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Musi lunghi. Poca voglia di ridere e scherzare. E’ questa la Lazio che alle 20.19 è rientrata a Roma con un volo Alitalia proveniente da Trieste. L’unico ad avere voglia di crederci è ancora il presidente della Lazio Claudio Lotito. “Non abbiamo giocato bene, è vero. Ma non siamo mai aiutati dalla fortuna”. Si muove da una parte all’altra dell’aeroporto di Trieste in attesa che qualcuno chiami l’imbarco del volo. Va da una parte all’altra del salone che ospita la squadra, anche lei in attesa di salire in aereo. “Eppure
ci credo ancora. Credo ancora che qualcosa possa accadere”. Gli si avvicina un tifoso nero di rabbia. “Sono venuto fino a Udine per sostenere la squadra. Alla fine del primo tempo me ne sono andato. Non è giusto che vada a finire in
questo modo”. Lotito lo ascolta, vorrebbe abbracciarlo. Ma si contiene e in silenzio assiste al suo sfogo. “Kozak doveva entrare prima”-continua il tifoso. “Ma perché Garrido non è uscito prima? Lo capisci presidente che abbiamo
buttato al vento una stagione per quel rigore tirato in quel modo?”. Lotito è pietrificato ma riesce a consolarlo. “Ci credo ancora. Ci sono ancora due partite. Dispiace anche a me di come sia andata questa partita. Reagiremo. Ci sono ancora due partite. Ce la giocheremo fino all’ultimo minuto e poi vedremo”. Si gira e se ne va. Raggiunge un altro gruppo di giocatori, poi va da Bizzarri ma non c’è più tempo. Comincia l’imbarco. La Lazio sale sull’aereo dove il silenzio sarà assordante. Durante il volo un bambino si agita troppo. Si sente poco bene. L’intervento del dott. Bianchini è tempestivo. Il bambino si tranquillizza. Alle 20.19 l’aereo atterra. La Lazio è di nuovo a Roma. Nessun tifoso all’aeroporto. Non c’è voglia neanche di contestare. Martedì ci si ritrova tutti a Formello per la ripresa degli allenamenti.
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