Cari amici Laziali,
in questi frangenti di grande ed esaltante tensione sportiva per l’incredibile volata finale che potrebbe portarci in CL, tenteremo di regalare un momento di relax a tutti coloro che amano la Nostra anche per la sua ineguagliabile Storia.
Qualcuno di voi conoscerà il sito LazioWiki che da undici anni si occupa di ricostruire tutte le vicende relative ai colori biancocelesti. Il sottoscritto, di questo nostro progetto no-profit che assomma ormai oltre 22.000 pagine e 120.000 fotografie-documenti ed è a disposizione di chiunque ami lo sport e la Lazio, ne è indegno presidente.
Circa nove anni orsono tutta la Redazione era impegnata a cercar di scoprire dove fosse deceduto e sepolto il Fondatore Arturo Balestrieri. Avevamo già trovato, con un lavoro certosino e complesso, le foto inedite di tutti i nostri Fondatori ed, eccetto il caso di quel diavolo di Giacomo Bigiarelli, avevamo individuato, fotografato e omaggiato le loro tombe (da notare che sia la Lazio Calcio che la Lazio Generale non possedevano, a parte quella di Luigi Bigiarelli, alcuna foto dei Fondatori né, tantomeno, avevano la più pallida idea di dove fossero sepolti).
Ma Arturo ci stava facendo penare. Proprio lui che era il più anziano dei Nove, che aveva battuto numerosi record italiani di marcia e di nuoto, che era arbitro di pugilato, cronometrista, autore di attualissimi libri di tecnica sportiva, antesignano della pallacanestro in Italia e infine acuto giornalista della Gazzetta dello Sport. Colui che amava la Lazio sopra ogni altra cosa e ai suoi colori aveva legato i suoi migliori risultati sportivi e la sua gioventù.
Intere giornate passate in biblioteche, archivi, emeroteche non erano servite a individuare il luogo di sepoltura di Balestrieri.
Di lui durante la seconda guerra mondiale si erano perse le tracce. Non scriveva più per la Gazzetta. Prendemmo contatto con la “rosea” ma ci rendemmo conto che ne sapevano meno di noi. Telefonammo a tutti i Balestrieri reperibili sulla guida telefonica, scrivemmo a vari Comuni. Niente. Il buio assoluto.
Noi di LazioWiki ne siamo convinti. E’ successo tantissime volte in questi undici anni di ricerche.
Siamo tutti razionali, per lo più atei, positivisti. Però. Però ogni volta che ci siamo detti di mollare qualcosa o qualcuno per assenza totale di informazioni, zanghete, è sempre arrivato un segno, un’intuizione, un bagliore (come diceva Michelangelo di certi suoi momenti creativi) che ci consentiva di disvelare il mistero. Accadde puntualmente anche con Arturo. Sembra quasi che questi fantasmi con lenzuola biancocelesti ci sfidino: “non vi dico niente e non vi aiuto; se veramente volete sapere qualcosa di me, dovete schiattare di fatica. Io posso mandarvi, al massimo, un indizio molto labile e sta a voi ricostruire quel che fui e quel che sono” Sono capricciosi ‘sti spiriti Laziali!
Sarebbe troppo lungo raccontare come arrivammo a scoprire che Arturo riposava dal 1945 in una cripta sotterranea del Cimitero di Cremona. Ci siamo andati, abbiamo fotografato, abbiamo pulito e abbiamo lasciato un mazzetto di fiori con i colori del cielo. Poi abbiamo pubblicato tutto su LazioWiki.
Dice, e allora? “A noi ci interessa sapere perché Simone Inzaghi gioca a tre in difesa, perché Milinkovic è moscio come un batuffolo di ovatta bagnata, perché avemo preso tre gol dal 72’ al 76’ a Salisburgo, se Lulic è meglio da esterno o da mezzala. Che ce frega di Balestrieri? Soprattutto in de sti momenti”.
La Lazio è questo ma anche altro. E quest’ “altro” non lo dobbiamo dimenticare perché la nostra Storia pochi la possiedono. Essa è motivo di orgoglio, ma anche di consolazione in circostanze negative. Almeno per noi.
