Autore Topic: La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)  (Letto 4154 volte)

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Offline Arkham

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La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« : Giovedì 19 Luglio 2012, 10:13:28 »
Era il tempo del Napoli Soccer e della Florentia Viola.
Era il tempo degli aumenti di capitale, degli avvoltoi, dei voltagabbana, degli appelli disperati, dell'ignobile banca.
Era il tempo della rabbia e dell'incredulità, raramente, quasi mai, quello della rassegnazione.
Era il tempo dell'orgoglio, della rivendicazione, del coraggio, della gente che mostrava il petto al nemico, che sfidava lupi e iene con l'acquolina in bocca.
Era il tempo dell'esodo, della smobilitazione, della sensazione di pagare troopo caro il lusso che avevamo vissuto.
Era il tempo in cui una coppa vicinissima sembrava lontanissima, in cui i punti di riferimento ci lasciavano soli, in cui la notte sembrava anche per un popolo abituato ad averne di lunghissime, davvero interminabile.
Ma come 112 anni fa, come oggi e come sarà sempre, era il tempo della S.S.LAZIO 1900.

La Storia sceglieva di continuare un cammino ultrasecolare.
L'aquila volava ancora, più in alto dei corvi, degli avvoltoi, delle iene.
E dei lupi, condannati ad abbassare la testa, per non vederla ancora volteggiare in cielo.


Con il cielo per bandiera. Sempre.

 :band1: :band2: :band8: :band2: :band5:
-Che confusione!
-Sarà perchè ti amo!

zorba

Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #1 : Giovedì 19 Luglio 2012, 10:18:18 »
Possiamo dire grazie anche a lui?!?


Offline Arkham

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #2 : Giovedì 19 Luglio 2012, 10:20:48 »
Possiamo dire grazie anche a lui?!?



Certo che puoi farlo. Anzi devi.
Ma devi ricordarti sempre che lui non è l'aquila.
L'aquila c'era prima di lui, ci sarà anche dopo.
La Lazio è Sempre, come nessuno di noi può esserlo.
-Che confusione!
-Sarà perchè ti amo!

Offline cuchillo

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #3 : Giovedì 19 Luglio 2012, 11:17:23 »
Di quel 19 luglio 2004 - data che ogni laziale dovrebbe ricordare, come il 12 maggio 1974, il 14 maggio 2000, il 27 agosto 1999 - una cosa, in particolare, mi è rimasta impressa: Simone Inzaghi festante e saltellante davanti alla Curva Nord, in mezzo ai tifosi.
Non sono mai circolate foto (o almeno io non le ho mai viste), ma per come me l'hanno raccontata, è stata un'incursione assolutamente spontanea, senza preavviso, di cuore.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

CiPpiripi

Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #4 : Giovedì 19 Luglio 2012, 11:22:44 »
chissa se Olympia in fondo non ce l'abbia voluto ricordare ieri sera.  :)

Offline matador72

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #5 : Giovedì 19 Luglio 2012, 11:22:58 »
Una data importantissima nella nostra storia, una data che significa 112 anni di storia, storia VERA senza dover ricomprare titoli sportivi, simboli, colori e palmares.
Grazie ancora!!!!

Teo

Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #6 : Giovedì 19 Luglio 2012, 11:32:58 »
Rimango sempre convintissimo del fatto che il vero salvataggio della Lazio avvenne nel gennaio (mese fatale nella nostra storia...) del 2003, quando le sorti della Lazio furono sganciate da quelle del Dottore.

Tuttavia, non era per niente scontato che dopo la fase di traghettamento si trovasse una soluzione degna della Lazio. C'era chi auspicava, a torto come si è visto, il lodo Petrucci, che a fronte della cancellazione della nostra data di nascita e di almeno un anno di serie B, non avrebbe probabilmente garantito un futuro migliore di quello che abbiamo vissuto: ricordo sempre, tra i fautori di questa soluzione, il D'Amico Vincenzo. E c'era la soluzione Tulli, sponsorizzata dal "lungimirante" 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)', personaggio il primo che dopo due sparatine iniziali si è dimostrato molto poco all'altezza di un club di C1, figurarsi cosa avrebbe combinato con la Lazio.

