www.ilmessaggero.itROMA - E’ giallo Konko. Per i medici è guarito, per Reja è ormai pronto, ma lui non gioca. A Novara ha effettuato un provino prima della gara, poi è andato in panchina, alla ripresa degli allenamenti è stato riportato in gruppo però, ieri pomeriggio, ha lavorato a parte e, contro l’Udinese, resterà ancora fuori.
Davvero un mistero attorno a questo calciatore un po’ fragile fisicamente che, dopo una discreta prima parte di stagione, è scomparso dai radar e continua a marcare visita con una certa insistenza. La società, in un comunicato ufficiale della settimana scorsa, non lo elencava tra gli indisponibili in quanto, tutti i controlli effettuati, avevano dato esito positivo e il suo ritorno in campo sembrava imminente. Invece, a Novara, è rimasto comunque fuori e non sarà disponibile nemmeno per la prossima partita. E allora qualcosa non torna. La situazione alimenta dei dubbi sulla tenuta fisica e psicologica del franco-senegalese, acquistato per rimpiazzare Lichtsteiner.
A questo punto è logico porsi delle domande: qual è il problema che blocca Konko? Che ha veramente questo atleta che, nei primi 4 mesi del 2012 ha giocato solo 8 partite? Perché, nonostante i rassicuranti bollettini medici, continua a rimanere fuori? Società e allenatore sono alquanto perplessi per una situazione che sta diventando parossistica e che penalizza il reparto difensivo della squadra. L’ultimo incontro di Konko è stato quello del 7 aprile all’Olimpico, contro il Napoli. Scorrendo il curriculum della carriera si evince come il difensore, tranne la stagione 2007-2008 al Genoa (37 presenze), ha sempre saltato tante, troppe giornate. Al primo anno in rossoblu solo 14 presenze, nei 2 anni e mezzo trascorsi al Siviglia, nella Liga, ne ha collezionate 44, nella Lazio è arrivato a 22.
Acquistarlo, molto probabilmente, è stato un azzardo di mercato e ora la Lazio ne subisce le conseguenze perché non ha un difensore esterno basso di fascia destra all’altezza. E Reja è costretto ad affidarsi ancora allo stagionato Scaloni che, pur mettendo in campo esperienza e volontà, non è certamente il massimo per ricoprire il ruolo. L’ennesima assenza di Konko, insieme a quella di Radu (probabilmente la sua stagione è finita in anticipo), indurrà l’allenatore biancoceleste a ridisegnare, ancora una volta, l’assetto tattico del reparto arretrato in vista dello spareggio-Champions contro l’Udinese del Friuli. Difesa con 3 centrali: Dias, Biava, Diakitè, con Scaloni avanzato a centrocampo, sulla destra, e Garrido centrocampista di sinistra. Più che un 3-5-1-1 sarà un 5-3-1-1. Dopo l’ultimo test, che la squadra effettuerà in mattinata, si saprà se Konko verrà almeno convocato per la trasferta.
Rispetto alla formazione sconfitta a Novara il tecnico potrà recuperare due centrocampisti: Matuzalem, che mercoledì ha giocato solo nella parte conclusiva della gara, e Gonzalez, rientrato dall’Uruguay. Tommaso Rocchi sarà l’unico attaccante di ruolo, con Mauri che agirà più indietro, quasi da seconda punta, per garantire sostegno offensivo al capitano che non si trova a proprio agio da solo in mezzo alla difesa avversaria. Un assetto prudente in una partita nella quale la Lazio dovrà assolutamente cercare e ottenere un risultato positivo, se vorrà ancora sperare nel terzo posto.