Autore Topic: Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?  (Letto 46698 volte)

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GMar

Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #420 : Venerdì 16 Novembre 2012, 17:51:39 »

Amen.

Quando qualcuno ci dirà dove esattamente cascano sti terreni , sarà sempre troppo tardi.
ma perché, so' pure a "rischio frana"?! :o

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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #421 : Venerdì 16 Novembre 2012, 17:55:27 »

Amen.

Quando qualcuno ci dirà dove esattamente cascano sti terreni , sarà sempre troppo tardi.

Dopo tanta tradizione orale, proviamo con le fonti scritte.
Insomma, dove sono questi benedetti terreni? La questione è in realtà molto complessa.

Secondo il libro "Fuori gioco", di Gianfrancesco Turano, i terreni appartengono a una tenuta di 493 ettari di terreno a nord di Roma, posti al chilometro 6.2 della via Tiberina, "Tenuta storica realizzata in pieno rinascimento dalla famiglia Altieri Pasolini e utilizzata alla fine del Seicento come residenza estiva da papa Clemente X al secolo Emilio Bonaventura Altieri".


Secondo altre fonti – Legambiente: “STADI ROMA-LAZIO: IL DERBY DELLA SPECULAZIONE EDILIZIA - il sito dei terreni sarebbe posto al kilometro 9,4.
In particolare, si legge in questo documento pdf che “Il progetto relativo alla realizzazione della Cittadella dello Sport della AS Lazio/”Stadio delle Aquile” prevede il trasferimento nell’area prescelta dell’intera Polisportiva Lazio: e quindi, oltre al nuovo stadio, ai ristoranti, alle residenze/villette, agli alberghi, il progetto prevede campi di calcio e calcetto, campi da rugby, da tennis, hockey su prato, baseball, atletica leggera, etc. Il tutto su un’area/ambito estesa circa 600 ettari e sulla quale realizzare volumetrie pari a circa mc 2.000.000. L’area/ambito si trova al Km 9,4 della Via Tiberina: ebbene, è già da ora possibile affermare che il contesto territoriale nel quale si propongono tali trasformazioni è del tutto incompatibile con le previsioni date dal Prg di Roma, è del tutto incompatibile con il Piano Territoriale Paesaggistico Regionale, adottato dalla Giunta Regionale e in attesa della definitiva approvazione da parte del Consiglio Regionale, è incompatibile con il Piano Territoriale di Coordinamento recentemente approvato dal Consiglio Provinciale di Roma, e, infine, è incompatibile con il vincolo statale ai sensi della Legge 431/1985 quale area di esondazione del Fiume Tevere."

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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #422 : Venerdì 16 Novembre 2012, 18:25:26 »
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline disabitato

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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #423 : Sabato 17 Novembre 2012, 08:29:04 »
Costeggiata ora (in treno) la palude tiberina.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

CiPpiripi

Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #424 : Sabato 17 Novembre 2012, 09:17:15 »
Dopo tanta tradizione orale, proviamo con le fonti scritte.
Insomma, dove sono questi benedetti terreni? La questione è in realtà molto complessa.

Secondo il libro "Fuori gioco", di Gianfrancesco Turano, i terreni appartengono a una tenuta di 493 ettari di terreno a nord di Roma, posti al chilometro 6.2 della via Tiberina, "Tenuta storica realizzata in pieno rinascimento dalla famiglia Altieri Pasolini e utilizzata alla fine del Seicento come residenza estiva da papa Clemente X al secolo Emilio Bonaventura Altieri".


Secondo altre fonti – Legambiente: “STADI ROMA-LAZIO: IL DERBY DELLA SPECULAZIONE EDILIZIA - il sito dei terreni sarebbe posto al kilometro 9,4....."

Visto che si parla di due aree a diversi millimetri di distanza, tutti le incompatibilità che elenchi sui riferiscono ad entrambe le aree o una sola?

Considerato che il km 6.2 è la località individuata alla primissima presentazione dello stadio (2004? 2005?) sto cercando l'articolo.

