CORRIERE DELLO SPORTFabrizio Patania - Tutte le piste della Lazio portano in Bundesliga. Un altro nome da inserire in agenda, è possibile che questo diventi un obiettivo concreto per la fascia sinistra. Sarebbe un bel colpo, l’estate scorsa era quotatissimo e inseguito dalla Juventus. Si tratta di Dennis Aogo, terzino dellAmburgo, 30 presenze nell’ultimo campionato, 119 totali in Bundesliga. Classe 87, ha compiuto 25 anni a gennaio: è nel pieno della maturità agonistica, nelle ultime quattro stagioni ha giocato con l’Amburgo, che laveva prelevato dal Friburgo. Lo conosce bene Miroslav Klose. Aogo ha totalizzato 10 presenze con la nazionale tedesca, alcuni infortuni e un calo di rendimento lo hanno penalizzato negli ultimi mesi, così è stato escluso dalla lista dei convocati del ct Loew. Ma nel panorama europeo viene considerato uno dei migliori esterni, Vanta origini nigeriane, è nato e cresciuto a Karlsruhe, città tedesca ben conosciuta da Igli Tare, perché da calciatore ci ha giocato prima di trasferirsi nel campionato italiano. Aogo, contratto in scadenza nel 2015, ha una valutazione di 5 o 6 milioni. Più o meno servono gli stessi soldi per prendere Federico Peluso, una delle principali alternative a Balzaretti, l’obiettivo sfumato per la corsia sinistra. Il dg Marino ha appena aperto l’asta per il suo gioiellino, corteggiato dalla Juventus, dal Palermo e dalla Lazio. Il Napoli sembra uscito dalla corsa. L’Atalanta aspetta la migliore offerta, sinora il mercato non ha risposto. Lotito, se vuole, può ancora prendere Peluso, ma deve fare in fretta. Entro Ferragosto, da una parte o dall’altra, verrà ceduto. Aogo e Peluso sono in prima fila. La pista tedesca che conduceva a Molinaro dello Stoccarda non è decollata: l’idea non attrae la Lazio, che sta valutando diverse soluzioni.
Un outsider resta il belga dello Standard Liegi. Sebastien Pocognoli possiede anche origini italiane ed era stato già proposto alla Lazio in passato. Lotito potrebbe contenderselo con Zamparini, anche il Palermo è un’ipotesi per questo terzino di 25 anni, veloce e dotato di un bel cross. Scadenza contrattuale nel 2014, il suo cartellino costa intorno ai 3 milioni. Il Siena ha proposto Cristiano Del Grosso in un eventuale scambio con Floccari. L’esterno ex Cagliari ha 29 anni e una solida esperienza: 167 presenze in serie A, contratto in scadenza nel 2013. Una valutazione molto più contenuta di altri terzini, ma non può essere considerato una prima scelta. Movimenti con Preziosi. Sera parlato di Mesto, l’attenzione della Lazio si è posata su Luca Antonelli, 23 anni, terzino ex Parma che doveva essere nel 2010 l’erede di Kolarov. L’operazione sfumò perché Lotito e Ghirardi non trovarono l’accordo. Due giorni fa è emersa la candidatura dello svedese Andreas Granqvist, 27 anni, difensore centrale in uscita dal Genoa. Preziosi ha chiesto Juan Pablo Carrizo e potrebbe essere interessato a Matuzalem. Alla Lazio piace il ceco Kucka. Di sicuro, entro il 31 agosto, tra le due società verrà organizzata un’operazione. C’è anche da risolvere la grana Sculli, rimasta in sospeso.
Ancora in sospeso è il brasiliano dello Sporting Lisbona e controllato dalla Traffic. Tare lo ha bloccato e messo in stand-by. Entro pochi giorni decideranno se prenderlo o meno. La Lazio ora è concentrata sul terzino, poi sceglierà il centrale. Da tenere conto che Breno, attualmente in carcere, non verrà abbandonato. Lotito confida nell’appello e pochi giorni fa ha dichiarato che il brasiliano, appena avrà risolto le sue grane, arriverà alla Lazio. Per adesso deve scontare una condanna di quasi quattro anni. Si pensa anche al centrocampista. Il Chievo sera informato sull’uruguaiano Alfaro. Al club biancoceleste piace Perparim Hetemaj, centrocampista finlandese-kosovaro, che Campedelli un mese fa ha rilevato a titolo definitivo dal Brescia.
