Autore Topic: La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87  (Letto 7166 volte)

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Mazzola

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #40 : Martedì 31 Luglio 2012, 23:14:40 »
Molti erano giovani: Gregucci, Camolese, Brunetti, Esposito (pure se pareva mi' nonno), Sgarbossa...Mi pare strano avessero solo 1 anno di contratto...
Poi c'era Terraneo poi finito al Lecce. 1 solo pure un glorioso portiere come lui proveniente dal Milan?
Boh.
Chi ci poteva essere col contratto a scadenza 30 giugno 1987?
Podavini? Poli che era già alla fine del secondo anno di Lazio? Marino arrivato solo a ottobre?
Se Mazzola ricostruisce, monumento equestre a Piazza della Libertà...

Prima cosa: anche nel 1987 avevamo Alfaro.
Triennale a Nigro a 50 milioni l'anno....   :o




Poli viene ceduto l'ultimo giorno di mercato (leggo in prestito).
Fino a quel momento era l'acquisto più costoso della storia della Lazio.
Svincolati Ielpo Magnocavallo Filisetti.


Terraneo prima di Lazio Campobasso.


Dopo Lazio-Campobasso.

PS niente monumento equestre, sappiamo cosa succede alla statue...  ;D

neweagle

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #41 : Martedì 31 Luglio 2012, 23:58:42 »
mica ho capito. va bene il discorso sul raccontare tutta la Storia della Lazio e non solo sempre gli stessi momenti, ma non credo sia necessario far diventare quei giocatori gente che ha cominciato ad acchittarsi partite, smesso di giocare a febbraio, che non volevano giocare il 5 luglio e pronti a scappare se fossimo retrocessi. Quell'anno la Lazio, quei Giocatori e il loro Allenatore hanno rotto il culo alla Storia e agli Dei. Punto. E noi dobbiamo difendere la Lazio per tutte quelle volte che proveranno a darcene 20.

Teo

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #42 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 00:09:59 »
mica ho capito. va bene il discorso sul raccontare tutta la Storia della Lazio e non solo sempre gli stessi momenti, ma non credo sia necessario far diventare quei giocatori gente che ha cominciato ad acchittarsi partite, smesso di giocare a febbraio, che non volevano giocare il 5 luglio e pronti a scappare se fossimo retrocessi. Quell'anno la Lazio, quei Giocatori e il loro Allenatore hanno rotto il culo alla Storia e agli Dei. Punto. E noi dobbiamo difendere la Lazio per tutte quelle volte che proveranno a darcene 20.

Io vorrei ricordare quello che ricordo e che accadde veramente, non la mitizzazione, o demitizzazione, operata dai soliti noti che non si ricordano una mazza.

Quando abbiamo perduto lo scudetto nel 98/99 sentivo sempre dire: "sì, tutto bello, però 'sta squadra non scalla er còre, ao stadio spesso ce stanno i vuoti, invece nerzettantaguattroeravamosempreottantamila..." Media spettatori del 98/99, cinquantatrémila e rotti, media del 74, 49.000 circa.

La storia non me la faccio raccontare da chi non la conosce. Me la faccio raccontare da Mazzola, non da Greco. Quella stagione è ridotta alle sassate contro i pullman. Basta, per carità di Dio.

Offline hidalgo

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La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #43 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 00:45:50 »
La mia visione del calcio e della Lazio e' molto più romantica che asettica.
E' per questo che ho amato ed amo quella squadra.
Io di anni ne avevo 22 allora e ricordo di averla vissuta con passione e trepidazione quella storia. Con timori e paure. Pullman per Napoli (incendiati) compresi.
Come la maggior parte di chi c'era.
Certo, e' difficile far capire ai giovani che hanno vissuto i fasti cragnottiani che andare

POMATA

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #44 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 00:47:49 »
Solo una cosa Teo, con Lotito stiamo ben al di sopra dell'epoca Calleriana. Di molto.