C'è andata bene perché il nostro stellone, che abbiamo costruito in un secolo di storia, ci ha assistiti ancora una volta. Si spera che non capiti mai più di sfidarlo in maniera così estrema.

Offline Rupert

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #7 : Giovedì 19 Luglio 2012, 11:47:48 »
NON MORIREMO MAI!
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Frusta

Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #8 : Giovedì 19 Luglio 2012, 11:49:59 »
Possiamo dire grazie anche a lui?!?



Gliel' ho sempre riconosciuto.
Grazie alla sua pervicacia, direi alla sua cocciutaggine, a noi "falliti" non ce lo potrà dire mai nessuno.
Poteva fallire e fare come i ciucci ricominciando dal basso e ficcarsi in saccoccia un pacco di miliardi, ma non saremmo più stati la SS Lazio 1900. 

Offline NoSurrender

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #9 : Giovedì 19 Luglio 2012, 12:07:57 »
Di quel 19 luglio 2004 - data che ogni laziale dovrebbe ricordare, come il 12 maggio 1974, il 14 maggio 2000, il 27 agosto 1999 - una cosa, in particolare, mi è rimasta impressa: Simone Inzaghi festante e saltellante davanti alla Curva Nord, in mezzo ai tifosi.
Non sono mai circolate foto (o almeno io non le ho mai viste), ma per come me l'hanno raccontata, è stata un'incursione assolutamente spontanea, senza preavviso, di cuore.
Io c'ero, come ogni grande laziale che io conosca.

Conservo con affetto una foto con le tre ragazze di Lazionet :)

Su Simone Inzaghi è andata proprio così. Gli vorrò sempre bene per quel sincero entusiasmo.

E sempre grazie a Lotito, ovviamente.
"No retreat, baby, no surrender"


Offline franz_kappa

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #10 : Giovedì 19 Luglio 2012, 12:29:45 »
Possiamo dire grazie anche a lui?!?


Non possiamo ma DOBBIAMO.
E non - consentitemi il paradosso che non è poi in fondo tale - per quello che Claudio Lotito ha fatto nel luglio 2004. In qualche modo un imprenditore disposto a mettere una ventina di milioni nella Lazio si sarebbe potuto trovare, secondo me.

Il grandissimo merito di Claudio Lotito, secondo me, non è stato tanto salvare la Lazio nel 2004 ma essere in grado di governare un felice risanamento che ha condotto, in otto anni, a posizionare il club almeno 3-4 volte nelle primissime posizioni del calcio italiano, con corredo di due coppe vinte, di pari passo con un formidabile miglioramento delle performance contabili della società (tornata alla profittabilità, caso quasi unico nel calcio italiano).

Non c'è alcuna riprova che altri avrebbero fatto meglio di Lotito stanti le medesime condizioni di partenza.
Sono anzi abbastanza convinto (ahimé senza riprova, ovviamente. Quindi è una mia sensazione) che molti avrebbero assai probabilmente fatto peggio di lui.

Il problema, se vogliamo, è riscontrare che a fronte degli ottimi risultati ottenuti (gestionali e sportivi) il tifoso laziale è apparentemente meno felice di quanto poteva essere prima del 2004. E' questo che sgomenta, per certi versi: considerando la situazione del luglio 2004 come non essere abbondantemente soddisfatti per quanto ottenuto negli otto anni successivi? Eppure all'interno del popolo laziale sembra albergare, con le dovute e non rare eccezioni del caso, una strisciante insoddisfazione. Peccato.
Buon viaggio, caro Piero.

Teo

Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #11 : Giovedì 19 Luglio 2012, 13:41:30 »
Caro Franz, contestazioni a vario titolo e di varia intensità hanno costellato TUTTE le stagioni del decennio cragnottiano, nessuna esclusa. I bei tempi del Dottore... per alcuni non sono mai esistiti: anche quando le cose andavano benissimo, si facevano mancare qualcosa: la radio coi tasti cromati, CLOCK CLOCK CLOCK, la doppietta sul Lungotevere col cinquino, il parterre coi tubi di ferro e la puntata al cinema il sabato per vedere Napoli a mano armata e Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno.