La Primavera della Lazio ieri mattina ha lasciato Formello per raggiungere il ritiro di Rivisondoli, in Abruzzo. Sul pullman sono saliti tutti i ragazzi tranne uno: Vlad Nicolae Marin, scippato alla società biancoceleste dal Manchester City. Il terzino sinistro romeno, 17 anni compiuti a maggio, lunedì volerà in Inghilterra a meno di ripensamenti e di altri clamorosi colpi di scena. Sino a tre giorni fa si stava allenando con Bollini: nella passata stagione aveva giocato con gli Allievi Nazionali di Inzaghi e sotto età era stato promosso in Primavera per i play off scudetto di Gubbio, dove era stato apprezzato anche da Petkovic, appena ingaggiato da Lotito e tecnico abituato a lanciare i giovani. Onazi e Rozzi, che sono più grandi, se ne sono accorti ad Auronzo. Marin, classe 95, era entrato nella lista dei papabili per il ritiro ma poi era rimasto fuori, come tanti altri, a partire da Keita, stellina arrivata l’anno scorso dal Barcellona. Ma il percorso era disegnato e chiaro, un’autostrada verso il calcio dei grandi. Venerdì mattina Vlad non si è presentato al centro sportivo. Brutto segnale, poco dopo si è capito perché. Un fax ha svelato la verità, ma non si trattava del giocatore e neppure del manager inglese che avrebbe orchestrato l’operazione. Dagli uffici di via Allegri la Federcalcio italiana stava avvertendo la Lazio di una richiesta di transfer pervenuta dalla Federcalcio inglese. Senza contratto, tesserato come giovane di serie, Marin è uno dei tanti talenti del calcio italiano esposti (o affascinati?) dai club stranieri e da una ricchezza precoce. Possono andare via da svincolati, basta riconoscere al club un premio di formazione. Così sta andando anche questa volta.
La fuga ha fatto infuriare i dirigenti biancocelesti, convinti che gli agenti abbiano portato Marin sulla strada della fuga e lo abbiano fomentato sino al punto di tradire la società che lo aveva tesserato quando aveva 11 anni e giocava nelle giovanili del Pomezia. Dopo la scudetto Primavera perso a Gubbio con l’Inter, Vlad era tornato con gli Allievi di Inzaghino per giocare le finali nazionali di Chianciano tra l11 e il 18 giugno. In quella occasione sarebbe stato seguito da Attilio Lombardo, ex campione d’Italia con la Lazio nel Duemila, oggi uno dei principali collaboratori di Roberto Mancini a Manchester. Proprio il famoso Popeye avrebbe avvicinato Marin prospettandogli la possibilità di trasferirsi allAccademy del City e di giocare con la squadra riserve dei campioni d’Inghilterra. Da metà giugno a due giorni fa Marin e il suo manager inglese non avrebbero detto neppure una parola alla Lazio. Come si fa adesso a giustificare la scelta (consentita dal regolamento) in mancanza di un contratto e asserendo di non vedere un progetto tecnico? E può una società mettersi a inseguire un ragazzo di 17 anni, per quanto bravo, come se fosse il nuovo Roberto Carlos? Almeno Macheda prima di accettare con la famiglia l’irresistibile richiamo di Ferguson e del Manchester Utd, avvertì Lotito.
La Lazio si è sentita tradita, spiazzata. Il ds Tare, appena sbarcato a Smirne, ha espresso tutta la sua delusione. «Come fa il ragazzo a sostenere che non esistesse un progetto tecnico? Sotto età, lo avevamo promosso in Primavera e ci credevamo tantissimo. Ma sui contratti siamo chiari, sballano gli equilibri: se lo fai a un ragazzo del 95, poi viene l’altro e ti chiede perché non è stato fatto a lui e così via. Cataldi è di quasi due anni più grande. Sarebbe arrivato anche il tempo di Marin. Ma la verità è che andrebbero cambiate le regole a tutela dei club italiani, bisogna proteggere il patrimonio dei vivai». Storia clamorosa e irritazione forte anche perché la Lazio non si aspettava uno sgarbo simile da Roberto Mancini, che non poteva non sapere. A Formello ieri riflettevano sull’opportunità di chiamarlo o meno per cercare di recuperare, i contatti di venerdì notte con Marin erano stati infruttuosi. Tare con diplomazia molto ha fatto capire. «Nel caso ci fosse dietro il Manchester City, ma non ne abbiamo ancora la certezza, mi sarei aspettato almeno una telefonata da Mancini o dal club. Di solito si fa così. Si chiama e si dice: ci interessa il ragazzo, che cosa volete fare???». Si chiama gentleman agreement ed è strano che Mancini, conosciuto e apprezzato anche per lo stile impeccabile, sia stato indifferente.