Offline hidalgo

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La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #45 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 00:48:41 »
(partito invio)
in c a avrebbe significato il fallimento e la scomparsa.
In questa ottica l'impresa a mio parere fu grande.
E degna di essere ricordata. Senza miti.
Ma degnamente ricordata.

Mazzola

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #46 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 01:33:04 »
mica ho capito. va bene il discorso sul raccontare tutta la Storia della Lazio e non solo sempre gli stessi momenti, ma non credo sia necessario far diventare quei giocatori gente che ha cominciato ad acchittarsi partite, smesso di giocare a febbraio, che non volevano giocare il 5 luglio e pronti a scappare se fossimo retrocessi. Quell'anno la Lazio, quei Giocatori e il loro Allenatore hanno rotto il culo alla Storia e agli Dei. Punto. E noi dobbiamo difendere la Lazio per tutte quelle volte che proveranno a darcene 20.

Qualcuno ha parlato di partite acchittate o di campionato finito a febbraio ?

Allora cominciamo a mettere i puntini sulle i.

E' stata un'impresa.

Basta soltanto dire che il Cagliari penalizzato di 5 punti è sempre stato all'ultimo posto e lì è rimasto.
L'Udinese con 9 punti di penalizzazione è retrocessa dalla serie A.
Non ti salvi solo perchè ti chiami Lazio (o vieni promosso solo perchè ti chiami Salerno).
Ok ? Ci siamo ?
Detto questo, ci siamo complicati la vita da soli.
Probabilmente c'è stato un "rilassamento" fisico ma anche (e forse più) mentale.
A dicembre dopo la vittoria di Cagliari la classifica era questa:



In tre mesi e mezzo, in quindici partite, quindi prima della fine del girone d'andata, eravamo tornati nel gruppo, diciamo pure "salvi".
Nelle restanti quattro partite d'andata avremmo fatto 5 punti (2 vittorie 1 pareggio 1 sconfitta).
Probabilmente abbiamo fatto come il ciclista che staccato dal gruppo di testa, scatta tiene un ritmo più alto del normale, raggiunge il gruppo, ma poi paga lo sforzo fatto.
Nelle ultime 9 partite facemmo solo 6 punti.
E da dicembre (vittoria a Cagliari) a giugno non vincemmo più in trasferta, 4 pareggi e 7 sconfitte. Poco se ti vuoi salvare, è poco.

Da lì siamo arrivati a Dal Bianco che sembrava Jascin, o noi o loro, quanto manca ? 8 minuti e il gol di punta di Fiorini su ciccata di Lucchetti e tiro sballato di Podavini che finiva sulla bandierina con successivi infarti in Monte Mario.
Il Cagliari era già retrocesso, dovevamo battere per forza il Lanerossi che avremmo scavalcato e siamo a due.
C'erano il Cesena in casa con il Catania e il Genoa a Taranto in lotta per la A.
Almeno una se non tutte e due vince (ci bastava pure il pareggio del Genoa) e siamo a tre retrocesse. Il Catania regolare.
Ne manca una tra Campobasso e Samb che invece con due partite balneari...una si salva e una va allo spareggio.
[Se c'è qualche statistico mi piacerebbe sapere quante volte la Sambenedettese aveva segnato, fino a quel momento, 4 gol in trasferta...]
E invece di una salvezza "tranquilla" e meritata devi giocare fino a luglio.

Spareggi. Napoli. Bell'ambientino.
Perdiamo la prima (gol in fuorigioco tutto quello che volete...), la seconda pareggiano, siamo costretti a vincere per forza.
Boito si mangia un gol, Poli di testa su cross (di esterno) di Piscedda, il pallone che rientra in campo oddio avremo segnato ? ultimi minuti il portiere Bianchi in area di rigore, Camolese che non si accorge che la porta è vuota...

La Lazio è salva ! Io corro ad abbracciarli !

Il "mito" dipende da questo, dall'essere arrivati appesi ad uno strapiombo con uno di sopra che ci dava i calci sulle mani per farci precipitare, quando invece ci potevamo salvare in maniera più "tranquilla".

