Autore Topic: FUORI GIOCO (Calcio e potere)  (Letto 7731 volte)

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Offline Il lodolaio

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #80 : Giovedì 1 Marzo 2012, 11:22:01 »
http://www.beppegrillo.it/2012/02/passaparola_men/index.html#*gtp1*

Buongiorno a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, io sono Gianfrancesco Turano, un giornalista de “L’Espresso” e ho appena pubblicato il mio ultimo libro, che si chiama “Fuorigioco”. È un libro che parla di dieci Presidenti della serie A: ci sono i principali Moratti, Berlusconi, Di Benedetto, Lotito, Della Valle, Zamparini, Pozzo, De Laurentis, i veri padroni del sistema calcio.Un sistema che nasce in teoria come puro divertimento, poi passa attraverso il sistema economico e diventa entertainment, però entertainment all’italiana, segnato in maniera molto forte da una componente politica. Gli imprenditori entrano nel calcio, in teoria, per guadagnare, le società italiane sono ormai da diversi anni delle società per azioni, delle Spa, spesso inserite in grandi gruppi imprenditoriali: è il caso della Fininvest, che controlla il Milan, del Gruppo Della Valle, che controlla la Fiorentina, della Filmauro, che controlla il Napoli di De Laurentis. In teoria l’obiettivo delle squadre di calcio sarebbe il profitto: peccato che quest’obiettivo venga quasi normalmente mancato mancato in maniera disastrosa, mancato con contraccolpi terribili dal punto di vista finanziario.
...

MA LA VERA ANIMA NERA DEL CALCIO ITALIANO E' LA LAZIO, ed INFATTI:
...

Faccio un caso, che è quello di Claudio Lotito: Claudio Lotito prende la Lazio nel momento in cui il club romano, controllato dalla Cirio di Sergio Cragnotti che ha dichiarato bancarotta, è a sua volta vicino al fallimento. Lotito in quel momento è un piccolo imprenditore semisconosciuto che lavora nel settore delle pulizie, un settore a sua volta molto condizionato dai rapporti con la politica, perché vive di appalti con enti locali, con enti pubblici, con società controllate da azionisti pubblici. Gli si chiede di occuparsi di una squadra di calcio e glielo si chiede perché la Lazio non deve fallire: qualunque altra Spa avrebbe dovuto portare i libri in Tribunale, ma la Lazio non può seguire la stessa fine, perché i tifosi della Lazio, gli ultrà della Lazio, che sono spesso infiltrati da gruppi politici di estrema destra, hanno già spiegato molto chiaramente che se la Lazio fallisce loro spaccano tutto. Dopo una serie di manifestazioni degli ultrà della Lazio Silvio Berlusconi dice che la Lazio non può fallire per problemi di ordine pubblico: il suo governo – siamo nel 2003 /2004 – decide di creare ad hoc per la Lazio un provvedimento che smaltisca il debito fiscale e previdenziale della Lazio, gigantesco, in 23 comode rate. Se non ricordo male si finirà di pagarle nel 2027, quindi è il sogno di chiunque abbia un problema con Equitalia o l’Agenzia delle Entrate 23 rate: sogno che non è alla portata di tutti, evidentemente. Alla Lazio riesce.

...

MA PER FORTUNA CI SONO I BRAVI, INFATTI:

