Autore Topic: Insulti a Coni, Palazzi chiede 3 mesi inibizione Lotito e 200 mila euro multa  (Letto 4029 volte)

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jumpingjackflash

Re:Insulti a Coni, Palazzi chiede 3 mesi inibizione Lotito e 200 mila euro multa
« Risposta #40 : Lunedì 22 Agosto 2011, 16:43:42 »
Per uletriore informazione, dal Fatto del 18 agosto:

Stasera alle 20 e 45, allo stadio Olimpico di Roma, i modesti macedoni del Rabotnicki Skopje potrebbero essere inconsapevoli testimoni del primo sciopero della casta: la diserzione da tribune d’autorità e d’onore per protesta contro il presidente latinista della Lazio Claudio Lotito. Le ragioni dello scontro sono appendice di una guerra più vasta, che da mesi oppone Lotito al Coni di Gianni Petrucci, laziale allevato alla scuola dc dei Matarrese poi vicino a Cesare Previti. La questione riguarda il canone d’affitto dell’Olimpico, di proprietà del Coni, e tra debiti e pagamenti Lotito non vuole più riconoscere a Petrucci la bellezza di 1311 posti gratis per ministri, sottosegretari, manager pubblici, direttori di giornali, consiglieri regionali, provinciali, comunali e di circoscrizione, portaborse finanche uscieri e autisti di Palazzo. Così suddivisi: il 50 per cento della tribuna autorità (115 posti); due palchi d’onore (25); l’intera tribuna d’onore destra (411), 60 posti in tribuna d’onore sinistra; 400 in tribuna Monte Mario; 200 posti di servizio; infine 100 nei distinti. Tutti “portoghesi” autorizzati. Per stasera, invece, la Lazio ha concesso al Coni “solo” 350 tagliandi omaggio, quasi mille in meno, e Petrucci potrebbe non ritirarli per protesta.
 
A ROMA, l’ingresso gratuito all’Olimpico è uno status symbol radicato, ambitissimo e bipartisan. Una volta era il vezzo ostentato dal generone romano di matrice andreottiana. Oggi si va dal neocomunista Marco Rizzo al falco finiano di Fli Fabio Granata. La lista è molto lunga. Se si prendono in esame solo le partite di cartello degli ultimi due campionati, sulle poltroncine imbottite di colore blu con lo stemma del Coni si notano in ordine sparso: Casini, Fini, Gasparri, Cicchitto, Matteoli, Fiori, D’Alema, Rutelli, Meloni, Previti, l’ex dg della Rai Masi con la fidanzata, il direttore di Panorama Mulè, quello del Tg5 Mimun, La Russa, Romano, Micciché, Alfano, Nitto Palma, l’ex governatore del Lazio Marrazzo, Elio Vito, l’ex moglie di Fini Daniela Di Sotto e pure il figlio del capo dello Stato, Giulio Napolitano. In prevalenza romanisti e laziali, i politici (un tempo a deputati e senatori bastava esibire il tesserino da parlamentare ma oggi non è più così) di solito si rivolgono a Petrucci a metà settimana. Comunicano la quantità di biglietti desiderati poi mandano gli autisti a ritirarli. Una pacchia. E quando c’è il derby della Capitale in tribuna autorità si registra il pienone di leader, almeno 60 posti in piedi sono riservati agli uomini delle scorte. Scrocconi e violenti anche, a volte. Accadde a metà settembre del 2004. Esordio stagionale della Roma in Champions League contro gli ucraini della Dinamo Kiev. Alla fine del primo tempo rissa in campo per l’espulsione del giallorosso Mexes e una monetina da un euro colpisce l’arbitro Frisk. Partita sospesa. L’euro alla testa di Frisk arriva dalla tribuna d’onore destra. Rabbia e scandalo. Paolo Cento dei Verdi, e presidente del Roma Club di Montecitorio propose: “Basta coi privilegi. I politici vanno in tribuna solo per fare passerella. Diamo questi posti ai giovani che non possono permettersi lo stadio”. Sette anni dopo, quando a Roma sono arrivati gli americani nel calcio, la prima cosa che ha chiesto Tom DiBenedetto, assistendo a una partita dei giallorossi, è stata questa: “Quanto pagano questi signori in tribuna?”. Risposta: “Nulla”. E DiBenedetto, rispetto a Lotito, al Coni cede almeno 2mila biglietti gratis. Per la cronaca: gli abbonamenti in tribuna d’onore costano 4.300 euro per la Roma e 3.600 per la Lazio.
 
ALL’OLIMPICO si entra gratis non solo grazie al Coni. Altro status symbol sono i palchetti degli sponsor e le tessere di enti vari (la Rai ne acquista una decina all’anno come “spese di rappresentanza”). Sulla contesa dei posti nei palchetti, sono memorabili le intercettazioni uscite nel 2009 dell’inchiesta della procura di Velletri sugli Angelucci, i re delle cliniche proprietari di Libero . In questo caso, i biglietti omaggio per l’Olimpico sono offerti a politici e funzionari della Regione Lazio. Ma col derby le richieste sono troppe e Giampaolo Angelucci, figlio di Antonio deputato del Pdl, chiama la segretaria: “Cecì me date qualche aggiornamento sull’elenco dei biglietti? Voglio sapere i nomi uno per uno”. Risponde la segretaria Cecilia: “Allora Luigi Canali nel palco, Gerardo Venezia, due di Mauro Casamatta, uno di Trivelli, Mauro Fabris, Francesca Cenci e Daniela Rosow in palco. In tribuna ci sono due Guidi, poi due presidente Antobio, due Vallone, due Tribelli e due Mastronardi ”. La discussione prosegue per un po’ e le ultime parole del giovane Angelucci sono: “Non è che questi ce possono mandà i parenti”. Da Roma al resto d’Italia. Un mese fa a Milano, Marco Cappato dei Radicali ha scoperto che per ogni evento sportivo e musicale al Meazza 320 biglietti omaggio vanno a Palazzo Marino. A Napoli, invece, quattro anni fa ci fu una mozione bipartisan per consentire ai consiglieri comunali di entrare al San Paolo non solo gratis ma anche senza controlli: “Il comportamento degli addetti ai controlli è costantemente irriguardoso, irrispettoso e offensivo sia nell’identificazione dei consiglieri sia nelle maleducate richieste di esibizione documenti al varco”. L’incredibile mozione, infine, chiede ai controllori più protezione perché i politici vengono “sovente dileggiati dagli spettatori”. Già.(fabrizio d’esposito)

allo schifo non c'è mai fine  >:(