SkySport24: Arrestato Stefano Mauri.

[Russotto]

in tutto ciò emergono per me considerazioni che mi fanno star male anche se per esperienza semi diretta ne avevo già sicurezza. Consideriamo che in questo paese uno può finire in galera per colpa di semplici diceri senza l'appoggio di prove evidenti di colpevolezza e consideriamo che se il malcapitato non ha visibilità mediatica e non ha i mezzi per una difesa all'altezza rischia di passare in prigione un tempo lunghissimo. Mettiamoci anche che se confessi, pure se non è vero ciò che ti addebitano probabilmente avrai pene lievissime. Mettiamo tutto ciò insieme alle botte distribuite dalla PS senza giustificazione alcuna e le illazioni dei PM. Mettiamoci anche che conclamati criminali invece circolino a piede libero nonstante reiterati e conclamati reati. Io mi chiedo come si può tollerare una situazione del genere?

Non si puo'. Io me ne vado a vivere in Germania.

[AlonZo]

non sono stupita duke, no, proprio, o meglio anche, perchè sono un avvocato - anche se non faccio penale, e dai tempi in cui l'ho studiato all'università m'hanno cambiato il codice almeno un par de vorte, ma quarchecosa ancora la so - 

no, non è stupore. è incazzatura.
vera e propria.


ma poi, ma che davvero "un pochino indiziato"?

cioè l'avete sentita con le vostre orecchie questa espressione?

non ci credo, non si può dire "un pochino indiziato". non un avvocato.

sull'avvocato di mauri è meglio che non mi pronuncio...

[aaronwinter]

sull'avvocato di mauri è meglio che non mi pronuncio...

eppure da info (attendibile) di qualcuno di noi, la semi-afasia dei suoi avvocati gli è costata 200.000 Eurozzi solo di anticipo.

[AlonZo]

eppure da info (attendibile) di qualcuno di noi, la semi-afasia dei suoi avvocati gli è costata 200.000 Eurozzi solo di anticipo.

pensa un po....

ma dico io, non potevi rivolgerti ad uno dei soliti noti? Buongiorno, Coppi, ecc... no ad uno che in tv si impappina con l'italiano e la prima caratteristica che emerge è che è bello abbronzato.. in somma un lavoratore vero...

spero di sbagliarmi (perchè l'ho visto solo in tv e magari è un fenomeno del fòro)

[dukenduke]

Ragazzi non esageriamo, li ho visti anch'io in tv e tutto mi sono sembrati fuorché sprovveduti, con quella infelice uscita "un po' indiziato" voleva dire che gli indizi raccolti sono risibili.

Certo poteva spiegarsi meglio, questo è vero.

[MagoMerlino]

Adesso se Mauri e Aureli fornissero gli scontrini delle giocate il gip direbbe che se avevano conservato dei foglietti inutili era per costituirsi una giustificazione a posteriori per le loro inenarrabili (cit.) malefatte, se non li fornissero direbbero che non ci sono prove a discarico allineando la giustizia ordinaria alla leggenda che nella giustizia sportiva vige il principio dell'inversione dell'onere probatorio.

Sta cosa mi ricorda la matrici di un libretto degli assegni sulle quali c'era scritto, gio, man, cac....

[CiPpi]

Da LA REPUBBLICA di sabato 2 giugno (senza firma e quindi presumibilmente del direttore Ezio Mauro)
...

