Autore Topic: Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?  (Letto 2135 volte)

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Offline jegue98

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Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« : Giovedì 19 Aprile 2012, 11:47:13 »
Incomincio con un paio di articoli:








Pareggio di bilancio entra in costituzione, e' legge.
 
 

 
08:09 18 APR 2012

(AGI) - Roma, 18 apr. - Entra nella Costituzione il pareggio di bilancio: il ddl, gia' approvato in prima deliberazione dai due rami del Parlamento e in seconda deliberazione dalla Camera, ha ottenuto oggi il via libera definitivo a Palazzo Madama nel quarto e ultimo passaggio parlamentare. E' stato approvato con il quorum dei due terzi degli aventi diritto (era 214 su 321, i si' sono stati 235) e questo impedisce il ricorso al referendum confermativo.
Il nuovo articolo 81 della Costituzione afferma che "lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all'indebitamento - si legge nella riformulazione dell'articolo 81 - e' consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali" tra cui sono incluse "gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamita' naturali'".
La riforma sancisce pure (all'articolo 97 della Carta) che "le pubbliche amministrazioni in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilita' dl debito pubblico". Inoltre, l'articolo 119 stabilisce che Comuni, Province, le citta' metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa "nel rispetto dell'equilibrio dei relativi bilanci e concorrono ad assicurare l'osservanza dei vincoli economici e finanziari dovuti all'ordinamento dell'Unione europea".
Per il Fondo monetario, tuttavia, si allontana il raggiungimento del pareggio di bilancio per l'Italia. Il Fiscal Monitor prevede al 2,4% il rapporto deficit/Pil per quest'anno e in discesa all'1,5% per il 2013. L'indebitamento si manterrebbe pressoche' stabile negli anni successivi, collocandosi all'1,6% nel 2014, all'1,5% nel 2015, all'1,3% nel 2016 e all'1,1% nel 2007. In netto miglioramento e' invece atteso l'avanzo primario che dal 3% del 2012 salirebbe al 4% nel 2013, al 4,1% nel 2014, al 4,4% nel 2015, al 4,8% nel 2016 e al 5,1% nel 2017. I benefici si farebbero sentire sul debito che in rapporto al Pil e' previsto in progressiva discesa nel periodo: al 123,4% nel 2012, al 123,8% nel 2013, al 123,4% nel 2014, al 122,3% nel 2015, al 120,7% nel 2016 e al 118,9% nel 2017.
Il Governo conferma comunque il pareggio di bilancio entro i tempi che aveva prefissato. Nella bozza del Documento di economia e finanza (Def) che andra' all'esame del Consiglio dei ministri di domani, le stime indicano che il rapporto deficit/Pil si attestera' all'1,7% quest'anno per arrivare allo 0,5%, quindi vicino al pareggio, nel 2013 (le precedenti stime indicavano 1,6%). Il Pil calera' quest'anno dell'1,2% per poi tornare a crescere nel 2013 quando segnera' un incremento dello 0,5%. (AGI) .


In pratica:




IL PAREGGIO DI BILANCIO E' IN COSTITUZIONE, SOVRANO E' IL MERCATO
SCRITTO DA CLAUDIO RICCIO ON 17 APRILE 2012. POSTED IN NEL PALAZZO

Alla fine le modifiche alla Costituzione in materia di pareggio di bilancio sono state approvate. Nel silenzio generale la Carta Costituzionale è stata modificata. Ma, penseranno in molti, si tratterà di una modifica insignificante se nessun giornale prima della sua approvazione ne ha parlato mai diffusamente. E invece quella approvata oggi è il colpo più grave a quel che resta dello stato sociale e della democrazia, il più grave della storia repubblicana. Ed è stato inferto dallo stesso Parlamento, con il benestare e il placet attivo del presidente Napolitano, che della Costituzione dovrebbe essere il custode.

