Autore Topic: Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola  (Letto 6196 volte)

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Sorcio

Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #20 : Sabato 19 Maggio 2012, 15:04:43 »
Mi spiegate dov'è la differenza tra avvertimento mafioso e strategia della tensione?
Risalendo la corrente delle due ipotesi, il mandante resta sempre lo stesso: il potere politico, colluso fino al midollo.

Sventurati noi che ci siamo dovuti sorbire 20anni di mafia al governo, 20anni spariti così all'improvviso, tra una risatina erotica e una gomitata alla faccia del burlesque.

Che paese vergognoso.

Offline Rupert

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #21 : Sabato 19 Maggio 2012, 15:18:34 »
Giuro che ci pensavo ieri.
Pensavo al momento di confusione che c'era in Itaglia nel '92 (tangentopoli) e a quello che successe per distogliere e/o per lanciare segnali al popolo bue.
Stragi, bombe e cose simili.
E notavo analogie con i tempi moderni, crisi economica, gente incazzata, pericoli di esasperazione di qualcunio meno bue degli altri....
E cosa apprendo da poco? Bomba davanti ad una scuola di Brindisi intitolata a Falcone.
Una ragazza di 16 anni morta e 10 feriti....
Dico solo ai pezzi di merda del "governo ombra" di sto paese di tronisti e puttane, di cambiare strategia perchè il sottoscritto, il loro modus operandi, l'ha capito già da una ventina d'anni!
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Offline aquilafelyx

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #22 : Sabato 19 Maggio 2012, 15:21:16 »
con la mafia è molto più collusa l'alta finanza che custodisce ed amministra i capitali illeciti accumulati ,

chi pensa che ci sia un mandante colluso con gli assassini di Brindisi deve guardare al presente piuttosto che al passato prossimo , banche banchieri e mafia hanno abiti diversi ma la stessa anima
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Giglic

Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #23 : Sabato 19 Maggio 2012, 15:32:09 »
Mi spiegate dov'è la differenza tra avvertimento mafioso e strategia della tensione?
Risalendo la corrente delle due ipotesi, il mandante resta sempre lo stesso: il potere politico, colluso fino al midollo.

Sventurati noi che ci siamo dovuti sorbire 20anni di mafia al governo, 20anni spariti così all'improvviso, tra una risatina erotica e una gomitata alla faccia del burlesque.

Che paese vergognoso.

100%

Pare che le cose semplici non siano possibili.

E a proposito di sciacalli, la dichiarazione di castelli fa veramente ribrezzo

Offline MCM

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #24 : Sabato 19 Maggio 2012, 15:33:57 »
Mi spiegate dov'è la differenza tra avvertimento mafioso e strategia della tensione?
Risalendo la corrente delle due ipotesi, il mandante resta sempre lo stesso: il potere politico, colluso fino al midollo.

Sventurati noi che ci siamo dovuti sorbire 50 anni 20anni di mafia al governo, 50 anni 20anni spariti così all'improvviso, tra stragi senza colpevoli, stragi senza mandanti, segreti di stato, una risatina erotica e una gomitata alla faccia del burlesque.

Che paese vergognoso.

ora va meglio.
bene.


Offline Rupert

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #25 : Sabato 19 Maggio 2012, 15:40:39 »
Riflettere



"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Giglic

Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #26 : Sabato 19 Maggio 2012, 15:56:36 »
ora va meglio.
bene.

No, non va bene.
La mafia al governo nel 1962 non c'era. E non c'era neanche nel 1996. La mafia, direttamente, al governo c'è stata solo con quei ministeri che "mangano è un eroe" e "con la mafia bisogna conviverci" e "la lega con la mafia? quando mai!"
Se poi ci aggiungi il fatto che le stragi non sono senza colpevoli, e che il tutto è finito grazie al priapismo di un vecchio bavoso, il quadro è completo.

Ripeto: dire che quest'attento non è mafioso è un'assurdità

Sorcio

Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #27 : Sabato 19 Maggio 2012, 16:07:21 »
ora va meglio.
bene.

Se ti senti meglio, buon per te. Ma la verità è quella che ho detto io.

Offline MCM

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #28 : Sabato 19 Maggio 2012, 16:19:53 »
Hai dimenticato di dire anche "il più alto numero di arrestati delle cosche mafiose".