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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #425 : Sabato 17 Novembre 2012, 09:25:55 »
La priorità per il nuovo stadio deve essere l'accessibilità su rotaia. Per il resto ce ponno essere pure i piranes che te mozzicheno li calcagni quando cammini..
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CiPpiripi

Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #426 : Sabato 17 Novembre 2012, 09:27:12 »
Non lo so quali sono ESATTAMENTE i terreni di Lotito. Di certo sono da quelle parti, dal momento che tra i vari vincoli c'è anche quello per il rischio esondazione.
Probabilmente chi ha inserito quel vincolo sui terreni di quella zona, lo ha fatto a ragion veduta e non perchè facesse parte del C.L.A.Z.I.A Comitato Laziali Antilotitiani Zone Idrogeologicamente Arischio.
Dico semplicemente che il vincolo idrogeologico in quanto terreni a rischio esondazione, non è una cazzata come qualcuno pretendeva fosse.
Adesso i terreni di Lotito, saranno un po' più qui, un po' più in la, di certo, se corrono lungo la Tiberina, quantomeno confinano con i terreni che sono stati allagati.

Attenderò con calma il topic 'l'esondazione vista da me' allora :)

Quanto ai un pó più qui, pó più in là, posso dirti per esperienza lavorativa che anche 50 metri fanno una grandissima differenza. Quindi se neanche si sa il chilometro, le certezze non sono cosi assodate.

POMATA

Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #427 : Sabato 17 Novembre 2012, 09:56:28 »
Ma allo stadio con le calosce nun se po annà?

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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #428 : Sabato 17 Novembre 2012, 14:58:16 »
Il Barça progetta il nuovo Camp Nou. secondo “El Mundo Deportivo”  si starebbe pensando a un progetto di ristrutturazione del Camp Nou, dopo l'approvazione, attraverso un referendum, dei soci del club catalano. 
Sarà l'architetto Norman Foster a rinnovare l'impianto catalano, verranno aggiunti dieci nuovi livelli che porteranno la capienza da novantanove mila a centosei e verrà creata una copertura che proteggerà gli spettatori dalla pioggia (grazie alla mobilità di questa si consentirà ai raggi solari di raggiungere il terreno di gioco). Saranno costruiti nuovi parcheggi sotterranei, buoni spogliatoi e una tribuna autorità.
La novità più importante è però quella che riguarda la facciata: ci saranno pannelli rossi, blu, dorati e bianchi che di notti saranno illuminati per creare spettacolari giochi di luce un po' come accade oggi all'Allianz Arena di Monaco. Questi colori riprenderanno i colori del club e della bandiera catalana formando un mosaico che l'architetto ha dichiarato ispirato a Gaudì. Intorno allo stadio invece saranno costruiti impianti sportivi con attrezzature, parchi, alberchi, un auditorium, il megastore “FcBotiga”e delle ulteriori aree commerciali.

come è evidente, anche da quelle parti prevale la "poetica del Flaminio".
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #429 : Sabato 17 Novembre 2012, 16:53:05 »
f_m, perchè scriuvere e lasciuare testiomianza di non sapere di COSA si parla ??

Da quelle parti non ci sono rischi geologici né, ancor meno, zone archeologicamente rilevanti.
E, SOPRATTUTTO; non ci sono dinastie di professionisti disposti a tutto pur di non perdere occasioni per  incassare ( dopo 52 anni dall´inizio dell´incasso ) ancora tanti, tanti soldi ed ( immeritata ) fama   
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #430 : Sabato 17 Novembre 2012, 17:12:36 »
f_m, perchè scriuvere e lasciuare testiomianza di non sapere di COSA si parla ??

Da quelle parti non ci sono rischi geologici né, ancor meno, zone archeologicamente rilevanti.
E, SOPRATTUTTO; non ci sono dinastie di professionisti disposti a tutto pur di non perdere occasioni per  incassare ( dopo 52 anni dall´inizio dell´incasso ) ancora tanti, tanti soldi ed ( immeritata ) fama   

chiedo scusa a bob. mi sono soltanto limitato a dare una notizia. per i commenti e le valutazioni mi affido agli esperti di cui è ben pieno questo ed altri forum
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #431 : Sabato 17 Novembre 2012, 23:33:55 »
chiedo scusa a bob. mi sono soltanto limitato a dare una notizia. per i commenti e le valutazioni mi affido agli esperti di cui è ben pieno questo ed altri forum

non si tratta di chiedere scusa, non è il nostro caso; si tratta solo che, prima di fare le solite allusioni frittatesche, simpatiche nonostante tutto, sarebbe bene sapere di cosa si sta parlando, anche nel caso dei relata refero; per cui magari evitare di riferire cose, dicendo poi di non essere esperti.   ;) 
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #432 : Domenica 18 Novembre 2012, 09:54:26 »
Nella zona di Roma Est a ridosso dell'Aniene, quando piove, si trasforma tutto in pantano. Strade allagate, pozze, e tutto il repertorio.