A chiunque abbia scritto questo pianto greco dedico un articolo che son sicuro avrà già letto (sottolineando come Laziale che queste cose tocca andare a raccattarle per la rete, che se si aspettano i Laziali V.I.P., Mauri farebbe bene a cominciare il presepe con i suoi compagni di cella)

http://archiviostorico.corriere.it/2011/ottobre/08/film_inedito_Luttazzi_sugli_errori_co_9_111008087.shtml

IL CASO RESTAURATA L' OPERA DEL 1972. LA «PRIMA» ALLA RASSEGNA DI ROMA

Il film inedito di Luttazzi sugli errori della giustizia

La compagna: girò «L' illazione» sull' arresto che lo rovinò Scomoda La pellicola restò per anni in una scatola. «Spiegò che la Rai non l' avrebbe mai mandata in onda» Mi disse: comunque finirà questa storia non avrò più voglia di sorridere. Mi fa paura la vita, non la morte

ROMA - «Nel 1978 Lelio ed io dovemmo lasciare la casa romana sopra Prima Porta. C' era il trasloco da fare. Andai anche in una stalla dove vidi una scatola di latta rotonda con dentro una pellicola...». Rossana è la donna che per 36 anni ha diviso la vita con Lelio Luttazzi. Il 30 ottobre al Festival del cinema di Roma (e la stessa sera in tv su Rai5) mostrerà un film inedito, scritto, diretto e interpretato da suo marito, musicista, showman, presentatore, sinonimo di garbo e eleganza, di ozio contemplativo, lui e Mina, la tv in bianco e nero... Si intitola L' illazione , film di dialoghi e di atmosfere, a tratti onirico; ma raccontò anche se stesso, dentro c' è anche tutta la sua incredibile carambola giudiziaria legata a Walter Chiari (su cui Rossana preferisce sorvolare ma una cosa la dice, «dopo, si guardò bene dal chiamare Lelio»), l' accusa di droga che nel 1970 portò Luttazzi per 27 giorni in carcere, il tragico errore che «gli è rimasto attaccato per tutta la vita, gliel' ha rovinata». Quattro mesi dopo la scarcerazione scrisse: «Comunque vada a finire questa fetida storia, uno come me non avrà più voglia di sorridere. Mai più... Io non ho paura della morte, ma della vita». Il film è del ' 72; restaurato da L' immagine ritrovata di Bologna, racconta di un gruppo di persone, tra cui un giudice, che si riunisce in una casa di campagna. E attraverso chiacchiere informali, davanti a un bicchiere di vino, il giudice imbastisce un processo kafkiano contro un medico, che da vittima di denunce anonime si ritrova dall' altra parte, sul banco degli «indiziati». Luttazzi, che si fece crescere la barba («ero ridicolo»), nel film si toglie più di un sassolino rivolgendosi con sarcasmo al magistrato: «Voi presumete di conoscere la verità, noi viviamo in un dubbio perenne, come Socrate, un brindisi alla cicuta!». E l' altro: «Lei è un artista, il nostro mestiere lo lasci fare a noi, siamo abituati a sentire tutte le campane. Il popolo ha bisogno di essere tutelato da una giustizia energica, severa, dura se serve». Luttazzi: «Tutti coloro che hanno responsabilità sociali andrebbero psicoanalizzati prima di venire immessi nella psicoanalisi. Certe tendenze negative, che fanno parte di ciascuno di noi, sadismo, volontà di potenza, narcisismo, esibizionismo, quando sono presenti in misura esuberanti ci spingono a scegliere professioni dove possiamo meglio soddisfarci rimanendo al coperto». Il giudice: «Perché dovrei psicoanalizzarmi io e lei no». Luttazzi: «Io non ho il potere di mandare in galera la gente». Un pamphlet che rimanda al suo «caso», nato da un' intercettazione telefonica a uno spacciatore. Signora Rossana, oggi potrebbe prestarsi a strumentalizzazioni politiche? «Spero e mi auguro di no. Si tratta di... un' illazione». Quando trovò quella scatola di latta, Lelio le rispose in modo sbrigativo, infastidito: «È una cosa di anni fa, un film contro un giudice, la Rai non lo mandò in onda, non dette importanza alla cosa». Poi alzò la voce, non gli succedeva mai: «Sai cosa mi ricorda, non lo voglio vedere». Rossana non ne parlò più. Ma portò la pellicola via con sé, nella nuova casa. L' 8 luglio 2010 Luttazzi muore, «è volato via», dice lei. Aggiunge: «Per lo sciopero dei giornali, il 9 la notizia andò solo sul web». Le sbarre, l' innocenza che non viene messa a fuoco. «Ho fatto 7 cause, 6 le ho vinte...». Luttazzi con le querele vinte si comprò la barca, la chiamò Oblomov, come l' eroe indolente del romanzo di Goncarov, preso a suo modello. Rossana, come spiega lo strafalcione mediatico che pigramente rimbalza negli anni? «Ancora non l' hanno capito, eppure ci furono diversi articoli sul Corriere che chiarirono tutto; Lelio andò in tv ovunque, Biagi, Costanzo, Ferrara, a dire come erano andate le cose». In cella, il triestino che amava Svevo e Louis Armstrong, scrisse il libro Operazione Montecristo , che a Sordi ispirò Detenuto in attesa di giudizio . Negli ultimi anni Luttazzi, l' uomo col fiore all' occhiello della giacca, andò ospite dagli amici Fazio e Fiorello ma non aveva nostalgia della tv, odiava i reality. Rossana, che conobbe Lelio a una festa di una sua mondanissima collega cronista a Momento Sera , ha creato la Fondazione Luttazzi: «L' unico modo per continuare a occuparmi di lui». Valerio Cappelli

