Autore Topic: Mai più complici  (Letto 1155 volte)

0 Utenti e 2 Visitatori stanno visualizzando questo topic.

Offline NoSurrender

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 5285
  • Karma: +328/-40
  • Sesso: Femmina
  • Antiromanismo militante Antirazzismo combattente
    • Mostra profilo
Mai più complici
« : Martedì 1 Maggio 2012, 13:23:30 »
http://www.senonoraquando.eu/?tag=mai-piu-complici

Scelgo tra tanti l'articolo di Daniela Amenta :

da l’Unità, 29 aprile 2012

Cinquantaquattro con Vanessa dall’inizio dell’anno. Una media aberrante, tragica. Un mattatoio. Il mattatoio delle donne in Italia. Cinquantaquattro in quattro mesi. Massacrate, stuprate, violate, uccise. Uccise da uomini che conoscevano. L’Orco difficilmente è lo sconosciuto incontrato per strada o in Rete. E’ in casa l’Orco, il Barbablù, l’assassino. È l’ex che non ci sta, è il fidanzato geloso, è il marito violento.

Moltissime le adesioni, anche di tanti uomini, all’appello di Se non ora Quando eIl Corpo delle donne. Sempre lo stesso rituale. Sempre le stesse vittime. Cambiano nomi, luoghi, situazioni, ma le vittime sono sempre le stesse. Hanno gli occhi scuri di Vanessa, 21 anni di Enna, i capelli chiari di Edyta massacrata il giorno di San Valentino a Modena, il sorriso di Stefania ammazzata dal fidanzato che «l’amava più della sua stessa vita». Le donne hanno detto basta mille volte, un milione di volte. Sono scese in piazza, hanno trovato la chiave di lettura per il femminismo del terzo millennio grazie alle mobilitazioni di Se non ora quando, alla denuncia di Lorella Zanardo attraverso Il corpo delle donne, alle inchieste, alle manifestazioni. Eppure, eppure sembra non bastare mai. Per questo, dopo la morte assurda di Vanessa, parte un nuovo appello che chiede agli uomini di non essere complici di questa strage, e alle donne di tenere altissima l’attenzione. Serve, in questo nostro Paese, una rivoluzione che rimetta le donne al centro della comunità, restituendo loro rispetto e dignità.

Un appello lanciato da Snoq, Zanardo, Loredana Lipperini e che potete firmare anche sul nostro sito, unita.it. Hanno già aderito in migliaia. Dalla leader Cgil Susanna Camusso al segretario Pd Pier Luigi Bersani che su Twitter scrive: «Si uccidono le donne. Le uccidono i maschi. È ora di dirlo, di vergognarcene, di fare qualcosa per stroncare la barbarie». Migliaia di firme: da Roberto Saviano a Renata Polverini, da Beppe Vacca ad Anna Finocchiaro, da Vendola all’Idv, dal direttore dell’Unità Claudio Sardo al presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che spiega: «Come uomo penso sia necessario impegnarmi affinché questa violenza persecutoria possa arrestarsi».

Una sequenza di nomi: lo stesso sdegno, lo stesso sgomento per commentare il femminicidio. Un neologismo, coniato nel 2009 per la condanna del Messico alla Corte interamericana dei diritti umani dopo morte di 500 donne e la scomparsa di altrettante a Ciudad Juarez. Dallo scorso otto marzo questa parola lugubre e drammatica è stata usata anche per il nostro Paese da Rashida Manjoo, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne. «È la prima causa di morte in Italia per le donne tra i 16 e i 44 anni». Il femminicidio indica «ogni forma di discriminazione e violenza rivolta contro la donna in quanto donna». Psicologica, sociale, fisica, fino alla morte: una violenza continua che in Italia continua a mietere vittime per «fattori culturali», quando si considera la donna come un oggetto di proprietà e chiunque «padre, marito e figli» decidono della sua vita. «Con dati statistici che vanno dal 70% all’87% la violenza domestica risulta essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne italiane» ha detto Rashida Manjoo.

