Autore Topic: Quotidiani  (Letto 22272 volte)

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Offline AlenBoksic

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Re:Quotidiani
« Risposta #120 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 09:48:05 »
Perché il Riformista sarebbe un giornale di sinistra ?!?

È degli Angelucci come Libero con pubblicità raccolta dalla Visibilia della Santanchè,
quindi una cellula bolscevica...
Voglio 11 Scaloni

Giglic

Re:Quotidiani
« Risposta #121 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 09:52:10 »
Perché il Riformista sarebbe un giornale di sinistra ?!?


Oggi, sul FQ c'è l'intervista al fondatore (Velardi, l'ex portavoce di D'Alema poi "messosi in proprio"...)
A parte l'incontro/scontro con il canotto e Polito (la sinistra commossa ringrazia) c'è l'elogio di Marchionne e la volontà di scaricare la FIOM.
Se questi si dicono di sinistra, io sono Berlusconi.

(l'insulto alla caxxo alla Borromeo è evidentemente indice del fatto che in Bocconi ha dato il 2 a picche a 1900...  ;D)

mrmoto

Re:Quotidiani
« Risposta #122 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 11:50:15 »
(Il Fatto Quotidiano 10.11.2010)

La sfida disperata del “manifesto”

RISCHIO CHIUSURA. LUTTO PER LA MORTE DEL FONDATORE ALDO NATOLI

(di Beatrice Borromeo)

Il calabrone non vola più. Diceva Luigi Pintor, uno dei padri fondatori del manifesto, che il suo giornale è come un calabrone, la stessa metafora usata dagli economisti per descrivere l’Italia: ha le ali troppo pesanti per volare, per le leggi della fisica non dovrebbe stare in aria eppure, da 40 anni, il calabrone comunista sopravvive in edicola.

Solo che, da quando il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha cancellato il diritto soggettivo delle testate ad accedere ai contributi pubblici, nel bilancio del Manifesto sono venuti a mancare 3 milioni e 700 mila euro all’anno. E tra edicola e abbonamenti vende appena 20 mila copie, zoccolo sempre duro ma insufficiente, mentre dalla pubblicità incassa 1,7 milioni all’anno. Soldi che non bastano a coprire i costi di una redazione di 90 persone, da sei mesi senza stipendio.

“C’è un riccone in Italia che può comprare il manifesto per farlo restare così com’è?”, si è chiesto scherzando ma non troppo sulle colonne del Corriere della Sera un altro dei padri del manifesto, Valentino Parlato. Perché l’autotassazione dei lettori che ha salvato il quotidiano fino a oggi (come le vendite a prezzi maggiorati o la richiesta di comprare a 50 euro il best of del giornale) non basta più, e anche le linee di credito dei banchieri simpatizzanti si sono prosciugate. 

IL DIRETTORE del manifesto Norma Rangeri non prende sul serio l’ipotesi del cavaliere bianco, anche perché molti in redazione (e tra i lettori) preferirebbero chiudere che consegnarsi a qualcuno che possa dettare la linea politica a un progetto culturale e giornalistico che da sempre si compiace di essere “autonomo, libero e senza padroni”. Il problema è che di soluzione alternative non se ne vedono. La Rangeri fatica a immaginare una via d’uscita dal profondo rosso che vive il quotidiano comunista: “Dobbiamo riuscire a sopravvivere per i prossimi tre mesi e raddoppiare la pubblicità”. Ma anche lei sembra considerarlo più un miracolo che un progetto industriale: per attrarre gli inserzionisti serve una crescita delle vendite, difficile da ottenere senza investire sul prodotto (il manifesto è praticamente l’unica testata ancora in bianco e nero). E i soldi per farlo proprio non ci sono.

