Autore Topic: Un'auto chiamata desiderio  (Letto 5512 volte)

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zorba

Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #20 : Mercoledì 18 Aprile 2012, 08:04:15 »
A proposito di auto e motori.....

Cosa pensa il 'ducatista' Bob di questa notizia?!?

(ilfattoquotidiano.it)

(di David Marceddu)



Audi a un passo dalla Ducati. Accordo di vendita sugli 860 milioni di euro

Lo rivela l'agenzia di stampa tedesca Dpa. L'azienda di Ingolstadt si accollerà anche tutti i debiti della rossa di Borgo Panigale

È ormai cosa fatta. La Ducati Motors torna in mani estere e si appresta a diventare il marchio motociclistico dell’Audi, a sua volta di proprietà della Volkswagen. L’accordo, secondo quanto riportato dalla agenzia di stampa tedesca Dpa, sarebbe stato approvato dai consigli di vigilanza delle due società tedesche. I portavoce di entrambe le aziende tedesche si sono rifiutati di rispondere alle domande, dicendo che non commentano speculazioni. Tuttavia è da oltre due mesi che la vicenda della vendita è fatta solo di ipotesi e voci sempre più consistenti. E nessuna smentita.

Il prezzo pattuito è più alto dei 750 milioni di euro di cui si parlava fin dall’inizio delle trattative: la cifra su cui giovedì dovrebbe essere messa la firma è 860 milioni di euro. Con questa somma la casa automobilistica di Ingolstadt si porterà a casa tutto il pacchetto di Ducati, debiti inclusi. Ducati finirebbe per essere così completamente straniera visto che a essere ceduto ai tedeschi sarà il pacchetto di maggioranza al 70 % della rossa di Borgo Panigale, in mano al fondo Investindustral, mentre il restante 30 % è quasi completamente in mano ad altri fondi nordamericani.

Era stato proprio il patron di questo fondo di private equity, Andrea Bonomi, in un’intervista alla stampa straniera a mettere in vendita le sue azioni. Inizialmente la cifra da capogiro messa in gioco dal manager era di 1 miliardo di euro. Un’immensità considerato che la Investindustrial la rilevò nel 2006 per meno della metà. Da quell’annuncio di metà febbraio per un mese si sono rincorse le voci più disparate. Si parlò inizialmente di Bmw (con una immediata smentita), poi del colosso indiano Mahindra.

Ai primi di aprile una esternazione di Lapo Elkann aveva fatto pensare (e ad alcuni temere) a un interessamento di Fiat: “Mi considero un grande patriota e mi dispiacerebbe molto se la Ducati venisse venduta all’estero e finisse in cattive mani. I manager hanno fatto una richiesta economica esosa. Cosa farei se abbassassero le pretese? In quel caso sì. Potrei pensare davvero di farmi avanti con un’offerta”, aveva detto. Ma il giallo era poi rientrato e il rampollo di casa Agnelli aveva spiegato che il suo era stato solo un commento personale.

Da metà marzo tuttavia la voce di un diritto di prelazione accordato alla casa automobilistica dei quattro cerchi aveva preso sempre più piede senza mai essere smentita dai board tedeschi. Ora rimane da capire quali saranno i termini della cessione. È certo infatti che Ingolstadt si accollerà i debiti di Borgo Panigale. I debiti inizialmente sembravano ammontare addirittura a 800 milioni, anche se poi fonti della stessa casa motociclistica li hanno quantificati in meno di 200 milioni. Non sarebbe la prima volta che le due ruote di Borgo Panigale, 90 anni di storia, passerebbero in mano agli stranieri. Proprio prima di Investindustrial la holding Ducati era stata in mano a un altro private equity, la Texas Pacific Group, dal 1996 al 2006.

La crisi inoltre sembra non avere toccato troppo l’azienda, il cui più famoso dipendente è Valentino Rossi. La casa di Borgo Panigale ha venduto nel 2011 42 mila moto, e ha un fatturato prossimo ai 480 milioni di euro, con un incremento del 20 % rispetto all’anno precedente. Una gallina dalle uova d’oro.

I sindacati, dal canto loro, sembrano soddisfatti. Lo spauracchio di vedere la proprietà in India o in mano alle banche sembra sfumare. Soprattutto l’Audi è molto conosciuta da queste parti: la Lamborghini, da molti anni in mano alla casa di Ingolstadt, anche secondo Fiom-Cgil è una delle migliori realtà nei rapporti sindacali. E, nonostante questo, vende e non conosce crisi.

Ora la speranza dei lavoratori e degli appassionati di moto è che dopo le delocalizzazioni in Thailandia e in altre parti del mondo già effettuate dall’attuale proprietà, i tedeschi decidano che un prodotto italiano va prodotto in Italia.

Offline BobLovati

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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #21 : Mercoledì 18 Aprile 2012, 13:47:32 »
carissimo zorba, grazie per la domanda; innanzitutto ti inviterei a seguire il motociclismo su www.motosprint.it, sito di una rivista più che informata sui fatti, che non " ilfattoquotidiano".

