Autore Topic: Il 29 Luglio e Gaetano Bresci  (Letto 768 volte)

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Bill Kelso

Il 29 Luglio e Gaetano Bresci
« : Sabato 30 Luglio 2011, 00:55:03 »

Non ammazzai Umberto, ammazzai il re, ammazzai un principio


È difficile considerare gli anarchici degli eroi, dato che loro non hanno di certo combattuto per l’Unità. L’azione di Gaetano Bresci, anarchico e libertario, ed emigrato negli Stati Uniti (a Paterson nel New Jersey) come milioni di italiani in cerca di fortuna, però, l'omicidio del cosiddetto "Re buono" Umberto I, ebbe delle conseguenze certamente non previste dall'anarchico: bloccò, anche se solo temporaneamente, l'involuzione autoritaria del Regno d’Italia. Il successore, Vittorio Emanuele III, rinunciò alle misure repressive prese dai governi degli ultimi venti anni dell’ottocento e si affidò a Giolitti per allargare la base di consenso sociale dello stato liberale. E fu anche, forse, il primo passo verso il compimento della vera unità, quella repubblicana che nascerà attorno alla Costituzione nel secondo dopoguerra. Bresci, condannato all’ergastolo per il suo delitto, sarà poi "suicidato" in carcere, come tanti altri prima e dopo di lui nella triste storia di questo nostro splendido paese.

Gli avvenimenti italiani del 98' e le cannonate di Bava Beccaris sui milanesi hanno un eco profonda sugli anarchici di Paterson. A causa degli aumenti incontrollati del pane e della farina i milanesi assaltano i forni. L'insurrezione, passata alla storia come "la rivolta dello stomaco" , dura vari giorni , per poi esser repressa brutalmente dal generale Bava Beccaris, che su ordine del Re arriva a cannoneggiare i rivoltosi. Pochi mesi dopo Umberto I conferisce al generale la Croce dell'ordine militare dei Savoia.
Dall’altra parte dell’oceano, nelle riunioni anarchiche si chiede l’omicidio del re. Non si è mai riuscito a ricostruire l’esistenza di un vero e proprio complotto, anche se molti sostengono che Bresci venga scelto  per assassinare Umberto I con un sorteggio tra gli anarchici del posto. E’ in quel periodo che abbandona la sua passione per la fotografia e inizia a dedicarsi al tirassegno con la rivoltella.

Il 29 Luglio a Monza si prepara un saggio ginnico, che si  assicura la partecipazione del Re alla premiazione. Quel giorno re Umberto, a causa del caldo, decide di viaggiare con la carrozza scoperta e rifiuta la maglia d'acciaio che indossa in ogni uscita pubblica dopo l'attentato fallito di Passanante. Al termine di una giornata di giochi e di premiazioni, seguite da una marea di pubblico in festa, mentre il Re risale sulla carrozza che lo avrebbe riportato alla sua residenza, partono i tre colpi di pistola, di cui uno al cuore, provocandone la morte quasi immediata.
Bresci, approfittando della confusione, cerca di dileguarsi ma viene bloccato, e solo l'intervento dei carabinieri lo salva dal linciaggio. Portato in carcere, viene immediatamente interrogato e descrive gli eventi, smentendo però ripetutamente di aver fatto parte di un complotto. La sua è stata una decisione individuale.

Il processo si svolge con estrema velocità. Bresci chiede di essere difeso da Filippo Turati, già difensore di vari sovversivi, ma questi si rifiuta per salvaguardare il Partito Socialista, in quei giorni accusato di complicità morale con i terroristi anarchici. Viene infine difeso dall'avvocato anarchico Francesco Saverio Merlino, che cerca in ogni modo di mostrare la natura politica dell’eccidio ma la Corte, che ha l’ordine di far presto, lo invita ad attenersi ai fatti, e, in dieci ore, arriva la sentenza: ergastolo con sette anni di segregazione cellulare.
Bresci viene tenuto segregato per tre mesi a San Vittore; poi trasferito a Portolongone e rinchiuso nella stessa cella in cui era stato segregato Passanante. Ma il luogo non viene considerato sicuro, così Bresci viene trasferito nel penitenziario di Santo Stefano a Pantelleria. La preoccupazione della polizia deriva dalla segnalazione che l'ex regina di Napoli, Maria Sofia di Borbone, avrebbe offerto premi in denaro agli anarchici che avessero liberato Bresci. Pochi mesi dopo da S. Stefano giunge la notizia che si è impiccato con un asciugamano.