Oggi naturalmente gli insoddisfatti di professione so' tutto un tremore al pensiero di come si stava bene ai tempi della fattucchiera: quei tempi che loro stessi hanno avuto cura di guastare il più possibile. E' stato e sarà sempre così, la cosa migliore è considerare questi soggetti come inutile rumore di fondo, quali in effetti sono, visto che nella storia della Lazio non hanno lasciato traccia alcuna.

Online disabitato

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #12 : Giovedì 19 Luglio 2012, 14:23:45 »
Ma come Teo? Lo scudetto del 2000 vinto grazie agli ultras? L'accordo con l'agenzia delle entrate?

Suvvia, sei ingeneroso.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

POMATA

Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #13 : Giovedì 19 Luglio 2012, 14:28:19 »
Grazie a Claudio nostro gayardo e tosto :D

en_rui

Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #14 : Giovedì 19 Luglio 2012, 14:33:12 »
Poma' gaiardo con la y di fionna nun se po vede' almeno che non e' greco

Offline franz_kappa

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #15 : Giovedì 19 Luglio 2012, 15:14:19 »
Caro Franz, contestazioni a vario titolo e di varia intensità hanno costellato TUTTE le stagioni del decennio cragnottiano, nessuna esclusa. I bei tempi del Dottore... per alcuni non sono mai esistiti: anche quando le cose andavano benissimo, si facevano mancare qualcosa: la radio coi tasti cromati, CLOCK CLOCK CLOCK, la doppietta sul Lungotevere col cinquino, il parterre coi tubi di ferro e la puntata al cinema il sabato per vedere Napoli a mano armata e Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno.
Oggi naturalmente gli insoddisfatti di professione so' tutto un tremore al pensiero di come si stava bene ai tempi della fattucchiera: quei tempi che loro stessi hanno avuto cura di guastare il più possibile. E' stato e sarà sempre così, la cosa migliore è considerare questi soggetti come inutile rumore di fondo, quali in effetti sono, visto che nella storia della Lazio non hanno lasciato traccia alcuna.

Caro Teo, da un lato non posso non convenire con te che esiste, all'interno della tifoseria laziale, una porzione - più o meno vasta - permanentemente insoddisfatta del suo presente. Non ho contezza di cosa avviene nelle altre tifoserie, visto che il mio monotematico e decisamente ossessivo interesse è solo la Lazio e ciò che le ruota attorno, ma presumo che sia più o meno lo stesso dappertutto: è l'umana tendenza a rimpiangere i "bei tempi andati". Tempi passati che non sempre sono stati davvero belli.

Purtuttavia io non intendevo in alcun modo chiamare in causa "contestatori" e "insoddisfatti di professione". Il mio riferimento - e credevo di essere stato sufficientemente chiaro. Così non è stato e me ne dolgo - si riferiva nel caso di specie a dei 'normali' tifosi, tra cui annovero molti frequentatori di questo forum, che pur vivendo in anni sostanzialmente felici non sentono di poter affermare che le vicende della Lazio procedono complessivamente davvero assai bene (innumerevoli le luci che coprono le poche ombre, passate e presenti).

Non a caso avevo scritto quanto segue:
Il problema, se vogliamo, è riscontrare che a fronte degli ottimi risultati ottenuti (gestionali e sportivi) il tifoso laziale è apparentemente meno felice di quanto poteva essere prima del 2004. E' questo che sgomenta, per certi versi: considerando la situazione del luglio 2004 come non essere abbondantemente soddisfatti per quanto ottenuto negli otto anni successivi? Eppure all'interno del popolo laziale sembra albergare, con le dovute e non rare eccezioni del caso, una strisciante insoddisfazione. Peccato.