E intanto le donne continuano a morire. Solo il 10% ha la forza di denunciare molestie e abusi. Perché non è facile sfuggire allo stalking, alla violenza. Anzi, diventa un calvario se si hanno figli. Esistono, è vero, residenze protette ma sono poche, gestite con un residuo di fondi. Una piaga mostruosa lasciata in mano al volontariato, soprattutto. Per questo Maria Gabriella Moscatelli presidente di Telefono Rosa, la storica associazione contro la violenza sulle donne, ha scritto al premier «Chiediamo al governo di farsi carico di questa situazione intollerabile. Servono risorse economiche e una Commissione straordinaria per fronteggiare questa tragedia. Sono queste le due condizioni senza le quali nessuna azione può realmente portare a dei risultati». Per la presidente «è evidente che strumenti, risorse e azioni al momento in atto non siano sufficienti». Fondi, certo. E leggi. E impegno. Perché le donne non siano lasciate sole. Soprattutto serve una rivoluzione culturale. Ma bisogna fare in fretta. Subito.



Intanto le morti sono diventate 55.

Basta.
"No retreat, baby, no surrender"


POMATA

Re:Mai più complici
« Risposta #1 : Martedì 1 Maggio 2012, 14:43:07 »
Uno scempio disumano.


Giglic

Re:Mai più complici
« Risposta #2 : Martedì 1 Maggio 2012, 14:50:20 »
http://www.senonoraquando.eu/?tag=mai-piu-complici

Scelgo tra tanti l'articolo di Daniela Amenta :

da l’Unità, 29 aprile 2012

Cinquantaquattro con Vanessa dall’inizio dell’anno. Una media aberrante, tragica. Un mattatoio. Il mattatoio delle donne in Italia. Cinquantaquattro in quattro mesi. Massacrate, stuprate, violate, uccise. Uccise da uomini che conoscevano. L’Orco difficilmente è lo sconosciuto incontrato per strada o in Rete. E’ in casa l’Orco, il Barbablù, l’assassino. È l’ex che non ci sta, è il fidanzato geloso, è il marito violento.

Moltissime le adesioni, anche di tanti uomini, all’appello di Se non ora Quando eIl Corpo delle donne. Sempre lo stesso rituale. Sempre le stesse vittime. Cambiano nomi, luoghi, situazioni, ma le vittime sono sempre le stesse. Hanno gli occhi scuri di Vanessa, 21 anni di Enna, i capelli chiari di Edyta massacrata il giorno di San Valentino a Modena, il sorriso di Stefania ammazzata dal fidanzato che «l’amava più della sua stessa vita». Le donne hanno detto basta mille volte, un milione di volte. Sono scese in piazza, hanno trovato la chiave di lettura per il femminismo del terzo millennio grazie alle mobilitazioni di Se non ora quando, alla denuncia di Lorella Zanardo attraverso Il corpo delle donne, alle inchieste, alle manifestazioni. Eppure, eppure sembra non bastare mai. Per questo, dopo la morte assurda di Vanessa, parte un nuovo appello che chiede agli uomini di non essere complici di questa strage, e alle donne di tenere altissima l’attenzione. Serve, in questo nostro Paese, una rivoluzione che rimetta le donne al centro della comunità, restituendo loro rispetto e dignità.

Un appello lanciato da Snoq, Zanardo, Loredana Lipperini e che potete firmare anche sul nostro sito, unita.it. Hanno già aderito in migliaia. Dalla leader Cgil Susanna Camusso al segretario Pd Pier Luigi Bersani che su Twitter scrive: «Si uccidono le donne. Le uccidono i maschi. È ora di dirlo, di vergognarcene, di fare qualcosa per stroncare la barbarie». Migliaia di firme: da Roberto Saviano a Renata Polverini, da Beppe Vacca ad Anna Finocchiaro, da Vendola all’Idv, dal direttore dell’Unità Claudio Sardo al presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti, che spiega: «Come uomo penso sia necessario impegnarmi affinché questa violenza persecutoria possa arrestarsi».

