Autore Topic: Una storia italiana  (Letto 863 volte)

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Offline Centurio

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Una storia italiana
« : Mercoledì 23 Novembre 2011, 20:12:24 »
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"Cinque anni fa, il 23 giugno del 2005, una sera dopo il cinema, mentre sta 
tornando a casa sullo scooter, Flavio, mio figlio, 27 anni, trova la morte 
quando una Smart, guidata da un ragazzo che non ha ancora la patente, ma solo 
il foglio rosa, invade improvvisamente la sua corsia di marcia.

Quel ragazzo oltre a non poter guidare in assoluto senza un adulto accanto 
(con lui c'è un amico minorenne), non potrebbe guidare comunque quella Smart 
affidata in comodato d'uso esclusivo al CONI e di cui dispone personalmente il 
Presidente Gianni Petrucci, suo padre.

L'afflosciamento della gomma posteriore destra ha provocato uno scarto della 
Smart verso il lato destro della strada, ma Niccolò Petrucci anzichè lasciarla 
accostare nel lato dello sbandamento sterza violentemente a sinistra e invade 
trasversalmente la corsia opposta parandosi davanti allo scooter di Flavio e 
sfiorando la coda di altro motorino che lo precede.
L'ipotesi è di omicidio colposo.

A settembre, dopo tre mesi, sono completate le tre perizie disposte dal 
pubblico ministero e sarebbero acquisiti tutti gli elementi probatori per 
sostenere l'accusa di omicidio colposo o rigettarla. 
Eppure passano più di due anni e continue proroghe richieste dai difensori di Niccolò 
Petrucci e accolte, per il differimento dei termini di conclusione degli 
accertamenti, prima che arrivi finalmente la decisione del rinvio a giudizio; l'udienza preliminare è fissata nel luglio 2008.

Il processo può iniziare, ma iniziano anche le tecniche dilatorie che mirano 
ad arrivare alla prescrizione.
 Impegni dei difensori, anche la malattia terminale, nota da tempo, che toglie 
di scena da subito l'Avvocato Ugo Longo, uno dei due avvocati di fiducia di 
Petrucci, viene utilizzata per chiedere all'inizio dell'udienza per 
l'escussione dei testimoni, di spostare ad altra data per consentire al nuovo 
difensore di acquisire gli atti e via di questo passo.

Ogni rinvio vale da sette a nove mesi e così arriviamo a dicembre 2009 ad aver 
verbalizzato le dichiarazioni di solo due testimoni.
L'escussione di altri due, già convocati nelle due udienze precedenti e non 
ascoltati, è rinviata al 26 marzo di quest'anno, ma nuovo colpo di scena.
Stavolta è il giudice che annuncia di essere stata trasferita alla Corte 
d'Appello di Roma e che quindi, tra nomina del nuovo giudice e tempo per 
prendere visione degli atti, "è ragionevolmente costretta a fissare la nuova 
udienza solo per dicembre 2010".

Ma non basta, la legge richiede l'assenso dei difensori all'utilizzo delle 
deposizioni già acquisite in caso di cambio del giudice; la difesa naturalmente 
non acconsente e così a dicembre tutto ripartirà dall'inizio, come se sinora 
non fosse accaduto nulla.
Vuol dire che restano da ascoltare di nuovo i due testi per acquisire le 
testimonianze dei quali erano stati necessari tre anni di corte udienze e 
lunghi rinvii, oltre ad altri quattro testi del Pubblico Ministero ed a quelli 
della difesa.

Sono passati cinque anni dalla morte di Flavio, è un giudizio per omicidio 
colposo, non per un furto di mele, ma non è successo assolutamente nulla.
 Normale? giusto? comprensibile?
 No, certo che no, è ingiusto, una beffa amara e dolorosa. 
Nel frattempo ho partecipato a tutte le indecorose tappe di questo modo di 
fare giustizia che offende la giustizia.

Tempi biblici, udienze iperaffollate in cui un giudice convoca testimoni, che 
aspettano inutilmente ore di essere ascoltati con la minaccia di un 
procedimento penale qualora non si presentino, sapendo che non sarà in grado 
di interrogarli perchè ha fissato nella stessa giornata decine di udienze, 
rituali e procedure formali il cui senso sfugge alla comune comprensione, 
espedienti e cavilli, bizzarri principi giuridici per i quali se la famiglia ha 
ottenuto il risarcimento del danno dalla compagnia d'assicurazione dell'auto concessa in comodato d'uso al CONI, un indennizzo economico (peraltro come avrebbe voluto Flavio devoluto in beneficenza), non ha diritto 
per questo ad essere parte attiva nel processo penale, come se l'indennizzo 
annullasse la possibilità di partecipare all'accertamento del reato.

Potrei continuare all'infinito, citando le terribili, lancinanti, amarezze che 
affronta chi aspetta di veder fatta giustizia.
 Me le sono caricate tutte e non ho mancato un'udienza; è un terribile dolore 
sentir parlare della sua morte, ma Flavio è parte vitale di me stesso e potrei 
essere assente da qualcosa che mi coinvolge in modo totale? 
Chi non lo farebbe se questo riguardasse l'accertamento della verità e della 
responsabilità nella morte della persona più cara che hai al mondo?

