Autore Topic: Intervista del Corsport a Simone Inzaghi  (Letto 5982 volte)

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Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« : Sabato 8 Giugno 2019, 09:02:59 »
(Corriere dello Sport - 08.06.2019)

di Fabrizio Patania

Riecco a voi Simone Inzaghi. Laziale tra i laziali. E’ rimasto dov’era, è dove dev’essere, nella Lazio delle sue meraviglie. Da erede di se stesso s’è rimesso alla guida della squadra e del suo popolo. Simone Inzaghi siamo noi, dicono i tifosi. Festeggiano il rinnovo fino al 2021, lo pensano infinito. Celebrano vent’anni d’amore, vittorie e splendori ciclici. Rieccolo, Simone. E’ a New York, con la moglie Gaia: passeggia davanti al ponte di Brooklyn, a Times Square, a Manhattan. Sembra un vero newyorchese nelle foto che rimbalzano dagli States. E’ raggiante, vincente e avvincente, entusiasta ed entusiasmante, appassionato e appassionante, trascinante e di nuovo parlante. Ha ritrovato tutto il suo mondo perché se l’è ripreso. E’ un’avanzata il suo ritorno. C’è nuova consonanza con i progetti di Lotito e Tare. C’è e ci sarà sempre consonanza con i cuori e i sogni dei tifosi. Simone Inzaghi non è solo un allenatore, rappresenta un bellissimo mondo di passione. Nella notte di Coppa l’avevamo lasciato felice e scontento, smunto e perplesso dopo una stagione lunga e disturbata. L’abbiamo ritrovato sereno, carico a pallettoni. S’è abbandonato spensieratamente alla prima intervista post-rinnovo, dimenticando difficoltà e riprovazioni, parlando di passato e futuro, confessando sogni e ambizioni, rilanciando la sfida, è ancora più bella. In fondo è sempre l’Inzaghi che in un’immagine diventata virale sui social si vede riflesso allo specchio: di spalle appare vestito da giocatore col numero 21, davanti ha la divisa da allenatore, la porterà almeno fino al 2021. E’ la foto di tutta la Lazio che ha in corpo. Esplode ad ogni gol.
 
 
Inzaghi, rieccola finalmente. Era sparito, si era perso nelle riflessioni, non si era più concesso ai microfoni, siamo felici di risentirla. Per capire, cos’è successo? Cominciamo dalla fine...
«Ho solo voluto prendermi una pausa di riflessione. Dopo tre anni avevo bisogno di fare chiarezza con me stesso. Ritengo di essere una persona seria, un professionista, e non mi va di prendere in giro nessuno».
 
Sono state tre settimane da raccontare. «Niente è scontato», ha detto dopo il trionfo in Coppa. Sono seguiti i “round” con Lotito, tante attese e tante incognite, tante voci, poi l’accordo e la firma fino al 2021. Perché si è arrivati a tutto questo?
«Mentalmente avevo bisogno di chiudere il ciclo iniziato nel 2016 per, eventualmente, aprirne un altro con maggiore entusiasmo e convinzione. Un allenatore, se non possiede queste motivazioni, non può chiederle ai suoi giocatori».
 
Adesso è pronto per un ciclo ancora più ambizioso?
«Ci ho pensato e sono pronto per un nuovo ciclo, per una nuova sfida, per un bel progetto tecnico, in accordo con la società. Posso dirlo subito, con grandissima chiarezza: io e il mio staff daremo il massimo per centrare obiettivi importanti. Per noi, per la Lazio, per i nostri tifosi, per la società che ha creduto in me».
 
E’ finita una stagione contorta, piena di ostacoli, chiusa comunque in trionfo. La prossima dovrà essere diversa, come la immagina, come la desidera?
«Dovrà essere una stagione di grandissimo entusiasmo, è così che la vogliamo tutti, è così che dovrà essere».
 
Con Lotito ci sono state distanze e scintille, c’è stato il rischio che finisse male. Vi siete detti tutto, ma proprio tutto?
«Ci siamo detti tutto, come capita in tutte le buone famiglie. Ora conta solo una cosa, guardare avanti. Ripartiamo più uniti e più forti che mai!».
 
E’ tra gli allenatori più richiesti. La Juve vuole Inzaghi. Il Milan vuole Inzaghi. L’Atalanta da Champions pensa a Inzaghi. S’è parlato di lei per settimane. Sono state queste voci a crearle dubbi sul futuro?
«Gli interessamenti fanno piacere. Non sono arrivati solo quest’anno, già nel 2018, anche se abbiamo perso la qualificazione in Champions nell’ultima partita contro l’Inter, un po’ per demeriti nostri, soprattutto per fattori esterni. Avremmo strameritato di andarci». Quali club l’avevano cercata? «C’erano state le richieste di un club italiano e di uno estero, avrei sicuramente guadagnato di più. Ma io ho dato sempre priorità alla Lazio, è la squadra del mio cuore, è la società che ha avuto fiducia in me. Sono contento delle scelta di continuare».
 
Ha declinato gli inviti anche quest’anno. In futuro si vedrà, diciamo così?
«E’ normale, sono un allenatore ambizioso, voglio crescere, ma in questo momento voglio fare bene qui. Il mio futuro è la Lazio, sono strafelice di andare avanti».
 
La permanenza e il rinnovo la catapultano ancora di più nella storia. Il prossimo anno potrà diventare l’allenatore biancoceleste più presente in panchina, anche più di Zoff, primatista a quota 202, lei è a 156. La scalata continua...
«Questo traguardo mi fa enormemente piacere, è un motivo di grande orgoglio. Zoff è un mostro sacro del calcio. L’ho avuto come allenatore nella Lazio e mi ha fatto esordire in Nazionale».
 