Viene sancito – con la modifica agli art. 81, 97, 117 e 119 della Costituzione Italiana – di vincolare costituzionalmente qualunque governo a mantenere il bilancio dello Stato in pareggio. L'iter di tale provvedimento è cominciato il 30 novembre quando la Camera, sulla spinta dell'insediamento del nuovo governo – avvenuto il 17 dello stesso mese, mentre gli studenti protestavano in oltre 60 piazze in tutt'Italia – aveva votato la proposta quasi all’unanimità, con soli 11 astenuti. Nel corso di questo iter, l'Italia dei Valori ha votato favorevole per le prime tre letture (le due della Camera e la prima del Senato) salvo poi cambiare idea nell'ultima votazione, più per motivi strategico-elettorali che per convinzione. Pierluigi Bersani mesi fa aveva dichiarato a proposito: "non si parli di questioni che non esistono in alcun posto al mondo, come il pareggio di bilancio in Costituzione. Noi non intendiamo nei secoli castrarci di ogni possibile politica economica”. Evidentemente i deputati dell'Idv non sono i soli ad aver cambiato idea per motivi tattici.
L'esito dell'approvazione con una maggioranza così ampia consente di evitare il referendum confermativo sulla riforma costituzionale. Erano stati in molti nelle ultime settimane a chiedere, in particolare ai partiti di quello che fu il centrosinistra, di astenersi in modo da non raggiungere il quorum dei 2/3 necessario ad impedire tale possibilità.

Il testo della riforma prevede che ‎"lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali". Si cede quindi definitivamente all'Europa dell'austerity e del Fiscal Compact, sancendo in Costituzione l'impossibilità di finanziare la spesa sociale, derubricando alla voce "spreco" quello che è il welfare già carente del nostro Paese, uccidendo definitivamente quel modello sociale che ha reso grande il sogno europeo.
Si uccide la democrazia, perché un governo tecnico, sostenuto da un Parlamento di nominati delegittimato nei fatti da compravendite e da anni di sostegno a un governo corrotto, ha sancito l'impossibilità anche per i prossimi governi di invertire la tendenza nelle politiche di austerity. Il Parlamento italiano diventano i mercati, Piazza Affari, Wall Street; il governo diventa ufficialmente un semplice braccio operativo della Banca Centrale Europea.

Si tratta inoltre di norme inefficaci anche per uscire dalla crisi, frutto delle teorie economiche che quella stessa crisi hanno provocato e l'hanno aggravata con politiche recessive. Sono proprio le politiche di austerità a creare recessione e peggioramento delle condizioni di vita dei più deboli, come spiega bene questa nostra intervista Marco Passarella, autore, insieme a Emiliano Brancaccio, del libro "L’austerità è di destra".

Inoltre bisogna dire che una caduta del PIL – probabile in una fase recessiva come quella che stiamo vivendo – non farebbe altro che aumentare il rapporto tra lo stesso PIL e il debito, anche se invariato, peggiorando ulteriormente la situazione.

Per uscire dalla recessione servirebbero invece politiche espansive che sostengano la domanda. Sarebbe necessario incrementare le risorse in servizi sociali pubblici di qualità, martoriati già da anni di tagli che ne minano l'effettiva accessibilità, a partire dalle risorse per l'istruzione e la ricerca. Farlo sarebbe giusto e necessario.

Negli USA il dibattito su un provvedimento di questo tipo è stato acceso e ha visto scendere in campo numerosi economisti come Kenneth Arrow, Nobel per l’Economia 1972, Peter Diamond, Nobel per l’Economia 2010, William Sharpe, Nobel per l’Economia 1990, Eric Maskin, Nobel per l’Economia 2007, Robert Solow, Nobel per l’Economia 1987, i quali hanno redatto un appello rivolto al Presidente Obama.

