Autore Topic: Quotidiani  (Letto 21862 volte)

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zorba

Re:Quotidiani
« Risposta #60 : Martedì 22 Giugno 2010, 10:58:49 »

andujo

Re:Quotidiani
« Risposta #61 : Martedì 22 Giugno 2010, 12:54:40 »

grazie per la risposta e per il tono conciliante.

Topic interessante. Personalmente, non ho alcun problema a chiamare carta da coulomb un giornale che reputassi tale, e se qualcuno chiamasse così il giornale che a me piace, beh... me ne farei una ragione (francesismo per dire che non me ne fregherebbe un'emerit'amazzonia).
La cosa che reputo invece non negoziabile è la libertà di ognuno di accedere all'informazione che desidera: e questo appare invece, all'orizzonte, come il pericolo da cui guardarsi.
Lo dico senza voler generare allarmismi: ma a mio avviso, a destra come a sinistra, c'è una crescente tentazione censoria.
Tanto per fare un esempio, ieri il Corriere (per intenderci, quello che io leggo) pubblica questo articolo:

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca/10_giugno_21/meincampf-frascati-brogi-1703239257089.shtml

Ecco, ora voglio dire: dove sarebbe la notizia?
Perchè mai qualcuno deve decidere che cosa io [quanti mi conoscono sanno le mie origini, a scanso di equivoci] possa leggere o meno?
Perchè scandalizzarci di un libro in vendita? Vogliamo bruciarli, in una rinnovata 10 maggio 1933?
E a quando, dal libro al giornale?
Mala tempora...

Offline sassoxsasso

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Re:Quotidiani
« Risposta #62 : Mercoledì 23 Giugno 2010, 00:51:55 »
come non darti ragione Sergio!
non deve essere un libro a far paura.
è l'ignoranza la cosa pericolosa.
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

zorba

Re:Quotidiani
« Risposta #63 : Venerdì 2 Luglio 2010, 07:43:08 »
(Il Fatto Quotidiano 02.07.2010)

Toghe e bavaglio

(di Marco Travaglio)

