Un numero sette alla Castroman, per esempio, o alla Gonzalez. (lo so che il primo aveva sulle spalle il 35 ed il secondo ha il 15, Ma in un calcio meno fanfarone di questo avrebbero avuto sulle spalle il 7 tutti e due.
E allora.
C' è più solitudine in un numero primo o in un'ala destra?
Una domanda del genere ha bisogno di (almeno) sette considerazioni:
1) Nel 98 Fernando Acitelli ha pubblicato “La solitudine dell'ala destra”
2) Dieci anni dopo Paolo Giordano ha pubblicato “La solitudine dei numeri primi”
3) L'ala destra ha la maglia numero 7
4) “Le scelte si fanno in pochi secondi e si scontano nel tempo restante” (l'Alice di Paolo Giordano ha 7 anni e poche certezze nella vita)
5) “E al funerale tutta Rio si fermò. Fino al giorno prima rantolava sghembo fra i tetti e le luna... Un carnevale in nero con carri non allegorici mosse in ritmo chiuso. Il Capo dello Stato quasi si irritò per la nazione in pianto. “Ed io, allora?” Sembrò dire “E tutto questo per un'ala destra?”
6) l'ala destra è un numero primo
7) Il 7 è il numero primo più solo di tutti perché è l'unico numero intero che, aumentato di un' unità, sia uguale al doppio di un quadrato e il cui quadrato, sempre aumentato di un'unità, sia ancora uguale al doppio di un quadrato:
7 + 1 = 2 x 22
72 + 1 = 49 + 1 = 2 x 52 ...Più solo di così..!
Mi spiego meglio.
Cari Brothers in (biancazzurra) faith,
non so se a quelli che fra voi sono (ancora) politicamente schierati farà piacere sapere che l'ala destra è di sinistra. Lo è anche, o perfino, quando il numero sette sta sulle spalle di un Paolo Di Canio, tanto per farvi un esempio.
Io penso almeno quanto sapereche sia di destra, giobertianamente o cattaneamente (o anomalamente, fate voi), una mezzala sinistra. Un numero dieci naturale alla Baggio, tanto perfarvene un altro, con nei piedi l'istinto della pittura snaturato dalle briglie e dalle pastoie che gli impone il sistema metrico rappresentato dal numero che ha sulle spalle. Il dieci, in campo, è un numero che non è mai solo.
L' ala destra è sola perchè non ha forza bruta dello stopper a farle compagnia. E' un 7 che non segue gli schemi perché non li capirebbe nemmeno se volesse; che tira raramente in porta e che per questo si è fatta la fama di inconcludente agli occhi superficiali di chi non capisce che il suo scopo è dialogare col pallone e convertirlo alle sue tesi rivoluzionarie.
Il doppio passo con cui dribbla non è dovuto alla polio che quando Garrincha aveva sette anni gli aveva reso una gamba più corta, ma è un manifesto ideologico. Una speculazione filosofica.
E' la
solitudine del numero sette.