In ricordo di Gaetano Bresci, autentico rivoluzionario.


Giglic

Re:Il 29 Luglio e Gaetano Bresci
« Risposta #1 : Sabato 30 Luglio 2011, 06:20:23 »
Non ammazzai Umberto, ammazzai il re, ammazzai un principio


È difficile considerare gli anarchici degli eroi, dato che loro non hanno di certo combattuto per l’Unità. L’azione di Gaetano Bresci, anarchico e libertario, ed emigrato negli Stati Uniti (a Paterson nel New Jersey) come milioni di italiani in cerca di fortuna, però, l'omicidio del cosiddetto "Re buono" Umberto I, ebbe delle conseguenze certamente non previste dall'anarchico: bloccò, anche se solo temporaneamente, l'involuzione autoritaria del Regno d’Italia. Il successore, Vittorio Emanuele III, rinunciò alle misure repressive prese dai governi degli ultimi venti anni dell’ottocento e si affidò a Giolitti per allargare la base di consenso sociale dello stato liberale. E fu anche, forse, il primo passo verso il compimento della vera unità, quella repubblicana che nascerà attorno alla Costituzione nel secondo dopoguerra. Bresci, condannato all’ergastolo per il suo delitto, sarà poi "suicidato" in carcere, come tanti altri prima e dopo di lui nella triste storia di questo nostro splendido paese.

Gli avvenimenti italiani del 98' e le cannonate di Bava Beccaris sui milanesi hanno un eco profonda sugli anarchici di Paterson. A causa degli aumenti incontrollati del pane e della farina i milanesi assaltano i forni. L'insurrezione, passata alla storia come "la rivolta dello stomaco" , dura vari giorni , per poi esser repressa brutalmente dal generale Bava Beccaris, che su ordine del Re arriva a cannoneggiare i rivoltosi. Pochi mesi dopo Umberto I conferisce al generale la Croce dell'ordine militare dei Savoia.
Dall’altra parte dell’oceano, nelle riunioni anarchiche si chiede l’omicidio del re. Non si è mai riuscito a ricostruire l’esistenza di un vero e proprio complotto, anche se molti sostengono che Bresci venga scelto  per assassinare Umberto I con un sorteggio tra gli anarchici del posto. E’ in quel periodo che abbandona la sua passione per la fotografia e inizia a dedicarsi al tirassegno con la rivoltella.

Il 29 Luglio a Monza si prepara un saggio ginnico, che si  assicura la partecipazione del Re alla premiazione. Quel giorno re Umberto, a causa del caldo, decide di viaggiare con la carrozza scoperta e rifiuta la maglia d'acciaio che indossa in ogni uscita pubblica dopo l'attentato fallito di Passanante. Al termine di una giornata di giochi e di premiazioni, seguite da una marea di pubblico in festa, mentre il Re risale sulla carrozza che lo avrebbe riportato alla sua residenza, partono i tre colpi di pistola, di cui uno al cuore, provocandone la morte quasi immediata.
Bresci, approfittando della confusione, cerca di dileguarsi ma viene bloccato, e solo l'intervento dei carabinieri lo salva dal linciaggio. Portato in carcere, viene immediatamente interrogato e descrive gli eventi, smentendo però ripetutamente di aver fatto parte di un complotto. La sua è stata una decisione individuale.

