Autore Topic: Estetica del calcio  (Letto 3002 volte)

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Offline ML

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Re:Estetica del calcio
« Risposta #20 : Mercoledì 18 Aprile 2012, 16:17:09 »
E' una questione speculativa. L'estetica, o almeno l'estetica come disciplina filosofica moderna, è nata per dare al concetto di "bello" una categoria a sé stante. Qui ci si può dividere, come ci si è divisi, nei ragionamenti sulla relatività o l'assolutezza del Bello, sul Bello come bello in sé o bello per qualcuno, a seconda della percezione che quel qualcuno ne ha. Probabilmente è anche la domanda che poneva originariamente TD in questo topic. Però, e qui entra in gioco la parola "etica" di cui mi chiedi, la scienza estetica è di per sé una scienza incompleta, e mal si abbina ad una fattispecie come quella del calcio, in cui la domanda non è speculativa (cosa è il bello del calcio?) ma pratica (come si vince al gioco del calcio?). Per cui se parliamo di estetica del calcio lo facciamo sapendo di parlare di categoria incompleta, contingente, non decisiva. Se però, ed eccoci all'etica, l'estetica diventa mezzo per arrivare ad altro, allora ci sto. "Etica" è il libro principale del filosofo che mi ha dato il nick nel 1999 su Lazio.net. Quel libro è diviso in 5 capitoli. Per Spinoza la conoscenza si divide in 3 livelli: quella dell'immaginazione, quella della ragione, e quella che lui chiama "amor dei intellectualis". A questa dedica l'ultimo dei 5 capitoli, in cui prova ad arrivare alla conoscenza di Dio tramite le preposizioni contenute nel libro, tra le quali quelle che definiscono le passioni umane. Bene, sintetizzando, se noi sostituissimo la "conoscenza intellettuale di Dio" con il "risultato calcistico", eccoci allora all'assunto finale: così come nel calcio non c'è estetica, non c'è "passione" che non sia subordinata alla vittoria, così nella vita e nella filosofia non c'è vittoria speculativa che non sia subordinata alla conoscenza di Dio (che, per chiarezza, ha diverse accezioni: per Spinoza è il Deus sive natura. Semplificando: il tutto, l'essenza e l'esistenza). Arrivare a Dio e arrivare al risultato è la stessa cosa, in scala. E per farlo ci vuole Etica, non Estetica. Magari sono andato un po' troppo ot

Tutto chiaro, tutto giusto. Fila perfettamente.
Io in realtà ero partito da Ledesma, incurante dei fischi pur di "dare di più". E mi era sembrato un atteggiamento etico prima ancora che estetico.
Dopodiché, grazie alla visione "dall'alto" che ci hai fornito, il suo comportamento assume una chiave estetica anche ai miei occhi.

ThomasDoll

Re:Estetica del calcio
« Risposta #21 : Giovedì 19 Aprile 2012, 08:56:26 »
A proposito di estetica, parliamo dell'azione di Ramires col cross che mette fuori tempo quattro avversari e manda in porta Drogba. Un elemento di bellezza è sicuramente la facilità di corsa.

Boks XV

Re:Estetica del calcio
« Risposta #22 : Giovedì 19 Aprile 2012, 09:58:47 »
A proposito di estetica, parliamo dell'azione di Ramires col cross che mette fuori tempo quattro avversari e manda in porta Drogba. Un elemento di bellezza è sicuramente la facilità di corsa.