Un’allegra combriccola formata da Maurizio Belpietro, Fabrizio Cicchitto, Emanuele Macaluso, l’Ordine degli avvocati di Palermo, mezza Anm di Palermo e il membro turboberlusconiano del Csm Gianfranco Anedda ritiene che il nostro piccolo giornale abbia addirittura intimidito e screditato i tre giudici della II Corte d’appello di Palermo che l’altro giorno hanno ricondannato Dell’Utri con lo sconto di due anni per il periodo post 1992: il presidente Claudio Dall’Acqua, i giudici a latere Salvatore Barresi e Sergio La Commare. Belpietro ci accusa di lanciare “messaggi mafiosi” e ne risponderà in tribunale. Macaluso, che evidentemente non trattiene ciò che legge per più di 48 ore, dice che avremmo “accusato con una disinvoltura preoccupante i giudici di aver goduto di favori dal mondo di Dell’Utri”. Cicchitto, grande esperto di cappucci e un po’ meno di diritto, attribuisce al Fatto fantomatiche “intimidazioni ai magistrati che facevano parte della giuria (il pover’uomo chiama così la Corte d’appello, ndr)” per conto del “network dell’odio in servizio permanente effettivo”. Anedda, lo stesso che a dicembre accusò i pm Ingroia e Spataro per l’attentato del matto a B. in piazza Duomo, ci imputa da vero intenditore un “avvertimento di tipo mafioso” (ne risponderà anche lui in tribunale), poi chiede e ottiene dalla I commissione del Csm (4 sì e 2 no) di aprire una pratica a tutela dei tre giudici oggetto di “insinuazioni e sospetti” che getterebbero “discredito sul collegio giudicante e sull’intera magistratura” e costituirebbero “condizionamenti se non intimidazioni”. In quest’orgia di parole a vanvera, nessuno ha pensato di smentire una sola virgola dell’articolo contestato: quello pubblicato il 15 giugno sul Fatto da Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. Perché delle due l’una: o quanto hanno scritto Lo Bianco e Rizza è vero, e allora non si capisce bene da che cosa il Csm debba tutelare i tre giudici (da se stessi? dalla verità?); oppure è tutto falso, e allora, anziché piagnucolare e invocare soccorso a destra e a manca, i tre giudici potrebbero inviarci una succulenta rettifica, che noi saremo ben lieti di pubblicare, con opportuna replica s’intende. Ma che scrivevano Lo Bianco e Rizza? Citavano un mio articolo sull’Espresso, in cui svelavo un segreto di Pulcinella: e cioè l’aperta ostilità e insofferenza dimostrate dal collegio, durante il processo, nei confronti delle richieste dell’accusa, in gran parte respinte (per molto meno, in altri processi, i giudici sono stati ricusati dal pm o dal pg). Poi tracciavano il profilo dei tre giudici, scoperchiando qualche altarino non proprio edificante. Dall’Acqua ha due figli: uno, in pieno processo Dell’Utri, è stato promosso per chiamata diretta del sindaco di Palermo, il forzista Cammarata, a segretario generale del Comune, scavalcando altri pretendenti più titolati; l’altro, ingegnere, lavorava fino a pochi giorni fa in Abitalia di Vincenzo Rizzacasa (arrestato l’altro giorno per riciclaggio, essendo ritenuto il prestanome del boss Salvatore Sbeglia, uno dei più celebri soci di Totò Riina), il cui direttore tecnico – come risulta dai cartelli affissi in tutti i cantieri – è Francesco Sbeglia, figlio di Salvatore e condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Notizie o minacce? Salvatore Barresi, come ha raccontato il suo ex compagno di scuola Massimo Ciancimino, giocava a poker con don Vito. Notizia o minaccia? Sergio La Commare fu censurato dal Csm perché, per non leggersi tutte le carte di un processo, aveva chiesto in un pizzino al pm di fargli un riassuntino. Notizia o minaccia? Quanto fossero pertinenti al processo Dell’Utri queste notizie, lo capiscono tutti: questa è la Corte che ha respinto le carte della Procura sui rapporti di Dell’Utri con il clan Piromalli e con il latitante Palazzolo, i riscontri alle parole di Spatuzza e addirittura la testimonianza di Massimo Ciancimino. Per strano che possa sembrare a lorsignori, Il Fatto racconta i fatti (non i calzini turchesi). Chissà se è ancora lecito, nel Paese che fa del bavaglio non una semplice legge, ma una cultura istituzionale.

Offline AlenBoksic

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Re:Quotidiani
« Risposta #64 : Lunedì 5 Luglio 2010, 09:03:14 »
Cari editori, cari rappresentanti della Federazione Nazionale della Stampa,
Vi scrivo in merito allo sciopero del 9 luglio 2010 come strumento di contestazione contro la Legge bavaglio. In questi giorni riflettevamo su questa forma di protesta. Ma se si vuole dare un segnale forte per contrastare una legge che vuole i cittadini non informati e i giornalisti imbavagliati forse non è questa la risposta giusta. Anzi ci vorrebbe ancora più informazione.

Allora a nome della Valigia Blu, la dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini, il gruppo apartitico nato su Facebook per una informazione corretta e per il bene comune (con oltre 207 mila iscritti), vi chiediamo per venerdì 9 luglio, anziché scioperare, di pensare a una forma di protesta più forte e originale: regalate ai vostri lettori i vostri giornali! O fateli pagare la metà!

Ve lo immaginate? In edicola quel giorno chi normalmente legge un giornale potrebbe decidere di leggerne 4, 5, invece di avere una giornata senza informazione avremmo una giornata di superinformazione!

Una maggiore diffusione dei giornali -siamo convinti - sarà gradita anche
dagli inserzionisti.
E agli editori che avranno paura di coprire i costi di questa operazione chiediamo più coraggio, in fondo si tratta di investire per un solo giorno puntando al ritorno non in termini economici ma di libertà e di democrazia. Sarebbero tutti felici: editori, inserzionisti, lettori, giornalisti.

