Prendendo spunto dall'interessante topic di Baruch su Zarate e il bambino che è in noi, vorrei spezzare una lancia a favore di quel povero adulto che cerca di affacciarsi, tra mille difficoltà, nel nostro Io, a quel poco di razionale che riusciamo a formarci nella nostra esistenza.
Ebbene mister Reja, con la sua veneranda età, rappresenta per noi ultraquantenni un pò insoddisfatti e insicuri del futuro, un vero e proprio esempio, una pietra miliare, un faro, qualcosa a cui poterci attaccare nei momenti di maggiore sconforto.
La vita non finisce a quarant'anni, la vita ti può riservare le maggiori soddisfazione magari proprio a 65 anni, dopo una vita vissuta nel grigiore e nella mediocrità dei "campetti di periferia".
Grazie mister Reja e, come direbbero i gggiovani: "Non mollare mai.... e la prostata non sarà più uno spauracchio!"