Abbiamo capito che ti sta sul cazzo Berlusconi, ma oggi non c' è lui al governo, nel 69 non c'era lui, nel 74 non c'era lui, nell' 80 non c' era lui, nel 92-93 neppure.

Qui nessuno ha citato i governi Berlusconi per difenderli, tu li hai tirati fuori perchè c' hai ancora la bava alla bocca. Tra 30 anni quando non ci sarà più. rincorrerai il suo fantasma.

Sono almeno 43 anni che in Italia avvengono stragi senza mandanti.


Offline MCM

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #29 : Sabato 19 Maggio 2012, 16:26:50 »
Se ti senti meglio, buon per te. Ma la verità è quella che ho detto io.

ti piace fare giochi di parole.
Per la gente comune, quella normale, di strada, non gli intellettuali radical chic, mafia è Cosa Nostra, 'Ndrangheta, Sacra Corona Unita.
Organizzazioni che mai hanno agito, con il loro nome, in questo modo.

Ergo, aldilà di finezze linguistiche che non tutti, per evidenti ragioni culturali, sono in grado di capire, è fin troppo evidente che questo affrettarsi a dare le responsabilità dell' accaduto ad un gruppo mafioso sia un tentativo decisamente poco velato di offrire al popolo, come sempre da 40 anni d'altronde, un obiettivo su cui scagliarsi unendosi sotto le ali governative.

Per chi volesse, ho scritto quanto dice a Blu Notte lo storico Giannulli, già collaboratore con svariate procure italiane in casi di stragi.


"Se si dovesse tentare un bilancio potremmo dire che sicuramente chi ha guadagnato di più da questa stagione di violenza sono stati proprio gli assetti di potere che si sono garantiti la propria perpetuazione.
Probabilmente gli anni 60-70 avrebbero potuto sfociare in una modernizzazione del nostro paese molto maggiore, avrebbero potuto produrre una democrazia di qualità diversa.
Tutto questo non fu possibile anche perchè, tendenzialmente, la violenza politica consentì alla classe dirigente di recuperare il consenso che temeva di perdere"

(Aldo Giannulli)

Offline Holly

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #30 : Sabato 19 Maggio 2012, 16:36:49 »
tutta la mia solidarietà alle famiglie dei ragazzi coinvolti, una preghiera per Melissa e per l'altra sudentessa ancora in bilico fra vita e morte

forse non ci rendiamo conto della gravità di quanto accaduto, una bomba contro una scuola, contro giovani innocenti.... non che ci siano vittime di serie A e di serie B, ma un atto così atroce non lo ricordo

inutile accapigliarsi sulle responsabilità dell'orrore di questa mattina, tanto nessuno se le accollerà mai, o meglio, partiranno i soliti caroselli di parole trite, di frasi di circostanza, di aria fritta, che non faranno altro che aumentare il mio sgomento nei confronti di questo Paese dove questi morti, insieme a tanti altri, non riceveranno mai giustizia

Offline chemist

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #31 : Sabato 19 Maggio 2012, 16:43:41 »
Incredibile. Una preghiera per i ragazzi coinvolti.

Onestamente neanche io credo alla pista mafiosa che non ha mai agito in questo modo del tutto anomalo. Sembrerebbe veramente un tentativo di ricompattare gli animi degli italiani contro un nemico comune.

Stesso schifo da 50 anni. Ed onestamente tirare fuori Berlusconi anche oggi non mi sembra giusto.

 

Offline MCM

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #32 : Sabato 19 Maggio 2012, 16:45:33 »
tutta la mia solidarietà alle famiglie dei ragazzi coinvolti, una preghiera per Melissa e per l'altra sudentessa ancora in bilico fra vita e morte

forse non ci rendiamo conto della gravità di quanto accaduto, una bomba contro una scuola, contro giovani innocenti.... non che ci siano vittime di serie A e di serie B, ma un atto così atroce non lo ricordo

inutile accapigliarsi sulle responsabilità dell'orrore di questa mattina, tanto nessuno se le accollerà mai, o meglio, partiranno i soliti caroselli di parole trite, di frasi di circostanza, di aria fritta, che non faranno altro che aumentare il mio sgomento nei confronti di questo Paese dove questi morti, insieme a tanti altri, non riceveranno mai giustizia

grazie.
E preghiamo davvero per l' altra ragazza, Veronica.

Intanto è di un' ora fa la notizia che dopo averla operata l' hanno ritrasferita a Lecce.