So benissimo che la fine sarà un nulla, che molto probabilmente la strategia 
dilatoria riuscirà e il presunto reato finirà in prescrizione e che in ogni 
caso il massimo risultato che io e mia moglie possiamo sperare è una condanna a 
qualche mese.
 Bella bilancia in cui su un piatto c'è la vita di Flavio e sull'altro nulla o 
quasi.

Sarebbe stato così anche se l'imputato non fosse stato il figlio di una persona 
così potente?
 Sono addolorato, sconfitto, incazzato, travolto dalla rabbia, ancora incredulo 
della realtà della perdita di Flavio... si capisce perchè non riesco a vedere 
il Presidente del CONI in qualsiasi occasione mediatica senza sentire il cuore 
che monta impazzito?"

Fabrizio Brunetti

fonte: dagospia



non commento, troppa é la rabbia per farlo.
sine pennis volare haud facile est

Offline BobLovati

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Re:Una storia italiana
« Risposta #1 : Mercoledì 23 Novembre 2011, 20:46:20 »
Chissá se c´è ancora qualcuno " dalla parte del sig.Petrucci padre "    ::)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline jegue98

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Re:Una storia italiana
« Risposta #2 : Mercoledì 23 Novembre 2011, 21:35:50 »
Tremendo.
Non oso immaginare quanto dolore possa provare questo padre.
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Offline aquilafelyx

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Re:Una storia italiana
« Risposta #3 : Mercoledì 23 Novembre 2011, 23:39:22 »
e la chiamano giustizia .......
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Giglic

Re:Una storia italiana
« Risposta #4 : Giovedì 24 Novembre 2011, 06:27:19 »
Qualcuno sa come poi sta proseguendo la storia? Il racconto è fermo al 2010.

CiPpi

Re:Una storia italiana
« Risposta #5 : Giovedì 24 Novembre 2011, 11:40:11 »
in giro non c'e' niente di piu' recente della lettera, ma ho trovato quello che potrebbe essere l'unico articolo, ma indirettamente tramite forum, dell'epoca sul fatto.

[quote http://www.freefans.net/forum/lofiversion/index.php/t15010.html]
Flavio Brunetti 28 anni, è morto sul colpo


Alla guida della Smart senza patente: investe e uccide un motociclista

Forse l'esplosione di una gomma. Forse una disattenzione. Lo dirà l'inchiesta. Fatto sta che l'altra sera lo scontro tra un auto e una moto, nella zona dell'Acqua Acetosa, ha cancellato la vista di un uomo e sconvolto per sempre la vita di un ragazzo appena maggiorenne. Niccolò Petrucci, non ancora patentato (ha solo il foglio rosa), figlio del presidente del Coni, era alla guida di una "Smart" in lungotevere Salvo D'Acquisto, quando la macchina ha invaso l'altra corsia e ha preso in pieno uno scooter. Il motociclista, Flavio Brunetti, 28 anni, del Nuovo Salario, è morto sul colpo e i testimoni, dopo aver tentato invano di soccorrere la vittima, hanno visto il giovane Petrucci, "allibito e disperato".
La tragedia è avvnuta verso mezzanotte e quaranta a pochi metri dall'ingresso della sala bowling dell'Acqua Acetosa. Acanto a Petrucci c'era un amico, suo coetaneo. La dinamica, secondo i vigili urbani del II Gruppo, che hanno eseguito i rilievi, sembra "abbastanza chiara", ma non lo sono le cause che possono averla determinata. Diversi testimoni hanno confermato che la "Smart" ha invaso la corsia opposta, ma gli agenti della Polizia Municipale, nel loro rapporto, hanno scritto che l'autovettura "presentava chairamente uno pneumatico lacerato".
"Ora - dice uno degli ufficiali che ha ispezionato la vettura e il luogo dell'incidente - si tratterà di capire se la macchina ha sbandato per errore, per imperizia della persona al volante o perché l'esplosione di una gomma l'ha resa incontrollabile. Il legale della famiglia (Petrucci) ha preannunciato ai vigili urbani la presentazione di una memoria difensiva parlando di "scoppio di una gomma". L'automobile secondo i primi rilievi "non andava particolarmente veloce" e il conducente "non era in stato di ebbrezza".
l'inchiesta tuttavia è alle prime battute. Niccolò Petrucci, studente liceale, è indagato per "omicidio colposo e guida senza patente". L'indagine è affidata al pubblico ministero Giovanni Bombardieri. "il foglio rosa - ricorda la Polizia Stradale - non autoriza alla guida a meno che accanto al principiante non ci sia una persona con una patnete conseguita da almeno dieci anni". La "Smart", un'autovettura in dotazione al Coni, doveva trovarsi nell'autorimessa di casa Petrucci a corso Francia. Il presidente del Comitato Olimpico Nazionale in questi giorni era in Spagna per lavoro.

Da "Il Messaggero" di Luca Lippera.
[/quote]

aldila, che questi sarebbero i casi piu' adatti per citari i tarzan del Celotaph figli di chitarristi VDM, una piccola curiosita' a lato (purtroppo, perche' visto che Facebook, e con 'lui' immagino molte persone incluso me, scopre la storia solo oggi vuol dire che l'insabbiatura e' ben avviata)

...l'Avvocato Ugo Longo, uno dei due avvocati di fiducia di 
Petrucci,...

non e' un caso di omonimia, giusto?