Gli unici a non essere felici sarebbero quelli che in modo irresponsabile stanno portando avanti questa sciagurata legge, coloro che in un colpo solo vogliono legare le mani ai magistrati e mettere il bavaglio ai giornalisti, ledendo i diritti fondamentali dei cittadini alla sicurezza e all'informazione.

Pensateci, stupiteci!
In attesa di una risposta, porgo cordiali saluti
Arianna Ciccone
Valigia Blu
http://www.facebook.com/note.php?note_id=411653837726&id=348158876005

Un'idea intelligente
Voglio 11 Scaloni

Aquilotta del Nord

Re:Quotidiani
« Risposta #65 : Lunedì 5 Luglio 2010, 10:48:11 »
L'importante è fare qualcosa... che sia sciopero, o super informazione, è necessario agire.

zorba

Re:Quotidiani
« Risposta #66 : Martedì 6 Luglio 2010, 07:16:02 »
(Il Fatto Quotidiano 06.07.2010)

SCIOPERO SÌ, SCIOPERO NO

I dubbi di Travaglio hanno aperto un dibattito se è giusto “auto-imbavagliarsi” per protesta
 
(di Stefano Caselli)

Che fare? A tre giorni dall'ora X la stampa italiana si interroga su una questione tanto elementare quanto delicata: ha senso ridursi al silenzio contro una legge che ha nel suo dna proprio questo obiettivo? Lo ha scritto nei giorni scorsi sulle colonne di questo giornale Marco Travaglio: “Siamo sicuri che la forma di protesta più efficace sia autoimbavagliarci per un giorno?”. Un concetto ribadito con forza da Paolo Flores d'Arcais: “Che senso ha, contro la legge bavaglio, imbavagliarci da soli? Di fatto succederà questo: non usciranno i giornali più o meno democratici – scrive Flores sul nostro sito – usciranno invece, in situazione di monopolio, i giornali che della soppressione dei fatti (...) hanno fatto ormai la loro ragione sociale ed esistenziale. Per cui daremo vita al seguente paradosso: una giornata di lotta per la libertà del giornalismo che regalerà per quel giorno l’intera opinione pubblica ai nemici di detta libertà”.

Un concetto che, indipendentemente dalle motivazioni che lo ispirano, ha generato discussioni in molte redazioni. La direzione del Corriere della Sera, ieri, ha proposto al Cdr di uscire ugualmente, con un'azione forte sul tema delle intercettazioni, sul diritto di cronaca e la libertà di stampa, editoriali e supplementi su indagini e scandali che, con la legge bavaglio in vigore, non sarebbero mai stati comunicati all'opinione pubblica. In un primo momento il Cdr era sembrato possibilista: “È una proposta non ancora formalizzata   – dichiara Andrea Nicastro – bisognerebbe verificarne la fattibilità e capire se una forma di protesta alternativa a quella già decisa sia più efficace”. In serata, però, è arrivato il rifiuto: “L'assemblea dei delegati – ancora Nicastro – ha respinto la proposta. Troppo tardi; il rischio di rompere il fronte Fnsi, che avrebbe indebolito irrimediabilmente lo sciopero, non era scongiurabile. Domani (oggi, ndr) faremo un'assemblea dando per scontata la nostra adesione allo sciopero”.

Di un numero speciale, sul modello di quello proposto da Ferruccio de Bortoli, si discute anche a Torino. Il direttore de La Stampa Mario Calabresi ha chiesto al Cdr di riflettere sull'opportunità di disertare le edicole: “Sono molto perplesso sull'opportunità di questo sciopero   Calabresi – non ha senso imbavagliarci da soli; non ha senso, dopo che il presidente del Consiglio ha invitato i cittadini a non comprare i giornali, eliminarci da soli. E poi gli scioperi si fanno in contrapposizione agli editori, che in questo caso sono danneggiati al pari dei giornalisti. Mi auguro che da qui a giovedì si trovino soluzioni alternative, magari con un accordo tra Fnsi e Fieg. È fondamentale non andare in ordine sparso, sarebbe controproducente”. In via Marenco ne discuteranno oggi, ma è assai improbabile che si decida di assecondare le richieste del direttore, che comunque si è impegnato a rispettare le decisioni del cdr: “Faremmo la figura dei fiancheggiatori di Berlusconi”, è l’opinione di più di un giornalista.