Vi lascio immaginare le ripercussioni sul traffico...

La priorità per il nuovo stadio deve essere l'accessibilità su rotaia. Per il resto ce ponno essere pure i piranes che te mozzicheno li calcagni quando cammini..

Caro disa, perdonami, ma è in parte vero; nel senso che puoi anche fare una ferrovia un po' distante, a patto di collegare bene la ferrovia con lo stadio. Poi però sarei curioso di sapere, in una serale infrasettimanale o un turno di Coppa che inizia alle 21, in quanti ci andrebbero allo stadio con il treno....
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #433 : Domenica 18 Novembre 2012, 09:59:08 »
caro Fabio; in precedenza a questo tipo di esigenze della " rotaia " ( giustissime, peraltro ) avevo risposto che, visto che noi 18-20.000 abbonati ci andiamo " a prescindere " e che disabitato andrebbe in trasferta pure a ... Tripoli  :-* .
Dei 4-5.000 che si aggiungono ( e neppure sempre ) a noi, me ne impippo olimpicamente !

In caso non mi fossi spiegato bene, chiedetemi e cercherò di essere ancora più chiaro, magari con l´aiuto del Grande Capo Sioux   8)
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #434 : Domenica 18 Novembre 2012, 10:36:29 »
Ma sai caro Bob la rotaia, o meglio il mezzo pubblico, aiuta la frequentazione a tutti. Se tu avessi un qualsiasi posto raggiungibile previo mezzo pubblico in tempi ragionevoli, e con modalità viaggio che non sia una folla all'inaugurazione dei saldi in un grande magazzino, penso che anche se fossi un maniaco della quattro ruote la lasceresti volentieri parcheggiata e andresti con i mezzi.

A maggior ragione se il mezzo privato non ce l'hai, una locazione raggiungibile con treni/bus/metro e ben collegata con tempi di percorribilità ragionevoli e condizioni di viaggio umane, ti stimolano a recarvici.

Anche se poi vedo torme di ragazzotti, adolescenti e non, e stranieri, attendere per ore alle fermate dei bus a Roma Est e Porta di Roma, segno che se un posto attrae non spaventa più di tanto la difficoltà di arrivarci...

L'incremento dei tifosi allo stadio è un mezzo per avere più introiti. Almeno secondo me.
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #435 : Domenica 18 Novembre 2012, 11:50:22 »
Stadio juve:
Tram che fa capolinea accanto allo stadio, corse raddoppiate prima e dopo le partite. Ottimo? Corcazzo! Il tram finisce dopo 45 minuti dal fischio finale, dopo puoi pure morire.. Niente taxi, una linea d'autobus con frequenza di 30' ed il deserto dei tartari intorno.
Difatti il buon bus 142 aveva il treno alle 22:00 e non ha fatto in tempo.

Sì alle residenze, sì ai negozi, sì al popolamento della zona dello stadio. Altrimenti i servizi te li scordi.
A naso, col nuovo status di città metropolitana, dovrebbe essere più semplice avere infrastrutture in sinergia con i comuni limitrofi.
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #436 : Domenica 18 Novembre 2012, 11:53:40 »
Ma sai caro Bob la rotaia, o meglio il mezzo pubblico, aiuta la frequentazione a tutti. Se tu avessi un qualsiasi posto raggiungibile previo mezzo pubblico in tempi ragionevoli, e con modalità viaggio che non sia una folla all'inaugurazione dei saldi in un grande magazzino, penso che anche se fossi un maniaco della quattro ruote la lasceresti volentieri parcheggiata e andresti con i mezzi.

A maggior ragione se il mezzo privato non ce l'hai, una locazione raggiungibile con treni/bus/metro e ben collegata con tempi di percorribilità ragionevoli e condizioni di viaggio umane, ti stimolano a recarvici.

