Autore Topic: Cerracchio, articolo del 22 Febbraio 2012  (Letto 3197 volte)

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Offline robylele

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Re:Cerracchio, articolo del 22 Febbraio 2012
« Risposta #80 : Venerdì 24 Febbraio 2012, 13:58:26 »
scusate, mi rivolgo ai pasdaran di taluni giornalisti..

Ma questo:

La società lascia filtrare verità allarmanti: Biava e Stankevicius pronti a giocare a Palermo ed esclusi dal tecnico per provocazione, per ripicca dopo il mercato di indebolimento di gennaio. Quando si arriva a questo, addirittura a un confronto all’americana con lo staff medico, la frittata è già fatta.

E' veritiero o é una balla? Ne sapete qualcosa?
Sono un semplice tifoso, vorrei saperne di più.
'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline es

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Re:Cerracchio, articolo del 22 Febbraio 2012
« Risposta #81 : Venerdì 24 Febbraio 2012, 14:04:07 »
scusate, mi rivolgo ai pasdaran di taluni giornalisti..

Ma questo:

La società lascia filtrare verità allarmanti: Biava e Stankevicius pronti a giocare a Palermo ed esclusi dal tecnico per provocazione, per ripicca dopo il mercato di indebolimento di gennaio. Quando si arriva a questo, addirittura a un confronto all’americana con lo staff medico, la frittata è già fatta.

E' veritiero o é una balla? Ne sapete qualcosa?
Sono un semplice tifoso, vorrei saperne di più.

Ti posso dare un consiglio?diffida, diffida, e ancora diffida dei bene informati,soprattutto in momenti come questi;qualunque sia il tuo pensiero,e soprattutto se ben conosci il loro,in un senso o nell'altro esso sia volto  :)
La bestia che io vidi era simile a un lupo.Di essa nessuno conosceva l’origine;ma la seconda bestia,nera d’inchiostro, le diede la sua forza: un principio, attraverso un anno e un luogo;e poi anche una storia, un trono ed una falsa potestà.

Offline robylele

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Re:Cerracchio, articolo del 22 Febbraio 2012
« Risposta #82 : Venerdì 24 Febbraio 2012, 14:13:22 »
Ti posso dare un consiglio? diffida, diffida, e ancora diffida dei bene informati, soprattutto in momenti come questi

benvenuto!  (ho come il presentimento che virtualmente già ci conosciamo..)


il consiglio é saggio e lo seguirò.

dovunque mi giro, fosse al bar come allo stadio come sui giornali, trovo gente bene informata che sa scegliere poi anche i momenti giusti per fare il bene della Lazio.

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Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

GoldenEagle

Re:Cerracchio, articolo del 22 Febbraio 2012
« Risposta #83 : Venerdì 24 Febbraio 2012, 21:32:47 »
Ci sono due "logiche" di discussione che non sono "logiche", ma antilogiche, e che si insegna a chi deve fare qualsiasi forma di comunicazione a rifiutare a monte: quella della "impossibilità di esclusione" (esempio: siccome non puoi dimostrare che i Puffi non vivono al centro della Terra, parliamo di questi Puffi e della loro organizzazione sociale) e quella della "negazione per conferma" (se Klose non ci fosse, la Lazio non ce lo avrebbe: grazie al cazzo). il fatto che un giornalista professionista cada e perseveri in questi errori graverrimi mi fa fortemente dubitare che sia stato Cerracchio, a scrivere quelle cose: ma l'articoless articolo è firmato e mi tocca prenderne atto.

Offline LongJohn

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Re:Cerracchio, articolo del 22 Febbraio 2012
« Risposta #84 : Sabato 25 Febbraio 2012, 00:50:36 »
Nell'universo di riferimento laziale si convive da tempo con gli effetti del paradosso. Ma si tratta di un paradosso anche piuttosto subdolo: appunto “risultanza” che si avverte in superficie, mentre dall' “ipocentro decisionale” emergono i segni di una radice societaria intuitivamente identificabile con assenza di reale ambizione sportiva (Calcio). Verrebbe da ricorrere ad espressioni eccentriche come “base di disinteresse interessato” (coerentemente ad un tale contesto, a volte anche le espressioni da adottare possono passare per vie paradossali).