“Non vogliamo morire a 40 anni ma in redazione c’è profondo sconforto. Mandare in stampa un giornale che da sei mesi non paga chi ci lavora è difficilissimo. Questa volta la possibilità di chiudere è seria”, dice la Rangeri mentre prepara un paginone per ricordare Aldo Natoli, storico fondatore del quotidiano, scomparso due giorni fa a 97 anni. “Gli volevo bene, ma non lo sentivo da tempo – spiega un altro del gruppo fondatore, Lucio Magri – e poi odio i necrologi, così vincolati a ricordi appiattiti”. Da un autobus di Londra, Luciana Castellina ricorda al telefono che Natoli “diceva che il Partito comunista era una giraffa, perchè si distingueva dagli altri. E Aldo era la giraffa nella giraffa, un intellettuale raffinatissimo e unico”. Per la Castellina la fine del Manifesto – fondato nel 1969 da un gruppo di dirigenti del Pci espulsi dal partito perché si rifiutavano di avallare l’invasione sovietica della Cecoslovacchia – è dovuta alla “scomparsa della politica tutta” più che alla sconfitta della sinistra radicale e alla sua assenza in Parlamento.

IL MANIFESTO, sostiene la Castellina, “non può che essere la prima vittima della morte della politica. Era nato legato a un concetto, a un movimento. Non è mai stato un giornale in senso tradizionale, era un vero soggetto politico”. E quindi, lo ammette proprio Valentino Parlato, non ci può essere molta speranza: “Un quotidiano comunista fatica a sopravvivere se i comunisti non esistono più. L’unico che ancora li nomina è Berlusconi”.


Norma Rangeri, ultimo direttore? (FOTO ANSA)


Esco e vado a comprare il Manifesto a cui mi sento in qualche modo indebitato. Mia madre arrivò a Roma nel 1960 per fare la ragazza alla pari a casa della Castellina. E si, MCM, questa casa era nel quartiere Parioli.

Offline MCM

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Re:Quotidiani
« Risposta #123 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 16:32:50 »
Una come la Borromeo non avrebbe alcun problema a lavorare senza esser pagata. Si faccia assumere gratis al Manifesto e offra il suo posto al Fatto Quotidiano ad un giornalista del Manifesto.

Sempre che uno del Manifesto, giornale lontano anni luce dal mio pensiero politico, ma perlomeno coerente e di classe* , voglia scrivere per un giornale di Gossip come il fatto quotidiano.

*intesa come "chic alto-borghese", non di certo "proletaria". D' altronde la storia non mente mai.
Il Manifesto, figlio del '68 anti-PCI, è, come il '68, quanto di più borghese e radical-chic esista. Come la Borromeo e il figlio di Feltri. O la lanciatrice di molotov figlia del magistrato. Coi soldi di papà...
La finezza stilistica di alcune prime pagine e articoli del manifesto dimostrano inequivocabilmente lo status  intellettuale che impersonifica, così come le sue vendite, estremamente di nicchia.


Giglic

Re:Quotidiani
« Risposta #124 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 16:56:56 »
Una come la Borromeo non avrebbe alcun problema a lavorare senza esser pagata.


Il resto che ho tralasciato è aberrante, ma questo mette paura. NESSUNO deve lavorare senza essere pagato. Tu disconosci il compenso per la prestazione, cioè l'elemento fondativo del lavoro, base di qualsiasi società civile. Tu dici che i nobili non devono lavorare per vivere, e quindi non devono prendere soldi per lavorare. Ti rendi conto che sei al feudalesimo?
(Ma forse non ti rendi neanche conto di quello che dici)
Tu non hai un pensiero poltico migliore di quello di Gengis Khan.
Ed il Manifesto, che OVVIAMENTE non hai mai letto, rappresenta qualcosina di più. Ad esempio la voglia di smarcarsi da una sinistra attaccata a schemi sovietici. Che poi agli operai si debba parlare solo di fixa e calcio è convinzione del tuo mentore, che avendo le televisioni, lo fa e pure tanto.
il figlio di Feltri, oltretutto, sai chi è?