Il processo si svolge con estrema velocità. Bresci chiede di essere difeso da Filippo Turati, già difensore di vari sovversivi, ma questi si rifiuta per salvaguardare il Partito Socialista, in quei giorni accusato di complicità morale con i terroristi anarchici. Viene infine difeso dall'avvocato anarchico Francesco Saverio Merlino, che cerca in ogni modo di mostrare la natura politica dell’eccidio ma la Corte, che ha l’ordine di far presto, lo invita ad attenersi ai fatti, e, in dieci ore, arriva la sentenza: ergastolo con sette anni di segregazione cellulare.
Bresci viene tenuto segregato per tre mesi a San Vittore; poi trasferito a Portolongone e rinchiuso nella stessa cella in cui era stato segregato Passanante. Ma il luogo non viene considerato sicuro, così Bresci viene trasferito nel penitenziario di Santo Stefano a Pantelleria. La preoccupazione della polizia deriva dalla segnalazione che l'ex regina di Napoli, Maria Sofia di Borbone, avrebbe offerto premi in denaro agli anarchici che avessero liberato Bresci. Pochi mesi dopo da S. Stefano giunge la notizia che si è impiccato con un asciugamano.

In ricordo di Gaetano Bresci, autentico rivoluzionario.

Applausi a scena a aperta a Bill.
Ed un pensiero a Bresci, morto suicida (è suicida per davvero, BK, non è un complotto, una volta tanto) per non fare la fine di Passanante - che a Portolongone impazzi. La tortura più brutale subita da essere umano che la storia ci abbia trasmesso è stata proprio quella di Passanante, perchè decisa da uno stato e perchè prolungata di 21 anni). Gli anarchici in italia sono stati l'unico elemento serio della lotta politica, eppure erano tutti delle gran brave persone. Peccato lottassero per l'idea sbagliata.
Il monumento a Monza in ricordo dell'evento (monumento ad Umberto I, il "re buono" che voleva annullare lo statuto) fu scheggiato con una selce nel 1911 con la scritta "monumento a Bresci". L'autore del vandalismo era uno che ne avrebbe fatti ben altri e di ben altra gravità: Benito Mussolini, allora anarchico.

schwitters

Re:Il 29 Luglio e Gaetano Bresci
« Risposta #2 : Sabato 30 Luglio 2011, 08:58:39 »
W il pensiero anarchico. Giglic, in un topic su Bresci e sull'ideale anarchico ricordare che mussolini ebbe delle fugaci simpatie anarchiche è pretestuoso e deviante. Te lo dico con la massima stima, ma riflettici. ;)

Giglic

Re:Il 29 Luglio e Gaetano Bresci
« Risposta #3 : Sabato 30 Luglio 2011, 10:15:34 »
W il pensiero anarchico. Giglic, in un topic su Bresci e sull'ideale anarchico ricordare che mussolini ebbe delle fugaci simpatie anarchiche è pretestuoso e deviante. Te lo dico con la massima stima, ma riflettici. ;)

L'anarchia, caro schwitters, è (è stata?) un'avventura meravigliosa e tragica. A partire da Bakunin, passando per Cafiero, Merlino, e soprattutto Malatesta. La storia di gente onesta, sognatrice e perdente, quasi sempre sconfitta ma di quella sconfitta che come dicono gli hidalgos spagnoli è il blasone delle anime belle. Andrebbe rivista tutta con molta più attenzione e soprattutto senza confonderla con quegli "anarco insurrezionalisti" di cui il nostro ministro degli interni si riempie la bocca ogni volta che scoppia un petardo in Italia.
Ricordare il puzzone non è stato sminuire l'anarchia (se ho dato questa impressione me ne scuso) ma proprio il puzzone stesso. Colui che voleva fare un monumento al regicida si inchinò poi al figlio pur prendere il potere. Colui che disse in un dibattito pubblico a Lugano "se Dio esiste gli do due minuti per fulminarmi" (e che diavolo, almeno in quel caso poteva esistere  :) ) si sposò in chiesa nel 1925, e diede con i patti lateranensi un potere al vaticano che prima non aveva.

Soprattutto, tornando all'anarchia, ricordiamo Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti, uccisi sulla sedia elettrica col pretesto di una rapina in banca solo perchè di idee anarchiche.

Prima di morir sul fango della via,
imiteremo Bresci e Ravachol;
chi stende a te la mano, o borghesia,
è un uomo indegno di guardare il sol.


Ricordare, infine, non è mai pretestuoso e deviante, secondo me. E' sempre un aggiungere qualcosa offrendo un altro punto di vista. Ecco, su questo ti chiederei cosa ne pensi tu  :)