Anche se poi vedo torme di ragazzotti, adolescenti e non, e stranieri, attendere per ore alle fermate dei bus a Roma Est e Porta di Roma, segno che se un posto attrae non spaventa più di tanto la difficoltà di arrivarci...

L'incremento dei tifosi allo stadio è un mezzo per avere più introiti. Almeno secondo me.

diciamo che ti sei risposto da solo; il Laziale allo stadio, ormai da oltre un decennio ci va solo " a condizione che ". Lo sappiamo tutti; ma, certamente, possiamo pure far finta di non saperlo. Ci mancherebbe   :D 
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #437 : Domenica 18 Novembre 2012, 13:30:21 »
Da segnalare ieri l'intervento del presidente nel prepartita su sky
dove su una domanda sullo stadio ha infilato una risposta chilometri dove è riuscito a citare "la conferenza dei servizi". si sono registrate epidemie di orticaria tra gli addetti in studio e frapporto i telespettatori
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Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #438 : Giovedì 13 Dicembre 2012, 13:39:03 »
Riporto da repubblica, alla faccia dei moralisti della rava e della fava (cit) sulle possibili speculazioni der geFtore.

Roma, diluvio di cemento sulla città
64 delibere al vaglio del Campidoglio
La pesante eredità di Alemanno. Associazioni ambientalistiche sul piede di guerra. Protagonisti della nuova partita immobiliare i soliti grandi nomi dell'edilizia capitolina. Depositi Atac, mercati rionali e terreni agricoli al centro dei possibili interventi
di FRANCESCO ERBANI
Lo leggo dopo
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno

Gianni Alemanno lascia a Roma un'eredità di cemento. Tantissimo cemento, difficilmente quantificabile: fra dieci e quindici milioni, qualcuno si spinge oltre e parla di venti. Per ora sulla carta. Il mercato è fermo, le compravendite sono crollate, i mutui non si erogano più come prima. Ma la carta conta, crea aspettative, muove interessi che il prossimo Consiglio comunale deve gestire. E così la capitale vive questa vigilia elettorale (si voterà per il nuovo sindaco forse ad aprile) come vive da decenni, aggrappata al potente propellente della sua economia, il mattone, una leva che chi governa manovra destreggiandosi fra giganteschi interessi e piccoli, diffusi calcoli. Reali o virtuali che siano.


LE INCHIESTE/ CEMENTO A ROMA - COME TI VENDO ROMA

Un pacchetto di 64 delibere in materia urbanistica giace da qualche tempo in Campidoglio. Le delibere sono passate al vaglio della giunta e delle commissioni. E negli ultimi giorni alcune di esse hanno preso a correre velocemente verso l'approvazione. Con certezza non si sa quali, dipende dagli umori di un'assemblea in cui i metri cubi entrano in una febbrile contrattazione elettorale. Comitati di cittadini, associazioni ambientaliste sono però sul piede di guerra e presidiano il Campidoglio. Ogni momento è buono, si sente dire, per infilare una delibera nell'ordine del giorno, bastano le firme di 13 consiglieri. 

Le delibere riguardano molte partite immobiliari. Dagli "ambiti di riserva" (23 milioni di metri cubi sparpagliati in aree agricole con l'obiettivo, secondo alcuni la scusa, di realizzare housing sociale), a diverse operazioni di cui sono protagonisti grandi nomi - Sergio Scarpellini, l'editore di Il Tempo Domenico Bonifaci, il Vaticano, l'Eur s. p. a.... Alcune associazioni (Carte in regola, Roma territorio, Dinamo Press) hanno messo in rete mappe della città con evidenziati i siti sui quali potrebbero atterrare centinaia di migliaia e anche milioni di metri cubi. Si va da nord a sud, dall'ex Velodromo dell'Eur alla Romanina, dai depositi dell'Atac al comprensorio Casilino. Periferie storiche, nuovi insediamenti. Una quantità enorme di cubature, ma anche uno stravolgimento di regole e di norme, sostiene Luigi Tamborrino di Roma territorio, "che peserà sul futuro della città scardinando ogni possibile idea di pianificazione urbanistica". "È una manovra che si presenta come un nuovo Piano regolatore, peggiore di quello approvato con 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)' di cui si appresta a diventare una variante generale", incalza Anna Maria Bianchi di Carte in regola.