Inzaghi, entriamo nel clou dell’intervista. Che Lazio nascerà? Che garanzie di mercato ha strappato a Lotito e Tare? Confessi tutto.
«Ho parlato con il presidente e con il direttore, mi hanno detto che la squadra rimarrà super competitiva. Ci saranno interventi, la Lazio rimarrà forte. Tare è una garanzia, una sicurezza sul mercato. E’ un grandissimo direttore sportivo, c’è grandissima fiducia in lui. Siamo una grande famiglia. Con Tare, Peruzzi, De Martino e Calveri, assieme al presidente Lotito, ci conosciamo da una vita, c’è grande sinergia, stiamo sempre assieme».
Quanti acquisti avete previsto? E in che ruoli? Chi arriverà? Ci dica qualcosa.
«Fare nomi è prematuro. Di volta in volta vedremo come si svilupperà il mercato. Bisognerà fare degli interventi. Le idee ci sono, il confronto è continuo, c’è un bel clima».
 
Ci sarà un rinnovamento-ringiovanimento, conferma?
 
«Potrebbe anche esserci un ringiovanimento, ma gli uomini che sono con me dall’inizio, cito ad esempio Lulic, Radu e Parolo, mi hanno sempre dato grandissima disponibilità e fiducia. Possiamo fare le cose per bene. Ho un grandissimo rapporto con tutti i giocatori, con quelli che sono stati con me dall’inizio e con quelli arrivati quest’anno. Con Acerbi, ad esempio, lavoriamo da un anno, ma sembra che ci conosciamo da sempre. Lulic, Radu e Parolo, i miei “anziani”, mi hanno aiutato tantissimo, non mi hanno mai tradito, da loro ho avuto sempre grande disponibilità. A Lulic, il capitano, ho cambiato spesso ruolo. Sono super contento di loro».
 
Lotito, annunciando il rinnovo, ha detto che la Lazio andrà a caccia degli «obiettivi sfuggiti». E’ la Champions, concorda con il presidente? Possiamo dirlo?
«Quando sono arrivato io la Lazio non era in Europa, adesso ci gioca con regolarità da tre anni (era successo solo una volta con Lotito, nel triennio 2011-2014, mai però con lo stesso allenatore, ndr), già questo è un grandissimo obiettivo. E dopo questi tre anni vogliamo crescere tutti quanti».
 
Gap sì, gap no? Per tutto l’anno scorso ha messo «cinque corazzate» davanti alla Lazio, quest’anno come prevede la griglia di partenza?
«In Italia ci sono squadre che hanno più budget rispetto a noi. Ma la Lazio, con tanto impegno e idee, ha dimostrato di potersela giocare alla grande contro tutti. Ho una società ambiziosa, vuole migliorarsi sempre».
 
I suoi figli, lazialissimi, saranno felicissimi per il rinnovo. Papà Giancarlo, mamma Marina e fratello Pippo che le hanno detto?
«I miei genitori sono contenti, vogliono la mia felicità. Provano gioia quando mi vedono sereno. Hanno Lorenzo, il nipote più piccolo, a Roma, vive con me e con mia moglie Gaia. Il più grande, Tommaso, vive a Londra da due anni e adesso inizierà l’università. Sono tutti e due super laziali, siamo tutti lazialissimi. E’ contento anche Pippo, sapeva che avrei preso la decisione che ritenevo più giusta, quella che mi avrebbe suggerito il cuore».
 
Inzaghi, l’abbiamo criticata per aver puntato sempre e solo sul 3-5-2, promette di rintracciare un’alternativa?
«Si ripartirà dal 3-5-2, il resto lo deciderò in base ai giocatori che avrò a disposizione, il modulo dipende sempre da chi c’è in organico». Nel primo anno cambiava spesso modulo, la Lazio sorprendeva tutti, spiazzava. «Cambiavo spesso perché avevo Keita e Felipe Anderson, giocatori prettamente esterni. Poi ho avanzato Keita, l’ho fatto giocare vicino all’area e ha segnato 16 gol in campionato, è stato un grande record. Keita, con un’altra punta vicino, rendeva al meglio. Con me ha fatto vedere grandi cose, non si è ripetuto più a quei livelli. Mi dispiace, è un giocatore dalle grandi potenzialità».
 
Si ripartirà da Immobile, è il suo totem. 
«Ciro ha segnato 85 gol in tre stagioni, sono contentissimo di lui. Ha avuto un calo, ci può stare. Non si è mai fermato tranne nel finale dell’anno scorso. E’ un giocatore generoso, dopo i 40 e passa gol del 2018 tutti s’aspettavano uno score simile, ma non è semplice segnare 30 reti solo in Serie A. Ciro ha chiuso a 15 nell’ultimo campionato, sembra abbia fatto pochi gol. In ogni caso non va valutato solo per le reti, quest’anno gli abbiamo chiesto di più». Che cosa in particolare? «La Lazio ha segnato di meno, ma ha anche subito di meno. In Coppa Italia ci hanno segnato, in 5 partite, solo su rigore. Il Novara nei tempi regolamentari, l’Inter oltre il secondo supplementare. Ho chiesto io più sacrificio ai miei attaccanti e siamo andati bene».
 
Caicedo, invece, è destinato a partire. Non rinnova.
«L’anno scorso era finito al centro di critiche, storcevano il muso quando si parlava di lui. Io l’ho sempre difeso e quest’anno è stato invocato dalla Curva Nord. E’ un professionista, un ragazzo serio, ha giocato perché ha dimostrato grandi doti. E’ un attaccante molto importante, ci ha aiutato tantissimo in campionato e in Coppa».
 
Correa è esploso nel finale, è stato decisivo, ha iniziato a segnare. Sarà la stella del futuro laziale?
«E’ cresciuto tantissimo, è un ragazzo molto intelligente, legge benissimo le situazioni in campo. Qualsiasi cosa gli chieda è sempre disponibile. E’ arrivato quest’anno, ci ha impiegato un po’ di più, è normale che capiti. Due campionati fa abbiamo giocato con Luis Alberto seconda punta e durante la scorsa stagione, per la crescita di Correa, ho iniziato a pensare allo spostamento dello spagnolo. Sapevo bene che il Tucu era molto forte, non pensavo che si sarebbe inserito così velocemente. In questo è stato una grandissima sorpresa. E’ un ragazzo e un talento d’oro».
 
Il campionato, la nota dolente: -33 gol fatti e -13 punti rispetto al 2017-18, ottavo posto. Cosa è successo alla Lazio?
«Venivamo da una stagione con più di 100 gol fatti, ci eravamo laureati come la squadra con il miglior attacco d’Italia. Non tutti gli anni sono uguali».
 