Offline ammiraglio

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Re:Quotidiani
« Risposta #125 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 17:39:44 »
D'accordo in linea di massima con Parlato. Personalmente, però, non credo che il tornare a fare inchieste (mi pare che negli ultimi tempi lo abbia fatto solamente, anche se assai bene, Loris Campetti) possa bastare a risolvere il problema del giornale. E' una misura editoriale necessaria, senza dubbio, ma non sufficiente. Qui il problema è ben più pesante, ed è un problema, appunto, culturale e politico, prima che editoriale. Bisognerebbe chiedersi cosa significa, oggi, essere comunisti, quali sono gli strumenti per fare massa critica, quale sistema di alleanze (non solo politiche) sviluppare, con quali soggetti interagire, domandarsi a quale pezzo di Italia si deve parlare e in che termini. Il successo del Fatto è significativo e in questo senso non deve essere nè sottovalutato, nè trattato come un fenomeno transitorio e deteriore di mero qualunquismo. Questo atteggiamento è sbagliato e controproducente, soprattutto se il Manifesto non è in grado di sviluppare, a sinistra, un'alternativa credibile e condivisa. Io mi inizierei a interrogare seriamente sul fatto che il Manifesto assomigli sempre più a una precaria e litigiosa collezione di segmenti sfilacciati, auto-referenziali e ultra-minoritari della sinistra radicale (ognuno dei quali a capo di un pezzo di giornale) piuttosto che a un laboratorio capace di riunire le anime della sinistra italiana dentro un progetto politico, sociale e culturale includente e di lungo periodo. Il Manifesto mi sembra oggi più un coagulo dei mali storici della sinistra italiana, che la medicina ad essi. E mi dispiace molto.

te posso cità? finalmente. grazie, grazie, grazie.
un quotdiano oramai compromesso da mille mosse miopi.
diaspiace perchè una voce che chiude è una sconfitta per tutti, ma un giornale dovrebbe evolversi.
te vuoi chiamà "comunista" nel 2010? suvvia.
parlato però non può dare la colpa alla crisi della politica.
è come se io perdessi le elezioni dicendo : "vabbè, ma gli italiani so' rincoglioniti da vent'anni di televisione comemrciale di berly".
una scappatoia, appunto. mica si fa così.

appalusi per te, caro amico satanasso.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Giglic

Re:Quotidiani
« Risposta #126 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 18:32:17 »
te posso cità? finalmente. grazie, grazie, grazie.
un quotdiano oramai compromesso da mille mosse miopi.
diaspiace perchè una voce che chiude è una sconfitta per tutti, ma un giornale dovrebbe evolversi.
te vuoi chiamà "comunista" nel 2010? suvvia.
parlato però non può dare la colpa alla crisi della politica.
è come se io perdessi le elezioni dicendo : "vabbè, ma gli italiani so' rincoglioniti da vent'anni di televisione comemrciale di berly".
una scappatoia, appunto. mica si fa così.

appalusi per te, caro amico satanasso.

Non sono molto d'accrodo (estiqaatsi, dirai tu  :D)
Che il manifesto non sia più quel motore intellettuale che era 40 anni fa è verissimo, e che non abbia saputo adattarsi alla soceità del 2010 - diversissma da quella del 1970 - è sacrosanto. Ma il problema non è la non appetibilità del giornale (giornali letti solo da chi compra i pacchetti nelle edicole - il foglio, il riformista, i vari giornali di partito tipo Europa ce ne sono a bizzeffe, e prendono fior di soldi nostri) ma il tipo di fruizione dell'informazione cui siamo abituati. E la litigiosità della politica non la fa il Manifesto, la fa il PD, portatore del nulla cosmico in termini di alternativa allo schifo.
Insomma, il Manifesto non si è rinnovato, è vero, ma nessuno gli ha mai dato l'opportunità di farlo.

Offline ammiraglio

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Re:Quotidiani
« Risposta #127 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 18:41:35 »
perdonami, cesare, ma dà la colpa al pd fa sorridere.
in termini calcistici potremmo usare anche la locuzione "lotito, guarda che hai  fatto, pure il manifesto ...".
le responsabilità editoriali sono individuali, non del mondo  esterno.

sulla tua ultima riga: secondo me il manifesto non si è mai voluto rinnovare rimanendo ancorato alle sue solide certezze. solo che l'aggettivo "solide" nel frattempo è  venuto scemando. se fai ventimila copie ti devi domandare un po' di cose , soprattutto facendo un'analisi interna.
la sensazione è che siamo di fronte ad una gestione anacronistica.
prova ad es. a chiamarti "il quotidiano degli ex elettori comunisti" invece di "quotidiano  comunista".

si può scrivere che il manifesto da un po' di anni è  fatto maluccio?
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bak

Re:Quotidiani
« Risposta #128 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 18:47:40 »
Fino a quando c'era Barenghi, amavo quel quotidiano, con Polo è cambiato tutto.
Quanto alla crisi, in genere della stampa di sinistra, il responsabile a mio modo di vedere è l'esponenziale diffusione nel tempo, nonchè la scaduta nel gossip politico, di Repubblica