"Minor felicità", "strisciante insoddisfazione"... Come vedi si tratta di stati d'animo che possono benissimo albergare in persone serie e ponderate, che non urlano "Lotito pezzo di m." allo stadio ma continuano a vivere attivamente la Lazio con un fondo di amarezza.
I motivi? Una serie di ragioni non sempre facili da individuare: per alcuni è la presunta indisponibilità del Presidente a osare di più con la conseguente 'condanna' a non poter mai sperare in un salto di qualità, per altri è la delusione per le campagne acquisti dell'estate 2007 o dei gennaii [si dice così?  ???] 2011 e 2012, per altri ancora è l'assenza di un franco rapporto tra Dirigenza e tifoseria, per altri, infine, è il censurabile comportamento pubblico del nostro Presidente e maggior azionista.

A me pare che tu palesi una volta ancora l'insopprimibile esigenza di censurare una componente della tifoseria laziale (minoritaria o meno. Minoritaria, dal tuo soggettivo punto di vista) che ritieni "colpevole" di disturbare (presumo con intenzioni dolose, nella tua percezione) il naturale incedere degli eventi laziali pur senza modificare in maniera sostanziale gli eventi stessi. Scrivi infatti:
E' stato e sarà sempre così, la cosa migliore è considerare questi soggetti come inutile rumore di fondo, quali in effetti sono, visto che nella storia della Lazio non hanno lasciato traccia alcuna.

Ma a chi ti riferisci, in concreto?
- A una costante componente della tifoseria che, pur essendo mutata dai tempi della "Coscienza della Lazio" ad oggi con "Federsupporters", cerca da sempre di influenzare le decisioni societarie?
- Al bovino pubblico delle radio del catetere che - con dinamiche che le scienze sociali ritenevano plausibili negli anni Trenta. Ma va detto che da allora la teoria delle comunicazioni di massa ha compiuto qualche passo avanti, evolvendosi - riproduce i messaggi in esso instillati dalla perversa propaganda di chi ha come unico obiettivo la vendita di condizionatori e apparati per bonificare l'acqua del rubinetto?
- Agli editori, dipendenti e inserzionisti di quelle stesse radio locali che fondano le proprie fortune sulla quotidiana coltivazioni delle umane frustrazioni della tifoseria laziale?
- Ai giornalisti di testate cartacee nazionali e/o interregionali  e testate radio-televisive nazionali (con base romana e non) che trattano la Lazio spesso se non sempre con pregiudizievole sussieguo e con una benevolenza (quando presente. Direi assai di rado) infinitamente inferiore rispetto a quella di cui gode la xxxx?
- Ai semplici tifosi - e ve ne sono anche tra noi - che non amano Lotito perché non è Cragnotti e, incapaci di esplicitare questo sentimento, attaccano con modi e toni più o meno legittimi il Presidente con motivazioni onestamente contestabili quando non francamente risibili?

Te lo domando giusto per capire.
Io parlavo delle persone. Dei tifosi laziali, dunque. Che, va detto, per me sono TUTTI rispettabili. Almeno sino a quando l’esternazione delle loro posizioni non prevede la violenta sopraffazione di chi non la pensa come loro. Ma il laziale che contesta, anche acriticamente da anni e anni, ha tutto il mio rispetto (nel senso che riconosco il suo diritto di contestare). Tifoso lui, tifoso io. Allo stesso modo.

La Lazio è di tutti. Nessuno - da nessuna parte - si azzardi ad appropriarsene, dunque.

“Eh, ma non vorrai mica paragonarmi a loro”, obietterai. Lo hai anche scritto, ieri.
E l'idea che tu possa mettere quello che dico, sul piano della credibilità, con quello di tanti cialtroni che hanno vomitato in questi anni sulla Lazio, prendendo cantonate a ogni angolo, DANDO A ME DEL FAZIOSO, comincia anche ad essere offensivo. Grazie.