Che non sia stato tutto rose e fiori lo dimostra l'intervista a Terraneo sulle "critiche feroci".
Terraneo che sarebbe stato ceduto subito dopo (ma la Lazio già cercava un altro portiere) per prendere Martina.
34 anni, fermo per infortunio da un anno e mezzo.
Ci sarà stato un motivo o no ?

neweagle

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #47 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 07:53:21 »
Io vorrei ricordare quello che ricordo e che accadde veramente, non la mitizzazione, o demitizzazione, operata dai soliti noti che non si ricordano una mazza.

Quando abbiamo perduto lo scudetto nel 98/99 sentivo sempre dire: "sì, tutto bello, però 'sta squadra non scalla er còre, ao stadio spesso ce stanno i vuoti, invece nerzettantaguattroeravamosempreottantamila..." Media spettatori del 98/99, cinquantatrémila e rotti, media del 74, 49.000 circa.

La storia non me la faccio raccontare da chi non la conosce. Me la faccio raccontare da Mazzola, non da Greco. Quella stagione è ridotta alle sassate contro i pullman. Basta, per carità di Dio.
Se il discorso diventa su come vada raccontata la Storia della Lazio però bisogna mettere al centro la Storia della Lazio e non raccontarla in reazione ai "soliti noti che non si ricordano una mazza", ma neanche basandosi sulle cose dette dai "soliti noti" che la raccontavano allora.

Diciamoci la verità, il presente e il passato della Lazio vengono venduti da "barattatori", sempre gli stessi, da troppo tempo. Capisco benissimo che spesso possano scattare reazioni ma quella che non deve andarci di mezzo è la Lazio, il suo presente e la sua storia.

rimango sempre dell'idea che per raccontare la Lazio basti un Almanacco Panini e un Laziale accanto che ti racconta, l'almanacco Panini grazie a Dio continua ad uscire tutti gli anni, i Laziali sono sempre più difficili da trovare. 

Offline chinaglia

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Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #48 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 07:57:47 »
Certo Greco un pm a Mazzola per chiedergli i ritagli (a parte quello del biglietto di Lazio-Vicenza) poteva pure mandarglielo...

neweagle

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #49 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 08:17:12 »
Qualcuno ha parlato di partite acchittate o di campionato finito a febbraio ?

Allora cominciamo a mettere i puntini sulle i.

E' stata un'impresa.

Basta soltanto dire che il Cagliari penalizzato di 5 punti è sempre stato all'ultimo posto e lì è rimasto.
L'Udinese con 9 punti di penalizzazione è retrocessa dalla serie A.
Non ti salvi solo perchè ti chiami Lazio (o vieni promosso solo perchè ti chiami Salerno).
Ok ? Ci siamo ?
Detto questo, ci siamo complicati la vita da soli.
Probabilmente c'è stato un "rilassamento" fisico ma anche (e forse più) mentale.
A dicembre dopo la vittoria di Cagliari la classifica era questa:



In tre mesi e mezzo, in quindici partite, quindi prima della fine del girone d'andata, eravamo tornati nel gruppo, diciamo pure "salvi".
Nelle restanti quattro partite d'andata avremmo fatto 5 punti (2 vittorie 1 pareggio 1 sconfitta).
Probabilmente abbiamo fatto come il ciclista che staccato dal gruppo di testa, scatta tiene un ritmo più alto del normale, raggiunge il gruppo, ma poi paga lo sforzo fatto.
Nelle ultime 9 partite facemmo solo 6 punti.
E da dicembre (vittoria a Cagliari) a giugno non vincemmo più in trasferta, 4 pareggi e 7 sconfitte. Poco se ti vuoi salvare, è poco.