Fabrizio Patania - Quanto conta Klose. E quanto sarebbe servito Yilmaz alla Lazio per trovare peso, profondità e gol, completando una squadra senza lo scatto giusto negli ultimi trenta metri. Il turco, vanamente inseguito da Lotito, era dall’altra parte ed è bastato il suo movimento per aprire gli spazi a Elmander e far venire il mal di pancia alla difesa biancoceleste, ancora troppo scoperta nella prima mezzora (decisiva) della partita. Ha vinto il Galatasaray e Petkovic, in questa estate piena di interrogativi, è rimasto di nuovo a digiuno. Tre amichevoli vere, neppure un gol all’attivo, un’altra sconfitta ma ieri sera nella bolgia di Smirne (sessantamila turchi in delirio per l’Imperatore Terim) la Lazio è uscita a testa alta dal campo, ha giocato con coraggio, non è affondata, restando sul pezzo sino al novantesimo. Avrebbe meritato il pareggio e di sicuro ha destato un’impressione diversa, decisamente migliore, rispetto ai ko con Siena e Torino di fine ritiro. Segnali positivi, una crescita, con qualche difetto da registrare e alcuni dubbi da risolvere, il primo relativo al modulo e il secondo alla collocazione di Hernanes, che pure è apparso in progresso. Con il 4-4-2 non c’è posto per il Profeta, con il 4-2-3-1 si arriva poco in porta. Ma il tecnico di Sarajevo ha ancora tutto il tempo per rimediare. La Lazio ha cercato subito di interpretare la partita come chiede il suo nuovo allenatore, provando a riconquistare il pallone nell’altra metà campo, l’avvio è stato complicato, perché nel tentativo di uscire in pressing si aprivano degli spazi enormi e si moltiplicavano gli errori di misura nei passaggi. Nel giro di un quarto dora, seppur in modo confuso e sfruttando soprattutto le sbandate biancocelesti, il Galatasaray ha costruito tre occasioni: Elmander ha colpito il palo toccando un sinistro da fuori di Balta, il diagonale di Altintop è finito sull’esterno della rete, Yilmaz è stato fermato in posizione di fuorigioco davanti a Marchetti. Quando la Lazio ha cominciato a prendere in pugno il gioco, è arrivata l’infilata. Candreva è volato via in contropiede, ma ha atteso troppo per scaricare su Hernanes, niente tiro del brasiliano e pallone perso. Sulla ripartenza del Galatasaray tutta la squadra era piazzata malissimo e con la difesa altissima per Inan è stato un gioco da ragazzi innescare in profondità Elmander. Lo svedese ha atteso l’uscita di Marchetti e ha piazzato in rete sul primo palo, facendo esplodere lo stadio di Smirne.
Petkovic ha provato a correggere l’assetto perché si è accorto che con Hernanes e Floccari davanti la Lazio non sarebbe mai arrivata in porta, troppo schiacciata e compressa, senza profondità, costretta a sbilanciarsi. Dal 4-2-3-1 è passato al 4-1-4-1, così ha arretrato Cana dietro a Ledesma ed Hernanes, Mauri ha cominciato a buttarsi in avanti, producendo almeno una fiammata e due occasioni buone per pareggiare. Innescato dal Profeta, al 37 il pallonetto di Floccari ha colpito la traversa e poi Candreva a porta vuota ha messo fuori. Cinque minuti dopo il sinistro al volo di Mauri non è entrato in rete per pochi centimetri. A ripresa iniziata Petkovic ha tolto Hernanes e ha inserito Zarate, passando al 4-4-2. Floccari, stop e tiro al volo, ha bucato Muslera: gol annullato per fuorigioco dubbio. Subito dopo ci ha riprovato, ma il suo tiro è stato murato. Poi sono entrati anche Klose e Rocchi. Tutti avanti, tridente con Maurito, ma niente pareggio. Prima o poi il gol arriverà. E scoccherà la scintilla.