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Re:Quotidiani
« Risposta #129 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 18:55:12 »
Fino a quando c'era Barenghi, amavo quel quotidiano, con Polo è cambiato tutto.
Quanto alla crisi, in genere della stampa di sinistra, il responsabile a mio modo di vedere è l'esponenziale diffusione nel tempo, nonchè la scaduta nel gossip politico, di Repubblica

anche qui c'è un discorso di mktg: la seriosità algida del corriere della sera la combatti con idee frizzanti. peccato che l'aggettivo "frizzanti" non dovrebbe significare necessariamente gossip.
un anno e mezzo fa feci una riunione editoriale nella mia agenzia: ci venne comunicato che il ns sito doveva essere più leggero come contenuti per acchiappare una fascia di pubblico meno intellettuale e meno addentro all tematuiche economiche - politiche del paese.
sennò la concorrenza ci avrebbe schiacciato.
naturalmente il pubblico "doveva partecipà" alla gestione del sito lasciano la possibilità di apporre contenuti propri. mah.
uscii piuttosto amareggiato da quella riunione.
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Re:Quotidiani
« Risposta #130 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 19:54:05 »
Mi sono spiegato male, è evidente.
Il problema del manifesto non è il PD, ovviamente. Ma non è neanche la litigiosità tipica a sinistra per cui due socialisti fanno tre correnti. Citavo il PD come esempio di litigiosità da contrapporre a quella del manifesto, che se ha un problema, è proprio quello di essere troppo monocorde (il "comunista" nel 2010" che ricordavi tu).
Oltretutto il tuo ultimo post è un po' "dare la colpa agli italiani rincoglioniti", che era proprio quello che contestavi, non trovi?

Come diceva Gaber, "non ho paura del Berlusconi in se, ho paura del Berlusconi in me". Seguire la società assecondando i suoi istinti più beceri (se vuoi mettere 'accordo tutti cerchi un minimo comun denominatore, che per definizione è piccolo....) invece che presentare degnamente le proprie idee, sforzandosi di sviluppare la forma della comunicazione e non il contenuto è tipico Berlusconismo. Come esempio, basta vedere come si è ridotto il CdS, giornale simbolo della borghesia italiana, che è stato di Albertini, Biagi, Montanelli, Vergani, Barzini, Pasolini, etc. Peggio che al tempo della P2.
Ed a sinistra Repubblica ne è l'esempio più lampante, purtroppo.
Il manifesto si è opposto a questo stato di cose (il giornale in bianco e nero, ad esempio), purtroppo poi la comunicazione va fatta bene, e non basta solo criticare... il giornale è fatto maluccio, su questo concordo con te.
Personalmente trovo l'Unità (al di là dei contenuti abbastanza monotematici) ben fatta editorialmente. Un modo di fare un quotidiano che se, ad esempio, il FQ  imitasse avrebbe IMHO 20.000 copie in più. Ma sono opinioni.
Rimpiango, e tanto, il CdS del primo De Bortoli. Che bel giornale era!

Offline ammiraglio

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Re:Quotidiani
« Risposta #131 : Giovedì 30 Dicembre 2010, 23:45:15 »
credo che ci sia la famosa via di mezzo: stimolare il lettore su percorsi nuovi e non sempre comodi come approccio culturale, da una parte, dall'altra produrre un prodotto che incontri almeno dal punto di vista temporale le aspettative della gente.

ahimè, parliamo di editoria: devi vendere sia la pubblicità che le copie.
sennò ti fai una rivista di approfondimento con un comitato scientifico che la sostiene a presciendere.
(cosa che fece in una certa sinistra la famiglia del mio caro giaime rodano).
una roba bene diversa da un quotidiano da battaglia.
devi scegliere.