Da lì siamo arrivati a Dal Bianco che sembrava Jascin, o noi o loro, quanto manca ? 8 minuti e il gol di punta di Fiorini su ciccata di Lucchetti e tiro sballato di Podavini che finiva sulla bandierina con successivi infarti in Monte Mario.
Il Cagliari era già retrocesso, dovevamo battere per forza il Lanerossi che avremmo scavalcato e siamo a due.
C'erano il Cesena in casa con il Catania e il Genoa a Taranto in lotta per la A.
Almeno una se non tutte e due vince (ci bastava pure il pareggio del Genoa) e siamo a tre retrocesse. Il Catania regolare.
Ne manca una tra Campobasso e Samb che invece con due partite balneari...una si salva e una va allo spareggio.
[Se c'è qualche statistico mi piacerebbe sapere quante volte la Sambenedettese aveva segnato, fino a quel momento, 4 gol in trasferta...]
E invece di una salvezza "tranquilla" e meritata devi giocare fino a luglio.

Spareggi. Napoli. Bell'ambientino.
Perdiamo la prima (gol in fuorigioco tutto quello che volete...), la seconda pareggiano, siamo costretti a vincere per forza.
Boito si mangia un gol, Poli di testa su cross (di esterno) di Piscedda, il pallone che rientra in campo oddio avremo segnato ? ultimi minuti il portiere Bianchi in area di rigore, Camolese che non si accorge che la porta è vuota...

La Lazio è salva ! Io corro ad abbracciarli !

Il "mito" dipende da questo, dall'essere arrivati appesi ad uno strapiombo con uno di sopra che ci dava i calci sulle mani per farci precipitare, quando invece ci potevamo salvare in maniera più "tranquilla".

Che non sia stato tutto rose e fiori lo dimostra l'intervista a Terraneo sulle "critiche feroci".
Terraneo che sarebbe stato ceduto subito dopo (ma la Lazio già cercava un altro portiere) per prendere Martina.
34 anni, fermo per infortunio da un anno e mezzo.
Ci sarà stato un motivo o no ?
Mazzola è tutto molto semplice, quella squadra partì benissimo, colpo gobbo a parte, e giocava benissimo,  poi semplicemente ad un certo punto della stagione scoppiò, perchè le squadre di calcio ad un certo punto della stagione scoppiano sempre, e da squadra scoppiata continuò comunque ad andare avanti e si salvò.

Avremmo potuto salvarci in maniera più "tranquilla" dici, non credo. Il valore di quella squadra complessivamente era quello, non aveva i mezzi per ammazzare il campionato e chi a un certo punto parlava di missione compiuta già quando eri arrivato ad avere  4 squadre sotto o addirittura di Serie A sbagliava.

Non facciamogli scontare la nostra incompetenza (intesa come incapacità di comprendere a pieno le potenzialità e le difficoltà di una squadra di Calcio) quando raccontiamo di loro.

Offline chinaglia

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Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #50 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 11:26:37 »
A memoria ricordo che Fiorini partì per il ritiro successivo e poi fu ceduto.

Quell'estate dopo gli spareggi ero a Serramazzoni. Ricordo Giuliano Fiorini che si allenava con la Lazio con una maglia con l'aquila stilizzata e la scritta "Seleco" coperta da una pecetta bianca (!!!). Parlai spesso con lui e il suo essere in ritiro era motivato solo dalla riconoscenza della società che lo fece allenare, ma sapeva perfettamente che la sua avventura in biancoceleste era finita, e poco dopo finì al neonato Venezia-Mestre zampariniano.
Cuiriosità: ospite di quel ritiro della Lazio fu anche Beppe Dossena, che aveva chiuso il contratto col Toro e che era prossimo a firmare con noi, ma poi finì all'Udinese, sempre in B.

Mazzola

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #51 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 12:06:05 »
Mazzola è tutto molto semplice, quella squadra partì benissimo, colpo gobbo a parte, e giocava benissimo,  poi semplicemente ad un certo punto della stagione scoppiò, perchè le squadre di calcio ad un certo punto della stagione scoppiano sempre, e da squadra scoppiata continuò comunque ad andare avanti e si salvò.

Avremmo potuto salvarci in maniera più "tranquilla" dici, non credo. Il valore di quella squadra complessivamente era quello, non aveva i mezzi per ammazzare il campionato e chi a un certo punto parlava di missione compiuta già quando eri arrivato ad avere  4 squadre sotto o addirittura di Serie A sbagliava.