In questo appello i premi Nobel per l'Economia scrivono: "Inserire nella Costituzione il vincolo di pareggio del bilancio rappresenterebbe una scelta politica estremamente improvvida. Aggiungere ulteriori restrizioni, cosa che avverrebbe nel caso fosse approvato un emendamento sul pareggio del bilancio, quale un tetto rigido della spesa pubblica, non farebbe che peggiorare le cose. Un emendamento sul pareggio di bilancio avrebbe effetti perversi in caso di recessione. Nei momenti di difficoltà economica diminuisce il gettito fiscale e aumentano alcune spese tra cui i sussidi di disoccupazione. Questi ammortizzatori sociali fanno aumentare il deficit, ma limitano la contrazione del reddito disponibile e del potere di acquisto. Chiudere ogni anno il bilancio in pareggio aggraverebbe le eventuali recessioni. […]. Anche nei periodi di espansione dell’economia, un tetto rigido di spesa potrebbe danneggiare la crescita economica perché gli incrementi degli investimenti ad elevata remunerazione – anche quelli interamente finanziati dall’aumento del gettito – sarebbero ritenuti incostituzionali se non controbilanciati da riduzioni della spesa di pari importo. Un tetto vincolante di spesa comporterebbe la necessità, in caso di spese di emergenza (per esempio in caso di disastri naturali), di tagliare altri capitoli del bilancio mettendo in pericolo il finanziamento dei programmi non di emergenza."

In Italia, mentre si votano tali provvedimenti e si discute la riforma del mercato del lavoro, si dibatte della Lega e del finanziamento pubblico ai partiti. I soggetti sociali e quel che resta della sinistra politica non sono stati capaci di aprire il dibattito nel Paese e imporre neanche un accenno di marcia indietro sulla riforma costituzionale; è un dato di fatto che non si può eludere e che dimostra la crisi profonda della sinistra italiana. Nel nostro Paese, infatti, l'iter di approvazione si è svolto nel silenzio generale con pochi interventi relegati nelle ultime pagine dei principali giornali. Questo silenzio è un dato che è importante analizzare. I poteri forti che per anni hanno sostenuto la "straordinaria bellezza e giustizia del neoliberismo" oggi sanno di non avere più il consenso e usano la paura della crisi, dello spread, del default, per governare la crisi e continuare a fare profitti.

Questa volta è il caso di dirlo, il pareggio è una sconfitta. Sarà una strada difficile, riappropriarsi della democrazia, poter scegliere su come usare i fondi pubblici, ripensare il welfare e la spesa sociale, contrastare l'austerity e la dittatura dei mercati. Ma bisognerà percorrerla tutta, questa strada.








Martedì sera in seconda serata mi è capitato di seguire una puntata di "Num3r1" che va in onda su RAI 2, un programma che, come dicono, vuole raccontare l'Italia nella sua concreta realtà al di fuori di schemi ideologici precostituiti.
Il titolo è "La spesa pubblica.".
Una puntata molto interessante che spiega un sistema sbagliato che parte proprio di chi ci comanda
L’aumento della spesa pubblica negli ultimi 150 anni. In quale periodo storico la crescita del debito è coinciso con un maggiore investimento sulla scuola o sulla sanità? Marco Cobianco parla di politica mettendo sotto esame la spesa destinata al finanziamento dei partiti, anno per anno dal 1974 ad oggi.
Se avete un po' di tempo guardatela:

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-52c50067-e09d-49b6-b5db-2af33077b938.html?refresh_ce






L'Italia è al collasso.
Alla luce di tutti questi fatti (ne ho riportato solo uno ma in realtà sono tantissimi i fatti che stanno distruggendo questo paese, siamo sommersi dallo spreco, dalla corruzione, dalla disorganizzazione, dall'egoismo, dal menefreghismo, e chi più ne ha più ne metta) vi vorrei fare alcune domande:

Cosa possiamo fare per cambiare questo sistema marcio? Cosa si potrebbe fare di concreto?
Perchè gli italiani fanno fatica ad unirsi per cambiare le cose?
Come possiamo risvegliare le coscienze della gente visto che sembrano tutti addormentati?
Esiste una soluzione o dobbiamo rassegnarci?
Io mi informo e ragiono con la mia testa (non sempre) e di solito cerco di far ragionare le persone che mi stanno intorno. Ma purtroppo non è sufficiente.
Una rivoluzione silenziosa, non violenta, è possibile secondo voi? O dobbiamo andarcene da qui prima che sia troppo tardi?
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Offline AlenBoksic

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #1 : Giovedì 19 Aprile 2012, 12:05:56 »
Il nuovo articolo 81 della Costituzione afferma che "lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico. Il ricorso all'indebitamento  e' consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali" tra cui sono incluse "gravi recessioni economiche, crisi finanziarie, gravi calamita' naturali'".