Offline Skorpius

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Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #33 : Sabato 19 Maggio 2012, 17:44:20 »
Mi spiegate dov'è la differenza tra avvertimento mafioso e strategia della tensione?


Davvero non ti e' chiara la differenza?
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline AlenBoksic

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #34 : Sabato 19 Maggio 2012, 17:47:27 »
Onestamente neanche io credo alla pista mafiosa che non ha mai agito in questo modo del tutto anomalo. Sembrerebbe veramente un tentativo di ricompattare gli animi degli italiani contro un nemico comune.

Non direi.
È un'azione che ricorda le bombe del 1993.
Oggi come allora il quadro politico è in completo sconvolgimento e oggi come allora la mafia si muove alla ricerca di nuove referenti.
E come sempre in Italia, penso anche al 1969, quando si profilano nuovi scenari politici scoppiano le bombe
Voglio 11 Scaloni

Offline MCM

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #35 : Sabato 19 Maggio 2012, 17:56:12 »
Una strage annunciata, che rafforzerà un' unità governativa che piano piano stava venendo meno. I tecnocrati sono sempre meno popolari. Parleranno di stato di “emergenza” e di “vigilanza” rendendo inaccettabile qualsiasi risposta politica, magari chiamandola con sdegno "antipolitica".
Ogni critica verrà tacciata come "irresponsabile" e a chiunque tenterà di ribellarsi diranno che le sue parole alimentano il terrorismo.

E' lo stesso copione. Speriamo che il popolo ne sia consapevole.

da Il Fatto Quotidiano

Brindisi, l’identikit dei mandanti

di Enzo Di Frenna | 19 maggio 2012

Ci sono alcune cose strane che individuo con gli occhi di ex cronista di giudiziaria. Primo: la Sacra Corona Unita non ha interesse che la Puglia sia messa a ferro e fuoco dalle forze dell’ordine, disturbando i traffici di droga, di armi e gli altri interessi criminali del suo business. Quindi non credo sia il mandante. Secondo: l’attentato aveva l’obiettivo di fare notizia nel modo peggiore possibile, facedo una strage di ragazzi nel modo più barbaro. Anche questo, secondo me, non appartiene allo stile della Sacra Corona Unita. La criminalità pugliese ha sempre scelto un basso profilo. Non si hanno notizie di attentati clamorosi – di tale portata – provenienti da tale organizzazione.

Quindi il mandante va ricercato altrove. Si potrebbe ipotizzare che una tale strage sia nello stile della Mafia. La scuola porta il nome di Falcone, quindi si voleva inviare un messaggio ai vertici dello Stato. Ma anche in questo caso, c’è un’anomalia. Cosa Nostra non ha mai coinvolto i ragazzi in stragi di ampio respiro. L’attentato a Falcone e Borsellino fu eclatante, ma colpì magistrati e poliziotti. Sarebbe quindi una strana novità l’uccisione indiscriminata di ragazzi sedicenni.

Chi ha colpito sapeva che sarebbero potuti morire decine di studenti. Faceva parte del piano. Ma la Mafia ha obiettivi altrettanto clamorosi per lanciare i suoi messaggi e la sua sfida. Poteva far saltare in aria un tribunale, oppure uccidere un poltico di rilievo nazionale. Avrebbe ottenuto lo stesso risultato di sdegno e altrettanta visibilità. Invece hanno scelto una scuola. I ragazzi. Il cambiamento.

Oggi il cambiamento in Italia si sta manifestando attraverso i giovani a la Rete. La politica dal basso – che scuote i palazzi del potere – usa Internet. Se tale cambiamento si dovesse propagare sul piano nazionale, l’intreccio politica-mafia sarebbe in pericolo. Quindi i mandanti sono da cercare in pezzi deviati dei poteri dello Stato, che da anni hanno stretto un patto con le grandi organizzazioni criminali. Chi ha piazzato le bombe davanti a una scuola lo ha fatto tenendo all’oscuro la Sacra Corona Unita. È gente spietata che si è infiltrata nel terriorio pugliese. La scelta di usare bombole del gas rende poi difficile rintracciare la provenienza di un eventuale esplosivo. Quindi anonimato assoluto. Tracce zero.