[CiPpi]

CALCIO: SCOMMESSE. LEGALE AURELI "MAURI PUNTAVA SU NBA E TENNIS" ...

Fosse cosi ci si può chiedere se uno possa essere più idiota?

Sono sei mesi che ti sbattono in prima pagina come l'ennesimo mostro dello sporco nel cacio itagliano e l'unica cosa che ti preoccupa è la figura da scommettitore?

Al di là dei metodi indiscutibilmente discutibili (su cui non commenterò in eventuali risposte a questo post ndCP) adottati per dare l'impressione di voler cercare la verità, non ti viene ora l'idea che qualsiasi dubbio da parte degli inquirenti che questa sia la verità, solo la verità nient'altro che la verità, possa essere dovuto al semplice fatto che una tresca con la moglie del tuo amico sarebbe stata più credibile come verità da tenere nascosta.

E se il lanternino per cercatela questa situazione è stato dato dal tuo avvocato, beh, fatti postare una torcia da qualcun altro.

[cartesio]

Sono sei mesi che ti sbattono in prima pagina come l'ennesimo mostro dello sporco nel cacio itagliano e l'unica cosa che ti preoccupa è la figura da scommettitore?

Se il solo fatto di scommettere - non scommettere sul calcio, ma scommettere e basta - è sufficiente per una squalifica, mi sembra un ottimo motivo per nasconderlo.

[CiPpi]

Ed è proprio questo il punto.

Il divieto, articolo 6 della giustizia sportiva, parla esplicitamente di soli risultati relativi ad incontri ufficiali organizzati nell'ambito della FIFA, della UEFA e della FIGC.

Infatti anche l'avvocato di Aureli giustifica il silenzio con il non voler passare per scommettitore e non un eventuale illegalità dell'atto.

[Fulcanelli]

