Autore Topic: domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel  (Letto 1133 volte)

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jumpingjackflash

domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« : Giovedì 26 Aprile 2012, 10:24:55 »
sono affezionatissimo a Rascel da bambino lo adoravo e per me è uno dei più importanti uomini di spettacolo italiani. Surreale, esuberante, fine, elegante, capace di interpretare qualsiasi ruolo. Il Messaggero lo ricorda, altri no scordandosi quanto fu importante per Roma e quanto Roma fosse importante per lui.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=192710&sez=HOME_INITALIA

auguri da chi ancora c'ha una cazzarola in testa e non se la toglie

Giglic

Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #1 : Giovedì 26 Aprile 2012, 10:30:15 »
Grazie JJF.


Offline Sanfatucchio

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Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #2 : Giovedì 26 Aprile 2012, 11:04:02 »
Mamma ti ricordi quando ero piccoletto? che me ce voleva la scaletta pe 'anna letto!!!!................................................................figurate che mo faccio il corazziere

Offline Breizh

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Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #3 : Giovedì 26 Aprile 2012, 11:26:13 »
Un aneddoto conosciutissimo.

Rascel, sul set, un giorno si arrabbiò con Paola Borboni e le indirizzò un poco signorile: "Brutta!".
Lei, non più giovanissima, rispose, olimpica: "Sì, è vero, ora sono brutta. Ma da giovane fui molto bella. Lei invece alto non lo è mai stato."

Mi piace pensare che sia successo davvero e che Renato abbia risposto con una sonora risata abbracciando la Borboni.

Offline giangoverni

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Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #4 : Giovedì 26 Aprile 2012, 11:54:23 »
Son bello sono fiero son forte e tenace
se manca la luce rimango allo scur

Sul cappello dei prodi archibugier è viatato stare a seder...

E cammina cammina finalmente giunsero alla meta agognata
la cognata che stava in Argentina e nessuno sapeva perché opta
e opta oggi e opta domani la gente diveca ammappela quella quanto opta
e veniva un acqua ma un acqua che potrei dire anche due acque ma per modestia ne dico una sola

Eravamo lì a Cainalleo che facevamo i cadetti quando arriva uno che dice: "Che loro fanno i cadetti?"
Dice "Sì!"  "Allora me ne faccia due..."

jumpingjackflash

Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #5 : Giovedì 26 Aprile 2012, 12:02:25 »
Son bello sono fiero son forte e tenace
se manca la luce rimango allo scur

Sul cappello dei prodi archibugier è viatato stare a seder...

E cammina cammina finalmente giunsero alla meta agognata
la cognata che stava in Argentina e nessuno sapeva perché opta
e opta oggi e opta domani la gente diveca ammappela quella quanto opta
e veniva un acqua ma un acqua che potrei dire anche due acque ma per modestia ne dico una sola

Eravamo lì a Cainalleo che facevamo i cadetti quando arriva uno che dice: "Che loro fanno i cadetti?"
Dice "Sì!"  "Allora me ne faccia due..."
fantastico

Offline giangoverni

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Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #6 : Giovedì 26 Aprile 2012, 16:15:43 »
Cento anni fa nasceva Renato Ranucci che con il nome di Renato Rascel dominerà per 50 anni le scene italiane. Così ricordo il grande artista che mi ha onorato della sua amicizia.


