E' ufficiale! Lunedi Lazio con il lutto al braccio e minuto di silenzio per Pola

[oizaL]

Qualcuno ha la foto del minuto di silenzio da poter mandare alla famiglia Polentes???
Grazie

[Eagles71]

veramente hanno scritto così???!


BASTARDI!!!! Maledetti bastardi!!!

Io ho atteso la fine del minuto di silenzio per maledire quei pezzi di merda (scusate moderatori.. ma quello che ho vissuto ieri allo stadio non l'ho mai visto in 40 anni che vado allo stadio!)

Approfittare del silenzio per insultare è quanto di più vigliacco ci possa essere, in uno stadio.

Ieri, fra quello accaduto in campo e sugli spalti, secondo me è definitivamente morto lo sport del pallone!!!
Sono schifato che vomito se solo ci penso.. devo guardare fuori la finestra, le nuvole, il cielo, non pensarci.. perchè altrimenti sarebbe stato veramente da attenderli all'uscita, arbitro e pseudo tifosi juventini.. e chiedergli : "Prova a fischiare, ora!"


Merde!!! Voi.. e gli sciacalli che sfruttano le modalità sociali attuali, quelle di sparare cazzate rivoltando la verità ai propri fini.

MERDE!!

Oggi il cds ha corretto, ribaltando ciò che aveva sottolienato ieri, probabilmente hanno ricevuto centinaia di proteste (la mia tramite messaggi sotto gli articoli che cmq quasi mai mi pubblicano nonostante non abbia mai insukltato nessuno,  tanto che smetterò di scivergli)
ma non basta, io vorrei che chi scrive falsità venga radiato da quell' ordine.

[Baruch]

Ammenda di € 8.000,00 : alla Soc. JUVENTUS per avere suoi sostenitori turbato l'iniziale
minuto di raccoglimento con un coro ingiurioso nei confronti della tifoseria avversaria; entità
della sanzione attenuata ex art. 13 comma 1 lettere a) e b) e comma 2, CGS per avere la Società
concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.

[disabitato]

Ammenda di € 8.000,00 : alla Soc. JUVENTUS per avere suoi sostenitori turbato l'iniziale
minuto di raccoglimento con un coro ingiurioso nei confronti della tifoseria avversaria; entità
della sanzione attenuata ex art. 13 comma 1 lettere a) e b) e comma 2, CGS per avere la Società
concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza.

ma non eravamo stati noi?

Dite che se vado in strada vedo qualche testa di pseudo-giornaliste rotolare?

[Ataru]

ma non eravamo stati noi?

Dite che se vado in strada vedo qualche testa di pseudo-giornaliste rotolare?

abbuffati senza moderazione, ma con calma

[SAV]

A molto parziale giustificazione degli juventini, bisogna dire che c'è stato un grosso equivoco.
Il silenzio è cominciato prima che quel cojone di Mazzoleni lo fischiasse.  Il fischietto aspettava che togliessero gli ultimi cartelloni dal campo.  Infatti, nel silenzio totale si è sentito chiarissimo il fischio di Mazzoleni.  A quel punto, molti Laziali pensavano che il minuto fosse finito (anche se non erano passati più di 20 secondi) e hanno cominciato l'applauso.  Poco dopo l'inizio dell'applauso è cominciato il coro ingiurioso degli juventini.
Come si sono confusi parecchi Laziali, non è da escludere che alcuni juventini siano stati tratti in inganno.
Quel che è certo è che tranne qualche fischio, nessuno ha risposto agli juventini durante il minuto di silenzio.

[aquilafelyx]

può darsi , ma è certo che qualcuno ha messo in circolo una notizia falsa , e a lui va tutto il mio disprezzo !

[schwitters]

No, scusa SAV, ma non è così, almeno per quanto ho percepito con altri amici. Quando Mazzoleni ha fischiato per almeno 10 secondi c'è stato silenzio assoluto e solo dopo sono cominciati gli applausi. In quel momento sono partiti i cori degli schifosi.

[Mazzola]

Lo speaker annuncia testuale:
In ricordo del nostro Luigi Polentes un minuto di silenzio.
Silenzio...dopo 8 secondi l'arbitro (che attendeva l'arrivo degli assistenti ) fischia.
Applausi per 15 secondi.
6 secondi nuovamente di silenzio.
Si sente il coro Lazio vaffa.
Reja si volta versa la curva degli juventini.
Fischi per una quindicina di secondi.
Quindi nuovamente silenzio.

[SAV]

Non volevo giustificare affatto gli juventini.
Peró è vero che alcuni (molti) Laziali sono stati fuorviati dal fischio di Mazzoleni tanto che hanno applaudito fuori luogo, quando ormai sembrava che tutti avessero imparato a rispettare il silenzio (come nello splendido silenzio per Bob Lovati in Lazio-Parma).
Forse è colpa degli spettatori saltuari che non sono abituati...
 

[sassoxsasso]

Non volevo giustificare affatto gli juventini.
Peró è vero che alcuni (molti) Laziali sono stati fuorviati dal fischio di Mazzoleni tanto che hanno applaudito fuori luogo, quando ormai sembrava che tutti avessero imparato a rispettare il silenzio (come nello splendido silenzio per Bob Lovati in Lazio-Parma).
Forse è colpa degli spettatori saltuari che non sono abituati...

il silenzio ha un grande valore.

chi batte le mani non ha capito nulla.


chi insulta deve essere mandato ad espiare lavando latrine pubbliche con la lingua (a qualcuno je piacerà pure).

[aquilafelyx]

Dovrebbe essere un minuto di 'raccoglimento' ,
un minuto di meditazione e di riflessione , di preghiera per chi crede ,

già gli applausi c'entrano poco , ma arrivare agli insulti è qualcosa che neanche la bestia più immonda riuscirebbe a concepire .