Il 15 maggio si è tolto alcuni sassolini, la Coppa Italia vale come rivincita personale? 
«No, solo come motivo di grande orgoglio. La vittoria è stata strameritata, è stato giusto che l’abbia portata a casa la Lazio».
 
Insistiamo: nell’ultima conferenza stampa s’è lamentato per qualche critica mossa dall’ambiente, con chi ce l’aveva?
«Se c’è qualche mugugno non è un problema, so quando devo far finta di niente. Conosco l’ambiente e ci sto bene, sono contento di farne parte».
 
 
Simone Inzaghi è un laziale da edizione limitatissima per i successi conquistati da giocatore e allenatore (dei baby e dei big). Rifacciamo i conti...
«Ho vinto tre Coppe Italia, due con la Primavera, e le tengo in conto. Ho vinto anche due Supercoppe italiane, una sempre con i ragazzi. Da giocatore ho conquistato 7 trofei, in tutto sono 12 con la Lazio. Me li tengo tutti».
 
Qual è il ricordo più bello del ciclo appena chiuso?
«Della notte di Coppa Italia ricordo l’abbraccio con mio figlio Tommaso, ha invaso il campo dopo il fischio finale della partita contro l’Atalanta. Mi ha bloccato, mi ha abbracciato mentre stavo andando a salutare Gasperini. Ricordo anche un’altra immagine. Lorenzo era sulle spalle di Tommaso, gli ho messo la medaglia d’oro al collo. Quel momento mi rimarrà dentro per tutta la vita».
 
Inzaghi, parliamo di sentimenti. Domanda banale, ripetuta. Cos’è la Lazio per lei?
«E’ vita, è famiglia. La lazialità si tramanda e io l’ha tramandata ai miei figli, penso faranno lo stesso con i loro figli. La Lazio è una storia iniziata 20 anni fa. Se l’avessi immaginata così bella, quand’ero giocatore, forse non ci avrei creduto, sarebbe stato impossibile scriverla così come la sto vivendo. Cerco di viverla nel modo migliore, me la godo tutta. Mi sento un privilegiato, una persona fortunata perché posso vivere queste soddisfazioni. Me le sono cercate e le ho meritate».
 
Sia sincero, niente freni, rompiamo ogni tabù. Qual è il sogno più grande che tiene nascosto nel cuore? 
«Beh, uno c’è (risata, ndr)». Adesso non può non dircelo... «Oltre ad essere l’unico laziale ad aver vinto la Coppa Italia e la Supercoppa da giocatore e allenatore, mi piacerebbe vincere lo scudetto da giocatore e allenatore. So che può sembrare qualcosa di irrealizzabile, ma sognare è lecito».
 
Sognare è lecito e Lotito le ha inserito il bonus scudetto nel nuovo contratto. Conferma?
«Sì, è vero».
 
E’ solo un bonus motivazionale? Oppure nascerà una Lazio no limits?
«No, no. Il presidente ci crede. E’ una persona che ha inciso molto sulla mia voglia di allenare, è successo quando stavo per smettere la carriera di giocatore. Conosceva il mio desiderio di diventare tecnico, mi ha aiutato a realizzarlo». Ed è iniziato un bellissimo volo. Ora Simone Inzaghi è in alto e punta ancora più su. «Com’è giusto che fosse sono partito dalla gavetta, non dalla Primavera. Ho vinto titoli con gli Allievi Regionali e Nazionali, ho vinto in Primavera. Ho vissuto sei anni di studi, di crescita, di esperienza. Sono partito dal basso, mi sono giocato le mie occasioni. E’ anche grazie al presidente Lotito se sono arrivato dove sono».
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #1 : Sabato 8 Giugno 2019, 09:12:49 »
Per correttezza.

(Corriere dello Sport - 08.06.2019)

di Fabrizio Patania DANIELE RINDONE

Riecco a voi Simone Inzaghi. Laziale tra i laziali. E’ rimasto dov’era, è dove dev’essere, nella Lazio delle sue meraviglie. Da erede di se stesso s’è rimesso alla guida della squadra e del suo popolo. Simone Inzaghi siamo noi, dicono i tifosi. Festeggiano il rinnovo fino al 2021, lo pensano infinito. Celebrano vent’anni d’amore, vittorie e splendori ciclici. Rieccolo, Simone. E’ a New York, con la moglie Gaia: passeggia davanti al ponte di Brooklyn, a Times Square, a Manhattan. Sembra un vero newyorchese nelle foto che rimbalzano dagli States. E’ raggiante, vincente e avvincente, entusiasta ed entusiasmante, appassionato e appassionante, trascinante e di nuovo parlante. Ha ritrovato tutto il suo mondo perché se l’è ripreso. E’ un’avanzata il suo ritorno. C’è nuova consonanza con i progetti di Lotito e Tare. C’è e ci sarà sempre consonanza con i cuori e i sogni dei tifosi. Simone Inzaghi non è solo un allenatore, rappresenta un bellissimo mondo di passione. Nella notte di Coppa l’avevamo lasciato felice e scontento, smunto e perplesso dopo una stagione lunga e disturbata. L’abbiamo ritrovato sereno, carico a pallettoni. S’è abbandonato spensieratamente alla prima intervista post-rinnovo, dimenticando difficoltà e riprovazioni, parlando di passato e futuro, confessando sogni e ambizioni, rilanciando la sfida, è ancora più bella. In fondo è sempre l’Inzaghi che in un’immagine diventata virale sui social si vede riflesso allo specchio: di spalle appare vestito da giocatore col numero 21, davanti ha la divisa da allenatore, la porterà almeno fino al 2021. E’ la foto di tutta la Lazio che ha in corpo. Esplode ad ogni gol.
 
 
Inzaghi, rieccola finalmente. Era sparito, si era perso nelle riflessioni, non si era più concesso ai microfoni, siamo felici di risentirla. Per capire, cos’è successo? Cominciamo dalla fine...
«Ho solo voluto prendermi una pausa di riflessione. Dopo tre anni avevo bisogno di fare chiarezza con me stesso. Ritengo di essere una persona seria, un professionista, e non mi va di prendere in giro nessuno».
 