Il diluvio di cemento cade sulla città ad appena quattro anni da un Piano da molti considerato generoso e comunque sovradimensionato che prevede oltre 60 milioni di metri cubi, in buona parte abitazioni. E a essi la nuova manovra si aggiunge, nonostante a Roma si contino fra i 190 e i 250 mila appartamenti vuoti, stando al censimento del 2001 e a una stima di Legambiente. E nonostante prosegua l'esodo dei romani verso la provincia (160 mila negli ultimi anni), spinti dagli affitti sempre più cari e dagli sfratti.

Roma cresce a Orte, sostengono urbanisti e sociologi. Roma città infinita, denunciano i comitati e le associazioni come Italia Nostra e il Fai. Un organismo che rischia la paralisi, visto che l'espansione è del tutto casuale, asseconda solo gli interessi di proprietà fondiarie appartenenti a immense concentrazioni, ma anche di modeste dimensioni. Non è supportata da nessun adeguato sistema di trasporto pubblico. Già il Piano regolatore aggravava la dispersione abitativa e invadeva porzioni pregiate dell'agro romano: le delibere di Alemanno sono la mazzata finale.

Ecco alcuni degli interventi più impattanti previsti dalle delibere.

AMBITI DI RISERVA Il Comune ha invitato chi possedeva terreni agricoli non compresi nel Piano regolatore a farsi avanti per realizzare insediamenti in minima parte destinati ad housing sociale (case ad affitto concordato). In cambio erano previste licenze per tantissima edilizia privata a prezzi di mercato. Si sono fatti avanti 334 proprietari. I terreni selezionati sono stati 166, per un totale di 2.300 ettari e 23 milioni di metri cubi. Poi si è scesi a 135. La delibera in arrivo al Consiglio comunale  prevederebbe intanto una cinquantina di aree, non si sa ancora quanto grandi e dove localizzate. Comunque questi terreni sono distribuiti in tutti i punti cardinali dell'agro romano, anche pregiato. Particolarmente investiti sono i Municipi XIX e XX, a nord, ma sono intaccati persino i bordi dell'Appia Antica, la riserva di Marcigliana, Selva Candida, Colle della Strega e altre zone verdi.

CENTRALITA' ROMANINA Su cento ettari di Sergio Scarpellini è stata localizzata una delle 18 centralità previste dal Piano regolatore. Scarpellini è un boss del mattone. È il proprietario dei palazzi nel centro storico in cui sono insediati uffici della Camera, del Senato, del Tar, dell'Authority per le telecomunicazioni, oltre ai garage affittati al Comune che preferisce pagare lui anziché parcheggiare le macchine di servizio nelle autorimesse di sua proprietà. Originariamente la centralità prevedeva 1 milione 350 mila metri cubi, per il 58 per cento destinati a uffici pubblici, per il 42 a residenze private. Il progetto venne affidato a una star internazionale, Manuel Salgado. Già in questa versione l'intervento destò molte polemiche. Con Alemanno la cubatura schizza a 1 milione 920 mila metri cubi, ma è soprattutto sconvolta la proporzione fra pubblico e privato: al primo va solo il 5 per cento, poco più di una mollichina, al secondo il 95. Inoltre ben più della metà degli oneri che il costruttore versa al Comune (106 milioni su 186) servono solo al nuovo quartiere fatto di torri e di palazzi che guardano verso i Castelli romani e non a riqualificare la periferia ex abusiva che c'è intorno: gli appartamenti cresceranno di valore grazie a un tunnel sotterraneo che renderà l'insediamento un paradiso pedonale.

TENUTA DI ACQUAFREDDA Senza una spiegazione plausibile, segnala Luigi Tamborrino, 60 ettari di proprietà dell'Apsa, Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica, sono stati inclusi fra le aree che generano compensazione urbanistica per 210 mila metri cubi. La questione è molto tecnica e risale a una norma presente nel Piano regolatore: un proprietario viene "compensato" spostando da una parte all'altra della città i suoi diritti a costruire. Ma ad Aquafredda, terreno agricolo, di diritti non ce n'erano, insiste Tamborrino: "non si capisce per che cosa il Vaticano venga "compensato"".