[zorba]

(Il Fatto Quotidiano 04.05.2011)

ULTIMO STADIO

IL COLPEVOLE SILENZIO

I tifosi juventini hanno rotto il minuto in memoria di Polentes: tanto varrebbe abolirlo

(di Giancarlo Padovan)

Ha ancora senso ospitare negli stadi il minuto di raccoglimento, altrimenti detto di silenzio, in memoria di qualcuno? Secondo me, no. Per la semplicissima ragione che negli stadi non c’è posto né per il raccoglimento, né per il silenzio. A meno che gli stadi non siano vuoti, naturalmente. Non si tratta di provocazione, ma di una necessità ineludibile. Chiamiamola pure resa, sarà sempre più onorevole che ascoltare, come è successo, lunedì sera, nel posticipo dell’Olimpico, i coretti degli juventini che intonavano “Lazio merda”, mentre si ricordava Luigi Polentes, difensore laziale degli anni Settanta, scomparso una settimana prima. Siccome non è stata la prima e non sarà certo l’ultima volta, siccome non si tratta neppure dell’episodio peggiore (sempre ammesso che se ne possa fare la graduatoria), siccome in curva e, più in generale, dentro gli stadi si fa, si dice e si espone di tutto, tanto vale togliere, anziché aggiungere, una ragione di più per ospitare la beceraggine, la volgarità e, sempre più spesso, reati che vanno dall’apologia del fascismo alla discriminazione razziale. Privarci del minuto di raccoglimento non significa togliere il rispetto che si deve alla memoria di qualcuno, casomai sottrarla all’oltraggio di chi la sfregia.

PER PURO CASO scrivo di questa ipotesi, in attesa che diventi magari una proposta, nel giorno in cui cade il sessantaduesimo anniversario della tragedia di Superga (4 maggio 1949) che falciò l’intera squadra del Torino. In tutto trentuno persone: diciotto giocatori, due tecnici, tre dirigenti, il massaggiatore, tre giornalisti (Renato Tosatti, padre di Giorgio, Renato Casalbore, fondatore di Tuttosport e Luigi Cavallero della Stampa), quattro membri dell’equipaggio. Il giorno successivo, cioè il 5 maggio 1949, La Gazzetta dello Sport riportava il testo del telegramma congiunto del presidente del Coni, Giulio Onesti, e del presidente della Federcalcio, Ottorino Barassi: “Invitiamo provvedere perché minuto di silenzio commemorazione valorosa squadra Torino abbia luogo tutti i campi di gara durante manifestazioni di domenica 8 corrente”. A memoria degli storici del calcio tutto iniziò da quella tragedia. E per trent’anni, negli stadi, ci fu effettivamente silenzio. Solo alla fine del minuto, che era un minuto esatto, cronometrato dall’arbitro , era ammesso un timido applauso. I primi cambiamenti si registrarono verso la metà degli anni Ottanta con gli applausi, caldi e compatti, che scrosciano da tribune e gradinate. Era già un’effrazione al cerimoniale. Tuttavia, trattandosi di un’espressione spontanea e affettuosa, quegli applausi facevano specie solo ai puristi della forma. Il degrado è cresciuto di pari passo con la violenza. Non solo quella esplicitata con ordigni, bottigliate, bastoni, catene, botte a mani nude, testate. Anche quella verbale, scandita da slogan e minacce. Il silenzio è diventato uno spazio libero e gli ultrà lo hanno subito occupato. L’obiettivo della rabbia, del dileggio, dello scherno quasi mai è la persona ricordata, ma, nell’ordine, carabinieri e polizia – i veri nemici comuni -, gli avversari, un calciatore in particolare. Serve a poco chiosare che, sempre più spesso, le contestazioni vengono coperte o sopite dai fischi di disapprovazione della cosiddetta “parte sana” dello stadio. Il fatto è che le regole dentro cui l’evento dovrebbe stare non sono più né gli applausi, né i fischi che coprono le parolacce. La regola è la gazzarra. E siccome non si può imporre silenzio e raccoglimento per decreto, tanto vale rinunciare.

OVE MAI VENISSE abolito, la resa non sarebbe certo istituzionale, ma culturale. Un fatto non solo italiano, però prevalentemente italiano. Anche altrove fischiano quando si dovrebbe ascoltare e tacere (nell’ultima finale di Coppa del Re, per esempio, il pubblico di fede catalana cercò di sopraffare le note dell’inno di Spagna), però noi fischiamo (l’inno francese in occasione di Italia-Francia, qualificazione all’Europeo del 2004, a San Siro, per bersagliare l’allora c.t. Domenech) e insultiamo sempre più spesso e quasi tutti.

Nel dicembre 1995 ero a Liverpool, invasa di olandesi e irlandesi per lo spareggio di ammissione all’Europeo dell’anno successivo. Vinse l’Olanda (2-0), Eire eliminata. Eppure sulle gradinate si scatenò un gioioso finimondo: gli irlandesi pretesero che i propri giocatori facessero il giro del campo per salutarli tutti, uno ad uno. Così come invocarono a lungo il nome del c.t., Jack Charlton, inglese e fratello di Bobby, che se ne sarebbe andato (come se ne andò) in caso di eliminazione. Charlton non potè esimersi. Risalì la scale che dallo spogliatoio conducevano al campo e si riaffacciò per l’ultimo saluto. Non ci fu nemmeno un attimo di silenzio. Solo un infinito brivido di estasi.


Bayern Monaco e Inter osservano un minuto di silenzio per le vittime el terremoto in Giappone ( FOTO LAPRESSE)