Ogni giorno esce sui giornali, loro malgrado, qualche bruttura sulle distorsioni di questa faccenda.
Prendiamo Abete che dice e non dice che impugnerà i patteggiamenti di Palazzi. Non solo è un'enormità perché sconfessa il suo stesso sistema di giustizia, ma lo è anche per altri motivi: a) Abete dice di temere che l'opinione pubblica possa pensare al colpo di spugna, confessando così che le campagne mediatiche orientano la FIGC che orienta le sentenze; b) il suo intervento non potrà che "guidare", influenzare i processi successivi, poiché Palazzi non potrà non tenere conto dei voleri del suo capo, alla faccia dell'equità delle eventuali pene, e per non rischiare il licenziamento. Il clima del processo federale è dunque già fortemente turbato, irregolare per quella intromissione.
Checché ne pensi Abete, anche i processi odierni si svolgono secondo teorie e criteri assurdi. L'avv. Bongiorno, che difende la Samp, parla di arbitrio e non di giustizia, di responsabilità "surreale" e non oggettiva, di accuse formulate senza rispettare criteri giuridici affermati da sentenze di cassazione, di papocchi di testi (Carobbio) definiti credibili o non credibili secondo la convenienza del PM. E già, perché la Samp ad esempio è stata tirata in ballo non perché sia coinvolta in partite fasulle, ma per avere nella proprio squadra un giocatore (Bertani) che il presunto reato lo avrebbe commesso quand'era a Novara.  Così altre società. Ha chiesto polemicamente la Bongiorno: ma cosa devono fare le società quando acquistano un calciatore, fargli un interrogatorio sul suo corriculum vitae?
E che dire del giocatore Sbaffo, cui è stato negato il patteggiamento e rischia la fine della carriera, non essendosi recato all'interrogatorio, ma per il semplice fatto che la convocazione non gli è mai stata recapitata?
Cosa dire del caso di uno dei fratelli Cossato, che ha provocato la penalizzazione di 1 punto per la società che l'aveva tesserato per una manifestazione? Trattatasi di... società parrocchiale! Su cosa si scommetteva, sull'orario delle messe?
10 punti di penalizzazione sono stati chiesti per l'Ancona, peccato che la società non esista più, è fallita e non è iscritta ad alcun campionato.
Sfogliamo il Messaggero. Bene. Titolo: "Mauri: fine settimana in carcere. I pm: non ha voluto collaborare". Come volevasi dimostrare. Eppure non sento ancora voci mediatiche sulla carcerazione preventiva come mezzo per estorcere confessioni.
Cosa dire della perla rivelataci da Il corriere dello sport? Gli inquirenti a fine 2011 si sono finalmente decisi a fare le intercettazioni, mettere cimici nelle auto (chiedendo copie delle chiavi alle case madri) degli appartenenti alla "organizzazione" (nostalgia delle cupole? come dire la cupola dei Palazzi), hanno istallato telecamere dove pensavano fosse necessario. E il quotidiano con grande disinvoltura spiega che ciò è avvenuto : "senza però ottenere i risultati sperati perché, in quei giorni evidentemente di "missioni" non ce ne sono state".
Insomma, ti metto un mese sotto stretta sorvaglianza, tu non fai e non dici nulla di illegale, ma se ciò accade è solo perché, guarda caso, in quel periodo hai sospeso il mestiere di delinquente, e non perché fose non c'entri una mazza con la teoria del PM.

[CiPpi]

Queste sono le cose che vorrei fossero scritte dalle cosiddette penne VIP laziali nei loro spazi, e non semplicemente discussioni tra tifosi.

A quanto tu hai scritto credo che valga sempre la pena sottolineare come Gegic, ossia quello che informa Gervasoni dell'aggancio con Mauri, fosse sotto controllo almeno da maggio 2010, cioè dall'epoca di grosseto-reggina che credo sia la partita per cui giocatori come Carrobbio ed Acerbis sono indagati, e quindi gli investigatori hanno sicuramente ampi dati sui contatti dello 'zingaro'.

Gli stessi investigatori devono però aspettare più di un anno e mezzo da allora, sei mesi dai presunti fattacci delle partite della Lazio e i sentito dire di Gervasoni per scoprire che anche Mauri se la intrallazzerebbe con questi soggetti.

[SAV]

Prendiamo Abete che dice e non dice che impugnerà i patteggiamenti di Palazzi. Non solo è un'enormità perché sconfessa il suo stesso sistema di giustizia, ma lo è anche per altri motivi: a) Abete dice di temere che l'opinione pubblica possa pensare al colpo di spugna, confessando così che le campagne mediatiche orientano la FIGC che orienta le sentenze; b) il suo intervento non potrà che "guidare", influenzare i processi successivi, poiché Palazzi non potrà non tenere conto dei voleri del suo capo, alla faccia dell'equità delle eventuali pene, e per non rischiare il licenziamento. Il clima del processo federale è dunque già fortemente turbato, irregolare per quella intromissione.