EX VELODROMO Nell'area dove sorgeva uno dei migliori pezzi dell'architettura romana degli anni Cinquanta, il Velodromo realizzato da Cesare Ligini, distrutto con la dinamite nel luglio 2008 (a febbraio si svolgerà un processo per stabilire se in quella circostanza si diffuse nell'aria una nuvola di amianto), la giunta di 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)' prevedeva un Acquatic Center, uno spazio fitness (entrambi, si diceva, destinati ai Mondiali di nuoto del 2009) e poi attività commerciali, un albergo, uffici, parcheggi oltre a strutture pubbliche (un asilo, una scuola materna e una media, un centro anziani). Con Alemanno numeri e progetti cambiano: più strutture pubbliche, più verde, annunciano all'assessorato all'Urbanistica, ma anche molto più cemento in generale (da 5,3 ettari di superficie a 6,8) e soprattutto quattro palazzi di 6 piani, alti 20 metri, e due torri di oltre 25 piani per 90 metri d'altezza. All'operazione è interessato Riccardo Mancini, amministratore delegato di Eur s. p. a., grande amico e compagno di giovanile fede neofascista del sindaco Alemanno, nonché indagato dalla Procura per corruzione.     

DEPOSITI ATAC Quindici ex rimesse dell'Atac, l'azienda del trasporto pubblico, verrebbero valorizzate e vendute. In queste aree (per un totale di 16 ettari) sorgerebbero insediamenti in gran parte residenziali e commerciali fittamente costruiti. L'Atac spera così di abbattere parte del colossale debito che l'affligge. I depositi sono in aree molto centrali della città, da piazza Bainsizza, in Prati, a piazza Ragusa, quartiere Tuscolano, a via Alessandro Severo, zona San Paolo. In molti casi gli edifici sono di pregio architettonico (costruiti nei primi decenni del Novecento) e, stando ai comitati di cittadini sorti per evitare speculazioni edilizie, potrebbero ospitare servizi utili al quartiere. Invece l'Atac ha bisogno di fare cassa e quindi ha chiesto al Comune di prevedere incrementi di volume e cambi di destinazione d'uso.

MERCATI RIONALI La delibera prevede uno scambio tra il Comune e una delle più potenti imprese di costruzione romane, impegnata nella realizzazione di molti parcheggi interrati, la Cam srl: la ditta dovrebbe realizzare oltre duecento appartamenti in   housing sociale e il Comune dovrebbe cedere tre mercati rionali con autorimesse, il mercato Trieste, il mercato Pinciano ai Parioli e il mercato Metronio a San Giovanni. Pezzi di città pubblica che slittano verso i privati. In un primo tempo sembrava che la Cam potesse addirittura demolire e ricostruire i mercati ottenendo premi di cubature. Ora lo scambio dovrebbe limitarsi alla ristrutturazione e gestione dei parcheggi, un affare da mille posti, molto redditizio. Fra i mercati coinvolti quello realizzato a San Giovanni da Riccardo Morandi nel 1956 e incluso nella Carta della Qualità del Piano regolatore per il suo pregio. Un altro oggetto di buona architettura romana che finirà nel gorgo della speculazione edilizia. Il Grande Fratello che che avvia così la sua campagna elettorale.             



Che ne dite, terranno in conto pure il terreno di Lotito?

feiez

Re:Stadio: lo vogliamo fare o non lo vogliamo fare?
« Risposta #439 : Giovedì 13 Dicembre 2012, 13:50:36 »
sul sito della gazzetta Zamparini tuona contro chi ha affossato la legge.

Zamparini: "No legge sugli stadi? Delinquenti..."
Niente legge sugli stadi? Maurizio Zamparini, presidente del Palermo, sa perché: "Ci serviva per metterci al passo con l'Europa e senza costi per lo Stato. Ma è stata affossata da delinquenti fiscali che hanno distrutto posti di lavoro: è la fotografia di un Paese fallito con una classe politica che si distingue per stupidità, impotenza e inadeguatezza. Così il calcio italiano resta fermo agli anni Novanta". Zamparini ha, però, annunciato che il Palermo non abbandona il progetto di costruire un nuovo impianto: "Io spero che in Sicilia dove c'è l'autonomia, la legge venga approvata e si possa fare lo stadio fregandosene dell'Italia. Io speculatore? Non mi sento così, io sono un santo che nella mia vita ho creato posti di lavoro e ho fatto l'imprenditore con la stessa dedizione con cui un parroco ha fatto religione".

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