Di Benedetto, un segnale di novità
Facciamo una finestra su Di Benedetto. Il maggiore segnale di novità di cui parlo nel libro è la presenza di Thomas Di Benedetto tra i Presidenti delle squadre italiane: perché è un segnale di novità? Perché la serie A è sempre stata un mondo iper/protezionistico dal punto di vista della proprietà, quindi gli stranieri vanno bene se fanno l’ala destra piuttosto che il terzino,ma i Presidenti sono sempre stati italiani, a alto livello ovviamente. Di Benedetto è cittadino statunitense, benché di origine campana viene da Boston e nella Roma ha portato o intende portare insieme ai suoi soci – lui non è solo – un modello di business all’americana, quindi io prendo la Roma perché la Roma mi fa guadagnare. La cosa curiosa di Di Benedetto è che lui in realtà ha un’origine politico /imprenditore che ricorda quella di molti suoi colleghi della serie A. Di Benedetto, che ha lavorato nell’immobiliare e nella finanza, è allo stesso tempo Presidente di un importante gruppo /associazione lobbistica che sta a Washington in K Street , che è la strada vicino alla Casa Bianca, dove ci sono i maggiori istituti di lobbying degli Stati Uniti e Di Benedetto nei primi anni 80 è un uomo politico vicino all’amministrazione di Ronald Reagan. Un’altra cosa molto importante è che a metà degli anni 80, quando l’Unione Sovietica sembrava molto lontana dal crollo, è uno dei pochissimi uomini d’affari occidentali a fare affari in Unione Sovietica. Poi, quando l’Unione Sovietica crollerà, lui sarà lì a comprare vecchie caserme dismesse, vecchi terreni militari dismessi..
Quando è arrivato per costruire il nuovo stadio, è in qualche modo dovuto scendere a patti con il mondo della politica, quindi ha dovuto vedere Alemanno, Zingaretti il Presidente della Provincia, la Polverini. In qualche misura, insomma, anche l’amico americano quando arriva in Italia si deve adattare.
Questo libro è un atto d’amore verso il calcio: non sono meno appassionato di calcio della media degli italiani, forse lo sono un po’ di più. Proprio per questo ho cercato di far vedere a chi è appassionato come me quello che succede dietro la partita, quindi quando andate a vedere il prossimo incontro divertitevi, tifate, ma per favore Passate parola: non votateli!


E' UNO SPORT, TROVARE UN CATTIVO E METTERGLI DAVANTI UN BUONO, PECCATO CHE QUI I CATTIVI "SIAMO NOI"...

Oh vivacchiare...

Offline BobLovati

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #81 : Giovedì 1 Marzo 2012, 11:28:44 »
Forse sarò tarda io, ma perchè dovrebbero esserci prevedibili risposte sulla proposta di lettura di un libro che, tra le altre cose, dovrebbe anche essere interessante? ???

f_m non è solo, in questa " battaglia "    :D
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline borges

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #82 : Giovedì 1 Marzo 2012, 11:29:29 »
zio Tom = agenzia governativa
Alla Sensi consiglio un Aulin (S.Siviglia)
Bisogna rinunciare al consenso per la legalità (C. Lotito)
è il calcio pulito, baby (centurio)

Offline Whistle

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #83 : Giovedì 1 Marzo 2012, 11:32:09 »
Ma chi é 'sto astronzo!
Ha preso le menzogne che i tifosi giallozozzi scrivono sui loro forum contro la Lazio e ci ha fatto un libro?

Offline BobLovati

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #84 : Giovedì 1 Marzo 2012, 11:36:26 »
"Conoscendolo" lo capisco perfettamente...  ;D

Appunto...  ;D

lo conosco un pochino anch´io, oramai; ma volevo essere " sarcastico e mordace "   ;D
Laziale, Ducatista e fiumarolo

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Offline fish_mark

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #85 : Giovedì 1 Marzo 2012, 11:43:02 »
ho proposto una discussione e innanzitutto una lettura.
Tutto qui.
Ognuno è libero di fare le sue conclusioni: sulla lettura, non su altro.
un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

CiPpi

Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #86 : Giovedì 1 Marzo 2012, 12:30:24 »
Ma chi é 'sto astronzo!
Ha preso le menzogne che i tifosi giallozozzi scrivono sui loro forum contro la Lazio e ci ha fatto un libro?

no, ha preso pure quelle che i tifosi Laziali scrivono sui loro di forum.

Offline cartesio

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #87 : Giovedì 1 Marzo 2012, 12:48:42 »




Di Benedetto, un segnale di novità
...
 quando l’Unione Sovietica crollerà, lui sarà lì a comprare vecchie caserme dismesse, vecchi terreni militari dismessi..
Quando è arrivato per costruire il nuovo stadio, è in qualche modo dovuto scendere a patti con il mondo della politica, quindi ha dovuto vedere Alemanno, Zingaretti il Presidente della Provincia, la Polverini. In qualche misura, insomma, anche l’amico americano quando arriva in Italia si deve adattare.