L'allenatore Reja rappresenta la scelta, come altre, di chi è responsabile delle sorti della S.S. Lazio. Così come la perpetuazione del rapporto di lavoro in questione. E anche da qui prendono corpo una serie di paradossi: nella fattispecie, sarebbe contestuale rendere sufficientemente nitida la dimensione calcistica del mister biancoceleste, perché ogni scelta adoperata può variare a seconda delle finalità societarie e delle circostanze, quindi assumere significati diversi pur appartenendo ad una stessa radice.

Le manifestazioni di abbandono da parte di Edoardo Reja ricompaiono in un momento secondo me poco comprensibile: dal comportamento post Lazio-Genoa, che evidenzia una dose di insicurezza professionale, dai contenuti estremamente sconvenienti in quanto la reazione si materializza in un periodo che avrebbe dovuto invece favorire convinzioni personali per una squadra da lui fortemente approvata e anzi plasmata a sua preferenza (nonché per l'appoggio ufficiale della società); alle dimissioni di questa settimana che fanno uso di uno alibi effettivo (uno nel senso di unico al quale può appellarsi: ossia quello di un mercato in cui dalla metà di Gennaio in poi sono usciti Sculli e Cissè, giocatori che ha voluto o avallato in prima persona e che non sono stati sostituiti secondo le sue indicazioni tecniche). Per quanto riguarda l'allenatore, poi, la faccenda delle integrazioni a centrocampo (la validità tecnica del reparto trova comprova oggettiva addirittura nella vittoria contro il Milan, quando in blocco si impone come autentico ago della bilancia) devono relazionarsi esclusivamente alle defezioni datate o improvvise di un paio di elementi (Brocchi e Cana) e di conseguenza limitarsi alla richiesta di alternative della stessa dimensione: a pretenderle invece come segno di salto di qualità avrebbe dovuto la società stessa e ad aspettarsele a pieno diritto i tifosi nell'ottica della fedeltà ad un rafforzamento continuo.
Esiste però una netta differenza tra l'avere la possibilità di contare su un alibi e usarlo: se Reja avesse presentato dimissioni (irrevocabili) subito dopo Lazio-Milan avrebbe dato reale priorità all'intenzione di dissociarsi dalla società in quanto immediate rispetto alla chiusura del mercato e senza aspettare l'esito di una serie di risultati, un segnale concretamente rispettabile e l'alibi potenziale non avrebbe avuto il tempo di crescere quanto a soluzioni di agio; una partita che peraltro, a 24h dal deadline, è coincisa con una vittoria memorabile contro un avversario imbattuto da 14 anni, di conseguenza la squadra non stava certo affondando.
Le dimissioni di oggi, dopo le recenti disfatte sul campo e al contempo alla luce dello scorso quinto posto finale da migliorare (attualmente quarto), risultano poco chiare perché gli stessi attendibili oggetti (specificamente nati a gennaio) della sua rivendicazione esistevano già al tempo della vittoria contro i rossoneri: ad eccezione di quel giorno dal contenuto speciale, la carta delle dimissioni proietta ineluttabilmente una figura professionale dalla natura debole. Peraltro in questo modo, indipendentemente dall'esito dell'episodio, le reazioni di Reja hanno riproposto un ulteriore contributo di teatralità della quale la Lazio non avrebbe avuto bisogno...

Reja a fronte di tutte le proprie responsabilità tecniche, da metà gennaio ha percepito un danno, effettivo ma parziale e transitorio (perché le squadre si fanno in estate e perché alcuni “suoi” obiettivi estivi sono sfumati nel fallimento tecnico); la società è responsabile al contempo della dimensione dell'allenatore e delle lacune di mercato. I danni veri e propri li patisce la Lazio.

Opportuno distinguere comunque tra quello che dovrebbe garantire la società, quello che hanno il diritto di aspettarsi i tifosi e quello che può pretendere l'allenatore. Non sempre v'è coincidenza...
La Var è un abominio. E' uno stupro fantascientifico alla storia del calcio. Prima che un'arma micidiale in mano alla mafia.