Nessun ripensamento nemmeno al Sole24Ore: “Noi non usciremo, abbiamo dato indicazioni chiarissime sulle modalità dello sciopero – dichiara Alessandro Galimberti del Cdr – e anche i supplementi del Gruppo usciranno con una foliazione ridotta del 20%. Certo, se ci fosse un buon motivo per dissociarsi, ne parleremmo; lo sciopero potrà non essere la forma più adeguata, ma al momento siamo d'accordo con la Fnsi, è una protesta estrema in un momento estremo”. Che si trovi una forma alternativa è il desiderio di Gianni Riotta, direttore del Sole24Ore: “Il sindacato farà le sue scelte che andranno rispettate, tuttavia sarebbe bello uscire tutti insieme, dopo un accordo, con due-tre pagine che ospitino le più grandi firme italiane. Dobbiamo fermare questa legge che, come ha ben spiegato l’avvocato Malavenda, non solo è pessima ma non potrà mai funzionare e non resisterà al giudizio della Corte Costituzionale. In questi casi la guerra di movimento è sempre più efficace della guerra di posizione”. Stessa situazione a Repubblica. Da parte della direzione non è giunta alcuna richiesta di modificare la forma di protesta: “Repubblica non sarà in edicola – racconta Claudio Gerino del Cdr – altre iniziative si potevano valutare, ma al momento non ci sono. E poi – conclude – non è affatto detto che oltre allo sciopero di giovedì non si possa pensare a qualcosa di diverso e incisivo. C'è tempo fino al 29”.

Sciopero fuori discussione anche all’Unità: “Lo sciopero - dichiara il condirettore Giovanni Maria Bellu - è una decisione sindacale, ogni cambio di rotta deve necessariamente passare da chi lo ha promosso. Il giorno del silenzio ha prima di tutto un valore simbolico:ridursi al silenzio è modo per comunicare ai lettori quanto sia brutto rimanere senza informazione.





ROBERTO NATALE Presidente della Federazione nazionale della stampa

“Solo in questo modo potremo esserci tutti”

(di Fabio Amato)

Sì allo sciopero, perché “solo in questo modo ci possiamo essere tutti”. Il presidente della Federazione nazionale della stampa, Roberto Natale, rivendica la legittimità della “serrata” contro il ddl intercettazioni e risponde a Marco Travaglio.

Presidente Natale, trova ingiuste le critiche?

Credo che non sia vero che abbiamo lo sciopero come riflesso condizionato. Tanto è vero che l’ultimo sciopero organizzato dalla Fnsi risale al 2007, guarda caso proprio in protesta contro l’iniziativa dell'allora ministro della Giustizia, Clemente Mastella. Anzi, mai come ora il sindacato dei giornalisti ha dato prova di ricorrere alla fantasia per sostenere la propria iniziativa. Dalla manifestazione dell’ottobre scorso all'ultima contro la legge-bavaglio sono trascorsi mesi di appelli, incontri, volantini, giornali, siti e blog listati a lutto.

Si poteva fare ancora di più?

L’Fnsi può essere considerata responsabile solo per se stessa. Ci sentiamo però di ascriverci il merito di avere creato uno schieramento così largo e di avere modificato alcune importanti posizioni, tra cui quella di una parte del centrosinistra che, come testimonia appunto la legge Mastella, tre anni fa aveva un atteggiamento di fastidio nei confronti della stampa. Ci auguriamo che questo sostegno continui anche qualora dovesse tornare a governare il Paese.

