www.corrieredellosport.itLa scorsa stagione allo Stadium parò il rigore a Dybala, che valse i tre punti. Ora torna a Torino sognando altri miracoli, consapevole che la Juventus quest'anno può contare su RonaldoROMA - Voleva volare e volò. Fu un tuffo nell’immensità. In quel momento, al novantaseiesimo di Juve-Lazio del 14 ottobre 2017, oltre la zona Cesarini, è nata la favola di Thomas Strakosha. Era ancora un ragazzo di 22 anni che doveva realizzarsi, parò il primo rigore da professionista. Quel tuffo fu un colpo di vento. Si lanciò alla sua destra, bloccò il rigore di Dybala, sarebbe stato il 2-2. Aspettò fino all’ultimo, scelse l’angolo giusto, salvò la Lazio, cambiò la storia. Quindici anni dopo l’ultima vittoria in casa Juve, i biancocelesti dissero grazie a Strakosha. Finalmente, la Real casa, non si rivelò “maledetta”. Oggi, Strakosha, prepara un’altra Juve-Lazio, studiando Ronaldo. I numeri di CR7 vanno oltre la scienza, i suoi tiri sono missili, nel 2014 ne ha scagliato uno a 132 km/h. Punizioni con l’effetto a scendere, rigori. Tutti sanno chi è Ronaldo, di cosa è capace, quando tira il più delle volte bisogna chiudere gli occhi e sperare... Non si sa invece quanto possa ancora inventare. Sabato, alla prima a Torino, dopo il digiuno di Verona, il gol lo cercherà ossessivamente. Strakosha studia a Formello e si porta i compiti a casa per arrivare preparato, il più possibile. Il suo cuore già trilla.
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