Parole sante!  Dopo che l'opinione pubblica è stata preparata ad arte dai titoli sparati sui giornali, è più difficile provare ad applicare le regole di diritto...  Mauri si salverà probabilmente dal procedimento penale, ma in questa situazioni salvarlo nel procedimento sportivo diventa difficilissimo...   

L'avv. Bongiorno, che difende la Samp, parla di arbitrio e non di giustizia, di responsabilità "surreale" e non oggettiva, di accuse formulate senza rispettare criteri giuridici affermati da sentenze di cassazione, di papocchi di testi (Carobbio) definiti credibili o non credibili secondo la convenienza del PM. E già, perché la Samp ad esempio è stata tirata in ballo non perché sia coinvolta in partite fasulle, ma per avere nella proprio squadra un giocatore (Bertani) che il presunto reato lo avrebbe commesso quand'era a Novara.  Così altre società. Ha chiesto polemicamente la Bongiorno: ma cosa devono fare le società quando acquistano un calciatore, fargli un interrogatorio sul suo corriculum vitae?

C'è da dire che Palazzi ha chiesto una condanna della Samp per €50.000.
Mi sa che costa di più pagare la parcella della Bongiorno.  Potevano patteggiare €25.000 di multa e andarsene a casa...

[SAV]

A riprova di quanto detto da Fulca, basta vedere il sondaggio sulla Gazzetta:

Calcioscommesse: sentenze miti per chi ha patteggiato. Che ne pensate?
Sbagliato, sono sentenze davvero troppo miti per chi comunque è colpevole di gravi reati sportivi. 80.7%
Giusto, è previsto dal codice per premiare chi collabora. 19.3%

Alla gente non gliene frega niente dell'applicazione del diritto... Convinta dalle cazzate contenute nell'ordinanza e diffuse urbi et orbi grazie ai giornali conniventi, ormai vogliono il sangue...

[ammiraglio]

CALCIO: SCOMMESSE. LEGALE AURELI "MAURI PUNTAVA SU NBA E TENNIS" ROMA (ITALPRESS) -

Grandeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

grande stefano, se ti serve una mano io sull'nba sono una bomba!

[CiPpi]

Che la tattica fosse la stessa di calciopoli, indirizzamento dell'opinione pubblica tramite titoloni dei giornali per poi servire il piatto delle sentenze già decise, era chiaro fin dall'inizio.

Cosi come che in mano gli inquirenti avessero ancor meno di quanto avessero i loro colleghi dell'epoca.

Purtroppo però ora si sono giocati tutta la loro credibilità e stanno con le spalle al muro.

Pericolosi sono i soggetti che non hanno nulla da perdere.

Ma finché la guardia la terranno alta solo alcuni netter, inteso come gente comune che appare all'opinione pubblica come semplice tifoso che troverebbe ingiusta qualsiasi condanna anche di fronte alle prove più schiaccianti, chi gli impedisce di continuare anche il più subdolo degli stratagemmi per ottenere ciò che gli serve per salvare le loro capre con i cavoli?

[aquilafelyx]

grande stefano, se ti serve una mano io sull'nba sono una bomba!

'nnamo bene 'nnamo , ce manca solo che arriva l'antiterrorismo che indaga sulle bombe da tre punti

[SAV]

Per Bonucci c'è una bella testimonianza diretta di Masiello... Altro che i sentito dire di terza mano di Gervasoni...
Ma perché odiano solo noi Laziali al punto da attaccarsi a tutte le circostanze più vaghe? 