Non facciamogli scontare la nostra incompetenza (intesa come incapacità di comprendere a pieno le potenzialità e le difficoltà di una squadra di Calcio) quando raccontiamo di loro.

L'errore da evitare era quello di partire a testa bassa per cercare di recuperare prima possibile la penalizzazione.
Perchè prima ti rilassi e poi scoppi. Che è esattamente quello che è successo.
E già se pensi a questo, al girone di ritorno altanelante (come viene anche ricordato nel libro) già bisogna prendere atto che il "manipolo di eroi" non era poi così eroico in campionato.
Fiorini e Poli poi fanno la "differenza".

Il valore della squadra.
Terraneo Marino Acerbis Caso Pin Fiorini Poli.
Era tutta gente "da serie A". Senza contare i vari Podavini Magnocavallo ecc
Rispetto alle altre in lotta eravamo nettamente superiori.
E' chiaro che se il tuo trio d'attacco segna 7 6 e 4 (+1) totale 17 cioè uno in meno di Garlini da solo nel desolante campionato dell'anno prima, qualche problema te lo crea.
L'anno dopo stesso discorso, Martina Beruatto Marino Acerbis Caso Muro Pin Monelli Galderisi per la B era uno "squadrone". Eppure sei stato promosso solo come quarto (ultimo posto disponibile grazie all'aumento delle squadre promosse) grazie al pareggio di Monelli a Catanzaro.
Salvezza tranquilla ? "Bastava" un gol nel primo tempo uno nel secondo e che Bari e Messina avessero fatto il loro dovere e non c'erano spareggi. Senza considerare neanche i punti persi nelle ultime giornate e senza arrivare a 8 minuti dal baratro con persone che si sono sentite male.

Non c'è una verità assoluta.
Se un giorno mia figlia mi chiederà del meno 9, gliela racconterò anche io come una Banda con l'aquila sul petto e la Lazio tatuata sulla pelle, uno per tutti tutti per uno.
E va bene perchè "ci può stare".
Ma dentro di me e per come me lo ricordo, so che non è stato così.

E' come per Terraneo. Ho letto questo

e ho pensato ...non me lo ricordo così. Non mi ricordo solidità e tranquillità.



Mazzola

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #52 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 12:23:20 »
Avevo la stessa età di Mandelli.
Anzi sono piu "vecchio" di un mese.

neweagle

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #53 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 12:45:27 »
L'errore da evitare era quello di partire a testa bassa per cercare di recuperare prima possibile la penalizzazione.
Perchè prima ti rilassi e poi scoppi. Che è esattamente quello che è successo.
E già se pensi a questo, al girone di ritorno altanelante (come viene anche ricordato nel libro) già bisogna prendere atto che il "manipolo di eroi" non era poi così eroico in campionato.
Fiorini e Poli poi fanno la "differenza".

Il valore della squadra.
Terraneo Marino Acerbis Caso Pin Fiorini Poli.
Era tutta gente "da serie A". Senza contare i vari Podavini Magnocavallo ecc
Rispetto alle altre in lotta eravamo nettamente superiori.
E' chiaro che se il tuo trio d'attacco segna 7 6 e 4 (+1) totale 17 cioè uno in meno di Garlini da solo nel desolante campionato dell'anno prima, qualche problema te lo crea.
L'anno dopo stesso discorso, Martina Beruatto Marino Acerbis Caso Muro Pin Monelli Galderisi per la B era uno "squadrone". Eppure sei stato promosso solo come quarto (ultimo posto disponibile grazie all'aumento delle squadre promosse) grazie al pareggio di Monelli a Catanzaro.
Salvezza tranquilla ? "Bastava" un gol nel primo tempo uno nel secondo e che Bari e Messina avessero fatto il loro dovere e non c'erano spareggi. Senza considerare neanche i punti persi nelle ultime giornate e senza arrivare a 8 minuti dal baratro con persone che si sono sentite male.