Sono state tre settimane da raccontare. «Niente è scontato», ha detto dopo il trionfo in Coppa. Sono seguiti i “round” con Lotito, tante attese e tante incognite, tante voci, poi l’accordo e la firma fino al 2021. Perché si è arrivati a tutto questo?
«Mentalmente avevo bisogno di chiudere il ciclo iniziato nel 2016 per, eventualmente, aprirne un altro con maggiore entusiasmo e convinzione. Un allenatore, se non possiede queste motivazioni, non può chiederle ai suoi giocatori».
 
Adesso è pronto per un ciclo ancora più ambizioso?
«Ci ho pensato e sono pronto per un nuovo ciclo, per una nuova sfida, per un bel progetto tecnico, in accordo con la società. Posso dirlo subito, con grandissima chiarezza: io e il mio staff daremo il massimo per centrare obiettivi importanti. Per noi, per la Lazio, per i nostri tifosi, per la società che ha creduto in me».
 
E’ finita una stagione contorta, piena di ostacoli, chiusa comunque in trionfo. La prossima dovrà essere diversa, come la immagina, come la desidera?
«Dovrà essere una stagione di grandissimo entusiasmo, è così che la vogliamo tutti, è così che dovrà essere».
 
Con Lotito ci sono state distanze e scintille, c’è stato il rischio che finisse male. Vi siete detti tutto, ma proprio tutto?
«Ci siamo detti tutto, come capita in tutte le buone famiglie. Ora conta solo una cosa, guardare avanti. Ripartiamo più uniti e più forti che mai!».
 
E’ tra gli allenatori più richiesti. La Juve vuole Inzaghi. Il Milan vuole Inzaghi. L’Atalanta da Champions pensa a Inzaghi. S’è parlato di lei per settimane. Sono state queste voci a crearle dubbi sul futuro?
«Gli interessamenti fanno piacere. Non sono arrivati solo quest’anno, già nel 2018, anche se abbiamo perso la qualificazione in Champions nell’ultima partita contro l’Inter, un po’ per demeriti nostri, soprattutto per fattori esterni. Avremmo strameritato di andarci». Quali club l’avevano cercata? «C’erano state le richieste di un club italiano e di uno estero, avrei sicuramente guadagnato di più. Ma io ho dato sempre priorità alla Lazio, è la squadra del mio cuore, è la società che ha avuto fiducia in me. Sono contento delle scelta di continuare».
 
Ha declinato gli inviti anche quest’anno. In futuro si vedrà, diciamo così?
«E’ normale, sono un allenatore ambizioso, voglio crescere, ma in questo momento voglio fare bene qui. Il mio futuro è la Lazio, sono strafelice di andare avanti».
 
La permanenza e il rinnovo la catapultano ancora di più nella storia. Il prossimo anno potrà diventare l’allenatore biancoceleste più presente in panchina, anche più di Zoff, primatista a quota 202, lei è a 156. La scalata continua...
«Questo traguardo mi fa enormemente piacere, è un motivo di grande orgoglio. Zoff è un mostro sacro del calcio. L’ho avuto come allenatore nella Lazio e mi ha fatto esordire in Nazionale».
 
Inzaghi, entriamo nel clou dell’intervista. Che Lazio nascerà? Che garanzie di mercato ha strappato a Lotito e Tare? Confessi tutto.
«Ho parlato con il presidente e con il direttore, mi hanno detto che la squadra rimarrà super competitiva. Ci saranno interventi, la Lazio rimarrà forte. Tare è una garanzia, una sicurezza sul mercato. E’ un grandissimo direttore sportivo, c’è grandissima fiducia in lui. Siamo una grande famiglia. Con Tare, Peruzzi, De Martino e Calveri, assieme al presidente Lotito, ci conosciamo da una vita, c’è grande sinergia, stiamo sempre assieme».
Quanti acquisti avete previsto? E in che ruoli? Chi arriverà? Ci dica qualcosa.
«Fare nomi è prematuro. Di volta in volta vedremo come si svilupperà il mercato. Bisognerà fare degli interventi. Le idee ci sono, il confronto è continuo, c’è un bel clima».
 
Ci sarà un rinnovamento-ringiovanimento, conferma?
 
«Potrebbe anche esserci un ringiovanimento, ma gli uomini che sono con me dall’inizio, cito ad esempio Lulic, Radu e Parolo, mi hanno sempre dato grandissima disponibilità e fiducia. Possiamo fare le cose per bene. Ho un grandissimo rapporto con tutti i giocatori, con quelli che sono stati con me dall’inizio e con quelli arrivati quest’anno. Con Acerbi, ad esempio, lavoriamo da un anno, ma sembra che ci conosciamo da sempre. Lulic, Radu e Parolo, i miei “anziani”, mi hanno aiutato tantissimo, non mi hanno mai tradito, da loro ho avuto sempre grande disponibilità. A Lulic, il capitano, ho cambiato spesso ruolo. Sono super contento di loro».
 
Lotito, annunciando il rinnovo, ha detto che la Lazio andrà a caccia degli «obiettivi sfuggiti». E’ la Champions, concorda con il presidente? Possiamo dirlo?
«Quando sono arrivato io la Lazio non era in Europa, adesso ci gioca con regolarità da tre anni (era successo solo una volta con Lotito, nel triennio 2011-2014, mai però con lo stesso allenatore, ndr), già questo è un grandissimo obiettivo. E dopo questi tre anni vogliamo crescere tutti quanti».
 
Gap sì, gap no? Per tutto l’anno scorso ha messo «cinque corazzate» davanti alla Lazio, quest’anno come prevede la griglia di partenza?
«In Italia ci sono squadre che hanno più budget rispetto a noi. Ma la Lazio, con tanto impegno e idee, ha dimostrato di potersela giocare alla grande contro tutti. Ho una società ambiziosa, vuole migliorarsi sempre».
 