Un mese dopo aver pubblicato le scoperte su Arturo, ci arriva una mail da Albissola, paesino costiero del ponente ligure. Una certa signora Erika Balestrieri, di professione psicologa dell’infanzia, ci ringrazia perché lei, da sempre, avrebbe voluto portare un fiore a suo nonno ma, nonostante le sue ricerche, ignorava dove fosse sepolto il padre di suo padre. Grazie a LazioWiki, aveva potuto portare un fiore a nonno Arturo. Siamo diventati amici e spesso ci siamo ritrovati insieme.
Erika è stata una straordinaria nuotatrice, buon sangue non mente, di gran fondo in acque libere e ancora gareggia nella categoria master. E’ stata iscritta ad una Società di Nuoto di Savona e riesce tuttora a fare tranquillamente 10-20 km in mare aperto. Nel frattempo ha avuto un bambino, Lorenzo, che ora ha cinque anni. Il germe benigno della Lazialità, già sicuramente presente ancorché non ancora manifesto in lei, è esploso incontrollabile e da qualche mese Erika è iscritta e gareggia per la S.S. Lazio Nuoto master in Liguria. Come il nonno Arturo faceva 118 anni fa nel Tevere. Il marito Paolo è giornalista sportivo e partecipa a gare di Ciclismo master con la maglia della Lazio Ciclismo donatagli da LazioWiki .
Infine il tenerissimo Lorenzo: oramai tutta Albissola sa che è il pronipote di un Fondatore della Lazio, veste esclusivamente con materiale ufficiale della Lazio, conosce tutti i nostri giocatori e assiste in TV a tutte le nostre partite. Curiosamente ritiene essere Nani il migliore dei nostri, ma a 5 anni lo si può perdonare.
Venerdì 20 aprile Erika, unica atleta biancoceleste, ha gareggiato al Circolo Aniene per difendere i nostri colori. E’ arrivata seconda senza essere particolarmente allenata. Il giorno dopo Erika, Paolo e Lorenzo, accompagnati da LazioWiki, sono stati ospiti a Formello e i nostri calciatori sono stati gentili e disponibili. I più colpiti nell’apprendere l’ascendenza dei Balestrieri sono stati Lukaku e Leiva. Purtroppo non c’erano né Immobile né Parolo. Con i biglietti omaggio offerti dalla Lazio ieri hanno assistito in tribuna Tevere a Lazio-Sampdoria. Erika con la tuta della Lazio Nuoto e Lorenzo completamente griffato Lazio, hanno tifato come indiavolati con cori cantati a squarciagola, zompi, capriole e abbracci. Diversi netter di Biancocelesti, nostri vicini di posto, si sono commossi fino alle lacrime nel vedere nipote e pronipote di un Fondatore sostenere con tale forza i colori biancocelesti.
Arturo, che era presente in formazione nella famosa Lazio-Virtus 3 a 0 del maggio 1904, sarà stato contento nel vederli. Egli 118 anni fa, ventiseienne ufficiale di cavalleria, suonava con l’ocarina l’inno della Lazio nel momento in cui un atleta diventava socio biancoceleste. Inoltre, aveva ideato un costume da bagno con la cintura su cui era scritto in stampatello S.P. LAZIO. Nei suoi articoli per la Gazzetta, scritti tra gli anni ’20 e ’30, spesso ricordava i primordi della Lazio con accenti nostalgici e commoventi.
Ieri tra lo sventolio delle bandiere di 50.000 spettatori, la Lazio portava ancora quei colori bellissimi e per quella maglia si batteva e, infine, vinceva. Balestrieri contribuì, insieme ad altri otto sognatori, a creare una società che ha attraversato mille e mille tempeste, ma mai dimenticando i valori primigenii che l’hanno resa unica nel panorama sportivo italiano e non solo.
Erika, Paolo e Lorenzo intendono continuare a trasmettere e onorare questi valori.
Ci andava di condividere con voi questa storia. Se vi abbiamo annoiato, scusateci. LazioWiki a queste cose, però, ci tiene molto.