Arno Rossini, Eratostene da Cirene e Gaetano Belloni.

[Frusta]

Siccome il titolo del post che sto perscrivere nell' oggetto non c'entrava lo metto per intero qui:
Arno Rossini da Bellinzona, Eratostene da Cirene, Gaetano Belloni da Pizzighettone e la sindrome dell'eterno secondo.

Eratostene era contemporaneo di Archimede ed era soprannominato beta perchè uno che ha la iella di nascere insieme ad un numero uno non può che essere un numero due.
La stessa sorte di Gaetano Belloni detto Tano, il quale, dovendo correre insieme a Costante Girardengo che arrivava pervicacemente primo (vai Girardengo, vai grande campione, nessuno ti ferma su quello stradone...) non poteva far altro che arrivare secondo.
Però.
Ad Eratostene venne in mente di setacciare i numeri con una specie di crivello logico ed Archimede dovette rosicare non poco quando lo udì enunciare:
"Si elenchino i numeri interi positivi consecutivi partendo da 2. Poi si cancellino tutti i multipli del primo numero primo, 2. Resta il successivo, 3. Si cancellino tutti i multipli di 3. Resta il primo successivo, 5. Si cancellino tutti i multipli di 5..." E così via: ogni successiva crivellatura rivela un umero primo.
Tano Belloni non aveva mai sentito parlare del crivello di Eratostene e sicuramente non poteva avere sospetti circa l'attrattiva quasi mistica che i numeri primi esercitano sulle menti speculative.
Però.
Nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni di maggio del 1917, in una Milano-Sanremo che più piovosa non si poteva, crivellò a ritroso partendo da 67 i concorrenti che erano partiti insieme a lui.
67, poi 61, poi 59, 53, 47, 43, 41, 37, 31, 29, 23, 19, 17, 13, 11, 7, 5, 3, 2.
I due rimasti erano lui e Girardengo, che staccò a 11' e 48" dal traguardo.
Che i numeri che aveva ridotto ritroso dal 67 al 2 fossero tutti numeri primi non lo seppe mai. Era primo lui, finalmente, e Girardengo rosicò peggio di quanto non avesse rosicato Archimede più di 2000 anni prima.
Nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni di maggio di 95 anni dopo, seminascosta fra le notizie di un telegiornale che, fra Monti ed Emilia tremante più triste non si poteva, apparve quella che fece spalancare di stupore gli occhi di tutti i laziali: Il numero due che avrebbe affiancato in panchina uno sconosciuto numero uno di nome Vladimir Petkovic sarebbe stato lo sconosciuto Arno Rossini.
Però.   
Una decina di anni prima, ed esattamente nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni di dipendente con ruolo di collaboratore scolastico dell'Istituto Cantonale di Commercio di Bellinzona, cancellando dalla lavagna l'ultima lezione di matematica, aveva notato che il numero due era un numero primo.
Perciò.
Non trovò disdicevole diventare il due dell'uno Petkovic.
Soprattutto.
Gli piacque, a campionato iniziato, leggere quel numero preceduto da un "più" che, dopo una breve serie di vittorie, annullava quel "meno" che rapptesentava la penalizzazione di punti comminati alla sua squadra.
E gli piacque ancora di più, a campionato finito, crivellare la sequela di numeri che, partendo da quel "2" arrivava a quel "67" sufficiente per sbarcare in Europa dalla porta principale. Nonostante la penalizzazione.
2, 3, 5, 7, 11,13,17,19, 23, 29, 31, 37, 41, 43, 47, 53, 59, 61 e  67
Tutti numeri primi. COME LUI!

[NoSurrender]

 

[dokblu]

Siccome il titolo del post che sto perscrivere nell' oggetto non c'entrava lo metto per intero qui:
Arno Rossini da Bellinzona, Eratostene da Cirene, Gaetano Belloni da Pizzighettone e la sindrome dell'eterno secondo.