I suoi figli, lazialissimi, saranno felicissimi per il rinnovo. Papà Giancarlo, mamma Marina e fratello Pippo che le hanno detto?
«I miei genitori sono contenti, vogliono la mia felicità. Provano gioia quando mi vedono sereno. Hanno Lorenzo, il nipote più piccolo, a Roma, vive con me e con mia moglie Gaia. Il più grande, Tommaso, vive a Londra da due anni e adesso inizierà l’università. Sono tutti e due super laziali, siamo tutti lazialissimi. E’ contento anche Pippo, sapeva che avrei preso la decisione che ritenevo più giusta, quella che mi avrebbe suggerito il cuore».
 
Inzaghi, l’abbiamo criticata per aver puntato sempre e solo sul 3-5-2, promette di rintracciare un’alternativa?
«Si ripartirà dal 3-5-2, il resto lo deciderò in base ai giocatori che avrò a disposizione, il modulo dipende sempre da chi c’è in organico». Nel primo anno cambiava spesso modulo, la Lazio sorprendeva tutti, spiazzava. «Cambiavo spesso perché avevo Keita e Felipe Anderson, giocatori prettamente esterni. Poi ho avanzato Keita, l’ho fatto giocare vicino all’area e ha segnato 16 gol in campionato, è stato un grande record. Keita, con un’altra punta vicino, rendeva al meglio. Con me ha fatto vedere grandi cose, non si è ripetuto più a quei livelli. Mi dispiace, è un giocatore dalle grandi potenzialità».
 
Si ripartirà da Immobile, è il suo totem. 
«Ciro ha segnato 85 gol in tre stagioni, sono contentissimo di lui. Ha avuto un calo, ci può stare. Non si è mai fermato tranne nel finale dell’anno scorso. E’ un giocatore generoso, dopo i 40 e passa gol del 2018 tutti s’aspettavano uno score simile, ma non è semplice segnare 30 reti solo in Serie A. Ciro ha chiuso a 15 nell’ultimo campionato, sembra abbia fatto pochi gol. In ogni caso non va valutato solo per le reti, quest’anno gli abbiamo chiesto di più». Che cosa in particolare? «La Lazio ha segnato di meno, ma ha anche subito di meno. In Coppa Italia ci hanno segnato, in 5 partite, solo su rigore. Il Novara nei tempi regolamentari, l’Inter oltre il secondo supplementare. Ho chiesto io più sacrificio ai miei attaccanti e siamo andati bene».
 
Caicedo, invece, è destinato a partire. Non rinnova.
«L’anno scorso era finito al centro di critiche, storcevano il muso quando si parlava di lui. Io l’ho sempre difeso e quest’anno è stato invocato dalla Curva Nord. E’ un professionista, un ragazzo serio, ha giocato perché ha dimostrato grandi doti. E’ un attaccante molto importante, ci ha aiutato tantissimo in campionato e in Coppa».
 
Correa è esploso nel finale, è stato decisivo, ha iniziato a segnare. Sarà la stella del futuro laziale?
«E’ cresciuto tantissimo, è un ragazzo molto intelligente, legge benissimo le situazioni in campo. Qualsiasi cosa gli chieda è sempre disponibile. E’ arrivato quest’anno, ci ha impiegato un po’ di più, è normale che capiti. Due campionati fa abbiamo giocato con Luis Alberto seconda punta e durante la scorsa stagione, per la crescita di Correa, ho iniziato a pensare allo spostamento dello spagnolo. Sapevo bene che il Tucu era molto forte, non pensavo che si sarebbe inserito così velocemente. In questo è stato una grandissima sorpresa. E’ un ragazzo e un talento d’oro».
 
Il campionato, la nota dolente: -33 gol fatti e -13 punti rispetto al 2017-18, ottavo posto. Cosa è successo alla Lazio?
«Venivamo da una stagione con più di 100 gol fatti, ci eravamo laureati come la squadra con il miglior attacco d’Italia. Non tutti gli anni sono uguali».
 
Il 15 maggio si è tolto alcuni sassolini, la Coppa Italia vale come rivincita personale? 
«No, solo come motivo di grande orgoglio. La vittoria è stata strameritata, è stato giusto che l’abbia portata a casa la Lazio».
 
Insistiamo: nell’ultima conferenza stampa s’è lamentato per qualche critica mossa dall’ambiente, con chi ce l’aveva?
«Se c’è qualche mugugno non è un problema, so quando devo far finta di niente. Conosco l’ambiente e ci sto bene, sono contento di farne parte».
 
 
Simone Inzaghi è un laziale da edizione limitatissima per i successi conquistati da giocatore e allenatore (dei baby e dei big). Rifacciamo i conti...
«Ho vinto tre Coppe Italia, due con la Primavera, e le tengo in conto. Ho vinto anche due Supercoppe italiane, una sempre con i ragazzi. Da giocatore ho conquistato 7 trofei, in tutto sono 12 con la Lazio. Me li tengo tutti».
 
Qual è il ricordo più bello del ciclo appena chiuso?
«Della notte di Coppa Italia ricordo l’abbraccio con mio figlio Tommaso, ha invaso il campo dopo il fischio finale della partita contro l’Atalanta. Mi ha bloccato, mi ha abbracciato mentre stavo andando a salutare Gasperini. Ricordo anche un’altra immagine. Lorenzo era sulle spalle di Tommaso, gli ho messo la medaglia d’oro al collo. Quel momento mi rimarrà dentro per tutta la vita».
 
Inzaghi, parliamo di sentimenti. Domanda banale, ripetuta. Cos’è la Lazio per lei?
«E’ vita, è famiglia. La lazialità si tramanda e io l’ha tramandata ai miei figli, penso faranno lo stesso con i loro figli. La Lazio è una storia iniziata 20 anni fa. Se l’avessi immaginata così bella, quand’ero giocatore, forse non ci avrei creduto, sarebbe stato impossibile scriverla così come la sto vivendo. Cerco di viverla nel modo migliore, me la godo tutta. Mi sento un privilegiato, una persona fortunata perché posso vivere queste soddisfazioni. Me le sono cercate e le ho meritate».
 