Ecco i passaggi più importanti dell’interrogatorio di Andrea Masiello davanti al gip di Bari Giovanni Abbattista.
Giudice: "Masiello, c’è la partita Udinese-Bari dell’altro campionato".
A. Masiello: "Sì".
G.: "2009-2010".
M.: "Sì".
G.: "Diamone atto a verbale. Anche qua mi deve raccontare cosa è successo sia con riferimento alla partita perché qua viene trascinato... viene chiamato in causa anche l’attuale nazionale azzurra di calcio (...)".
M.: "(...) Eravamo per l’ultima giornata di campionato talmente tranquilli e rilassati che... Fu una delle tante volte che ho incontrato De Tullio (ristoratore indagato, n.d.r.) al suo ristorante, perché andavamo spesso a mangiare là, era un po' il ritrovo di tutti i giocatori, anche della società che mangia lì (...). Fatto sta, una delle tante volte, mi disse che c’era questa possibilità, che lui poteva scommettere sul live perché...".
G.: "In diretta?".
M.: "Sì". ...
M.: "Io vado al campo e parlo con Bonucci, Belmonte, Parisi e Salvatore Masiello e gli faccio presente questa cosa, De Tullio era pronto a scommettere sul live e che in caso di pareggio ci avrebbe dato...".
G.: "Masiello, la blocco un attimo".
M.: "Sì".
G.: "Lei parla di Bonucci".
M.: "Sì".
G.: "Quando è successo questo, che giorno della settimana? Perché Bonucci è in ritiro con la Nazionale".
M.: "Sì, è successo prima di partire in ritiro a Udine".
...
G.: "Quindi Bonucci è rientrato dal ritiro con la Nazionale?".
M.: "Sì, io gliel’ho detto a lui, gli avevo fatto presente che insieme agli altri compagni, c’era De Tullio che era pronto a darci determinati soldi, non so quanti, che era pronto a scommettere su live se la partita finiva in pareggio, e lui e gli altri compagni erano a favore, comunque ha detto: "Se si può fare siamo interessati". (...)".
G.: "Scusi Masiello, ha detto: "Erano interessati"".
M.: "Sì".
...
G.: "Lo hanno detto Belmonte...".
M.: "Belmonte...".
G.: "...Parisi e Bonucci".
M.: "E Salvatore Masiello (...). Il fatto sta che durante il ritiro Salvatore Masiello chiama Pepe, Simone Pepe, con un’utenza che aveva... una scheda telefonica che mi aveva lasciato lacovelli per usi privati miei. In pratica chiamò Pepe e gli disse... se lui era disposto a... oppure no. Pepe appena ha saputo...".
G.: "Un linguaggio da amici per fargli capire...".
M.: "Sì, sì. Appena staccò la chiamata si girò verso di me, eravamo in camera io e Belmonte, si girò verso di me e disse: "No, Pepe ha detto di no"".
...
G.: "Ecco, questo mi deve anche spiegare, cioè l’accordo era il pareggio o un pareggio con tante reti?".
M.: "No, il pareggio con tante reti, però non sapevo se bastavano due o tre, quindi ero un po’ preoccupato. Nel caso perdevi la scommessa si comunque dovevi dare dei soldi a chi li aveva persi (...). Al momento che io sono salito sul pullman e ho parlato con Giacobbe, i miei compagni mi hanno detto: "Allora com’è andata, si sa niente per quella cosa?", io ho fatto: "Guardate, non so niente».

La gara finisce 3-3: Masiello racconta di essere andato con Iacovelli al ristorante di De Tullio, che gli consegna 8.000 euro, dicendo "questa è la tua parte". "Di questi — racconta Masiello — 2.000 li ho dati a Iacovelli".

[Il frigorifero]

Per Bonucci c'è una bella testimonianza diretta di Masiello... Altro che i sentito dire di terza mano di Gervasoni...
Ma perché odiano solo noi Laziali al punto da attaccarsi a tutte le circostanze più vaghe? 