Una sequenza di nomi: lo stesso sdegno, lo stesso sgomento per commentare il femminicidio. Un neologismo, coniato nel 2009 per la condanna del Messico alla Corte interamericana dei diritti umani dopo morte di 500 donne e la scomparsa di altrettante a Ciudad Juarez. Dallo scorso otto marzo questa parola lugubre e drammatica è stata usata anche per il nostro Paese da Rashida Manjoo, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne. «È la prima causa di morte in Italia per le donne tra i 16 e i 44 anni». Il femminicidio indica «ogni forma di discriminazione e violenza rivolta contro la donna in quanto donna». Psicologica, sociale, fisica, fino alla morte: una violenza continua che in Italia continua a mietere vittime per «fattori culturali», quando si considera la donna come un oggetto di proprietà e chiunque «padre, marito e figli» decidono della sua vita. «Con dati statistici che vanno dal 70% all’87% la violenza domestica risulta essere la forma di violenza più pervasiva che continua a colpire le donne italiane» ha detto Rashida Manjoo.

E intanto le donne continuano a morire. Solo il 10% ha la forza di denunciare molestie e abusi. Perché non è facile sfuggire allo stalking, alla violenza. Anzi, diventa un calvario se si hanno figli. Esistono, è vero, residenze protette ma sono poche, gestite con un residuo di fondi. Una piaga mostruosa lasciata in mano al volontariato, soprattutto. Per questo Maria Gabriella Moscatelli presidente di Telefono Rosa, la storica associazione contro la violenza sulle donne, ha scritto al premier «Chiediamo al governo di farsi carico di questa situazione intollerabile. Servono risorse economiche e una Commissione straordinaria per fronteggiare questa tragedia. Sono queste le due condizioni senza le quali nessuna azione può realmente portare a dei risultati». Per la presidente «è evidente che strumenti, risorse e azioni al momento in atto non siano sufficienti». Fondi, certo. E leggi. E impegno. Perché le donne non siano lasciate sole. Soprattutto serve una rivoluzione culturale. Ma bisogna fare in fretta. Subito.



Intanto le morti sono diventate 55.

Basta.

Sarebbe curioso sapere quante sono le donne uccise per gli stessi motivi in nazioni non latine.
Detto questo, quello che penso io (fortemente scorretto politicamente) è che fintanto che le battute sul sesso saranno definite "da caserma", implicando così socialmente l'uso della donna come strumento sessuale passivo, e non come parte attiva e "socia" del rapporto affettivo o anche solo carnale, sarà dura impedire questo fenomeno.
la rabbia, francamente, mi monta di più per le morti bianche (sei volte tanto in Italia), verso le quali si può fare qualcosa IMMEDIATAMENTE, e non combattendo contro educazione e cultura ormai viziate da secoli di dogmatica subalternità femminile (affermata dai maschi, oltretutto)

Offline giamma

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 7989
  • Karma: +218/-7
  • Sesso: Maschio
  • Lazio...che altro ?
    • Mostra profilo
Re:Mai più complici
« Risposta #3 : Martedì 1 Maggio 2012, 23:41:56 »
Purtroppo, al solito, ha ragione Giglic.
Comunque se c'è bisogno di una mia firma per provvedimenti in favore delle donne, contate su di me.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Offline Skorpius

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 8737
  • Karma: +228/-59
    • Mostra profilo
Re:Mai più complici
« Risposta #4 : Mercoledì 2 Maggio 2012, 09:55:11 »
Un approccio alla questione che non condivido intriso, a mio parere ovviamente, di pregiudizio.