Sia sincero, niente freni, rompiamo ogni tabù. Qual è il sogno più grande che tiene nascosto nel cuore? 
«Beh, uno c’è (risata, ndr)». Adesso non può non dircelo... «Oltre ad essere l’unico laziale ad aver vinto la Coppa Italia e la Supercoppa da giocatore e allenatore, mi piacerebbe vincere lo scudetto da giocatore e allenatore. So che può sembrare qualcosa di irrealizzabile, ma sognare è lecito».
 
Sognare è lecito e Lotito le ha inserito il bonus scudetto nel nuovo contratto. Conferma?
«Sì, è vero».
 
E’ solo un bonus motivazionale? Oppure nascerà una Lazio no limits?
«No, no. Il presidente ci crede. E’ una persona che ha inciso molto sulla mia voglia di allenare, è successo quando stavo per smettere la carriera di giocatore. Conosceva il mio desiderio di diventare tecnico, mi ha aiutato a realizzarlo». Ed è iniziato un bellissimo volo. Ora Simone Inzaghi è in alto e punta ancora più su. «Com’è giusto che fosse sono partito dalla gavetta, non dalla Primavera. Ho vinto titoli con gli Allievi Regionali e Nazionali, ho vinto in Primavera. Ho vissuto sei anni di studi, di crescita, di esperienza. Sono partito dal basso, mi sono giocato le mie occasioni. E’ anche grazie al presidente Lotito se sono arrivato dove sono».
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #2 : Sabato 8 Giugno 2019, 12:57:29 »
Insomma, per il tecnico la riscossa della Lazio per la prossima stagione ripartirà da Lulic, Radu e Parolo: annamo bene...

Gasco luis veron

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #3 : Martedì 11 Giugno 2019, 00:20:00 »
MIHAJLOVIC:

Io traditore se fossi andato alla Roma? Io non tradisco nessuno, io lavoro, e non si può vivere di aria. Sarebbe stata una bella esperienza.


Mio commento:
Nella penultima partita si era battuto i pugni sul cuore, rivolgendosi alla curva Nord!

Dopo tre settimane avrebbe accettato la roma, e l' avrebbe considerata una bella esperienza poi non ha accettato per paura di un eventuale loro contestazione in quanto ex Laziale (ma lui avrebbe accettato!): e' vero che e' un professionista, ma se ti senti professionista fino in fondo vuol dire che non puoi esser tifoso della Lazio e allora non ti batti i pugni sul petto.

Io, credo che Simone invece al contrario alla roma non ci andrebbe neanche morto: Simone e' un silenzioso, non fa scenate che colpiscono.

Lui e' solamente Laziale e il suo comportamento e' quello del classico Laziale: non ha bisogno di battere i pugni sul petto perche' e' Laziale e non lo deve dimostrare a nessuno.

Da tifoso, caro Sinisa neanche io sono pronto: sono deluso da te proprio perche' sei un professionista fino in fondo e di conseguenza non puoi esser tifoso.

Grazie per tutto quello che hai dato a noi tifosi, ti rispettero' sempre in quanto persona seria ma sono veramente felice che Lotito non ti ha chiamato a sederti su questa panchina.

Ti avevo anche proposto nel toto-allenatori ma evidentemente mi ero sbagliato: sono orgoglioso che sia rimasto Inzaghi, professionista che pero' non accetterebbe mai la roma (infatti hanno contattato te ma non Inzaghi che semmai avrebbe scelto il Milan ma non la roma).

Gattuso si e' licenziato pur a costo di star fermo mentre tu avresti accettato la roma: questione di mentalita'.

Sono deluso non dal professionista Mihajlovic ma dal tifoso Mihajlovic che in ogni intervista non perdeva tempo a dire che era un tifoso della Lazio, poi come lo ha chiamato la roma ha tentennato, non accettando la loro panchina solo per paura di un eventuale contestazione da parte del tifo giallorosso non di quello biancoceleste.

W, Inzaghi: max rispetto per te Sinisa che sei un professionista serio, ma troppo professionista e troppo serio per la mia Lazio di cui io sono tifoso.

Grazie, Lotito per aver azzeccato ancora una volta la scelta dell' allenatore!


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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #4 : Martedì 11 Giugno 2019, 09:17:54 »
E certo...
La fai veramente facile.
La roma avrebbe messo sul piatto almeno il doppio di quanto prende a Bologna e Sinisa, allenatore professionista, avrebbe dovuto sputare su un milione di euro abbondante?
Vuoi o non vuoi, sarebbe stato anche un aumento di livello dopo Bologna.

Tu, come io e chiunque altro, con tutto che vai alle feste aziendali, ti stanno tutti simpatici, credi nei valori della azienda ecc ci metteresti meno di un minuto a passare alla concorrenza anche solo per mille euro in più.
Qui ballano milioni, per lui e per tutto il suo staff.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

borgorosso

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #5 : Martedì 11 Giugno 2019, 11:29:22 »
nzaghi, parliamo di sentimenti. Domanda banale, ripetuta. Cos’è la Lazio per lei?
«E’ vita, è famiglia. La lazialità si tramanda e io l’ha tramandata ai miei figli, penso faranno lo stesso con i loro figli. La Lazio è una storia iniziata 20 anni fa. Se l’avessi immaginata così bella, quand’ero giocatore, forse non ci avrei creduto, sarebbe stato impossibile scriverla così come la sto vivendo. Cerco di viverla nel modo migliore, me la godo tutta. Mi sento un privilegiato, una persona fortunata perché posso vivere queste soddisfazioni. Me le sono cercate e le ho meritate».

grande

Gasco luis veron

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #6 : Martedì 11 Giugno 2019, 12:11:02 »
E certo...
La fai veramente facile.
La roma avrebbe messo sul piatto almeno il doppio di quanto prende a Bologna e Sinisa, allenatore professionista, avrebbe dovuto sputare su un milione di euro abbondante?
Vuoi o non vuoi, sarebbe stato anche un aumento di livello dopo Bologna.

Tu, come io e chiunque altro, con tutto che vai alle feste aziendali, ti stanno tutti simpatici, credi nei valori della azienda ecc ci metteresti meno di un minuto a passare alla concorrenza anche solo per mille euro in più.
Qui ballano milioni, per lui e per tutto il suo staff.