Non c'è una verità assoluta.
Se un giorno mia figlia mi chiederà del meno 9, gliela racconterò anche io come una Banda con l'aquila sul petto e la Lazio tatuata sulla pelle, uno per tutti tutti per uno.
E va bene perchè "ci può stare".
Ma dentro di me e per come me lo ricordo, so che non è stato così.

E' come per Terraneo. Ho letto questo

e ho pensato ...non me lo ricordo così. Non mi ricordo solidità e tranquillità.
Potremmo parlarne per ore Mazzola di quel campionato.
L'anno prima facemmo 36 punti, quell'anno 42 e l'anno dopo 47.
I 42 punti sono così suddivisi 16 nelle prime 13, 15 nelle seconde 13 e 11 nelle ultime 12 (13 nelle ultime 13).

La prima ha chiuso a 44 e le terze a 43, solo dieci punti di distacco tra gli spareggi per salire e quelli per scendere. Un campionato livellatissimo, tosto, basti pensare che nel Vicenza retrocesso giocavano gente come Fortunato, Nicolini e Savino e nel Taranto che chiuse a 33 con noi Maiellaro e De Vitis.
Non era assolutamente facile fare più di 42 punti complessivamente nemmeno partendo alla pari con le altre, figuariamoci partendo da -9.
Dovevamo per forza partire in quel modo, non cerano alternative, rimanere affossati sotto avrebbe provocato una depressione assassina, dove i gufi e gli avvoltoi che da sempre si aggirano intorno alla Lazio avrebbero avuto vita facile per farci sparire.
Giocavamo bene, dietro c'era gente seria, a centrocampo Pin Caso Acerbis e Poli (ma anche Camolese), andavano una meraviglia ma davanti Mandelli e Fiorini non giravano.
Fascetti non li mandava all'impazzata in avanti, anzi, ma capì da subito che quella squadra poteva salvarsi giocando un bel Calcio in maniera attenta e ragionata.

il - 9 non pesava solo sulla classifica ma su tutto, venivamo da una stagione scadente e deprimente, non era assolutamente scontato salvarsi. a tratti giocammo un calcio bellissimo ma sicuramente non era pensabile che potessimo giocarlo per tutta la stagione e ricordo che guardando il calendario alla fine e vedendo che dovevamo giocare contro Genoa Lecce Pisa (in lotta per la A) e il Vicenza in lotta per non retrocedere non ero sicuro per niente.
Sicuramente il passaggio a vuoto delle due sconfitte consecutive (Triestina e Arezzo) complicò tutto ma in un campionato è nell'ordine delle cose  perdere due partite di seguito.

Forse alcuni aspetti vanno sicuramente smitizzati (i purman incendiati e le sassate anche perchè  Geddy ne prese una in testa sul treno al ritorno) ma non va assolutamente ridimensionata l'impresa.

corriamo tutti un rischio semplice: i barattari mitizzano e allora scatta l'ansia di smitizzare.
i barattari smitizzano e scatta l'ansia di mitizzare.
Stiamoci attenti.

Offline cuchillo

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Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #54 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 14:48:28 »
Complimenti al grandissimo lavoro di Mazzola.

Quindi, mi par di capire che in scadenza di contratto ci fossero solo Ielpo, Filisetti, Magnocavallo e Fiorini, giusto?
Vabbé dai, non parliamo di 8 elementi che potevano mettere a repentaglio le tenzoni con Taranto e Campobasso.

Terraneo fece il fenomeno nel girone di Coppa Italia agostano. Ricordo un pareggio a Vicenza (1 a 1) dove sfoderò grandi parate.
Per il resto, ricordo un campionato di ordinaria amministrazione. Né partite salvati coi suoi miracoli né errori clamorosi, se si esclude la sciagurata trasferta di Pisa in cui ne combinò più di Carlo in Francia...
Se vi ricordate bene, sembrava quasi sicura la presenza di Ielpo contro il Vicenza...Poi Fascetti confermò il veterano portiere brianzolo.

Martina fece meglio. Aldilà di quando perse la brocca a Padova.
Per me, il portiere di Sarajevo era più forte di Terraneo...Fece la differenza, altroché...
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Mazzola

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #55 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 15:36:08 »
Grazie...