Leggendo gli estratti del libro, sembra che DiBe abbia iniziato in Italia a scendere a patti con il mondo della politica.
Ce lo vedo proprio a comprare caserme e terreni militari in Russia senza scendere a patti con la politica locale.

e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline DinoRaggio

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #88 : Giovedì 1 Marzo 2012, 14:12:31 »
Gianfrancesco Turano, Reggio Calabria, 1962

http://turano.blogautore.espresso.repubblica.it/chi-sono/

Più che altro, leggendo i suoi articoli, sembra che l'attività principale a cui si dedica sia gettare asromammerdapersempre su molte società che vanno per la maggiore nel calcio italiano, mai su quella in particolare.

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---

Un giorno dovrò raccogliere i post dell'immenso borges e farci un libro pure io. Chissà se il Gruppo editoriale Espresso-Repubblica-Caracciolo me lo pubblicherà. Potrei sempre dire "Avete pubblicato 'sta robba di Turano..."

E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

GoldenEagle

Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #89 : Giovedì 1 Marzo 2012, 19:45:22 »
http://www.beppegrillo.it/2012/02/passaparola_men/index.html#*gtp1*

Buongiorno a tutti gli amici del blog di Beppe Grillo, io sono Gianfrancesco Turano, un giornalista de “L’Espresso” e ho appena pubblicato il mio ultimo libro, che si chiama “Fuorigioco”. È un libro che parla di dieci Presidenti della serie A: ci sono i principali Moratti, Berlusconi, Di Benedetto, Lotito, Della Valle, Zamparini, Pozzo, De Laurentis, i veri padroni del sistema calcio.Un sistema che nasce in teoria come puro divertimento, poi passa attraverso il sistema economico e diventa entertainment, però entertainment all’italiana, segnato in maniera molto forte da una componente politica. Gli imprenditori entrano nel calcio, in teoria, per guadagnare, le società italiane sono ormai da diversi anni delle società per azioni, delle Spa, spesso inserite in grandi gruppi imprenditoriali: è il caso della Fininvest, che controlla il Milan, del Gruppo Della Valle, che controlla la Fiorentina, della Filmauro, che controlla il Napoli di De Laurentis. In teoria l’obiettivo delle squadre di calcio sarebbe il profitto: peccato che quest’obiettivo venga quasi normalmente mancato mancato in maniera disastrosa, mancato con contraccolpi terribili dal punto di vista finanziario.
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MA LA VERA ANIMA NERA DEL CALCIO ITALIANO E' LA LAZIO, ed INFATTI:
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Faccio un caso, che è quello di Claudio Lotito: Claudio Lotito prende la Lazio nel momento in cui il club romano, controllato dalla Cirio di Sergio Cragnotti che ha dichiarato bancarotta, è a sua volta vicino al fallimento. Lotito in quel momento è un piccolo imprenditore semisconosciuto che lavora nel settore delle pulizie, un settore a sua volta molto condizionato dai rapporti con la politica, perché vive di appalti con enti locali, con enti pubblici, con società controllate da azionisti pubblici. Gli si chiede di occuparsi di una squadra di calcio e glielo si chiede perché la Lazio non deve fallire: qualunque altra Spa avrebbe dovuto portare i libri in Tribunale, ma la Lazio non può seguire la stessa fine, perché i tifosi della Lazio, gli ultrà della Lazio, che sono spesso infiltrati da gruppi politici di estrema destra, hanno già spiegato molto chiaramente che se la Lazio fallisce loro spaccano tutto. Dopo una serie di manifestazioni degli ultrà della Lazio Silvio Berlusconi dice che la Lazio non può fallire per problemi di ordine pubblico: il suo governo – siamo nel 2003 /2004 – decide di creare ad hoc per la Lazio un provvedimento che smaltisca il debito fiscale e previdenziale della Lazio, gigantesco, in 23 comode rate. Se non ricordo male si finirà di pagarle nel 2027, quindi è il sogno di chiunque abbia un problema con Equitalia o l’Agenzia delle Entrate 23 rate: sogno che non è alla portata di tutti, evidentemente. Alla Lazio riesce.