GALATASARAY (4-1-3-2): Muslera 6; Eboue 6 Kaya 6 Ujfalusi 6 (1' st Nounkeu 6) Balta 5,5; Inan 7 (27' st Kurtulus sv); Altintop 6,5 Baytar 6 (1' st Aydin Yilmaz 6) Colak 6 (18' st Ates sv); Elmander 7 (1' st Bulut 6) Burak Yilmaz 6 (18' st Culio sv). A disp. Riera, Sarioglu, Ceylan. All. Terim 6 LAZIO (4-2-3-1): Marchetti 6; Konko 6 Biava 5,5 Dias 5 Lulic 5,5 (32' st Rocchi sv); Cana 6 (15' st Gonzalez 6) Ledesma 6; Candreva 5,5 (34' Onazi sv) Hernanes 6 (8' st Zarate 5,5) Mauri 5,5 (15' st Cavanda 6); Floccari 6,5 (25' st Klose 6). A disp. Berardi, Carrizo, Scaloni, Zauri, Garrido, Kozak, Alfaro, Rozzi. All. Petkovic 6 ARBITRO: Kestanlioglu di Smirne Guardalinee: Celimli e Savasasan Quarto uomo: Ulusov MARCATORI: 16' pt Elmander (G), AMMONITI: Cana, Lulic (L) NOTE: Spettatori circa 60 mila. Angoli. Recupero: 1' pt, st 5
6 Marchetti - Para su Yilmaz in uscita, ma il turco è in fuorigioco. Anche Elmander arriva da solo in porta e lo batte. Poi non deve più intervenire.
6 Konko - Della linea difensiva sembra il più rapido ed efficace. Finisce da terzino sinistro e va meglio di Lulic.
5,5 Biava - Serata durissima con Yilmaz ed Elmander, ma il vecchio Peppino ci mette lorgoglio e resiste.
5 Dias - E fuori posizione, si fa sorprendere sul lancio filtrante di Inan che manda in porta Elmander. Più attento e corposo nella ripresa.
5,5 Lulic - Da terzino non convince, entra in affanno e regala diversi palloni ai turchi. Non ha la possibilità di far valere la sua progressione. Petkovic, nel finale, lo riporta più avanti.
6 Cana - Ritrova da ex il Galatasaray. Becca quasi subito un giallo per un intervento in scivolata, ma l’albanese serve per proteggere una difesa spesso scoperta.
6 Gonzalez – L’ingresso dell’uruguaiano regala cambio di passo e dinamismo alla linea mediana.
6 Cavanda - Entra con personalità e si batte, dimostrando di poterci stare. Se si mantiene così, può essere un’alternativa.
6 Klose - Petkovic gli concede gli ultimi venti minuti. Il tedesco aiuta la Lazio a venire fuori con personalità nel finale.
6 Ledesma - E votato a garantire l’equilibrio, ma uscendo così tanto in pressing diventa un’impresa anche per lui. Nella ripresa, quando la squadra si assesta, riprende in pugno il centrocampo.
5,5 Candreva - Nel primo tempo, forse per l’eccessiva frenesia e la voglia di spaccare il mondo, si divora un gol e non capitalizza come potrebbe diversi altri palloni. E uno dei più brillanti, deve e può incidere in misura maggiore.
6 Hernanes - Segnali di Profeta. Da trequartista, tocca con eleganza, pennella l’assist a Floccari. Meglio rispetto al Circeo, ma davanti non può essere considerato una seconda punta.
5,5 Zarate - Sta bene e si vede, entra con la voglia di cambiare la partita e non ci riesce. Gioca con poca tranquillità, non riesce a trovare il colpo giusto. Quando vede Klose, si galvanizza. Presto, forse, giocheranno in coppia.
5,5 Mauri - Parte esterno largo a sinistra, combina le cose più interessanti quando ha la forza per accentrarsi ed entrare in area. Finisce esausto.