Alla luce dell'articolato mi pare che non sia un cappio sulle finanze pubbliche.

Per il resto direi
vaste programme
 ;)

La prima cosa da evitare e da cacciare come la peste sono i possessori di bacchette magiche con facili soluzioni in tasca: li abbiamo già sperimentati e i risultati sono questi.
Per risalire la china ci vuole un impegno lungo e faticoso, passo dopo passo.
Una prima svolta potrebbe avvenire col voto amministrativo, i cui risultati potrebbero ridisegnare la geografia parlamentare.
Voglio 11 Scaloni

Giglic

Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #2 : Giovedì 19 Aprile 2012, 13:40:43 »

1. Cosa possiamo fare per cambiare questo sistema marcio? Cosa si potrebbe fare di concreto?
2. Perchè gli italiani fanno fatica ad unirsi per cambiare le cose?
3. Come possiamo risvegliare le coscienze della gente visto che sembrano tutti addormentati?
4. Esiste una soluzione o dobbiamo rassegnarci?
5. Io mi informo e ragiono con la mia testa (non sempre) e di solito cerco di far ragionare le persone che mi stanno intorno. Ma purtroppo non è sufficiente.
Una rivoluzione silenziosa, non violenta, è possibile secondo voi? O dobbiamo andarcene da qui prima che sia troppo tardi?

Bel topic, Jegue. Provo a rispondere con mie considerazioni alle tue domande.

1. Iniziando a cambiare noi stessi. Di concreto c'è che che per "costruzione storica", l'italiano in generale si indigna ma non si arrabbia. il "L'è tutto un magna magna" non è di oggi. Quindi come prima cosa dovremmo come italiani, a partire da noi stessi, essere convinti di far parte di una comunità che ha le sue regole che sono più important dei nostri interessi. La classe politica italiana è quello che è anche (soprattutto, direi) perchè la maggior parte di noi, al posto di chi c'è adesso, non si comporterebbe molto diversamente.
2.Perchè l'italiano, avendo quasi sempre "subito" il potere per secoli, e non "partecipato" ad esso, ha sviluppato un forte interesse particolare, che difficilmente si estende al di la di una cerchia familiare.
3. Qui ci vuole molto, secondo me. I due episodi di risveglio collettivo l'Italia li ha avuti durante il RIsorgimento e la Resistenza, ossia in periodi di crisi molto più forti di quello che stiamo attraversando. Avere una coscienza civica vigile non è qualcosa che si impara, ci vuole solo tempo. Ed in 150 anni è difficile creare qualcosa del genre dal nulla. Soprattutto, manca la fiducia che le cose possano cambiare, e questo può essere fatto solo con l'educazione e la cultura. Sapere che esiste qualcosa oltre la situazione attuale, e che lavorando duro si può raggiungere, è una questione di educazione e di cultura, secondo me.
4. Nel breve termine, come avrai capito dalle mie risposte, secondo me no.
5. Una rivoluzione silenziosa e non violenta necessita a mio modo di vedere di due fattori: una coscienza civica ed un "catalizzatore" umano. In Italia difettiamo del primo fattore almeno quanto ne abbiamo in abbondanza del secondo. Qualsiasi stravolgimento quindi arriva ad essere pericoloso perchè si cerca l'URP (Unico RIsolutore di Problemi) cui delegare tutto. Andarsene è sempre una buona idea, se non altro per vedere come è fatto il mondo. Tornare per migliorare il Paese è però ancora più coraggioso.

Offline Skorpius

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #3 : Giovedì 19 Aprile 2012, 14:20:00 »
Meglio che non intervengo
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

POMATA

Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #4 : Giovedì 19 Aprile 2012, 14:46:07 »
Il sistema conosciuto non è più sostenibile, la rivoluzione arriverà quando la gente che non avrà nulla da perdere sarà maggioranza...ce manca poco ma il cammino è quello giusto...