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MA PER FORTUNA CI SONO I BRAVI, INFATTI:

Di Benedetto, un segnale di novità
Facciamo una finestra su Di Benedetto. Il maggiore segnale di novità di cui parlo nel libro è la presenza di Thomas Di Benedetto tra i Presidenti delle squadre italiane: perché è un segnale di novità? Perché la serie A è sempre stata un mondo iper/protezionistico dal punto di vista della proprietà, quindi gli stranieri vanno bene se fanno l’ala destra piuttosto che il terzino,ma i Presidenti sono sempre stati italiani, a alto livello ovviamente. Di Benedetto è cittadino statunitense, benché di origine campana viene da Boston e nella Roma ha portato o intende portare insieme ai suoi soci – lui non è solo – un modello di business all’americana, quindi io prendo la Roma perché la Roma mi fa guadagnare. La cosa curiosa di Di Benedetto è che lui in realtà ha un’origine politico /imprenditore che ricorda quella di molti suoi colleghi della serie A. Di Benedetto, che ha lavorato nell’immobiliare e nella finanza, è allo stesso tempo Presidente di un importante gruppo /associazione lobbistica che sta a Washington in K Street , che è la strada vicino alla Casa Bianca, dove ci sono i maggiori istituti di lobbying degli Stati Uniti e Di Benedetto nei primi anni 80 è un uomo politico vicino all’amministrazione di Ronald Reagan. Un’altra cosa molto importante è che a metà degli anni 80, quando l’Unione Sovietica sembrava molto lontana dal crollo, è uno dei pochissimi uomini d’affari occidentali a fare affari in Unione Sovietica. Poi, quando l’Unione Sovietica crollerà, lui sarà lì a comprare vecchie caserme dismesse, vecchi terreni militari dismessi..
Quando è arrivato per costruire il nuovo stadio, è in qualche modo dovuto scendere a patti con il mondo della politica, quindi ha dovuto vedere Alemanno, Zingaretti il Presidente della Provincia, la Polverini. In qualche misura, insomma, anche l’amico americano quando arriva in Italia si deve adattare.
Questo libro è un atto d’amore verso il calcio: non sono meno appassionato di calcio della media degli italiani, forse lo sono un po’ di più. Proprio per questo ho cercato di far vedere a chi è appassionato come me quello che succede dietro la partita, quindi quando andate a vedere il prossimo incontro divertitevi, tifate, ma per favore Passate parola: non votateli!


E' UNO SPORT, TROVARE UN CATTIVO E METTERGLI DAVANTI UN BUONO, PECCATO CHE QUI I CATTIVI "SIAMO NOI"...


Questo sarebbe un giornalista? Crede realmente alla storiella del salvataggio della Lazio "per motivi di ordine pubblico"?

No, dai, sarebbe un perfetto idiota e mi rifiuto di credere che all'Espresso assumano perfetti idioti.



O no?....

Flammarion

Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #90 : Giovedì 1 Marzo 2012, 20:09:20 »
Ma perché, adesso dove lavora richard Moon?
Tutti i peggio, i più faziosi, virulenti e nafiosi vengono assunti dai grandi giornali.

Offline DinoRaggio

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #91 : Giovedì 1 Marzo 2012, 20:29:08 »
Il requisito principale per entrare in quel Gruppo editoriale ce l'hanno. E no, non è quello di essere un giornalista.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Fabio70rm

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Re:FUORI GIOCO (Calcio e potere)
« Risposta #92 : Venerdì 2 Marzo 2012, 11:24:13 »
Poi dice che in Italia si leggono pochi giornali, settimanali e mensili.....
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!