Questo non serve a spostare Berlusconi, però.

Mai come oggi la nostra battaglia è circondata da tanta simpatia e sostegno. Nonostante si ostini a dire che il 95% degli italiani teme di essere intercettato, oggi il presidente del Consiglio è in difficoltà.

Molti, dallo stesso Travaglio a Flores d’Arcais, fino all’appello di Valigia Blu, sottolineano il paradosso di mettersi il bavaglio contro il bavaglio. Perché proprio lo sciopero, non si poteva fare altro?

Sono mesi che chiediamo alla Fieg di dare un segnale condiviso, per esempio una stessa prima pagina su tutti i giornali, ma la federazione non è stata in grado di garantire la stessa iniziativa per tutti.

Sta dicendo che ci sono tensioni con la Fieg?

Con la Fieg i rapporti sono normali come lo sono quelli tra sindacato e Federazione degli editori. Non è questione di tensioni, semplicemente non è detto che ciò che è possibile per un giornale sia possibile per altri. Immagino la difficoltà di chi, dentro alla Federazione degli editori, deve mettere tutti d’accordo. Uscire gratis, ad esempio, è qualcosa che pochissimi giornali in Italia potrebbero permettersi in questo momento. Dare la deroga al Fatto Quotidiano significherebbe fare la stessa cosa poi con gli altri organi di stampa. E comunque questo non risolverebbe la partecipazione alla protesta delle agenzie e del settore radiotelevisivo.

Lo sciopero come unica forma possibile?

È arrivato il momento di dire che la situazione è veramente grave. E in questa situazione più del gesto ha valore esserci tutti. E quando dico tutti voglio dire che per la prima volta partecipano veramente tutti i media. Uno dei segni più belli della condivisione di questa battaglia è vedere che assieme a giornali, televisioni e agenzie, anche i blog e i siti sono coinvolti per un unico scopo.

zorba

Re:Quotidiani
« Risposta #67 : Mercoledì 7 Luglio 2010, 07:16:02 »
(Il Fatto Quotidiano 07.07.2010)

L’ASTENSIONE DEL 9 LUGLIO

L’AFFARE DI QUELLI CHE NON SCIOPERANO: VENDONO IL 50% IN PIÙ

(di Luca De Carolis)

Avanti verso lo sciopero, senza cambi di programma. Ieri dalla Fnsi l’hanno ribadito: venerdì gran parte dei quotidiani non uscirà, e tanti tra tg e giornali radio non andranno in onda. Lo sciopero contro la legge bavaglio è confermato, perché per il sindacato dei giornalisti rimane il modo migliore per richiamare l’attenzione dei cittadini. Nelle redazioni il dibattito sull’opportunità o meno dell’agitazione continua. Non stupisce il no del direttore di Mediaset News, Mario Giordano: “Scioperare contro una legge che si definisce bavaglio è una contraddizione, e comunque il ddl non è liberticida, soprattutto ora che sono stati tolti gli eccessi della prima normativa”. Mentre il dg dell’informazione di Mediaset, Mario Crippa, precisa: “Riguardo allo sciopero, ogni giornalista del gruppo sarà libero di decidere come crede”.

La7 si mette in corta
Sciopererà compatta la redazione del tg de La 7, dove i giornalisti hanno paghe fortemente diminuite dai contratti di solidarietà. Per questo, il neo direttore Enrico Mentana, ha invitato i redattori a utilizzare per il 9 luglio il giorno di riposo settimanale (la cosiddetta “corta”). “Ci saranno delle finestre informative, la prima volta per il nostro tg” precisa Stefano Ferrante, del cdr. In vista dello sciopero c’è anche chi fa i conti. Ovvero, gli editori dei giornali che venerdì usciranno regolarmente, e che per l’occasione prevedono un corposo aumento delle tirature. Cifre alla mano, essere in edicola quando gran parte dei concorrenti è ferma porta parecchie copie in più. “Il vantaggio in termini di copie vendute è innegabile” conferma un dirigente di una società di rilevamento dati. Che spiega: “Chi esce nel giorno di sciopero in certi casi vende il 50% in più della media abituale. Molti lettori in edicola passano comunque, perché si sono dimenticati dello sciopero o perché, semplicemente, non possono fare a meno del giornale”.