Offline Rupert

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #5 : Giovedì 19 Aprile 2012, 15:16:56 »
Non intervengo altrimenti dite che sono  poco "politically correct".
In ogni caso, quasi sempre durantre la storia, le cose sono cambiate dopo spargimenti di sangue....
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Offline Centurio

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #6 : Giovedì 19 Aprile 2012, 15:46:40 »
penso al non votare.
Un legittimo dissenso pacifico. Quando vedranno che il 70% non vota piú, inizieranno a strigne il culo.
sine pennis volare haud facile est

Giglic

Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #7 : Giovedì 19 Aprile 2012, 16:11:37 »
penso al non votare.
Un legittimo dissenso pacifico. Quando vedranno che il 70% non vota piú, inizieranno a strigne il culo.

In parte è vero, in parte secondo me si giustificheranno comunque

Offline Eagles71

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #8 : Giovedì 19 Aprile 2012, 16:13:34 »
Bel topic, Jegue. Provo a rispondere con mie considerazioni alle tue domande.

1. Iniziando a cambiare noi stessi. Di concreto c'è che che per "costruzione storica", l'italiano in generale si indigna ma non si arrabbia. il "L'è tutto un magna magna" non è di oggi. Quindi come prima cosa dovremmo come italiani, a partire da noi stessi, essere convinti di far parte di una comunità che ha le sue regole che sono più important dei nostri interessi. La classe politica italiana è quello che è anche (soprattutto, direi) perchè la maggior parte di noi, al posto di chi c'è adesso, non si comporterebbe molto diversamente.
2.Perchè l'italiano, avendo quasi sempre "subito" il potere per secoli, e non "partecipato" ad esso, ha sviluppato un forte interesse particolare, che difficilmente si estende al di la di una cerchia familiare.
3. Qui ci vuole molto, secondo me. I due episodi di risveglio collettivo l'Italia li ha avuti durante il RIsorgimento e la Resistenza, ossia in periodi di crisi molto più forti di quello che stiamo attraversando. Avere una coscienza civica vigile non è qualcosa che si impara, ci vuole solo tempo. Ed in 150 anni è difficile creare qualcosa del genre dal nulla. Soprattutto, manca la fiducia che le cose possano cambiare, e questo può essere fatto solo con l'educazione e la cultura. Sapere che esiste qualcosa oltre la situazione attuale, e che lavorando duro si può raggiungere, è una questione di educazione e di cultura, secondo me.
4. Nel breve termine, come avrai capito dalle mie risposte, secondo me no.
5. Una rivoluzione silenziosa e non violenta necessita a mio modo di vedere di due fattori: una coscienza civica ed un "catalizzatore" umano. In Italia difettiamo del primo fattore almeno quanto ne abbiamo in abbondanza del secondo. Qualsiasi stravolgimento quindi arriva ad essere pericoloso perchè si cerca l'URP (Unico RIsolutore di Problemi) cui delegare tutto. Andarsene è sempre una buona idea, se non altro per vedere come è fatto il mondo. Tornare per migliorare il Paese è però ancora più coraggioso.

Il sistema conosciuto non è più sostenibile, la rivoluzione arriverà quando la gente che non avrà nulla da perdere sarà maggioranza...ce manca poco ma il cammino è quello giusto...

Daccordo con voi.
aggiungo che la concorrenza di paesi che una volta erano sottosviluppati ormai è talmente alta che te se magnano.

Io in concreto non voto un partito politico da 3 tornate elettorali ( 2 politiche + 1 comunale) e neanche mi astengo o non vado però...fate voi.
Avessi 25 anni ora sarei da qualche altra parte.
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline MCM

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #9 : Giovedì 19 Aprile 2012, 16:20:53 »
Preferisco non dire niente.
Sono indemoniato.


Offline giamma

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #10 : Giovedì 19 Aprile 2012, 19:23:38 »
penso al non votare.
Un legittimo dissenso pacifico. Quando vedranno che il 70% non vota piú, inizieranno a strigne il culo.
Io dal '94 mi astengo (tranne i referendum che per rompergli le scatole firmo e voto), ma anche prima mi difendevo votando per Pannella.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Offline jegue98

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #11 : Giovedì 19 Aprile 2012, 21:09:47 »
Grazie a chi di voi mi ha risposto. (Alen, Pomata, Centurio, Eagles71, giamma)

Cesare ti sei meritato un bell'applauso!
 
