www.calciomercato.comPotrebbe essere l'ultimo. E sarà bene gustarselo. Andre Dias e il derby si sono dati appuntamento dieci giorni fa, nel giorno dell'espulsione a Palermo: Fiorentina saltata, ma la Roma no. Almeno un sorriso per Edy Reja, che si guarda intorno e vede solo infortunati, in tutti i reparti. Il brasiliano almeno c'è. Nella speranza, per il tecnico, che in campo vada il Dias vero, quello che in passato alla Lazio ha risolto un bel po' di problemi.
Oddio, a rileggerla con i numeri, il centrale resta sempre un uomo fondamentale. La porta biancoceleste è rimasta inviolata in 11 partite su 25, in questo campionato. E in otto di queste occasioni, in campo c'era Dias: non poche, considerato che l'ex San Paolo ha saltato quasi un terzo delle partite (9 su 25) tra infortuni e squalifiche. Ma non si vive di solo numeri. Ci sono anche le sensazioni e le prestazioni, che raccontano di un Dias lontano parente dal giocatore che nel campionato scorso era stato per rendimento nella top five della serie A. In particolare da Natale in poi - da quel famoso ritorno ritardato in Italia per problemi familiari -, Reja si è ritrovato davanti un altro giocatore. Ha mandato il fratello, quello vero è rimasto in Brasile, è la battuta che gira a Formello. A Palermo è andato fuori di testa, rimediando un'espulsione sciocca a risultato già compromesso. E per uno che faceva dell'attenzione e della concentrazione il suo punto forte, non è un problema da sottovalutare.
A gennaio, in quattro giorni, il brasiliano ha alzato le mani prima contro Pazzini e poi su Van Bommel: è evidente che ci sia qualcosa che non funziona, una serenità persa e da ritrovare al più presto. Magari già domenica. Chissà che il derby non rappresenti il punto di svolta della sua stagione. Potrebbe aiutarlo il compagno di viaggio preferito: Dias farà infatti coppia con Biava. Ma oggi - al contrario di quanto avveniva la scorsa stagione - la guida è il difensore italiano, affidabile come mai: perché dove non arriva il fisico, arriva la testa. Sarebbe un esempio per lo stesso Dias, che deve dimenticare le ultime due uscite da brivido contro Palermo e Atletico Madrid. Proverà a farlo contro Totti e Borini: mica semplice, di sicuro affascinante.
Magari pure determinante, in chiave classifica, inseguendo il terzo posto Champions. E poi chissà. Perché il futuro di Dias è tutto da scrivere, a dispetto di quel contratto rinnovato fino al 2014 a inizio stagione, che a guardarlo così lascerebbe tutto tranquillo. Il punto è che dal Brasile prima il Santos poi il Gremio hanno già provato a bussare alla porta della Lazio per riportare il difensore in patria. In risposta da Lotito è arrivato un 'no' secco: troppo importante il giocatore per privarsene a cuor leggero. Ma c'è da scommettere che a giugno i due club faranno un nuovo tentativo. Ed è chiaro che a quel punto peserà molto il volere del giocatore: se vorrà continuare alla Lazio bene, altrimenti - la linea della società è ormai chiara, ribadito anche durante il tormentone Cisse - nessuno resterà a Formello controvoglia. Nel dubbio, meglio godersi questo derby.