Autore Topic: Un laziale  (Letto 1874 volte)

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ThomasDoll

Un laziale
« : Domenica 8 Aprile 2012, 18:31:16 »
In una delle mie innumerevoli occupazioni post diploma mi capitò, per un inverno, di lavorare in un'agenzia ippica, quella di Via dei Mille. Era molto ben frequentata, c'erano personaggioni che scendevano dal Corriere dello Sport e facevano le loro belle giocate, con i giocatori incalliti che si precipitavano a copiarle, pur scommettendo quello che potevano. In genere, si trattava di scommettitori di piccolo cabotaggio, con qualche elemento particolarmente sgradevole, altri assai spregevoli. Ma non è lì che accadde quello che voglio raccontarvi. Qualche volta mi mandavano di rinforzo in un'agenzia che stava a Via degli Avignonesi, in quello che, stando a quanto mi raccontavano, era stato, prima, un bordello. In quell'agenzia lavorava un cassiere romanista tipico: coattone coi basettoni, la frangetta, la panza a tracolla, i pantaloni di gabardine a campana, le scarpe a punta. Uno spettacolo, un incrocio tra un epigono sbronzo di Elvis e il cognato fracicone de Lando Fiorini. Nun te guardava mai in faccia, parlava sempre da malandro, parlottava da solo, pareva un po' un incrocio tra l'emigrato in Germania di Verdone e il coatto che partiva con i collant per le polacche. Correva l'anno infausto che li condusse al secondo scudetto e il tipo, che non mi ricordo come si chiama, era un grande tifoso della magica. Io ero giovanissimo, vent'anni, e accanto a me lavorava il più vecchio della compagnia. Un piccoletto che arrotondava la pensione, si chiamava Venanzio, era un signore molto gentile, riservato, educato. E detestava il romoletto alla cassa, o meglio lo infastidivano i suoi atteggiamenti coatti, il suo modo di sottolineare sguaiatamente la propria fede romanista, per nulla influenzato dagli elementi atipici che rendevano quella roma meno sguaiata delle altre che conosciamo. Di Bartolomei, Liedholm, Falcao non insegnavano niente al cassiere coattone. In una domenica fredda e piovosa, mentre la Lazio tentava inutilmente di suonarle alla Sambenedettese, mi pare, ci fu l'episodio che mi è rimasto impresso e che mi è tornato in mente qualche giorno fa. Il roma giocava a Cesena, contro un avversario debole che avrebbe presto lasciato la serie A. La torma degli scommettitori ci teneva a capo basso, mentre la radio diffondeva il vecchio tutto il calcio, quello senza gli urlatori e la colonia dei romettisti. A un certo punto arrivò l'immancabile segnatura giallorossa, che il coatto salutò con EVVAIGHEO'!, alzandosi dallo sgabello e staccandosi le mutande dal culo come soleva fare, rimettendosi poi a sedere, non senza averci regalato uno sguardo di disprezzo, a noi che stavamo a capo basso a scrivere le giocate per quei paria dell'umanità, a nostra volta scarto disprezzato del calcio che conta, avanzo irriducibile della colonia che, festeggiato il massimo trionfo solo nove anni prima, era stata falcidiata dalla micidiale sequela di lutti, rovesci e ignominie che tutti ricordano troppo bene perché ci torni sopra. Lo sguardo di disprezzo, la rassettata al pacco, il ritorno allo sgabello, la marcia trionfale della corrazzata di Liddas, la deriva della navicella biancoceleste incapace di domare il sambenedettese rapinoso e trucido. Ondate di schiavi della scommessa che perdevano le mille lire sottratte alla bocca dei piccoli cenciosi lasciati a casa insieme alle madri sfatte e disilluse, nei loro vestitucci lisi, ad annegare nel cognac tre stelle la triste esistenza di chi viene sacrificato a un vizio che abbrutisce. Il pomeriggio si trascinava lento, ancora due o tre corse e poi sarebbe stata ora di uscire e perdersi nella sera. La testa bassa che aveva tentato un timido sussulto per un rigore malamente sprecato da Schachner, salutato da un ghigno smarangato e perfido. Fino al momento in cui Ameri, o chi per lui, annunciò il clamoroso accadimento della Fiorita, con Arrigoni che pareggiava, costringendo alla stecca l'impareggiabile orchestra di Liedholm. Il coatto ebbe un moto di disappunto, roteando gli occhi e infilandosi in bocca il solito stuzzicadenti ciancicato. Io colsi nell'aere la notizia e mi ravviai il ciuffo, girandomi verso Venanzio alla mia destra. Lui, che non aspettava altro, alzò lo sguardo furtivo, controllò che il nostro coatto non vedesse e si aprì in un sorriso, mostrandomi un pugno trionfante e sibilando sottovoce un olè che sapeva di rivalsa. Mai domi, noi laziali. Rinfoderammo le penne, quelle biro e quelle dell'aquila, in attesa di tempi migliori, ma qualcuno passò una serataccia. E il peggio doveva ancora venire. Dopo qualche anno. Non so se Venanzio è ancora vivo, era anziano già nell'83. Ma mi piace condividere con voi questo ricordo. Erano tempi duri, ma stavamo attaccati alla Lazio con le unghie e coi denti, davanti alla boria dei dirimpettai.

Offline NoSurrender

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Re:Un laziale
« Risposta #1 : Domenica 8 Aprile 2012, 20:02:24 »
 :)
"No retreat, baby, no surrender"


Offline LaLazioMia

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Re:Un laziale
« Risposta #2 : Domenica 8 Aprile 2012, 20:18:08 »
Una bellissima descrizione che andrebbe distribuita a chi ci chiede come mai siamo diventati ,a Roma, tifosi della SS LAZIO 1900
Citazione"Qui se non si trova qualcuno che decide di portare in tribunale Lotito, accusandolo di "qualcosa", non si viene a capo di nulla. Purtroppo."
Chi lo ha scritto? Cairo? La gazzetta?
No, MM il moderatore.

Offline Fabio70rm

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Re:Un laziale
« Risposta #3 : Domenica 8 Aprile 2012, 20:29:53 »
Bellissima descrizione di un'era che fu una forgia per noi Laziali degli anni '80.
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline cartesio

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Re:Un laziale
« Risposta #4 : Domenica 8 Aprile 2012, 20:40:53 »
Vorrei leggere tutti i giorni un pezzo come questo.

Grazie TD.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline Russotto

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Re:Un laziale
« Risposta #5 : Domenica 8 Aprile 2012, 20:46:53 »
 ;) ;) ;)

Offline aquilafelyx

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Re:Un laziale
« Risposta #6 : Domenica 8 Aprile 2012, 21:00:02 »
a me m'avrebbero licenziato dopo mezzora
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline Setteblu

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Re:Un laziale
« Risposta #7 : Domenica 8 Aprile 2012, 21:07:00 »
Bellissimo racconto!

 :band2: :band2: :band2: :band2: :band2:

POMATA

Re:Un laziale
« Risposta #8 : Domenica 8 Aprile 2012, 22:43:10 »
Una bellissima descrizione che andrebbe distribuita a chi ci chiede come mai siamo diventati ,a Roma, tifosi della SS LAZIO 1900

Bella, ma quando me lo chiedono io rispondo; perchè sò romano.

Basta quello ;)

Offline Eagles71

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Re:Un laziale
« Risposta #9 : Lunedì 9 Aprile 2012, 10:57:39 »
Q
Bella, ma quando me lo chiedono io rispondo; perchè sò romano.

Basta quello ;)

Pure io.

Grande racconto, me lo sono immaginato come la scena di un film.
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!