Mi farebbe davvero tanto piacere se anche Rupert, Skorpius ed MCM scrivessero ciò che pensano in merito.
Ovviamente senza scadere in inutili polemiche e litigi fra noi. Qualunque siano le vostre idee, le vostre opinioni, anche le più estremiste sono ben accette.
Ed ovviamente mi farebbe piacere se anche gli altri intervenissero.










P.S. Sono giu di morale e sto pensando seriamente di andarmene via.
Mi faccio un c... così dalla mattina alla sera (due lavori, anche di notte) e non riesco ad arrivare a fine mese. O meglio ci arrivo a mala pena ma non campo più e comincio ad essere stanco. La vita è dura ed io non ho mai avuto paura di lavorare ma c'è un limite a tutto. Se vedi che i tanti sacrifici che fai non servono a migliorare, almeno di un po' la tua esistenza e quella dei tuoi cari, significa che c'è qualcosa che non va.
E comunque non è tanto la mia situazione che mi preoccupa perchè io mi ritengo fortunato, lo dico davvero. Grazie al cielo sono ancora in salute.
Ma è la situazione in generale che comincia a farmi paura. Siamo in caduta libera ed è solo l'inizio.
Vedo negli occhi della gente rassegnazione, in alcuni disperazione ma non riesco però a vedere gente incazzata che vuole reagire per questo la vedo nera ragazzi.
Ci stanno asfaltando e noi li lasciamo fare.
Chi ci rappresenta continua a prendere decisioni che vanno contro la gente comune. Chi ci rappresenta però ancora non rinuncia ai tanti privilegi che ha. Come è possibile che riescano ancora ad agire indisturbati?
Siamo più di 60 milioni in Italia. Basterebbe che l'1% circondasse le sedi del potere e non li facesse più uscire sino ad ottenere le dimissioni in blocco di tutta questa casta di privilegiati.

Scusate lo sfogo, non voglio dirottare il topic sulle mie questioni personali, piuttosto, ripeto, vorrei sapere le vostre opinioni in merito.
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Teo

Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #12 : Giovedì 19 Aprile 2012, 21:23:48 »
Per me questa cosa è come prendere la Costituzione e usarla per accendere il caminetto, ma io so' ignorante eh.

Offline Sanfatucchio

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #13 : Giovedì 19 Aprile 2012, 22:51:27 »
Quanto mi mncano gli anni 70 li si che stringevano il culo.....ma stiamo sulla strada buona

Giglic

Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #14 : Venerdì 20 Aprile 2012, 06:50:06 »
Per me questa cosa è come prendere la Costituzione e usarla per accendere il caminetto, ma io so' ignorante eh.

Adesso non esageriamo  ;D

Il pareggio di bilancio è la "morte" di un qualsiasi progetto di ampio respiro, questo si. Unito, oltretutto, al fatto che troveranno il modo di aggirare anche questo vincolo, se conviene.
Ma in linea di principio, il concetto è giusto. Ovvio, se il governo non avesse solo i leccapiedi che ha come giornalisti al seguito (che poi si indignano se il demagogo genovese sale nei sondaggi: gli state preparando un'autostrada, cari ABC e codazzo giornalistico al seguito) qualcuno farebbe una semplice domanda: visto che opere come la TAV richiedono dal pareggio di bilancio entrate importanti PRIMA che l'opera stessa venga costruita, chi si azzarderebbe a fare quello che "ci chiede l'europa"?
Io più che il pareggio di bilancio punterei a persone oneste e che abbiamo un disegno politico, ma so di dover emigrare in questo caso (oppure andare a prendere a modello la Lombardia ciellina  ;D )

Offline Centurio

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #15 : Venerdì 20 Aprile 2012, 12:40:17 »

Ma è la situazione in generale che comincia a farmi paura. Siamo in caduta libera ed è solo l'inizio.
Vedo negli occhi della gente rassegnazione, in alcuni disperazione ma non riesco però a vedere gente incazzata che vuole reagire per questo la vedo nera ragazzi.
Ci stanno asfaltando e noi li lasciamo fare.


verissimo. Come sono tornato a Roma, a Pasqua, ho notato lo stesso che dici tu. Rassegnazione totale, la gente manco si incazza piú. Brutto, brutto segno.
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Offline MCM

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #16 : Sabato 21 Aprile 2012, 19:11:07 »
Le parole sono forti, ma è quella che ritengo essere la sacrosanta verità. Jeague ha piacere di avere il contributo di tutti. Darò il mio.