La scelta degli altri
E allora “dirottano” su un altro quotidiano. “La scelta - continua l’esperto - ricade quasi sempre su un giornale affine. Chi legge un quotidiano di Roma comprerà un altro giornale con la cronaca capitolina. Mentre tanti lettori del Corriere della Sera potrebbero optare per un quotidiano generalista come Il Giornale”. Fenomeni comunque episodici, sottolinea il dirigente: “Guadagnare lettori stabili grazie allo sciopero è difficile, perché in Italia le persone acquistano giornali con le loro stesse idee politiche, o in base a tradizioni familiari radicate da anni. Convincerle a cambiare è complicato”.

Gli editori non ci perdono

Ma i giornali che aderiranno alla protesta, quanto ci rimetteranno? L’esperto è categorico: “Per molti editori lo sciopero rappresenta quasi un favore. Nel rapporto tra costo del lavoro e incassi dalla pubblicità, in parecchi ci guadagneranno”. Un altro effetto perverso della crisi dell’editoria, che negli ultimi anni ha subìto il crollo dei ricavi pubblicitari. Ma per aderire alla protesta del 9 luglio c’è anche chi farà sacrifici, come il Manifesto. Una cooperativa, per cui un giorno senza edicole rappresenta un salasso. Ma la redazione ha ugualmente detto sì allo sciopero.

zorba

Re:Quotidiani
« Risposta #68 : Sabato 10 Luglio 2010, 07:17:34 »
(Il Fatto Quotidiano 10.07.2010)


ALLEANZA ANTI-BAVAGLIO

Una giornata di sciopero per giornali, radio, tv e web Federazione della Stampa: “Il fronte è cresciuto” 

(di Stefano Caselli)

Lo sciopero forse più controverso della storia del giornalismo italiano è andato in scena con successo, nonostante rimanga in piedi – insoluto – l’interrogativo-ossimoro di fondo, ossia l’efficacia di una “Giornata del Silenzio” proclamata “per fare rumore”. Nessun giornale in edicola (compreso Il Manifesto) tranne, com’era ovvio e prevedibile, Il Giornale, Libero, Il Tempo, Il Foglio e (seppur spaccato al suo interno) Il Riformista e il settimanale Gli Altri di Piero Sansonetti. Siti Web non aggiornati per 24 ore, finestre informative ridotte come previsto dalla legge sulla Rai (cui, come di consueto, si sono adeguate Mediaset, La7 e Sky), silenzio dalle agenzie (tranne l’AdnKronos): “Siamo molto soddisfatti – dichiara Roberto Natale, presidente della Fnsi – per il modo complessivo in cui lo sciopero è riuscito. Tra radio e televisione l’adesione è stata altissima,   con punte del 99% a SkyTg24. La novità più importante però – prosegue – è che si è ristretta ulteriormente l’area dei giornali in edicola. Allo sciopero infatti, a differenza di quanto accaduto in passato, hanno aderito anche i quotidiani del gruppo Riffeser Il Giorno, Il Resto del Carlino e La Nazione”.

Anche molti periodici in edicola tra ieri e oggi hanno deciso di aderire alla protesta, rivolgendosi ai lettori con un comunicato firmato da 16 comitati di redazione, tra cui Mondadori, Rcs e Rizzoli.