un chiarimento, giglic: no, non mi riferivo ai c.d italiani rincoglioniti.
credo che un sito di un'agenzia di stampa non debba troppo  permettere al pubblico dei fruitori di andare "sul commento".
il motivo è semplice: sulla carta le agenzie nei loro lanci teoricamente non commentano.
non era da parte mia un atteggiamento snobistico nei confronti del pubblico dei lettori di un sito.
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Re:Quotidiani
« Risposta #132 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 09:48:21 »
Il resto che ho tralasciato è aberrante, ma questo mette paura. NESSUNO deve lavorare senza essere pagato. Tu disconosci il compenso per la prestazione, cioè l'elemento fondativo del lavoro, base di qualsiasi società civile. Tu dici che i nobili non devono lavorare per vivere, e quindi non devono prendere soldi per lavorare. Ti rendi conto che sei al feudalesimo?
(Ma forse non ti rendi neanche conto di quello che dici)
Tu non hai un pensiero poltico migliore di quello di Gengis Khan.
Ed il Manifesto, che OVVIAMENTE non hai mai letto, rappresenta qualcosina di più. Ad esempio la voglia di smarcarsi da una sinistra attaccata a schemi sovietici. Che poi agli operai si debba parlare solo di fixa e calcio è convinzione del tuo mentore, che avendo le televisioni, lo fa e pure tanto.
il figlio di Feltri, oltretutto, sai chi è?

parli a vanvera, con schemi ideologici tipici di almeno 50 anni fa e mi accusi di feudalesimo?...
Ma mi faccia il piacere(cit.)
La volontà di smarcarsi dagli schemi sovietici è l

Offline AlenBoksic

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Re:Quotidiani
« Risposta #133 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 10:07:50 »
si può scrivere che il manifesto da un po' di anni è  fatto maluccio?

La , data la penuria dei giorni successivi e al corrente delle difficoltà del giornale, l'ho inserito nel mazzo.
Son rimasto deluso.
Erano molti anni che non lo prendevo ma è sideralmente lontano dal giornale cui son stato abbonato nei primi anni '90

te vuoi chiamà "comunista" nel 2010? suvvia.

OT

Dovresti trovarlo facilmente visto è regolarmente invitato nelle università USA.
EOT
Voglio 11 Scaloni

Offline MCM

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Re:Quotidiani
« Risposta #134 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 10:15:11 »
parli a vanvera, con schemi ideologici tipici di almeno 50 anni fa e mi accusi di feudalesimo?...
Ma mi faccia il piacere(cit.)
La volontà di smarcarsi dagli schemi sovietici è l

mi è partito l' invio...

CONTINUA
...è la morte del comunismo stesso, a cui orgogliosamente il Manifesto si rifà.
Perchè che cosa abbia l' intellettualismo da salotto radical-chic con il comunismo me lo si deve spiegare.

Dato per assodato che il Manifesto è già di per sè sintomo di malattia incurabile del comunismo, il fatto che stia andando male, è sintomo che pure il radical-chicchismo neo-libertino sta morendo.

e tu, che agiti bandiere sbiadite che stanno via perdendo il poco colore che gli rimane, mi accusi di feudalesimo?...


Rilassati...io poi non ho alcun mentore

Giglic

Re:Quotidiani
« Risposta #135 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 10:56:10 »
mi è partito l' invio...

CONTINUA
...è la morte del comunismo stesso, a cui orgogliosamente il Manifesto si rifà.
Perchè che cosa abbia l' intellettualismo da salotto radical-chic con il comunismo me lo si deve spiegare.

Dato per assodato che il Manifesto è già di per sè sintomo di malattia incurabile del comunismo, il fatto che stia andando male, è sintomo che pure il radical-chicchismo neo-libertino sta morendo.

e tu, che agiti bandiere sbiadite che stanno via perdendo il poco colore che gli rimane, mi accusi di feudalesimo?...


Rilassati...io poi non ho alcun mentore

Tu non mi leggi (Se sai leggere). Altrimenti non scriveresti castronerie evidenti.
Padronissimo, ma in tal caso non accusare a vanvera. E ancora non sai chi è il figlio di Feltri. A parlare di comunismo nel 2011 sei rimasto tu, la tessera P2 1816 e il manifesto.
Riesci a non capire nulla anche dove non c'è niente da capire. Rispondi a questo, o bocconiano: chi lavora ha diritto a un compenso? E chi è ricco deve lavorare lo stesso?
Poichè rispetto tutti, non ti ignoro, nè ti spernacchio (come hai fatto tu appena mi hai letto, ma la violenza è tipica di chi la pensa come te: il diverso va quantomeno insultato): ma può darsi che il nuovo anno mi porti meno tolleranza.
Butta via la roba vecchia (cioè quasi tutto il tuo pensiero) a mezzanotte  ;D

Offline MCM

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Re:Quotidiani
« Risposta #136 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 11:55:45 »

OT

Dovresti trovarlo facilmente visto è regolarmente invitato nelle università USA.
EOT

non vorremo far passare la critica al capitalismo come prerogativa comunista spero...