Ecco i passaggi più importanti dell’interrogatorio di Andrea Masiello davanti al gip di Bari Giovanni Abbattista.
Giudice: "Masiello, c’è la partita Udinese-Bari dell’altro campionato".
A. Masiello: "Sì".
G.: "2009-2010".
M.: "Sì".
G.: "Diamone atto a verbale. Anche qua mi deve raccontare cosa è successo sia con riferimento alla partita perché qua viene trascinato... viene chiamato in causa anche l’attuale nazionale azzurra di calcio (...)".
M.: "(...) Eravamo per l’ultima giornata di campionato talmente tranquilli e rilassati che... Fu una delle tante volte che ho incontrato De Tullio (ristoratore indagato, n.d.r.) al suo ristorante, perché andavamo spesso a mangiare là, era un po' il ritrovo di tutti i giocatori, anche della società che mangia lì (...). Fatto sta, una delle tante volte, mi disse che c’era questa possibilità, che lui poteva scommettere sul live perché...".
G.: "In diretta?".
M.: "Sì". ...
M.: "Io vado al campo e parlo con Bonucci, Belmonte, Parisi e Salvatore Masiello e gli faccio presente questa cosa, De Tullio era pronto a scommettere sul live e che in caso di pareggio ci avrebbe dato...".
G.: "Masiello, la blocco un attimo".
M.: "Sì".
G.: "Lei parla di Bonucci".
M.: "Sì".
G.: "Quando è successo questo, che giorno della settimana? Perché Bonucci è in ritiro con la Nazionale".
M.: "Sì, è successo prima di partire in ritiro a Udine".
...
G.: "Quindi Bonucci è rientrato dal ritiro con la Nazionale?".
M.: "Sì, io gliel’ho detto a lui, gli avevo fatto presente che insieme agli altri compagni, c’era De Tullio che era pronto a darci determinati soldi, non so quanti, che era pronto a scommettere su live se la partita finiva in pareggio, e lui e gli altri compagni erano a favore, comunque ha detto: "Se si può fare siamo interessati". (...)".
G.: "Scusi Masiello, ha detto: "Erano interessati"".
M.: "Sì".
...
G.: "Lo hanno detto Belmonte...".
M.: "Belmonte...".
G.: "...Parisi e Bonucci".
M.: "E Salvatore Masiello (...). Il fatto sta che durante il ritiro Salvatore Masiello chiama Pepe, Simone Pepe, con un’utenza che aveva... una scheda telefonica che mi aveva lasciato lacovelli per usi privati miei. In pratica chiamò Pepe e gli disse... se lui era disposto a... oppure no. Pepe appena ha saputo...".
G.: "Un linguaggio da amici per fargli capire...".
M.: "Sì, sì. Appena staccò la chiamata si girò verso di me, eravamo in camera io e Belmonte, si girò verso di me e disse: "No, Pepe ha detto di no"".
...
G.: "Ecco, questo mi deve anche spiegare, cioè l’accordo era il pareggio o un pareggio con tante reti?".
M.: "No, il pareggio con tante reti, però non sapevo se bastavano due o tre, quindi ero un po’ preoccupato. Nel caso perdevi la scommessa si comunque dovevi dare dei soldi a chi li aveva persi (...). Al momento che io sono salito sul pullman e ho parlato con Giacobbe, i miei compagni mi hanno detto: "Allora com’è andata, si sa niente per quella cosa?", io ho fatto: "Guardate, non so niente».

La gara finisce 3-3: Masiello racconta di essere andato con Iacovelli al ristorante di De Tullio, che gli consegna 8.000 euro, dicendo "questa è la tua parte". "Di questi — racconta Masiello — 2.000 li ho dati a Iacovelli".

Ma tutto questo casino per 8'000 euro a testa? Calciatori di serie A?

[aquilafelyx]

a Bari erano mesi che non prendevano lo stipendio , e non era la sola squadra in arretrato