Il Consiglio dell’ordine dei giornalisti appoggia “incondizionatamente” la protesta della Fnsi “contro il disegno di legge che pone intollerabili limiti al diritto di cronaca” e contemporaneamente “nella malaugurata ipotesi in cui il ddl venisse approvato nell’attuale formulazione” dà mandato al comitato esecutivo a “ricorrere a ogni possibile azione legale per difendere il diritto dei cittadini a essere informati”. Il dibattito sull’opportunità di ridursi al silenzio ha agitato nei giorni scorsi le redazioni di molti giornali, il Fatto Quotidiano compreso: “È uno sciopero di cui condividiamo fino in fondo le ragioni – ribadisce il blog di Marco Travaglio sul nostro sito – ma non le forme. Non ha alcun senso protestare contro il bavaglio imbavagliandoci per un intero giorno, facilitando il compito agli imbavagliatori   che – oltre al danno la beffa – usciranno con i loro giornali-trombetta”. L’invito alla Fnsi, proveniente da più parti, di studiare forme alternative di protesta è stato respinto perché, spiega il presidente della Fnsi Franco Siddi “non è emerso alcun fatto nuovo”, ma il fattore determinante, probabilmente, è stato lo scarso tempo a disposizione per riformulare decisioni prese un mese fa.

Niente edicola nemmeno per Avvenire, il giornale dei Vescovi italiani, pur con molte perplessità del direttore: “Fatico a protestare per norme che non mi piacciono e che spero vengano giustamente ricalibrate, ma – scrive Marco Tarquinio – ritengo che la stretta di legge sia anche il pesante frutto di un modo sbagliato e guardone di fare giornalismo”. Parole sante per il successore di Dino Boffo, massacrato a mezzo stampa poco meno di un anno fa. Ma il ddl intercettazioni contro il tiro a segno che ha colpito l’ex direttore del quotidiano della Cei non sarebbe più efficace di quanto già previsto, dal momento che, come ha scritto Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera, “esistono già leggi che puniscono gli abusi, anche per quanto attiene gli aspetti deontologici” e il caso-Boffo (un dipendente degli uffici giudiziari di Napoli è indagato per accesso abusivo a sistema informatico e il direttore de Il Giornale Vittorio Feltri è stato sospeso per sei mesi dall’Ordine dei giornalisti della Lombardia) ne è la dimostrazione.

Aquilotta del Nord

Re:Quotidiani
« Risposta #69 : Sabato 10 Luglio 2010, 09:18:04 »
Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni, da non addetti ai lavori, su questa giornata senza informazione... quella di ieri, intendo. Niente giornali, niente tv, niente radio.
Com'è stata?

Offline Ulisse

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Re:Quotidiani
« Risposta #70 : Lunedì 12 Luglio 2010, 18:18:15 »
Compro Repubblica,  per le informaizoni sportive mi aggiorno su internet.
IL DERBY NON VA MAI PERSO.

Ci sarà sempre chi ti critica, l'unica cosa da fare è continuare ad avere fiducia, stando attento a chi darai fiducia due volte.

Non ti sforzare tanto, le cose migliori succedono quando meno te lo aspetti.

Nessun futuro è per sempre.

IL GOL DI VIERI ERA BUONO!!

Offline lollapalooza

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Re:Quotidiani
« Risposta #71 : Lunedì 12 Luglio 2010, 18:36:53 »
Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni, da non addetti ai lavori, su questa giornata senza informazione... quella di ieri, intendo. Niente giornali, niente tv, niente radio.
Com'è stata?

Vista adesso la domanda.
Lo sciopero dell'informazione non mi ha toccato più di tanto; c'è da dire però che non guardo tv, leggo giornali solo online e non sento radio.



jumpingjackflash

Re:Quotidiani
« Risposta #72 : Lunedì 12 Luglio 2010, 22:23:13 »
Mi piacerebbe sapere le vostre impressioni, da non addetti ai lavori, su questa giornata senza informazione... quella di ieri, intendo. Niente giornali, niente tv, niente radio.
Com'è stata?
beh l'assillante domanda su chi ha acquistato la Lazio, ha avuto la medesima risposta degli altri giorni ;D

francamente non mi ha toccato più di tanto sebbene io acquisti il quotidiano tutti i giorni.


Aquilotta del Nord

Re:Quotidiani
« Risposta #73 : Lunedì 12 Luglio 2010, 23:08:27 »
Infatti questo temevo, che passasse inosservata.