Non dico che in assoluto sei credibile tanto quanto i “cialtroni” che tu richiamavi nel tuo post. Sarebbe offensivo e comprendo che la cosa ti faccia alterare.
Dico che in relativo, considerando che siamo tutti tifosi della Lazio e che contribuiamo tutti alla ricchezza della Lazio (chi va allo stadio, contestando o meno [ovviamente escludo le dolose contestazioni che danneggiano la Lazio: cori razzisti, lancio di oggetti in campo, esposizione di striscioni vietati e tali da concorrere a far decretare la squalifica dell’Olimpico], porta soldi alla Lazio; chi sta a casa, contestante o meno, entra nelle statistiche delle società demoscopiche su cui si basa la spartizione dei diritti tv), di fatto tutti concorriamo a costruire il presente della Lazio.

Valiamo tutti uguale, contiamo tutti per uno. "E’ la democrazia del tifo, bellezza", se posso modificare la storica citazione.
So che questo ti fa non inquietare ma letteralmente imbestialire, perché di fatto equipara te (ma anche me e ogni altro laziale di buona volontà) al più becero dei contestatori. Ma di fatto è così, ci piaccia o meno: laziale lui, laziale noi.
Buon viaggio, caro Piero.

Online Il frigorifero

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #16 : Giovedì 19 Luglio 2012, 15:19:21 »
Noi non ci chiameremo mai Lazio Soccer. Grazie Lotito.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline fish_mark

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #17 : Giovedì 19 Luglio 2012, 15:29:08 »
Caro Franz, contestazioni a vario titolo e di varia intensità hanno costellato TUTTE le stagioni del decennio cragnottiano, nessuna esclusa. I bei tempi del Dottore... per alcuni non sono mai esistiti: anche quando le cose andavano benissimo, si facevano mancare qualcosa: la radio coi tasti cromati, CLOCK CLOCK CLOCK, la doppietta sul Lungotevere col cinquino, il parterre coi tubi di ferro e la puntata al cinema il sabato per vedere Napoli a mano armata e Metti lo diavolo tuo ne lo mio inferno.

Oggi naturalmente gli insoddisfatti di professione so' tutto un tremore al pensiero di come si stava bene ai tempi della fattucchiera: quei tempi che loro stessi hanno avuto cura di guastare il più possibile. E' stato e sarà sempre così, la cosa migliore è considerare questi soggetti come inutile rumore di fondo, quali in effetti sono, visto che nella storia della Lazio non hanno lasciato traccia alcuna.

Mi dispiace intervenire per sottolineare questo passaggio, per la verità non inedito nella pubblicistica di Teo.
I bei tempi andati fanno parte della pubblicistica da scompartimento ferroviario, di quando con i perfetti sconosciuti si scambiano parole inutili per passare il tempo e vincere la noia scambiando le panzane che aleggiano nell'aria come altissimi concetti filosofici. Del resto, ne converrai che "si stava bene quando si stava peggio", che "non ci sono più le mezze stagioni" e, soprattutto che "tutto funzionava quando c'era Lui, caro Lei".
Sono però convinto del fatto che i presidenti della SSLazio, dal 1900 ad oggi, si siano presi una bella gatta da pelare, la Lazio appunto. Hanno infatti deciso (e così faranno i loro successori) di esporsi pubblicamente nella gestione di una cosa che è, di fatto anche se non di diritto, PUBBLICA perché interessa un comunità vasta di persone ed è quindi anche politicamente molto sensibile. Del resto i tentativi di salvataggio recenti della Lazio sono non pochi e tutti sono dettati dalla delicatezza dell'argomento: l'esitenza della SSlazio è materia che interessa fin troppe persone.
Pertanto, chiunque si proponga alla presidenza della Lazio avrà l'incombenza di far fronte alle critiche che inevitabilmente, naturaliter, gli pioveranno addosso per qualunque decisione verrà presa, fosse la più geniale del mondo, dal pantone della maglia all'ingaggio della mezz'ala.
Nessuno glielo ha ordinato: lo sanno bene di dover bere "l'amaro calice".

FORZA LAZIO E LUNGA VITA A TUTTI I PRESIDENTI DELLA LAZIO!
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

Offline Arkham

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #18 : Giovedì 19 Luglio 2012, 15:37:19 »
Era prevedibile che il topic prendesse questa piega, perchè 19 luglio 2004 vuol dire Lotito e Lotito vuol dire divisione.