Ho l’impressione che i mandanti siano i membri di quella Cupola Nera – composta da massoneria, politica corrotta, pezzi deviati dei servizi segreti e finanza speculativa – che da decenni tiene in scacco l’Italia. Il cambiamento sta scuotendo le fondamenta del loro potere. Si sentono minacciati. E quindi loro minacciano. Nel modo più feroce possibile.

Boks XV

Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #36 : Sabato 19 Maggio 2012, 17:59:57 »
Ma la verità è quella che ho detto io.

grazie per calare quì, dall'alto, e dispensarci la Verità.
la prossima volta che torni, tra un par de mesi, lasciace du' tavole de pietra.
scolpite magari, così stamo apposto per qualche millennio.

Offline MCM

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Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #37 : Sabato 19 Maggio 2012, 18:06:01 »
altro articolo che da spunti interessanti.

ECHI DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE

 Giuseppe Angiuli
sabato 19 maggio 2012

Potrebbe sbagliarsi di grosso chi ha dato subito per scontato che il grave attentato consumatosi stamane dinanzi ad una scuola professionale femminile di Brindisi debba senz’altro essere attribuibile alla criminalità organizzata pugliese.
Può sembrare strano, ma anche le organizzazioni mafiose osservano dei codici etico-comportamentali intrinsecamente connessi al loro ruolo sociale e, proprio osservando i fatti alla luce di tali codici consolidati, risulta altamente improbabile che i boss  brindisini abbiano consapevolmente deciso di colpire con inusitata efferatezza un luogo simbolo della gioventù studentesca della loro città.
Pare che l’istituto professionale “Morvillo-Falcone” di Brindisi fosse frequentato da molte ragazze di Mesagne, un centro a pochi chilometri dal capoluogo messapico: di Mesagne era infatti la prima vittima sedicenne dell’attentato, Melissa Bassi.
Chi non è pugliese non sa che proprio Mesagne è stata a lungo uno dei principali centri irradiatori della Sacra Corona Unita.
E’ dunque credibile che i “cervelli” della Sacra Corona Unita possano avere seminato morte di primo mattino, tra i ragazzi e le ragazze che facevano ingresso in un istituto scolastico, rischiando di fare una strage e magari di colpire uno dei loro figli o un figlio di un loro cugino, di un loro vicino di casa?
E’ plausibile che un’organizzazione criminale a carattere locale scelga di colpire uno dei luoghi più vitali del territorio in cui la stessa organizzazione opera e dove trae dal consenso sociale una delle principali linfe che ne determinano il ruolo di dominio?
E’ possibile che la criminalità brindisina non abbia tratto lezione da quanto avvenne alla fine degli anni ’90, allorquando perse il consenso sociale (retroterra indispensabile per qualunque organizzazione mafiosa) proprio dopo avere trasformato il lucroso business del contrabbando di sigarette da fenomeno silenzioso a fattore di morte sulle strade pugliesi, dando l’incipit alla rabbiosa reazione dello Stato con l’operazione militare “Primavera” che portò ad azzerare il fenomeno-contrabbando?
 
No, che la criminalità brindisina abbia deciso di fare questo è troppo poco credibile.
Se perfino la ministra dell’Interno Cancellieri ha parlato a caldo di un “fatto anomalo e complesso”, allora forse è bene che tutti proviamo a fare i conti con scenari molto più grandi ed inquietanti di quelli con cui siamo soliti rapportarci, magari liberandoci da quella sorta di condizionamento preventivo che induce a bollare frettolosamente come “complottismo dietrologico” qualunque tentativo di andare aldilà della mera superficie dei fatti e delle spiegazioni più banali.
 
E’ bene convincersi (ma lo so, è davvero difficile comprenderlo) che l’Italia sta vivendo la fase terminale e delicatissima di un importante trapasso storico-politico.
La democrazia rappresentativa in cui siamo stati abituati a vivere a partire dal 1945 non c’è più.
Lo Stato forte ed autorevole, quello che doveva garantire a tutti i cittadini l’eguaglianza formale e sostanziale (art. 3 Cost.), che doveva loro assicurare lavoro e scuola, salute e giustizia, previdenza per tutti, non esiste più.
Lo Stato che doveva guidare l’economia, dirigendone i processi in direzione del perseguimento dell’interesse collettivo, anch’esso non c’è più.
 