La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline NoSurrender

  • Power Biancoceleste
  • *
  • Post: 5285
  • Karma: +328/-40
  • Sesso: Femmina
  • Antiromanismo militante Antirazzismo combattente
    • Mostra profilo
Re:Mai più complici
« Risposta #5 : Mercoledì 2 Maggio 2012, 15:54:13 »
Giglic, non credo ci siano morti di serie A o B.

E' vero, c'è da cambiare una cultura secolare, confortata in Italia però da questi ultimi anni che hanno ulteriormente svilito la figura femminile.

Non lo so, vedo questa violenza anche nel mio lavoro e mai mi sono sentita tanto fragile e vulnerabile come donna.



"No retreat, baby, no surrender"


Giglic

Re:Mai più complici
« Risposta #6 : Mercoledì 2 Maggio 2012, 16:59:17 »
Giglic, non credo ci siano morti di serie A o B.

E' vero, c'è da cambiare una cultura secolare, confortata in Italia però da questi ultimi anni che hanno ulteriormente svilito la figura femminile.

Non lo so, vedo questa violenza anche nel mio lavoro e mai mi sono sentita tanto fragile e vulnerabile come donna.

Ed io non ho detto che ci siano  :)

Dico che se non riusciamo a cambiare una cosa "semplice" come la diminuzione delle morti sul lavoro tramite controlli e leggi più punitive nei confronti di chi sgarra, come pensiamo di cambiare delle tragedie figlie di culture retrograde?

Sulla violenza sono assolutamente d'accordo con te, lo sai  ;)

POMATA

Re:Mai più complici
« Risposta #7 : Mercoledì 2 Maggio 2012, 17:18:02 »
È dura Gì, ancora oggi quando annunciano un sapone per la lavatrice c'è una donna come protagonista.

Credo che in moltissime famiglie d'oggi ci si aiuti per i lavori di casa e l'immaggine della donna in casa con il bambino pieno di fango non è attuale. Eppure la propongono spesso, è durissima.

Io per esempio faccio tutto al 50% con mia moglie, io sporco e lei lava :D (se scherza eh ;))

Comunque l'unica via è l'educazione in casa prima che nelle scuole. Poi le pubblicità potrebbero aiutare moltissimo.

Offline MCM

  • Biancoceleste Clamoroso
  • *
  • Post: 20570
  • Karma: +218/-201
    • Mostra profilo
Re:Mai più complici
« Risposta #8 : Mercoledì 2 Maggio 2012, 18:43:24 »
Sarebbe interessante avere un confronto storico e geografico(non solo con altri paesi ma anche all' interno del territorio nazionale).

Il discorso è molto delicato. Per questo dico che bisognerebbe prima avere dei dati da confrontare e su cui ragionare.
Perchè son tutti bravi a indignarsi per il male che pervade il mondo. Ma il male purtroppo è connaturato all' esistenza e mai potrà essere completamente estirpato.
Possiamo però mettere un freno...e allora dovremmo avere dei metri di paragone per capire se qualcosa è peggiorato o migliorato e dove.

Fin troppo ovvio dire che le persone vittime di abusi DEVONO parlare e le istituzioni DEVONO rispondere, che la scuola deve educare al rispetto, così come la famiglia ecc ecc

Allora dirò una cosa un pò meno ovvia. Moderatamente ovvia diciamo suvvia... Iniziamo da noi stessi a conferire al nostro corpo una dignità. Non utilizziamo il nostro corpo per ottenere, la nostra fisicità per imporci violentemente,  le nostre qualità fisiche per metterci in mostra ecc ecc
Se non si ha rispetto di sè, come lo si può avere degli altri?

Guardiamoci in giro...tutti sono concordi sul condannare la violenza contro le donne e la violenza in generale...ma quanti, uomini e donne, hanno rispetto di sè stessi comportandosi e atteggiandosi dignitosamente?

Iniziamo tutti da questo.