-Cosa possiamo fare operativamente?
Se solo il popolo si unisse per non andare a votare e per non pagare le tasse fintantochè rimarranno in vigore finanziamenti ai partiti, privilegi e totale nebbia sull' utilizzo delle tasse incassate...

Sarebbe un colpo mortale a questa associazione a delinquere chiamata Repubblica Italiana.
Per affossare un ladro devi togliergli la possibilità di rubare, o nascondendogli i soldi o invalidandolo.
Nulla più. Le manifestazioni pacifiche non servono a un cazzo in questo paese. Servono per ottenere contentini (per esempio gli specializzandi di medicina hanno ottenuto un ripensamento sul ridimensionamento del loro rimborso) ma non per cambiare le cose.

L' Italia è un paese finito, un paese morto. E questo lo è da quando esiste questa repubblica fasulla.
Non siamo mai stati Italiani...MAI...siamo stati servi degli americani e ora lo siamo di chiunque abbia due lire da farci annusare. In molti hanno sorvolato sull' ultima visita di Monti in Cina.
Questa repubblica è una puttana. E nessuno si azzardi a farmi la morale. Perchè mi sono stancato.
La GDF italiana IGNORA completamente migliaia di aziende cinesi in Italia che lavorano in nero e che hanno distrutto il made in Italy in alcune zone strategiche della penisola. E perseguita i contribuenti. La GDF ignora completamente le migliaia di aziende che, sotto l' "insegna" di associazioni culturali , esercita professioni a scopo di lucro.

Prato organizzava convegni internazionali sul filato. L' hanno fatta distruggere per due ciotole di riso.

Esiste una cantilena che va avanti da decenni in questo paese "Se tutti pagassero le tasse, ci sarebbero migliori servizi"
Menzogna che saprebbe smascherare anche un bimbo di 5 anni.
Chi ha mai visto un ladro negoziare con una vittima? L' avete mai visto un ladro lasciare 500 euro a un anziano perchè quel giorno in tasca aveva 10mila euro anzichè solo 1000?-

No...un ladro ruba tutto quello che può rubare. Il popolo non è scemo. Se tutti pagassero le tasse, lo stato ruberebbe ancora di più. Perchè è ladro ed un ladro si comporta così.

Chi si illude che si possa fermare un criminale, un rapinatore, un delinquente senza uso della forza deve svegliarsi il prima possibile.

Ha ragione Grillo. Avranno la loro Norimberga.
Se non al cospetto del popolo, l' avranno al cospetto di Dio.

Giglic

Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #17 : Domenica 22 Aprile 2012, 11:39:29 »
Le parole sono forti, ma è quella che ritengo essere la sacrosanta verità. Jeague ha piacere di avere il contributo di tutti. Darò il mio.

-Cosa possiamo fare operativamente?
Se solo il popolo si unisse per non andare a votare e per non pagare le tasse fintantochè rimarranno in vigore finanziamenti ai partiti, privilegi e totale nebbia sull' utilizzo delle tasse incassate...

Sarebbe un colpo mortale a questa associazione a delinquere chiamata Repubblica Italiana.
Per affossare un ladro devi togliergli la possibilità di rubare, o nascondendogli i soldi o invalidandolo.
Nulla più. Le manifestazioni pacifiche non servono a un cazzo in questo paese. Servono per ottenere contentini (per esempio gli specializzandi di medicina hanno ottenuto un ripensamento sul ridimensionamento del loro rimborso) ma non per cambiare le cose.

L' Italia è un paese finito, un paese morto. E questo lo è da quando esiste questa repubblica fasulla.
Non siamo mai stati Italiani...MAI...siamo stati servi degli americani e ora lo siamo di chiunque abbia due lire da farci annusare. In molti hanno sorvolato sull' ultima visita di Monti in Cina.
Questa repubblica è una puttana. E nessuno si azzardi a farmi la morale. Perchè mi sono stancato.
La GDF italiana IGNORA completamente migliaia di aziende cinesi in Italia che lavorano in nero e che hanno distrutto il made in Italy in alcune zone strategiche della penisola. E perseguita i contribuenti. La GDF ignora completamente le migliaia di aziende che, sotto l' "insegna" di associazioni culturali , esercita professioni a scopo di lucro.