Offline MCM

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Re:Quotidiani
« Risposta #137 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 12:29:51 »
Tu non mi leggi (Se sai leggere). Altrimenti non scriveresti castronerie evidenti.
Padronissimo, ma in tal caso non accusare a vanvera. E ancora non sai chi è il figlio di Feltri. A parlare di comunismo nel 2011 sei rimasto tu, la tessera P2 1816 e il manifesto.
Riesci a non capire nulla anche dove non c'è niente da capire. Rispondi a questo, o bocconiano: chi lavora ha diritto a un compenso? E chi è ricco deve lavorare lo stesso?
Poichè rispetto tutti, non ti ignoro, nè ti spernacchio (come hai fatto tu appena mi hai letto, ma la violenza è tipica di chi la pensa come te: il diverso va quantomeno insultato): ma può darsi che il nuovo anno mi porti meno tolleranza.
Butta via la roba vecchia (cioè quasi tutto il tuo pensiero) a mezzanotte  ;D

Parli e accusi a vanvera...continuo a ripetere.

Ti rispondo comunque

Ogni persona ha diritto di vivere dignitosamente. Tutto ciò che avanza è un qualcosa in più. Ogni persona, poi, ha il diritto di esser trattata nel medesimo modo degli altri e quindi è ovvio: chi riceve un servizio uguale paga medesima cifra. Per analogia, chi offre un servizio deve guadagnare lo stesso, se offre lo stesso servizio.

Il diritto, però, non presuppone sempre un obbligo. Una persona può benissimo decidere di lavorare senza guadagnare alcunchè, così come una persona può fare "impresa" senza guadagnare alcunchè. Esistono benissimo le prestazioni gratuite. Pensiamo per esempio al contratto di comodato gratuito. Si offre un servizio gratis.
Ovvio che, nella nostra società, la maggiorparte della gente necessita di esser pagata del proprio lavoro per vivere dignitosamente.

Quanto ai ricchi, quindi,possono fare quel che vogliono. Lavorare pagati o meno.

L' aspetto fondamentale, quindi, è la decisione del singolo, che decide cosa vuole fare della propria vita, nonchè il tipo di professione e quindi le possibilità di retribuzione a questa collegate. Il dogma lavoro-retribuzione in denaro è una assunzione tua.

Che uno di sinistra mi faccia queste domande poi rimango basito. Ristudiati Marx.
Nello stato social-comunista, la cittadinanza precede il lavoro nella determinazione del compenso che un cittadino si porta a casa.
Basti pensare che, quando le cose andavano ancora discretamente(prima del crollo definitivo, nonchè, IMHO, inevitabile), ad ogni nuovo figlio corrispondeva una sorta di "scatto" per il lavoratore sovietico, che aveva diritto, non in virtù del suo carico di lavoro o oggetto del lavoro, ma perchè, da quel giorno, aveva un nucleo famigliare più ampio.

Giglic

Re:Quotidiani
« Risposta #138 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 12:38:32 »
Mi arrendo. Una frase come

Ogni persona ha diritto di vivere dignitosamente. Tutto ciò che avanza è un qualcosa in più. Ogni persona, poi, ha il diritto di esser trattata nel medesimo modo degli altri e quindi è ovvio: chi riceve un servizio uguale paga medesima cifra. Per analogia, chi offre un servizio deve guadagnare lo stesso, se offre lo stesso servizio.


Merita un IGNORE grosso come una casa. (Ti consiglio un libro di Italiano. In Bocconi ne hanno di buoni)

Offline MCM

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Re:Quotidiani
« Risposta #139 : Venerdì 31 Dicembre 2010, 13:10:39 »
se lo dici tu, fai pure... ;)
Certo...se fossi buono mi spiegheresti anche l' errore, ma non lo pretendo certo.