La depressione diventa ancora più forte, tanto che è costretta a girare A qualcuno piace caldo in condizioni pietose, suscitando le ire del regista Billy Wilder, che pure era un suo grande ammiratore, e dei partner Tony Curtis e Jack Lemmon. Eppure A qualcuno piace caldo risulta uno dei suoi migliori film. Ormai le è suffi-ciente trascinarsi davanti ad una macchina da presa, do-po una not-tata insonne, per riprendere tutto il suo vigore e ritrovare il suo fas-cino. Il momento peggiore dell'unione con Miller e delle condizioni psico-fisiche di Marilyn coincide con la lavorazione de Gli spos-tati, durante la quale Marilyn - che nel frattempo ha trovato modo d'innamorarsi di Yves Montand, il quale però l'ha trattata come "un capriccetto" qualsiasi - viene anche ricoverata d'urgenza in un clinica di Los Angeles dove tentano di disintossicarla.
All'uscita dall'ospedale riesce portare a termine il film ed a trovare la forza per lasciare Arthur Miller il quale, da parte sua, sembra essersi defilato da tempo.
Ora è sola a ricominciare tutto da capo, in lotta soprattutto con se stessa e con la sua salute mentale. Lo spettro della follia che si è ab-battuto sulla sua famiglia ora deve essere più ossessionante che mai. Il lavoro non può essere un rifugio anche perché sente che non tro-verà mai più la forza di sos-tenere la fatica di un altro film.
Per un po' trova rifugio in Joe Di Maggio che non ha mai cessato di amarla e che vorrebbe tornare con lei. Ma il pas-sato non ritorna. Ritorna, invece, sempre più allarmante la depressione psichica che costringe Di Maggio a far la ri-coverare di nuovo in ospedale. Ad al-cuni amici confida di pensare sempre più spesso al suicidio e di essere tentata dalla vista di una finestra aperta. Gli ultimi istanti di vitalità e di illusione li vive nel gruppo che fa capo ai Kennedy in cui è stata introdotta da Frank Sinatra. Di Robert (ma si dice anche del presidente John) diventerà anche l'amante e sarà la sua ultima storia d'amore.
Il 5 agosto del 1962 viene trovata morta sul letto della sua casa, il bellissimo corpo nudo appena avvolto in un len-zuolo. Forse aveva perso il conto delle pillole ingerite per conquis-tare quel sonno che tanto la terrorizzava, o forse aveva volu-to dimenticarlo.
Le indagini, piuttosto frettolose non fanno pensare ad altro che al suicidio. Anni dopo si comincia a mormorare il nome di Robert Kennedy, come quello dell'ultima persona a cui Marilyn avrebbe telefonato qualche ora prima di morire. Un tentativo disperato di comunicare con qualcuno a cui Kennedy non avrebbe risposto.
Si chiude così, a trentasei anni, la travagliata esistenza di Norma Jean, la figlia di una pazza e di uno sconosciuto che assomigliava a Clark Gable, una tenera, dolce, delicata ragazza che aveva paura del buio.

(seconda puntata)


Aquilotta del Nord

Re:Amori, depressione e morte di Marilyn (SECONDA PUNTATA)
« Risposta #1 : Sabato 11 Agosto 2012, 13:55:09 »
Grazie.

Ma non ho trovato riferimenti a Something's got to give, film incompiuto di Marilyn, dove però era apparsa in buona forma. Dimagrita, meravigliosa.

Offline giangoverni

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Re:Amori, depressione e morte di Marilyn (SECONDA PUNTATA)
« Risposta #2 : Sabato 18 Agosto 2012, 12:38:22 »
Sono appunti per un libro che non ho mai scritto e che buttai giù dopo aver scritto la sceneggiatura per un biografia a fumetti disegnata da Guido Buzzelli