6,5 Floccari - Petkovic lo lancia titolare, forse lo preferisce come vice Klose a Kozak. Alla resa dei conti è il più pericoloso della Lazio: una traversa e un gol annullato per fuorigioco dubbio.
6 Petkovic (all.) - Si comincia a vedere la Lazio. Deve finire di registrare la difesa e deve soprattutto ritrovare il gol. In attacco gli toccheranno scelte dolorose di modulo e di uomini.
Non è bastato l’ingresso di Klose, negli ultimi venti minuti, per trovare il gol e il pareggio che la Lazio avrebbe meritato. Ma è stato sufficiente l’ingresso del centravanti tedesco per scuotere tutta la squadra biancoceleste, che ha raddoppiato gli sforzi e ha avuto la forza per chiudere il Galatasaray nella propria area di rigore. Petkovic sta accelerando l’inserimento del tedesco. gettato nella mischia anche se si sta allenando da appena una settimana. Manca il gol alla Lazio, il motore comincia a girare, ora serve la scintilla per acquistare entusiasmo e non fermarsi più. S’è visto bene cosa è successo quando è entrato Klose. Lulic si è rovesciato in avanti, Gonzalez spingeva con la protezione di Ledesma, anche Onazi sè spinto in attacco e con Rocchi il nuovo allenatore della Lazio ha provato a disegnare un tridente. Soddisfatto Petkovic, anche se la difesa è da registrare. «Abbiamo sofferto l’inizio della partita. Può succedere con una squadra forte e di esperienza come il Galatasaray. Quando abbiamo ripreso in mano il gioco, è arrivato un gol stupido. Una squadra come la nostra non può permetterselo. Dobbiamo cercare di metterci al riparo da certe ingenuità e prendersi le responsabilità. Tuttavia sono molto contento per come la Lazio ha reagito e ha tenuto la partita sino in fondo, creando diverse occasioni. Ci è mancato ancora il gol, purtroppo, anche questa è una costante. Si vede che in allenamento dovremo esercitarci di più al tiro. Certi palloni devono finire in rete». Ha ritoccato più volte il modulo, con il 4-2-3-1 di partenza mancava profondità in attacco: «Devo guardare agli uomini che ho a disposizione. Questo modulo rende la squadra più compatta, quando avremo anche le gambe meno pesanti scorrerà meglio la manovra offensiva».
Tornava in Turchia dopo un anno e ritrovava da ex il Galatasaray. Petkovic lo ha piazzato davanti alla difesa in coppia con Ledesma. L’albanese ha promosso la squadra biancoceleste: «L’importante adesso è parlare della Lazio, non del mio ritorno qui. Era la prima sfida per vedere a che punto siamo, abbiamo giocato una buona partita contro un avversario di grande livello». Cana ha ammesso che qualcosa non ha funzionato nei primi venti minuti: «L’inizio è stato difficile, ma poi ci siamo ritrovati, abbiamo controllato bene la partita, trovando buone opportunità. Purtroppo ci è mancato il gol per agguantare il pareggio». E arrivata a Smirne la terza sconfitta dopo i ko di Auronzo con Siena e Torino, ma questa ha avuto un sapore totalmente diverso. La Lazio ha saputo reagire, non è affondata di fronte alle rapide folate dei turchi, è rientrata lentamente in partita e avrebbe meritato il pareggio. C’è tempo per trovare l’assetto ideale e metabolizzare il gioco imposto da Petkovic, che chiede di attaccare e di andare a cercare il pallone con coraggio nell’altra metà campo. «Abbiamo perso ma siamo rimasti contenti di questa amichevole. Dobbiamo recuperare fisicamente, il tempo ci consentirà di migliorare. Stiamo trovando fiducia. Oggi era importante essere presenti con la testa e quello c’è stato. Più andremo avanti, meglio sarà» ha osservato Cana, convinto che il mese di agosto permetterà al nuovo tecnico e al gruppo di presentarsi al top per l’inizio del campionato: «E la stessa Lazio della passata stagione, abbiamo cambiato il modulo, stiamo trovando le giuste posizioni. Dobbiamo migliorare nelle situazioni difensive, perché abbiamo preso gol evitabili».