Eratostene era contemporaneo di Archimede ed era soprannominato beta perchè uno che ha la iella di nascere insieme ad un numero uno non può che essere un numero due.
La stessa sorte di Gaetano Belloni detto Tano, il quale, dovendo correre insieme a Costante Girardengo che arrivava pervicacemente primo (vai Girardengo, vai grande campione, nessuno ti ferma su quello stradone...) non poteva far altro che arrivare secondo.
Però.
Ad Eratostene venne in mente di setacciare i numeri con una specie di crivello logico ed Archimede dovette rosicare non poco quando lo udì enunciare:
"Si elenchino i numeri interi positivi consecutivi partendo da 2. Poi si cancellino tutti i multipli del primo numero primo, 2. Resta il successivo, 3. Si cancellino tutti i multipli di 3. Resta il primo successivo, 5. Si cancellino tutti i multipli di 5..." E così via: ogni successiva crivellatura rivela un umero primo.
Tano Belloni non aveva mai sentito parlare del crivello di Eratostene e sicuramente non poteva avere sospetti circa l'attrattiva quasi mistica che i numeri primi esercitano sulle menti speculative.
Però.
Nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni di maggio del 1917, in una Milano-Sanremo che più piovosa non si poteva, crivellò a ritroso partendo da 67 i concorrenti che erano partiti insieme a lui.
67, poi 61, poi 59, 53, 47, 43, 41, 37, 31, 29, 23, 19, 17, 13, 11, 7, 5, 3, 2.
I due rimasti erano lui e Girardengo, che staccò a 11' e 48" dal traguardo.
Che i numeri che aveva ridotto ritroso dal 67 al 2 fossero tutti numeri primi non lo seppe mai. Era primo lui, finalmente, e Girardengo rosicò peggio di quanto non avesse rosicato Archimede più di 2000 anni prima.
Nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni di maggio di 95 anni dopo, seminascosta fra le notizie di un telegiornale che, fra Monti ed Emilia tremante più triste non si poteva, apparve quella che fece spalancare di stupore gli occhi di tutti i laziali: Il numero due che avrebbe affiancato in panchina uno sconosciuto numero uno di nome Vladimir Petkovic sarebbe stato lo sconosciuto Arno Rossini.
Però.   
Una decina di anni prima, ed esattamente nel pomeriggio di uno degli ultimi giorni di dipendente con ruolo di collaboratore scolastico dell'Istituto Cantonale di Commercio di Bellinzona, cancellando dalla lavagna l'ultima lezione di matematica, aveva notato che il numero due era un numero primo.
Perciò.
Non trovò disdicevole diventare il due dell'uno Petkovic.
Soprattutto.
Gli piacque, a campionato iniziato, leggere quel numero preceduto da un "più" che, dopo una breve serie di vittorie, annullava quel "meno" che rapptesentava la penalizzazione di punti comminati alla sua squadra.
E gli piacque ancora di più, a campionato finito, crivellare la sequela di numeri che, partendo da quel "2" arrivava a quel "67" sufficiente per sbarcare in Europa dalla porta principale. Nonostante la penalizzazione.
2, 3, 5, 7, 11,13,17,19, 23, 29, 31, 37, 41, 43, 47, 53, 59, 61 e  67
Tutti numeri primi. COME LUI!

messo su FB

[Frusta]

messo su FB

Grazie 
Una volta avevo un blog sul quale mi divertivo a scrivere racconti ispirati alla matematica. Ho voluto fare un tentativo qui sperando di non ricevere troppe pernacchie, stando così le cose quasi quasi uno fdi questi giorni ci riprovo. 

[lollapalooza]

 

[aquilafelyx]

Grazie 
Una volta avevo un blog sul quale mi divertivo a scrivere racconti ispirati alla matematica. Ho voluto fare un tentativo qui sperando di non ricevere troppe pernacchie, stando così le cose quasi quasi uno fdi questi giorni ci riprovo. 

come stai messo con le statistiche ?

[Frusta]

Con quelle che ci piacerebbe leggere benissimo, con le altre un po' meno 

[BobLovati]

tranquillo; oramai abituati a sopporta´" la storia secondo Giglic "

" co´ ´sto forumme addosso nun ciavemo paura de nessuno (semi-cit) "   

[aaronwinter]

Spet-ta-co-la-re

[hidalgo]

Bel topic Frusta, complimenti.
I tuoi giochi con i numeri sono molto interessanti.
Ti preferisco molto piu' "Fibonaccesco" come in questo caso che quando giochi coi paradossi.....