vero, pareva una coreografia. la difesa del barca scivolava in linea verso la porta e la palla passava dietro.
io ho trovato magnifica la corsa di Lahm l'altro iersera ed esteticamente sublime quella finta, in piena corsa, più fatta di intenti che non di gambe, capace di lasciare Coentrao come una statua di sale. è valsa l'ora e tre quarti attesa prima di potervi assistere.
personalmente un altro gesto estetico bellissimo l'ho sempre riscontrato in alcuni dei classici interventi scivolati di Nesta. voglio dire, difensori pulitissimi che ti levano palla in scivolata ne esistono e ne sono esistiti a bizzeffe, ma il Nesta che ti arriva da dietro, punta il piede sinistro nel terreno, a mo' di perno, e rotea il corpo accosciato in senso antiorario permettendo alla gamba destra di mulinare come la muleta di un torero, in un incredibile, unico, movimento, che vedeva come risultato finale Sandrino nostro in piedi, testa alta, pronto ad impostare l'azione. senza soluzione di continuità.
se non è bellezza questa...

geddy

Re:Estetica del calcio
« Risposta #23 : Giovedì 19 Aprile 2012, 10:23:59 »
Beh allora per restare al gesto fine a se stesso gli stacchi di testa di Riedle. Ed anche quelli di Wilson, che sembrava fermarsi in aria per valutare dove era meglio mandare il pallone.Ne ricordo uno stupendo vicino alla linea del fallo laterale lato tevere nel famoso Lazio Atalanta di Avagliano a fermare un contropiede orobico.Per non parlare di GIordano quando con apparente noncuranza faceva partire delle bordate tremende dal limite dell'area. Caratteristica che ha anche Hernanes quest'ultima.
Poi ci sono alcuni giocatori inglesi. Le Tissier e Barnes. Seppur diversi erano una gioia per gli occhi. Per non parlare di Hughes e Lineker. 

Offline NebbiaBiancoceleste

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Re:Estetica del calcio
« Risposta #24 : Giovedì 19 Aprile 2012, 14:11:08 »
per me l'estetica del calcio era ed è Roberto Mancini.
Movenze, eleganza. TUTTI, e dico TUTTI i colpi di tacco che fa fatto, erano gesti naturalissimi, su tutti il gol al Parma. Altri fanno colpi di tacco, ma sembrano "forzati". Il Mancio usava il tacco come fosse il piattone, l'interno, il collo o l'esterno del piede.

Oltre al gol al Parma, ho 2 immagini di "bellezza" legati al calcio, grazie al Mancio

il gol che fece al Napoli, con la Sampdoria, al san Paolo, nel 90/91. Cross di Attilio Lombardo dalla 3/4 destra, Mancio corre, pare non cambi nemmeno la falcata, la palla è perfetta, scende all'altezza della lunetta dell'area di rigore, lato sinistro, Bobby gol arriva in corsa, si coordina, calcia di destro, tiro fortissimo, pulitissimo che va diritto sotto al sette alla destra di Galli, prende il palo e va contro il palo opposto, insaccandosi. Mancio prosegue la sua corsa, esultando, come se avesse fatto un gol come un altro.

Inter Lazio, 98/99. Lancio di Favalli dalla nostra metà campo, Mancio si fionda sulla palla, tutta la difesa dell'inter è messa fuori gioco, e come entra in area, all'altezza del dischetto del rigore, calcia di destro, e insacca alle spalle di Pagliuca. Poi, corre, prende la palla, e la solleva, mostrandola al settore ospiti come per dire "Guardatemi, IO, sono il Calcio."

Offline benvolio

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Re:Estetica del calcio
« Risposta #25 : Giovedì 19 Aprile 2012, 14:12:21 »
Baruch e' andato sommamente ot.
Lo ringrazio vuoi per la summa del pensiero spinoziano, vuoi per la prospettiva che apre nel parlare di estetica/etica calcistica. In questo senso c'e' uno spunto di Thomas Doll che e' corollario del ragionamento di Baruch. E' quando parla del piacere che si prova nel vedere i movimenti collettivi ed individuali delle squadre in campo. Per dire, ieri i centrocampisti del Chelsea "allineavano" come rugbysti, guardando alla propria destra e sinistra per uscire in pressing o scalare in copertura. La sera di Lazio-Milan c'e' stato un momento in cui Ledesma ha stoppato Ibra alla maniera di Wilson, con un tackle uno contro uno. In questi momenti e' l'efficienza che provoca piacere all'occhio, e l'efficienza e' sempre orientata al risultato. Poi certo c'e' il gesto, l'attimo decontestualizzato, sospeso dal tempo e nello spazio. Ecco quella e' poesia: le scivolate di Nesta, il tacco di Mancini, il movimento caucciu' di Hernanes, il pallonetto di Giordano, la corsa inclinata di Beppe Signori...