L'altezza gli condizionò la vita e la carriera. Sarebbe diventato co¬munque un grande attore perché aveva pas¬sione e talento da vendere. Ma forse non sarebbe diventato un per¬sonaggio, il Piccoletto nazionale, se fosse stato alto un metro e set¬tanta. Fu, invece, un per¬sonaggio 'piccolo' in tutto ma grande, gran¬dissimo nel talento. Perché Renato Rascel è stato un perso¬naggio unico nel panorama teatrale italiano che ha avuto tanti comici (alcuni, come Totò, di dimensione stratosferica) ma non ha avuto un altro attore completo come lui. Rascel era comico (ma negli anni della maturità si cimentò con successo in parti drammatiche: come dimen¬ti¬care Il cappotto, che Alberto Lattuada trasse da una no¬vella di Go¬gol?), ma era anche musicista e balle¬rino.  Quella sua voce sottile e leggermente na¬sale, modulata sullo swing del jazz, arrivava a note imprendibili per gli altri cantanti e poi fin da pic¬colo era stato folgo¬rato dal ballo, dal tango argentino prima, quan¬do furoreggiò in Italia nei primi anni Trenta, e dal tip tap di cui fu straordinario interprete poi. In tutte le discipline Rascel portava una buona dose di ironia, che spesso sfociava in comicità ir¬resi¬stibile, e una certa levità, coe¬rente con il suo fisico leggero di bambino mai cresciuto. Anche quando interpretava canzoni melo¬diche e sentimentali, forse per via di quella sua voce moderna, si poneva al di fuori dei canoni della tradizione italiana, un po' me¬lensa e ste¬reotipata.
Fu soprattutto il suo non-sense a imporlo come comico originale, con quel suo modo strampalato di raccontare la vita di tutti i giorni senza una apparente logica, secondo un procedimento spiazzante che consisteva nel condurre lo spettatore verso l’assurdo. Per esempio, ecco una tipica frase di Rascel: «Eravamo a Caianello che facevamo i cadetti quando arriva uno che dice: “scusino, loro fanno i cadetti? Be’, me ne facciano due…”. Non l’avesse mai detto! Non l’avrebbe sentito nessuno… ». Possiamo tranquillamente dire che Rascel anticipa di un decennio, in chiave comica, il teatro dell’assurdo di Jonesco e dello stesso Becket.
Certo, non fu facile affermare questo tipo di comicità, ma alla fine Rascel riuscì nell’impresa, disegnandosi addosso un personaggio quasi lunare, fiabesco, improbabile che restò in scena per oltre mezzo secolo. E sempre all’apice del successo.
Nel cinema interpretò una cinquantina di film che gli dettero grandi soddisfazioni ma per lui il cinema non è stato – come è accaduto a molti artisti di teatro – una parentesi. La sua filmografia è infatti zeppa di titoli, che vanno da pellicole di grande valore, come Il Cappotto, che vinse a Cannes, o Policarpo ufficiale di scrittura, che gli valse ampi riconoscimenti, fino a Il giudizio universale di De Sica, a Questi fantasmi, di Eduardo. Se l’avventura sullo schermo era cominciata prima della guerra, con Pazzo d’amore, è negli anni 50 e 60, con l’affermarsi dei suoi personaggi sulla scena della rivista, che il cinema ne celebra il trionfo. Dapprima con una serie di film comici, incentrati sulla sua figura di piccoletto combinaguai, le cui azioni sono trasferite preferibilmente in paesi esotici. Col passare degli anni, alcuni registi vedono però in lui un potenziale attore drammatico, nel quale proprio la statura fa dell’uomo uno sfortunato, un perdente, una vittima predestinata di una società egoista e profittatrice. Così è per Questi fantasmi, dove il protagonista viene travolto da una trama imbastita dalla moglie e dall’amante di lei… Così è nel Cappotto, e Lattuada lo sceglie – come disse testualmente - per quella sua faccia da topino indifeso che impersonava il ruolo di un impiegato alla ricerca di una promozione anche attraverso l’acquisto di un elegante cappotto che gli viene poi rubato… Così è per Soldati, che lo scrittura per Policarpo ufficiale di scrittura per quell’aspetto di triste arrendevolezza, non tanto di fronte al progresso quanto alle protervie di capiufficio impegnati – già allora, e siamo nell’800 – in un vorticoso giro di bustarelle che umilia l’uomo prima ancora che la società. Ebbene, queste prove vengono superate da Rascel a pieni voti, e danno al cinema italiano un nuovo attore di grande, grandissimo talento.  E’ da quel momento che la carriera cinematografica del piccoletto prende il volo, per concludersi trent’anni dopo con la partecipazione al grande affresco sulla vita di Gesù, firmato da Franco Zeffirelli.

Nel momento di maggiore successo del comico, Rascel si scopre autore e interprete della canzone d’amore, il cui esempio più rilavante è Arrivederci Roma, che diventerà una delle canzoni italiane più celebri nel mondo. Oppure Romantica con la quale vince il Festival di Sanremo nel 1960 interrompendo i successi travolgenti di Domenico Modugno.

Le grandi soddisfazioni che ebbe dal cinema, ed anche i lauti gua¬da¬gni, non gli fecero dimenticare il teatro, soprattutto quel teatro legge¬ro, moderno, basato su un copione, su una storia e su una partitura musicale di cui fu, insieme a Garinei e Giovannini, l'in¬ventore. Un genere che in Italia fu chiamato commedia musicale (o commedia con musiche) e che a Broadway veniva chiamato musi¬cal  e che, forse, non sarebbe mai approdato sui nostri palcoscenici se Garinei e Giovannini, che avevano iniziato la loro carriera nel dopoguerra con la rivista tradizionale ( basata su una serie di qua¬dri e di numeri au¬tonomi e indipendenti), non avessero avuto a di¬sposizione un prota¬gonista, un dominatore della scena, come Ra¬scel, il più americano, il più broadwayano dei nostri attori, con le sua straordinarie qualità di attore, di ballerino e di mu¬sicista, di showman completo.
Le commedie musicali furono otto, in meno di venti anni, con Ga¬rinei e Giovannini, in una sequenza in crescendo che culminò con Enrico '61 e Il giorno della tartaruga per terminare, prematura¬mente  con Alleluja brava gente, la commedia che segnò la fine della collaborazione con Garinei e Giovannini, quando Renato Ra¬scel non aveva ancora sessanta anni e dimostrava di avere ancora molte corde al proprio arco. Non si conoscono i motivi della rot¬tura - se mai rottura vera e propria c'è stata - ma fu un vero peccato perché, dopo questa rottura, Rascel non riuscì più a produrre spettacoli degni di nota, perché gli venne a mancare una guida sicura, e Garinei e Giovannini non trovarono più un per¬sonaggio così completo, così grande come lui.