Ti ha risposto Borgorosso per me...



nzaghi, parliamo di sentimenti. Domanda banale, ripetuta. Cos’è la Lazio per lei?
«E’ vita, è famiglia. La lazialità si tramanda e io l’ha tramandata ai miei figli, penso faranno lo stesso con i loro figli. La Lazio è una storia iniziata 20 anni fa. Se l’avessi immaginata così bella, quand’ero giocatore, forse non ci avrei creduto, sarebbe stato impossibile scriverla così come la sto vivendo. Cerco di viverla nel modo migliore, me la godo tutta. Mi sento un privilegiato, una persona fortunata perché posso vivere queste soddisfazioni. Me le sono cercate e le ho meritate».

grande

Panzabianca

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #7 : Martedì 11 Giugno 2019, 12:23:01 »
E certo...
La fai veramente facile.
La roma avrebbe messo sul piatto almeno il doppio di quanto prende a Bologna e Sinisa, allenatore professionista, avrebbe dovuto sputare su un milione di euro abbondante?
Vuoi o non vuoi, sarebbe stato anche un aumento di livello dopo Bologna.

Tu, come io e chiunque altro, con tutto che vai alle feste aziendali, ti stanno tutti simpatici, credi nei valori della azienda ecc ci metteresti meno di un minuto a passare alla concorrenza anche solo per mille euro in più.
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solo mille euro?

ma pure pe 200 ... ah ah ah

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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #8 : Martedì 11 Giugno 2019, 12:32:52 »
«Potrebbe anche esserci un ringiovanimento, ma gli uomini che sono con me dall’inizio, cito ad esempio Lulic, Radu e Parolo, mi hanno sempre dato grandissima disponibilità e fiducia. Possiamo fare le cose per bene. Ho un grandissimo rapporto con tutti i giocatori, con quelli che sono stati con me dall’inizio e con quelli arrivati quest’anno. Con Acerbi, ad esempio, lavoriamo da un anno, ma sembra che ci conosciamo da sempre. Lulic, Radu e Parolo, i miei “anziani”, mi hanno aiutato tantissimo, non mi hanno mai tradito, da loro ho avuto sempre grande disponibilità. A Lulic, il capitano, ho cambiato spesso ruolo. Sono super contento di loro».
Potrebbe? Come potrebbe?
Tutti sono contenti di Lulic, Radu e Parolo, ma le nuove frontiere da conquistare passano per la loro sostituzione. Possono essere la vecchia guarda, la guarda imperiale, quella che si spezza ma non si piega, quelli sempre pronti a fare quadrato intorno all'imperatoreallenatore e offrire il loro apporto ogni volta che ce ne sarà bisogno, dentro e fuori il rettangolo di gioco, ma partendo dalla panchina. Alla Lazio servono i titolari. Da almeno due stagioni.
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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #9 : Martedì 11 Giugno 2019, 12:39:30 »

max rispetto per te Sinisa che sei un professionista serio, ma troppo professionista e troppo serio per la mia Lazio di cui io sono tifoso.



Eccessivo.

Credi che Inzaghi, se gli venisse offerta l'occasione con un progetto che potrebbe coinvolgerlo, una volta uscito dalla Lazio, non accetterebbe quella panchina?


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Gasco luis veron

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #10 : Martedì 11 Giugno 2019, 12:58:01 »
Eccessivo.

Credi che Inzaghi, se gli venisse offerta l'occasione con un progetto che potrebbe coinvolgerlo, una volta uscito dalla Lazio, non accetterebbe quella panchina?

Secondo me no, poi puo' essere che mi sbagli!

geddy

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #11 : Martedì 11 Giugno 2019, 13:28:43 »
Sinisa ha detto quello che doveva dire. A Roma ci vive, inutile e dannoso indispettire i cugini. L'incidente con la municipale prima della finale testimonia che il clima a Roma e' facile a diventare invivibile.
Simone sta qua da 20 anni, Laziale autentico. Il problema non se lo pone neanche.

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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #12 : Martedì 11 Giugno 2019, 13:43:22 »
Io ho cambiato azienda più volte, e negli ultimi 10 anni sono tornato alla prima.
Per noi è tifo, per loro è lavoro.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Panzabianca

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #13 : Martedì 11 Giugno 2019, 13:43:50 »
Secondo me no, poi puo' essere che mi sbagli!

ma certo che hai ragione. Certo.

Se non si crede che anche un professionista, nonostante la detta qualità o titolo, possa votarsi ad una causa, non si può manco abbozzà un discorso sul tifo, sulla passione.

Le chiacchiere stanno a zero.


Panzabianca

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #14 : Martedì 11 Giugno 2019, 13:45:15 »
Io ho cambiato azienda più volte, e negli ultimi 10 anni sono tornato alla prima.
Per noi è tifo, per loro è lavoro.

si ma, laddove garrisce al vento una bandiera, le cose cambieno.

Gasco luis veron

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #15 : Martedì 11 Giugno 2019, 14:02:24 »
Io ho cambiato azienda più volte, e negli ultimi 10 anni sono tornato alla prima.
Per noi è tifo, per loro è lavoro.

Allora non dichiari in tutte le interviste di esser tifoso della Lazio e non ti batti i pugni sul petto (15 giorni prima!), verso la Nord.


Il pupone, e de rozzi allenerebbero mai la Lazio?

No....e ce devono solo prova'.......

E cosi' stai sicuro che neanche M.Caso, A.Gregucci, B. Giordano, Nesta, SIMEONE, allenerebbero mai la roma: Inzaghi fa parte di questa schiera ovvero, professionisti ma Laziali dentro che accetterebbero tutto tranne che la destinazione, riommica.

Mihajlovic, e' nella schiera dei professionisti simpatizzanti Lazio: idem, Mancini.

Magari ha dei modi per manifestare la propria simpatia (innegabile), per i nostri colori che colpiscono noi tifosi ma nei fatti il vero Laziale e' quello che se ne sta in silenzio e che gode delle vittorie senza aver il bisogno di dimostrare la propria Lazialita' poiche' convinto e coscente di essa.