Vi chiederete: ma che c’entra tutto questo con l’attentato di Brindisi (e magari con la recente gambizzazione di un dirigente dell’Ansaldo, industria di punta di quello che fino a qualche tempo fa era un poderoso apparato produttivo di Stato e che nel corso della seconda Repubblica, pezzo dopo pezzo, è stato smantellato)?
 
Ebbene, in tutte le fasi di trapasso politico, in Italia, fin dal momento del raggiungimento della sua unità e indipendenza, sono sempre scoppiate le bombe: fin dalla spedizione garibaldina del 1861 che disarcionò i Borbone, passando per il biennio rosso e l’avvento del fascismo, per poi giungere al secondo dopoguerra ed agli anni ’70, per approdare infine al grande disegno destabilizzatore del 1992-93 (che doveva adeguare il contesto italiano all’inedito scenario post-bipolare), le bombe e gli attentati, così come gli intrighi orditi da cervelli stranieri, hanno sempre giocato un ruolo di primo piano nel determinare gli scenari di casa nostra.
Un sabato pomeriggio di 20 anni fa Giovanni Falcone veniva colpito a morte in un attentato eclatante nella cui organizzazione la mafia siciliana ebbe sì, certamente, un ruolo di manovalanza ma non ne fu certo la mente (anzi, i corleonesi furono “usati” da poteri ben più “in alto” di loro e poi, come sempre avviene, furono subito “scaricati”, tant’è vero che meno di un anno dopo, il “capo dei capi” Totò Riina fu presto arrestato a seguito di un banalissimo appostamento dinanzi alla sua dimora palermitana).
Giovanni Falcone (così come Paolo Borsellino) aveva capito troppe cose del piano di destabilizzazione che 20 anni fa investiva l’Italia, forse non ne condivideva tutti gli aspetti o forse ne avrà in qualche modo ostacolato il compimento. Doveva morire in un attentato dai connotati di “guerra”, sbloccando non a caso l’impasse  nell’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
 
Analogamente al 1992-93, anche oggi in Italia ci sono dei settori che ancora oppongono una (flebile) resistenza al compimento della fase terminale del piano di destabilizzazione del Paese.
L’Italia depotenziata, umiliata, deindustrializzata, l’Italia privata di ogni sovranità politico-economica e vassalla dei Piani NATO oltre ogni immaginazione, l’Italia del 2012, portando a compimento il piano del 1992, deve diventare a tutti gli effetti una colonia.
 
La gambizzazione del dirigente ANSALDO (a dispetto delle consuete e ricorrenti, oltre che assurde, rivendicazioni pseudo-anarcoidi) è un messaggio facilmente decodificabile, evidentemente diretto alle poche e residue aziende di punta italiane ancora da “spolpare”.
Il suo chiaro significato è: “Dovete mollare l’osso”.
 
L’attentato di Brindisi, rivolto contro dei sedicenni, con l’evidente obiettivo di fare strage tra ragazzi che attraversano la fase più “verde” della loro adolescenza, è a mio avviso portatore di un messaggio tanto macabro quanto inquietante, che i poteri oscuri  autori dell’attentato hanno voluto indirizzare a tutta la gioventù di questo Paese: “Qui in Italia, per voi, non c’è più futuro né speranza”.
 
E, come disse Aldo Moro in una delle sue ultime lettere consegnate nelle mani dei sedicenti brigatisti, “un giorno tutto apparirà chiaro”.
 
 
                                                                                                                    Giuseppe Angiuli

 

Giglic

Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #38 : Sabato 19 Maggio 2012, 18:24:01 »
Incredibile. Una preghiera per i ragazzi coinvolti.

Onestamente neanche io credo alla pista mafiosa che non ha mai agito in questo modo del tutto anomalo. Sembrerebbe veramente un tentativo di ricompattare gli animi degli italiani contro un nemico comune.

Stesso schifo da 50 anni. Ed onestamente tirare fuori Berlusconi anche oggi non mi sembra giusto.

La "pista mafiosa", chemist, ha operato in questa maniera nel 1993. Le stragi di Firenze e Roma, unitamente a quella, fortunatamente "scampata" (perchè? è interessante vedere cosa sta uscendo fuori circa la trattativa di quel periodo di alcuni pezzi dello stato con i vertici di cosa nostra) dell'Olimpico. Ma intendiamoci prima sulla parola "mafia". Perchè quella di "coppola e lupara" è scomparsa ormai da 30 anni. La mafia, ormai, si presenta come un antistato, con le sue istituzioni, le sue entrate ed i suoi impiegati. Ed è così, a mio modo di vedere, per due ragioni: l'assenza, quantomeno per colpa grave se non per dolo, dello stato su ampie parti del territorio, e la presenza delle stesse persone in entrambe le "istituzioni".