In questo caso, se non sbaglio di molto, credo sia un articolo piuttosto " ispirato " a quanto da qualche giorno si poteva leggere su www.corsport.it   ;)

Che dire; la TPG ( Texas Pacific Group ) aveva tirato fuori la Ducati da una crisi ormai irreversibile ( io avevo avuto un retrovisore rotto della mia 907 I.E., e per 5-6 mesi non ho trovato ricambi, che i fornitori non davano più alla Ducati, indietro coi pagamenti ! Poi me l´hann inviato loro GRATIS con un courier in 4-5 giorni ! Ancora grazie a Ducati  ;)  ).
Per cui fu un intervento buono e giusto, con la successiva vendita a Bonomi, facilitata dalla rimessa in sesto dell´azienda.

Ora Bonomi sembra abbia deciso di passare in cassa e, fra indiani ( la cui legislazione, come si vede per lo spinoso caso dei marò degli ultimi tempi, è piuttosto farraginosa, divisa fra stato centrale e stati regionali quasi indipendent ) e tedeschi, sicuramente meglio quest´ultimi.

Fra la BMW ( casa di grandissima esperienza motociclistica ) e l´Audi-VW, mi sembra nettamente preferibile quest´ultima per vari motivi:

 - non hanno nessuna tradizione motociclistica, che impedirà loro di voler mettere il naso nelle scelte tecnico-sportive

 - hanno dimostrato, come detto nell´articolo, di non aver inciso pesantemente sul percorso tecnico della Lamborghini, sfruttandone fama, tradizione e prestigio nel mondo. A parte la minkiata di istallare un 10V ( o forse un 12V ? ) sulla Phaeton, qualche anno fa ... ma nessuno è perfetto  :D

 - vogliono combattere la loro rivale interna BMW e, visto che da anni la Ducati trionfa nelle SBK, probabilmente sarà molto di più quello e quanto potranno apportare, di quello che vorranno cambiare.

Per cui, concludendo, grappa Boc   BENISSIMO COSÌ    ;)
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #22 : Mercoledì 18 Aprile 2012, 13:53:52 »


se avessi quest´auto, mi sveglierei presto la mattina per farla uscire ogni giorno e sentirmi invidiato da mezza Roma ( non i parenti del Presidente, però  ;D  ).

A parte le considerazioni sulla meccanica di avanguardia, questo, considerato che uscì nel 1935, è uno dei più bei disegni in assoluto che un´auto abbia mai avuto.
Semplice, differente, aerodinamica e con le portiere a libretto copiate 70 anni DOPO dalla Opel, che fa finta di averle inventate.

   
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #23 : Mercoledì 18 Aprile 2012, 14:07:48 »
se avessi quest´auto, mi sveglierei presto la mattina per farla uscire ogni giorno e sentirmi invidiato da mezza Roma ( non i parenti del Presidente, però  ;D  ).

A parte le considerazioni sulla meccanica di avanguardia, questo, considerato che uscì nel 1935, è uno dei più bei disegni in assoluto che un´auto abbia mai avuto.
Semplice, differente, aerodinamica e con le portiere a libretto copiate 70 anni DOPO dalla Opel, che fa finta di averle inventate.

 

è quell'auto che nel '35, già anziano, non sei riuscito a comprare?  ;D
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #24 : Mercoledì 18 Aprile 2012, 14:20:45 »
è quell'auto che nel '35, già anziano, non sei riuscito a comprare?  ;D

no, quella che quando ho iniziato a lavorare non producevano più da una 20ina d´anni; sennò    8)
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #25 : Mercoledì 18 Aprile 2012, 23:31:53 »
............ A parte la minkiata di istallare un 10V ( o forse un 12V ? ) sulla Phaeton, qualche anno fa ... ma nessuno è perfetto  :....................
La Phaeton tra gli altri montava un 5000 diesel 10v e un 6000 benzina 12v.
Per la precisione.
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #26 : Giovedì 19 Aprile 2012, 12:04:15 »
La Phaeton tra gli altri montava un 5000 diesel 10v e un 6000 benzina 12v.
Per la precisione.

infatti gia´; l´avevo vista al MotorShow di non ricordo quale anno.
Era il 12V Lamborghini che, istallato sulla " MacchinadelPopolo " era come una tomba con decalcomanie   ???
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #27 : Giovedì 19 Aprile 2012, 14:55:23 »
Pure questa esercitava su di me un certo fascino, mai vista una cosa simile, allora e per lungo tempo. Automobile "aliena" verrebbe da dire, mi piacerebbe moltissimo guidarla, illo tempore me la immaginavo come un'astronave  :)

