Autore Topic: Il mio ricordo di Giorgio per Globalist  (Letto 2799 volte)

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Offline giangoverni

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Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« : Domenica 1 Aprile 2012, 19:28:55 »
PER NOI CHINAGLIA SARA' SEMPRE IL NOSTRO GRIDO DI BATTAGLIA

Ci ha lasciato in questo 1 aprile uno dei personaggi più rappresentativi della storia della Lazio, uno di quelli che hanno fatto la storia e che quando ci lasciano, ci lasciano increduli. Ma è possibile che proprio Giorgio Chinaglia, il nostro Long John, ci abbia lasciato? No, non è un pesce di aprile di cattivo gusto, Giorgio non c’è più, se n’è andato a 65 anni, dopo aver fatto la storia della Lazio, una storia dalla quale non è più riuscito a distaccarsi.
Su di lui mi rimangono impresse nella mente le parole di Gianni Brera quando ci raccontò la discesa forsennata di Giorgio che si concluse con il gol di Capello con il quale l’Italia espugnò Wemblay. Brera parlò di rivincita del povero emigrante con le pezze al sedere. Perché Giorgio era emigrato in Galles all’età di sei anni, da solo, per raggiungere i suoi genitori che a Cardiff erano andati a lavorare. Fu la nonna paterna che accompagnò il piccolo Giorgio alla stazione di Milano, lo fece salire su un treno con un biglietto per Londra, un fagottello con il mangiare per un paio di giorni e un cartello al collo con su scritto “Mi chiamo Giorgio Chinaglia e devo scendere a Londra, se mi addormento per favore svegliatemi”. Giorgio alla stazione di Londra fu svegliato, si ricongiunse alla sua famiglia e in Gran Bretagna rimase fino a quando il calcio non lo riportò in Italia, questa volta da vincitore. Infatti Chinaglia si vedeva benissimo che aveva imparato a giocare al calcio in Inghilterra, dal modo di giocare, mentre la forza del carattere gli veniva dalla sua esperienza di emigrato povero che cerca il riscatto da tanta miseria e da tante umiliazioni.
Insomma Chinaglia fu un personaggio unico, leale e coraggioso (non ebbe mai una giornata di squalifica), irruente e rissoso ma soltanto fuori dal campo. Passò alla storia non soltanto per aver dato il suo carattere forte alla Lazio di Maestrelli e per aver vinto uno scudetto e quattro derby consecutivi, ma anche per aver mandato a quel paese in mondovisione il commissario tecnico della nazionale italiana, Ferruccio Valcareggi.
I laziali impazzirono per lui, il presidente Lenzini rifiutò cifre da capogiro pur di tenerlo alla Lazio ma lui a un certo punto salutò tutti e se ne andò in America, per giocare nei Cosmos una squadra dove andò a svernare anche Pelè e che si esibiva nel mondo alla maniera dei Globe Trotters. Ritornò quando seppe che il suo padre-maestro Tommaso Maestrelli era gravemente malato e la Lazio era in difficoltà. Poi le strade si separarono definitivamente, di lui si favoleggiava di posti da grande manager nel grattacielo della Warner, la multinazionale dello spettacolo che aveva inventato anche i Cosmos. Ma questi posti favolosi non arrivarono mai e Giorgio rimase sempre legato al mondo del calcio italiano, con un piede in America ma con la mente rivolta all’Italia, dove era nato a Carrara nel 1947.
Ma la vita della vecchia gloria non faceva per lui, abituato ad essere protagonista. E alla Lazio ritornò da presidente e proprietario promettendo ai tifosi impazziti danaro e gloria. Se ne andò dopo due anni lasciando la società nel disastro finanziario e la squadra retrocessa, a pochi anni dallo scudetto.
Ritornò venti anni dopo, come in un romanzo di Dumas per riprendersi la Lazio, questa volta inserito in una operazione dai contorni poco chiari che finì per lui con un mandato di cattura internazionale.  “Quantum mutatus ab illo” dissero i laziali che si ricordavano un po' di latino e soprattutto ricordavano un Chinaglia diverso, quello che incedeva con l’indice alzato verso la curva della Roma, quello che portava la Lazio alla conquista dello scudetto, quello che prendeva a calci nel sedere il giovane D’Amico, reo di non impegnarsi abbastanza. Quel Chinaglia che per i laziali era stato sempre “il grido di battaglia”, o Long John per la sua imponenza fisica ma anche per il suo amore per il whisky.
La morte, per problemi cardiaci lo ha accolto in Florida, il posto dove vanno svernare i  ricchi americani, ma lui non era ricco e soprattutto non accettava l’inverno della vita. insieme a Pelè stava cercando di ricostruire i Cosmos e di rilanciare il “soccer” in America.
Noi laziali lo ricorderemo sempre con il dito alzato verso la Curva Sud, mentre il portiere della Roma raccoglie la “palla dal sacco” come dicevano i vecchi cronisti di calcio, e mentre abbraccia Tommaso Maestrelli, alla fine di quel Lazio-Foggia che ci consegnò il nostro primo scudetto, bello e indimenticabile come il primo amore.

Giancarlo Governi


Offline volaolimpia

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #1 : Domenica 1 Aprile 2012, 19:36:25 »
Chapeau Mr Governi.
Chi della Lazio borbotta é 'n gran fio de na mignotta

Offline BobLovati

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #2 : Domenica 1 Aprile 2012, 19:52:37 »
grazie a giango e   :notworthy: a Giorgione    :band2:
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Centurio

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #3 : Domenica 1 Aprile 2012, 19:58:57 »
grazie Giango.
sine pennis volare haud facile est

Offline pariolo 10

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #4 : Domenica 1 Aprile 2012, 20:07:28 »
Applausi. Complimenti.

Online MCM

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #5 : Domenica 1 Aprile 2012, 20:17:14 »
APPLAUSI!

Offline benvolio

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #6 : Domenica 1 Aprile 2012, 20:22:49 »
Grazie Giancarlo!

Offline Breizh

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #7 : Domenica 1 Aprile 2012, 20:44:24 »
Grazie.

Offline MagoMerlino

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #8 : Domenica 1 Aprile 2012, 20:47:47 »
Non so ancora cosa dire. Ringrazio Giancarlo per aver trovato le parole.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

jumpingjackflash

Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #9 : Domenica 1 Aprile 2012, 21:01:57 »
grazie a giango e   :notworthy: a Giorgione    :band2:

Offline NoSurrender

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #10 : Domenica 1 Aprile 2012, 21:16:20 »
Grazie,giango
"No retreat, baby, no surrender"


Offline jegue98

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Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #11 : Domenica 1 Aprile 2012, 21:19:56 »
Grazie Giancarlo!


Com o céu por bandeira!
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Offline giamma

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #12 : Domenica 1 Aprile 2012, 21:24:20 »
grazie a giango e   :notworthy: a Giorgione    :band2:
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

POMATA

Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #13 : Domenica 1 Aprile 2012, 23:55:09 »
Grazie Giango.

Offline sassoxsasso

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #14 : Lunedì 2 Aprile 2012, 08:46:04 »
grazie a giango e   :notworthy: a Giorgione    :band2:
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Offline Fabio70rm

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #15 : Lunedì 2 Aprile 2012, 09:58:42 »
Il Giorgio che preferiamo tutti ricordare e commemorare.

Grazie Giango.
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline lollapalooza

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Re:Il mio ricordo di Giorgio per Globalist
« Risposta #16 : Lunedì 2 Aprile 2012, 10:03:30 »
Bellissimo pezzo, grazie Giango.