Prato organizzava convegni internazionali sul filato. L' hanno fatta distruggere per due ciotole di riso.

Esiste una cantilena che va avanti da decenni in questo paese "Se tutti pagassero le tasse, ci sarebbero migliori servizi"
Menzogna che saprebbe smascherare anche un bimbo di 5 anni.
Chi ha mai visto un ladro negoziare con una vittima? L' avete mai visto un ladro lasciare 500 euro a un anziano perchè quel giorno in tasca aveva 10mila euro anzichè solo 1000?-

No...un ladro ruba tutto quello che può rubare. Il popolo non è scemo. Se tutti pagassero le tasse, lo stato ruberebbe ancora di più. Perchè è ladro ed un ladro si comporta così.

Chi si illude che si possa fermare un criminale, un rapinatore, un delinquente senza uso della forza deve svegliarsi il prima possibile.

Ha ragione Grillo. Avranno la loro Norimberga.
Se non al cospetto del popolo, l' avranno al cospetto di Dio.

Questo post, che dimostra anche una certa incoerenza, visto che i black bloc poi vengono criticati dalla stessa penna, è la migliore dimostrazione di quello che dicevo:


2.Perchè l'italiano, avendo quasi sempre "subito" il potere per secoli, e non "partecipato" ad esso, ha sviluppato un forte interesse particolare, che difficilmente si estende al di la di una cerchia familiare.


La coscienza civica, in fatti, nel post di MCM è completamente assente.
Nulla di male, io non voglio fare la morale a nessuno, ma pensare solo a se stessi porta, inevitabilmente, alla costruzione di una comunità tipo Italia. Lungi dall'essere fortemente critico, MCM sta invece affermando che E' GIUSTO che l'Italia sia cosi.

POMATA

Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #18 : Domenica 22 Aprile 2012, 13:16:43 »
Giglic, concordo con MCM e con te, ma credo sia veramente duro mantenere una coscienza civica quando ti stanno asfissiando la vita...

Io sto prendendo la decisione di togliere i miei soldi dalla banca e tenerli "come si dice" sotto il materazzo...normalmente pago tutto via banca (telefono, luce, acqua e gas) piano piano toglierò a queste companie il piacere di entrare sul mio conto e prendersi i soldi ai primi giorni del mese.

Aspetterò la scadenza ultima per pagare ed evitare la sospenzione dei servizi...praticamente 2 mesi dopo...

Bisogna farli strippare fino all'ultimo...

Offline MCM

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Re:Rivoluzione o no? Possiamo cambiare la situazione?
« Risposta #19 : Domenica 22 Aprile 2012, 18:21:39 »
Il problema dei Black Bloc, premesso che non si tratti di gente pagata da qualcuno, è che distruggono la tua macchina e la mia, non quella dei governanti.

Concordo con la coscienza civica mancante(ma non sugli esempi storici...quelli rappresentaano anzi l' incipit dell' attuale disastro italiota) ma cosa ci aspettavamo? La mancanza di coscienza civica è una conseguenza della mancanza totale di stato.
Mica è solo l' Italia. Ovunque manca lo stato, qualsiasi sia la ragione, manca coscienza civica.

Andate in paesi che hanno avuto guerre civili(anche finite da decenni) e vi accorgerete di come, pure lì, manca la coscienza civica. Andate in paesi poveri, dove dilaga la corruzione, e non troverete alcuna coscienza civica.

Questo paese non si è ancora ribellato a chi lo sta ammazzando per una sola ragione: ha ancora qualcosa da perdere. Non c'è altra ragione.
La storica diffidenza del popolo italiano nei confronti dell' amministrazione pubblica lo ha portato ad accumulare molti risparmi. Pian piano si stanno erodendo, ma siamo ancora su livelli sostenibili.

Quando non ci saranno più risparmi, le cose cambieranno radicalmente.