Ora che non un semplice ex giocatore della Lazio ma l’eroe dei due mondi della Lazio è andato via, ora che un personaggio che da 40 anni ha legato nel bene e nel male la sua vita con quella nostra è andato via, è il momento della riunione, del ricordo.
Tutto il mondo Lazio, da sempre diviso, che negli ultimi tempi si è dilaniato in guerre senza capo né coda, senza vinti né vincitori, ha l’occasione d’oro per riconciliarsi, una volta, nel giorno di Pasqua. Forse la coincidenza non è così casuale se la dipartita è avvenuta proprio ieri, domenica della Palme.
Se Giorgio fosse morto in Italia ai funerali ci sarebbero tutti, ma proprio tutti, proprio come nei grandi funerali,
quelli dei potenti, perché Giorgio è stato un potente, almeno in campo.
Sabato ci sarà Lazio-Napoli, una partita che ha mille significati, anche per Giorgio, visto che contro il Napoli sono state scritte pagine epiche.
Sabato il mondo laziale - società, squadra, tifoseria tutta - avrà una occasione d’oro per celebrare in modo degno e unito il campione del passato, l’eroe dei due mondi, quello che ci ha fatto capire che un’altra Lazio è veramente possibile, quella per cui si possa essere veramente orgogliosi.
Squadra con il lutto al braccio, un minuto di silenzio che sia uno (senza applausi o cori durante), sui tabelloni le immagini delle gesta di Long John, curva che canta soltanto i vecchi cori di battaglia per il grande Giorgione.
Questa potrebbe e dovrebbe essere la “festa” per Giorgio.