E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #28 : Giovedì 19 Aprile 2012, 18:04:58 »
Pure questa esercitava su di me un certo fascino, mai vista una cosa simile, allora e per lungo tempo. Automobile "aliena" verrebbe da dire, mi piacerebbe moltissimo guidarla, illo tempore me la immaginavo come un'astronave  :)



la 1ª serie, credo a naso del 1954-55, aveva le ruote posteriori più piccole di quelle anteriori; forse 14" le anteriori e 13" le posteriori. Che poi, per cambiare le posteriori,  bisognava smontare il parafango/coda della carrozzeria che la ricopriva   :-X   
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #29 : Giovedì 19 Aprile 2012, 19:19:47 »
Quella postata da Dino Raggio è una Citroen DS21 Cabriolet Chapron, fu prodotta a lungo ma sempre in pochissimi esemplari e dopo pochi anni era ricercatissima dai collezionisti malgrado quotazioni folli. Oggi come oggi che sia una ID o una DS che sia una 19 o una 21 che abbia i fari esterni o i doppi carenati è difficile trovarne una per meno di 70000 euro.
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Offline DinoRaggio

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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #30 : Giovedì 19 Aprile 2012, 21:14:48 »
la 1ª serie, credo a naso del 1954-55, aveva le ruote posteriori più piccole di quelle anteriori; forse 14" le anteriori e 13" le posteriori. Che poi, per cambiare le posteriori,  bisognava smontare il parafango/coda della carrozzeria che la ricopriva   :-X
E pure mo', per cambiare le lampadine di alcune auto devi smontare il paraurti, per esempio. E' il solito discorso fra estetica e funzionalità. Certe volte, sfogliando le riviste di design ed interni che legge mia moglie architetto, le chiedo perché quella sedia che pare tanto scomoda deve costare così tanto, e soprattutto perché qualcuno ci si deve sedere. Lei mi mi risponde più o meno come Jeremy Clarkson fa con l'Alfa 8C del video postato in apertura di questo topic. Perché quella sedia non viene concepita per l'utilizzo che se ne fa di solito. quella sedia è arte, la si compra come si compra un quadro o qualsiasi altro oggetto d'arte, la si mette là, perché l'occhio vuole la sua parte, è un oggetto di design pronto a finire in un museo d'arte moderna, non certo attorno ad un tavolo o sotto un sedere.
L'arte è fine a se stessa, verrebbe da dire.

Grandemente fuori argomento.  :)
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #31 : Giovedì 19 Aprile 2012, 23:31:29 »
E pure mo', per cambiare le lampadine di alcune auto devi smontare il paraurti, per esempio. E' il solito discorso fra estetica e funzionalità. Certe volte, sfogliando le riviste di design ed interni che legge mia moglie architetto, le chiedo perché quella sedia che pare tanto scomoda deve costare così tanto, e soprattutto perché qualcuno ci si deve sedere. Lei mi mi risponde più o meno come Jeremy Clarkson fa con l'Alfa 8C del video postato in apertura di questo topic. Perché quella sedia non viene concepita per l'utilizzo che se ne fa di solito. quella sedia è arte, la si compra come si compra un quadro o qualsiasi altro oggetto d'arte, la si mette là, perché l'occhio vuole la sua parte, è un oggetto di design pronto a finire in un museo d'arte moderna, non certo attorno ad un tavolo o sotto un sedere.
L'arte è fine a se stessa, verrebbe da dire.

Grandemente fuori argomento.  :)

per cambiare la lampadina del faro della Stilo, ci vogliono dai 40 ai 75 minuti; costo lampada 7-10€, costo lavoro non meno di 30-50€, a seconda della correttezza dell´elettrauto.
Ma c´è di peggio; sulla Alfa 147 3P, se al riabbassare il sedile per far entrare un passeggero dietro non si accompagna con dolcezza, l´urto contro la guida fa saltare il sensore dell´air bag, che LOGICAMENTE lì doveva essere piazzato.
Si prende appuntamento, si va ESCLUSIVAMENTE da un´officina autorizzata Alfa Romeo che, dopo aver collegato il loro computer e resettato quello della vs. auto, lo ricaricherà al modico costo di 50-70€.   >:( 
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #32 : Venerdì 20 Aprile 2012, 10:24:46 »



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Offline BobLovati

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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #33 : Venerdì 20 Aprile 2012, 12:03:59 »
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #34 : Venerdì 20 Aprile 2012, 17:48:04 »
Ricordi d'infanzia quando mia nonna e successivamente mio zio guidavano questa:


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Offline BobLovati

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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #35 : Venerdì 20 Aprile 2012, 19:57:15 »
Ricordi d'infanzia quando mia nonna e successivamente mio zio guidavano questa:




ci abbiamo fatto una "Festa della matricola " per un paio di giorni; naturalmente dopo ( essendo gennaio-febbraio più o meno ) raffreddore di una 15ina di giorni   ;D

Dai catarifrangenti e dal paraurti anteriore, trattasi di auto destinata al mercato USA
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Re:Un'auto chiamata desiderio
« Risposta #36 : Martedì 15 Maggio 2012, 13:59:58 »
Austin Healey 100/4, nel '70 sono andato molto vicino a comprarne una, rinunciai per il costo troppo elevato di restauro, feci male oggi se perfetta vale oltre 100.000 euro

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