Giancarlo Governi



Teo

Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #7 : Giovedì 26 Aprile 2012, 16:23:46 »
Da qualche parte mio papà ha ancora il 33 giri de "Il giorno della tartaruga". Conosco i brani citati, li sentivo canticchiare spesso da lui.

jumpingjackflash

Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #8 : Giovedì 26 Aprile 2012, 16:26:21 »
grande Governi

rocco tanica

Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #9 : Giovedì 26 Aprile 2012, 16:47:09 »
Lo ricordo nella splendida interpretazione di Padre Brown

Offline aquilafelyx

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Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #10 : Giovedì 26 Aprile 2012, 16:57:04 »
Lo ricordo nella splendida interpretazione di Padre Brown

M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

zorba

Re:domani: 100 anni dalla nascita di Renato Rascel
« Risposta #11 : Venerdì 27 Aprile 2012, 08:06:13 »
(ilmessaggero.it)

Roma ignora i 100 anni di Rascel
la protesta della vedova: una vergogna


(di Gloria Satta)

ROMA - Se il Piccoletto fosse ancora vivo, domani (oggi) compirebbe cent’anni. Ma chi se n’è ricordato? Non certo Roma, la città dove Renato Rascel visse fino alla morte, avvenuta nel 1991. Sarà Torino, dove l’attore e cantante era nato per caso il 27 aprile 1912, a dedicargli retrospettive di film, mostre, convegni, concerti, spettacoli. E sarà una celebrazione in grande stile fino a dicembre per il poliedrico artista che tra cinema, dischi, teatro musicale, radio e tv in bianco e nero è stato un gigante dell’intrattenimento.

A dispetto della piccola statura sulla quale avrebbe costantemente ironizzato. Ma Roma ha la memoria corta. Proprio la città che Rascel (nato Ranucci) contribuì ad esaltare grazie a una canzone immortale: Arrivederci Roma, scritta con Garinei e Giovannini, una dichiarazione d'amore tuttora conosciuta e applaudita ai quattro angoli del mondo, traino sempre efficace di migrazioni turistiche. Fino ad oggi, all'ombra del Cupolone non sono stati annunciati celebrazioni, ricordi o omaggi nel segno di Rascel.

E la famiglia dell'attore non nasconde l'amarezza. «Che dispiacere», sospira la vedova Giuditta Saltarini, «constatare che questa città ha dimenticato mio marito, al quale deve tanto: basti pensare alla popolarità mondiale di Arrivederci Roma, un brano che è stato cantato anche da Paul McCartney... Con il Comune si era parlato di organizzare un concerto a giugno in piazza del Campidoglio, ma ci dicono che non ci sono fondi e il progetto non va avanti. Me lo lasci dire: se non si fa niente, è una vergogna e io la denuncerò pubblicamente».

E pensare che Renato era orgogliosissimo della propria romanità, aggiunge Giuditta, al punto di rivendicarla ogni volta che gli veniva ricordata la nascita casuale a Torino, dove i genitori teatranti si trovavano in quel momento. «Mio marito amava follemente la sua città, la considerava la più bella del mondo. Tanto che mi costrinse a tornarvi al momento della nascita di nostro figlio Cesare: era il 1973 e io l'avevo seguito in tournée, ma lui volle che il bambino vedesse la luce a Roma».

Amareggiato anche il figlio di Rascel, Cesare Ranucci, che da settembre scorso tenta di mettere in piedi il concerto capitolino al quale avrebbero dato l'adesione - con Arbore, Proietti, Peppino di Capri e altri artisti italiani - perfino De Niro e Liza Minnelli. «Il budget che mi hanno proposto basterebbe soltanto a pagare il palcoscenico», dice Ranucci, «e nemmeno è stato messo nero su bianco. C'è poco da fare: Comune, Provincia e Regione non sembrano interessati a ricordare mio padre».

Ma il pubblico non ha dimenticato il talento poliedrico, la carica umana e l'umorismo surreale di Rascel, il Piccolo Corazziere che è ancora ben radicato nell'immaginario collettivo. Romano doc, Renato aveva lo spettacolo nel sangue. Suo padre era un cantante d'operetta e sua madre una ballerina classica. Nato Ranucci (soppiantato dal nome d'arte più esotico, poi italianizzato dal fascismo che impose una e finale), l'attore era cresciuto in teatro.

Nel dopoguerra, alternò il cinema al teatro, girando una quarantina di film da Policarpo ufficiale di scrittura fino al Cappotto di Lattuada, grande prova drammatica. Scrisse e cantò celebri canzoni come Romantica (con la quale vinse a Sanremo, in coppia con Tony Dallara) e E' arrivata la bufera, presa di mira dalla censura. Fu una star della commedia musicale firmata Garinei & Giovannini (Enrico '61, Alleluja brava gente) e spopolò in tv, grazie alla serie I racconti di Padre Brown, la serie in cui interpretava un prete detective. Quarant'anni prima dei successi di Don Matteo.