Sciopero doveva essere, e lo è stato, ma allora dovremmo trascinarlo per una settimana, minimo, per far notare l'assenza. Un giorno non dice niente. Se no, doveva diventare un giorno di super informazione, dando notizie che di solito si celano, per mille motivi, coi giornali listati a lutto. Qualcosa di molto più eclatante di un autobavaglio, insomma.

Vabbè, tanto come dice B. "la libertà di stampa non è un diritto assoluto", no?  ::)

jumpingjackflash

Re:Quotidiani
« Risposta #74 : Lunedì 12 Luglio 2010, 23:11:24 »
Infatti questo temevo, che passasse inosservata.

Sciopero doveva essere, e lo è stato, ma allora dovremmo trascinarlo per una settimana, minimo, per far notare l'assenza. Un giorno non dice niente. Se no, doveva diventare un giorno di super informazione, dando notizie che di solito si celano, per mille motivi, coi giornali listati a lutto. Qualcosa di molto più eclatante di un autobavaglio, insomma.

Vabbè, tanto come dice B. "la libertà di stampa non è un diritto assoluto", no?  ::)
non so cosa dirti. La legge contro la pubblicazione delle intercettazioni non mi piace.

Aquilotta del Nord

Re:Quotidiani
« Risposta #75 : Lunedì 12 Luglio 2010, 23:13:04 »
Tra un po' nessuno saprà cosa dire... e scrivere.
A meno di non violare la legge.

jumpingjackflash

Re:Quotidiani
« Risposta #76 : Martedì 13 Luglio 2010, 00:10:35 »
Tra un po' nessuno saprà cosa dire... e scrivere.
A meno di non violare la legge.
a questa esagerazione non credo. Nel mondo d'oggi è praticamente impossibile bloccare le notizie, a meno di non rinunciare completamente alla tecnologia e tornare a vivere sugli alberi. Nemmeno la Cina c'è  riuscita.

 Come non credo che la legge sulle intercettazioni sia una priorità del governo. se a qualcuno cade una saponetta in doccia, io mi metto con le spalle ben aderenti al muro.

TD

Re:Quotidiani
« Risposta #77 : Martedì 13 Luglio 2010, 00:24:01 »
Il mio giornale preferito è il Sole 24 Ore. Dovrei comprarne, di giornali, ma non lo faccio. Leggo la rassegna stampa della Camera, un paio di rassegne locali, un po' di roba che ho sul feed reader, saltuariamente un editoriale di Travaglio o della De Gregorio. Mi diverto molto a guardare le prime pagine del Giornale e di Libero. Gli sportivi sono ormai terribili, quello che è peggiorato di più è la Gazzetta, con Cannavò che si rotolerà nella tomba come una trottola. Non mi piace nessun giornale, la mia preferenza va a Repubblica che contiene alcune cose che mi piacciono, soprattutto sul versante culturale.

Aquilotta del Nord

Re:Quotidiani
« Risposta #78 : Martedì 13 Luglio 2010, 01:06:17 »
a questa esagerazione non credo. Nel mondo d'oggi è praticamente impossibile bloccare le notizie, a meno di non rinunciare completamente alla tecnologia e tornare a vivere sugli alberi. Nemmeno la Cina c'è  riuscita.

Dunque ci affidiamo solo al web, con modalità magari carbonare?
Boh, sarà esagerazione, ma vorrei evitare un paragone con la Cina, nel senso: vorrei che il mio Paese fosse ben diverso da quello. Che non fosse nemmeno lontanamente comparabile.


Offline AlenBoksic

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Re:Quotidiani
« Risposta #79 : Martedì 13 Luglio 2010, 08:47:59 »
Gli sportivi sono ormai terribili

Per dire il livello il trigoriere sono anni che non manda un inviato al Tour,
l'avvenimento sportivo più seguito al mondo dopo Mondiali e Olimpiadi
Voglio 11 Scaloni