Signori, che e' stato dirigente(se fosse stato un allenatore ai livelli della serie A),  non  avrebbe maiallenato la roma.

Veron, idem!

Questi citati, secondo me sono lo stesso professionisti ma sono anche veri tifosi o, comunque nonostante la vita professionale sono rimasti Laziali.

Prendi le dichiarazioni di
Conceicao prima della partita con i riommici: alleneresti mai la roma?

No, e non ho paura a dirlo perche' io sono Laziale per cui se qualcuno ci rimane male non me ne frega niente!

Un allenatore puo' rimanere anche fermo un anno (vedi Gattuso che si e' dimesso dal Milan): se prendi in considerazione la roma vuol dire che sei solo un professionista e stai pensando ai cavoli tuoi e di conseguenza non sei per niente un tifoso ma semmai, un simpatizzante!


Offline Eagles71

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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #16 : Martedì 11 Giugno 2019, 14:39:23 »
Inzaghi è una bella persona, si vede lontano un miglio.
Mi basta questo.
Grazie per questi 20 anni, ora vai oltre e credici.
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline numero13

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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #17 : Martedì 11 Giugno 2019, 15:50:54 »
MIHAJLOVIC:

Io traditore se fossi andato alla Roma? Io non tradisco nessuno, io lavoro, e non si può vivere di aria. Sarebbe stata una bella esperienza.


Mio commento:
Nella penultima partita si era battuto i pugni sul cuore, rivolgendosi alla curva Nord!

Dopo tre settimane avrebbe accettato la roma, e l' avrebbe considerata una bella esperienza poi non ha accettato per paura di un eventuale loro contestazione in quanto ex Laziale (ma lui avrebbe accettato!): e' vero che e' un professionista, ma se ti senti professionista fino in fondo vuol dire che non puoi esser tifoso della Lazio e allora non ti batti i pugni sul petto.

Io, credo che Simone invece al contrario alla roma non ci andrebbe neanche morto: Simone e' un silenzioso, non fa scenate che colpiscono.

Lui e' solamente Laziale e il suo comportamento e' quello del classico Laziale: non ha bisogno di battere i pugni sul petto perche' e' Laziale e non lo deve dimostrare a nessuno.

Da tifoso, caro Sinisa neanche io sono pronto: sono deluso da te proprio perche' sei un professionista fino in fondo e di conseguenza non puoi esser tifoso.

Grazie per tutto quello che hai dato a noi tifosi, ti rispettero' sempre in quanto persona seria ma sono veramente felice che Lotito non ti ha chiamato a sederti su questa panchina.

Ti avevo anche proposto nel toto-allenatori ma evidentemente mi ero sbagliato: sono orgoglioso che sia rimasto Inzaghi, professionista che pero' non accetterebbe mai la roma (infatti hanno contattato te ma non Inzaghi che semmai avrebbe scelto il Milan ma non la roma).

Gattuso si e' licenziato pur a costo di star fermo mentre tu avresti accettato la roma: questione di mentalita'.

Sono deluso non dal professionista Mihajlovic ma dal tifoso Mihajlovic che in ogni intervista non perdeva tempo a dire che era un tifoso della Lazio, poi come lo ha chiamato la roma ha tentennato, non accettando la loro panchina solo per paura di un eventuale contestazione da parte del tifo giallorosso non di quello biancoceleste.

W, Inzaghi: max rispetto per te Sinisa che sei un professionista serio, ma troppo professionista e troppo serio per la mia Lazio di cui io sono tifoso.

Grazie, Lotito per aver azzeccato ancora una volta la scelta dell' allenatore!
Pero' non confondiamo i calciatori con gli allenatori.
I posti da allenatore sono sempre meno e se uno comincia a scartare le rivali della sua ex squadra da calciatore, diventa difficile; si rimane un anno fermo, poi due, poi nessuno si ricorda piu' di te.....
Io sinceramente non mi scandalizzo per un ex calciatore laziale che va ad allenare la Roma; mi scandalizzo (e molto)  per un calciatore laziale che si trasferisce alla Roma.
Sinisa non deve dimostrare nulla, si vede lontano un miglio che e' laziale timbrato a fuoco.

Gasco luis veron

Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #18 : Martedì 11 Giugno 2019, 17:43:40 »
Pero' non confondiamo i calciatori con gli allenatori.
I posti da allenatore sono sempre meno e se uno comincia a scartare le rivali della sua ex squadra da calciatore, diventa difficile; si rimane un anno fermo, poi due, poi nessuno si ricorda piu' di te.....
Io sinceramente non mi scandalizzo per un ex calciatore laziale che va ad allenare la Roma; mi scandalizzo (e molto)  per un calciatore laziale che si trasferisce alla Roma.
Sinisa non deve dimostrare nulla, si vede lontano un miglio che e' laziale timbrato a fuoco.

Voglio vedere se te lo fossi ritrovato  di fronte ad un derby da avversario, se ancora saresti stato della stessa opinione: in Italia tutti sanno che la rivalita' tra Lazio e roma non e' la stessa che c'e' tra Milan ed Inter piuttosto che Torino e Juve o, Sampdoria e Genoa (che comunque e' il piu' sentito dopo il derby di roma).

Di squadre da scegliere ce ne sono ad aiosa...

Tra l' altro.....

Mihajlovic, stava per rifare l' errore commesso da Zeman che andando alla roma si e' solo che rovinato la carriera.

Nella vita la penso in tutt' altra maniera ma nel Wrestling (invece per me nel calcio), sono per "La Raza"....cit. Guerrero

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Re:Intervista del Corsport a Simone Inzaghi
« Risposta #19 : Martedì 11 Giugno 2019, 18:21:58 »
Ho impressione che Zeman si sia rovinato la carriera quando ha iniziato a dire la sua verita' sulla Juve.
Passare dalla Lazio a quell'antri e' un enorme passo indietro ma non rovina nessuno!
Ex En_rui da Shanghai

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"Forza Lazio"
till i die

Sarri uomo di Principi non di Opportunita'

Antiromanista si nasce non ci si diventa, ed io modestamente lo nacqui!