Sulla strategia della tensione e la criminalità organizzata, basti pensare al caso del rapimento Cirillo da parte delle BR, dove il ruolo di mediatore fu svolto da Cutolo.

Qui nessuno sta dicendo che Berlusconi è responsabile e compartecipe della strage. E' però un dato di fatto che, alla delegittimazione della classe politica del 1992, unita anche in quel caso ad una forte crisi economica (ricordate il primo governo Amato ed il prestito forzoso sui conti correnti?) corripsponda una tensione bombarola, che coinvolge pezzi di criminalità organizzata, sbandati in cerca di chissà quale rivoluzione, e potentati politici ed economici sommersi quali massoneria, enti misteriosi vaticani, e quant'altro. Gli anni '70, da me vissuti solo sui libri (avevo meno di dieci anni), li vedo in maniera lievemente diversa: lì c'erano giovani che, consapevolmente o meno, da destra e da sinistra facevano il gioco delle forze "reazionarie" (non necessariamente cattive, eh: ma sicuramente contrarie a qualsiasi tipo di cambiamento per motivi magari anche comprensibili), ma era lo stato a "menare le danze", tanto da avere in questa lotta al terrorismo l'avversario "storico" (il PCI) alleato.

Nel 1992, ed oserei dire anche adesso, lo stato non riesce più a scrollarsi il giogo di una struttura che è diventata, se non più potente, quantomeno non più facilmente battibile (a meno di non fare una pulizia anche all'interno dello stato stesso, cosa che porterebbe ad un disordine che una generazione dirigente di 60enni avversa perchè non più in grado di vedere il cambiamento come una opportunità). venti anni fa, un miliardario in grado di veicolare tramite i media l'opinione pubblica, e con evidenti addentellati mafiosi (dell'utri, mangano) arrivò a fare da parafulmine (e non perdonerò mai abbastanza la parte politica che mi dovrebbe rappresentare di aver avallato tale situazione). Unitamente alla destra "moderata" (ma Fini, terza carica dello stato, perchè non spiega che ci faceva alla Diaz nel luglio 2001 durante il macello? La strategia della tensione, come si vede, non è solo bombarola...) ed ad una struttura territoriale che, nata da rivendicazioni sacrosante e comprensibili, si è subito adattata "interloquendo" con la criminalità organizzata e strutturandosi come un sultanato arabo ha mantenuto lo status quo per 20 anni. Ora quel parafulmine è in fuorigioco, rovinato dalle sue paure giudiziarie e dai suoi pripismi, che succederà?

Io ho paura, ma di sicuro so cosa farei: anche se doloroso, va messa la nazione davanti alle responsabilità sociali e civili della sua classe dirigente: bisogna dire che Andreotti era mafioso fino al 1980, prescritto, e che i suoi legami con la mafia sono accertati anche dopo (tramite Lima, il cui omicidio segnò l'inizio della fase stragista del 1992). Che Marcinkus e la banda della magliana erano legati, insieme a Calci e SIndona, per dare soldi a Solidarnosc (non ci lamentiamo dell'ingerenza Tedesca: a regime debole, come è il nostro, come era quello sovietico, corrisponde spesso un'interferenza esterna per cogliere le opportunità). Bisogna dire tutto sulla trattativa stato mafia, sulle stragi del 1993, su quanto la P2 abbia influito indicando in Craxi l'interlocitore privilegiato della DC per tirare via il PCI, su D'Alema, figlio del vicepresidente della commissione P2, viceconte di Sua Santità, su Violante che assicurò a Berlusconi l0impuntà nei 5 anni di governi di centrosinistra 1996-2001, e tante altre cose.

Per far questo, però, ci vuole coraggio e cultura: due cose che attualmente in Italia difettano.

Scusate il pippone.


POMATA

Re:Morire a sedici anni aspettando di entrare a scuola
« Risposta #39 : Sabato 19 Maggio 2012, 19:00:25 »
Lo stato ci fa la guerra e noi abbiamo paura a rispondere, solo una rivoluzione salverà l'italia e l'europa dallo sfascio e ladrocinio di chi ci dirige.