Però su un punto io credo che si debba iniziare a costruire una pacifica riconciliazione: Il 19 luglio 2004 è stato un momento importantissimo di Lazio.
Lotito è stato solo un attore di questa lunghissima, bellissima e tragicissima storia che è la Storia della Lazio.

Un attore importante, ma il 19 luglio 2004 è un momento di tutti. Come i gol di Poli e Fiorini. Si, l'hanno spinta loro la palla in rete, quella volta lì, ma era la Lazio tutta che continuava a vivere. Lo avrebbe fatto anche dopo di loro, e certamente lo aveva fatto prima, lo ribadisco.

Ringrazio Lotito. Ringrazierei chiunque avesse fatto la stessa scelta imprenditoriale, che colossi come De Laurentis o Della Valle non hanno fatto. Il giudizio sul suo operato non mi interessa, neanche me lo ricordo come giocava Poli, quanti gol segnò Fiorini: loro c'erano quando la LAzio ha avuto bisogno di loro per continuare a vivere.

Mi piace pensare che è la Lazio che ha scelto Fiorini per far ripartire il suo cuore, Chinaglia per rialzare la testa, Cragnotti, Veron e Nesta per farsi bella davanti al mondo. Perchè no, Lotito per fare un dispetto a chi già piangeva lacrime di coccodrillo e si sfregava le mani.

Tutti loro hanno fatto la storia della Lazio.
Così come noi, che non siamo solo spettatori, ma il fine ultimo della rappresentazione.
Se non ci fossimo stati noi, la nostra amata forse avrebbe scelto di tirare giù il sipario.
Ma ci sarà sempre qualcuno di noi. Ci sarà sempre la Lazio.
Lo abbiamo dimostrato nel '27, nell'86, nel 2004 e innumerevoli altre volte.

Per me oggi dobbiamo festeggiare questa entità epica, intangibile ed eterna.
E magari prepararci ad ssistere ad un altro colpo d'ali, l'ennesimo.
Forza Lazio.
-Che confusione!
-Sarà perchè ti amo!

Offline franz_kappa

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Re:La fenice risorge, l'aquila non muore mai. (19 luglio 2004)
« Risposta #19 : Giovedì 19 Luglio 2012, 15:48:29 »
Era prevedibile che il topic prendesse questa piega, perché 19 luglio 2004 vuol dire Lotito e Lotito vuol dire divisione.
Lotito vuol dire divisione sino a quando Lotito viene utilizzato (o strumentalizzato, se posso azzardare) per separare.

Quando decideremo che è la Lazio il collante universale, il supremo omogeneizzatore che ci rende tutti simili - pur con le nostre individuali differenze che non possono non produrre almeno una decina di diversi approcci nel quotidiano modo di vivere la lazialità - allora Claudio Lotito smetterà di essere elemento che divide per tornare a essere quello che è: un presidente come i molti altri che si sono avvicendati in oltre un secolo di storia cui vanno ascritti alcuni indubitabili meriti (rapido risanamento di disastratissime finanze e contestuale capacità di aver portato la Lazio alla vittoria in ben due [almeno per ora...;)] competizioni).

Decidiamo cosa vogliamo, dunque: vogliamo ambiziosamente ergerci a supremi giudici di chi o cosa è laziale e di chi o cosa non lo è anche in base a come alcuni interpretano la presidenza Lotito o vogliamo piuttosto - assai più modestamente - porci l'obiettivo di osservare (con occhio sempre analitico e mai 'pigro') tutti assieme da infiniti punti di vista diversi la quotidiana realtà laziale?

Se l'approccio cui ambiamo tendere è il secondo non v'è dubbio che il 19 giugno 2004 non può che essere il momento della suprema palingenesi per tutti noi.
Ma se l'approccio che cerchiamo di affermare è il primo, beh... temo che quel 19 giugno 2004 non potrà che essere, ancora per anni e anni, l'inizio di una insanabile ferita.
Buon viaggio, caro Piero.