Autore Topic: L'irresistibile declino del Wolfsburg  (Letto 727 volte)

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Offline Baruch

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L'irresistibile declino del Wolfsburg
« : Sabato 7 Maggio 2011, 20:33:43 »
Due anni fa erano tra i più belli e chiacchierati d'Europa. Prima Bundesliga vinta nella storia (peraltro con Barzagli centrale di difesa e Zaccardo a centrocampo), una coppia d'attacco (Grafite-Dzeko) che aveva superato il record di Muller-Hoeness mettendo a segno 54 gol in campionato. L'anno successivo Magath lascia, il nuovo allenatore non va, cambiano in inverno, uscendo prima dalla Champions e poi dall'Europa League (nei quarti col Fulham), e finendo ottavi in patria. Quest'anno gli acquisti roboanti di Diego (15.5 milioni) e Kjaer (12.5), l'arrivo di Friedrich, titolare fisso della nazionale, del miglior giocatore dell'ultimo campionato croato, Mandzukic, ma soprattutto, la resistenza alle pretese di mezz'Europa per Dzeko. Che resta, controvoglia, fino a gennaio. Quando parte anche Barzagli per 300mila euro. La stagione è stata un disastro. Grafite è tornato nel dimenticatoio, complice anche qualche infortunio. Diego (quel Diego che è stato accostato anche a noi negli ultimi tempi) è il simbolo del tracollo. Ottima partenza (come con la Juve), supergol in rovesciata, finisce per essere sempre meno decisivo nonostante i 6 gol complessivi, fino all'episodio in cui ruba palla a Helmes per battere lui il rigore, sbagliandolo (e causando la sconfitta dei suoi, che perdevano 1-0). Supermulta ed esclusione alla partita successiva. Inutile il ritorno di Magath, due giorni dopo la cacciata dallo Schalke. Oggi, perdendo in casa con un Kaiserslautern che non ha più nulla da chiedere, sono ad un passo dalla retrocessione. Domenica prossima in casa dell'Hoffenheim hanno un solo risultato, sperando che il Borussia M. non batta l'Amburgo e che l'Eintracht non batta il B.Dortmund, già campione e già in vacanza (oggi sconfitta secca). Il povero progetto-Volkswagen è, anch'esso, a un passo dal baratro..

Offline DinoRaggio

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Re:L'irresistibile declino del Wolfsburg
« Risposta #1 : Sabato 7 Maggio 2011, 21:11:11 »
Io su Kjaer ci farei un pensierino :)

Credo che ci siano stati problemi di spogliatoio, ad ogni modo, e la cacciata di Magath non ha certo aiutato il rendimento della squadra. Per non parlare di Dzeko, questi giocatori che restano controvoglia fanno più danni che altro.

Almeno il progetto Bayer aveva condotto il Leverkusen fino alla finale di Champions League, se ricordo bene.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Er Matador

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Re:L'irresistibile declino del Wolfsburg
« Risposta #2 : Domenica 8 Maggio 2011, 06:37:32 »
Credo che ci siano stati problemi di spogliatoio, ad ogni modo, e la cacciata di Magath non ha certo aiutato il rendimento della squadra.
Questo sicuramente, soprattutto se fra spogliatoio e cacciata del tecnico vi è un probabile rapporto di causa-effetto: difficile che chi ha vinto un simile braccio di ferro ne ricavi l'umiltà per tornare nei ranghi.
Sull'altro piatto della bilancia va forse messa anche la costante di Magath, vincitore e giubilato a stretto giro di posta già in altre esperienze professionali.
Pare che i suoi metodi nei rapporti coi giocatori siano tanto redditizi quanto insopportabili, concetto che forse meritava qualche considerazione in prospettiva da parte della dirigenza in luogo dello stantio "allenatore che vince non si cambia".
Del resto, per estendere il ragionamento, cosa sarebbe successo con una permanenza di Mourinho all'Inter dopo aver spremuto ogni stilla di energia dai giocatori?
Il portoghese l'ha risolta in modo sgradevole e pragmatico togliendo (momentaneamente?) il disturbo, ma senza questa sua mossa forse il suo prosieguo in nerazzurro non sarebbe stato dei migliori.
Questo per sottolineare come, oggi più che mai, tecnico e giocatori vanno scelti con l'occhio al futuro anziché al passato.
Mourinho è stato verosimilmente mosso da interessi personali e dalla determinazione di passare ad altri il cerino acceso dell'inevitabile contraccolpo: ma interpretando il triplete come fine di un ciclo, e non come inizio di una celebrazione, ha concretizzato una profonda intuizione sulle dinamiche del calcio moderno.