ThomasDoll

Re:Estetica del calcio
« Risposta #26 : Giovedì 19 Aprile 2012, 14:26:01 »
Ieri la difesa a undici del Chelsea è stata veramente perfetta. Aiuterà come esempio a spiegare quanta differenza c'è tra una disposizione difensiva e un'altra, nel calderone di tutto quello che è catenaccio: servirà a vincere la partita, dai mondiali alla terza categoria, ma non è tutto uguale. Neanche quando gioca la Lazio. Ci sono grandi prestazioni difensive cercate o obbligate, poi c'è l'arrabattarsi in cerca di una botta di culo. Che magari assume le sembianze di un magnifico gesto estetico.

Offline carpelo

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Re:Estetica del calcio
« Risposta #27 : Giovedì 19 Aprile 2012, 14:29:50 »
Mi pare che ad un certo punto ThomasDoll accennasse ad una scelta tra il giocatore che fa la giocata estemporanea bella e decisiva e quello che invece si inserisce nel gioco metodicamente risultando altrettanto decisivo ma più "invisibile".
E' un dilemma che non saprei risolvere e credo che potrei valutarlo da caso a caso, ma non seguendo una logica coerente, pur avendo un'idea di massima.

Prediligo quelli che dialogano con i compagni a quelli che dribblano tutta la squadra avversaria oppure che si specializzano in una situazione: l'assist di Hernanes contro la Fiorentina vale da solo tutti i goal dal vertice dell'area di Zarate o di Del Piero.

Ho adorato, o meglio, ho sperato di adorare Meghni. Mi sembrava che dal   suo piede potesse scaturire chissàchecosa, esteticamente mi sembrava   bello semplicemente con la palla tra i piedi e che potesse lanciare con   facilità i compagni in rete.
  Ma sappiamo come stanno le cose.

Negli ultimi anni, da quando posso seguire  ogni partita della Lazio in tv, il giocatore che più di tutti mi ha acceso il cuore ed inzuccherato gli occhi è stato Alexandar Kolarov (aspettate un attimo a fucilarmi).
Non ha dei piedi particolarmente tecnici, come le movenze non sono brasiliane. Era un ragazzo di provincia, senza timori riverenziali, alto e robusto e si involava sulla fascia. Non era giocatore da compitino, anche se alle volte si accontentava di giochicchiare, aveva una naturale predisposizione per il proporsi e provare a fare anche le cose impossibili.
Ma non sono le sue punizioni ad avermi esaltato.
Le sue corse si, il suo visibile prepararsi al tiro pure, il suo brevettarsi una mossa (il colpo di tacco a rientrare) riproposta metodicamente mi da l'idea di uno vispo soprattutto di testa, meno di piede. Per dire, secondo me Kolarov era quasi ghettizzato sulla fascia, mentre aveva le caratteristiche per poter essere un Ledesma. Aveva il genio folle, il pensiero veloce di chi è avanti e non aveva nessuna paura a provare cose impossibili....
Vabbè mi sto dilungando senza esprimere bene cosa ho in testa.
Allora metto tre azioni di Kolarov a cui m'è venuto spontaneo pensare quando ho letto "estetica del calcio".





Poi vabbè, c'è Klose che è fantastico, ma è troppo "facile" quando sei Klose o sei Brasiliano o comunque madre natura t'ha baciato. Non so se si è capito, ma a me piacciono più quelli imperfetti.
(non avevo letto gli ultimissimi interventi)