Va benissimo la "mitizzazione".
Solo che per quanto riguarda il 1974 mi devo accontentare di quello che viene raccontato, nel 1987 c'ero ed il "distributore automatico di pollici" può fare quello che vuole. Dovrebbe solo informarsi prima.
Se la dovessi raccontare la racconterei anche io come la Banda ecc...
Ma so che non è andata così.
E' una versione che va bene per i ragazzini di oggi e per il "distributore" di cui sopra.

Offline Domizio

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Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #56 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 16:33:04 »
Leggetevi pure l'editoriale di una firma importante alla vigilia della conclusione degli spareggi, che ci cala un po' più genuinamente nel clima di quei giorni:

(E dovrà pur finire la serie nera, o no? Trattati da ladri, corrotti, corruttori, violenti e pure fascisti, retrocessi, penalizzati, spernacchiati i laziali sono al punto più difficile della loro storia)

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/07/05/la-verita-in-novanta-minuti.html

Teo

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #57 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 17:08:08 »
E' una versione che va bene per i ragazzini di oggi e per il "distributore" di cui sopra.

Appunto.

Che è successo nell'86/87? I sassi sui purmi...

Vabbè, ma che la stagione è cominciata a luglio? Che è successo prima? Brunetti che arriva a Gubbio con la sacca in spalla, tipo militare, a piedi, e chiede ai - pochissimi - tifosi presenti se qualcuno sa dov'è il ritiro della Lazio... Questo non merita di entrare, ad esempio, nell'iconografìa? E Fiorini, che qualcuno era talmente felice dopo il suo gol che penetrò negli spogliatoi e si tenne il suo portafogli per ricordo?

Macché: i sassi sui purmi...

ThomasDoll

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #58 : Mercoledì 1 Agosto 2012, 23:28:22 »
Di quella Lazio il mio ricordo più bello è l'età che avevo.
All'inferno e ritorno, prima in estate, poi a fine campionato. Certo, l'emozione, i nervi, come no. Ma è stato il volo più basso della nostra storia, anche se l'avvilimento dell'anno prima è difficile da dimenticare, avranno ricordi belli giusto Salafia e Zaccagna. Non fu un'impresa, o forse sì. Ma ce ne sono state tante infinitamente più grandi. Non vale neanche il ricordo di quando sfuggimmo alla morte certa: la Lazio non sarebbe morta comunque.
Resto convinto che il bello di quella Lazio sia stata la nostra gioventù. Ma resto grato a Fascetti, e amo ancora il povero Fiorini e Fabio Poli come fratelli. Forse è questo. Che per noi è stato importante perché era la Lazio, e quello era il presente per cui si lottava tutti insieme, almeno quelli che ci sono sempre. E perciò poi non te ne dimentichi, è come se non ci fosse differenza con la Lazio di tredici anni prima o con quella di tredici anni dopo.

geddy

Re:La banda del meno nove, l'incredibile avventura della Lazio 1986-87
« Risposta #59 : Giovedì 2 Agosto 2012, 00:07:12 »
Appunto.

Che è successo nell'86/87? I sassi sui purmi...

Vabbè, ma che la stagione è cominciata a luglio? Che è successo prima? Brunetti che arriva a Gubbio con la sacca in spalla, tipo militare, a piedi, e chiede ai - pochissimi - tifosi presenti se qualcuno sa dov'è il ritiro della Lazio... Questo non merita di entrare, ad esempio, nell'iconografìa? E Fiorini, che qualcuno era talmente felice dopo il suo gol che penetrò negli spogliatoi e si tenne il suo portafogli per ricordo?

Macché: i sassi sui purmi...
Chissà perchè mi è venuto in mente l'inizio di Rambo leggendo di Brunetti. Che, giova ricordarlo, non è nel mito come Poli e FIorini solo perchè il tiro più bello della sua carriera invece che all'incrocio è finito sulla traversa. Peccato. Eppure un po di bene gli si vuole lo stesso.