Il peculato è solo una faccia della corruzione diffusa. Bisognerebbe che ci si aggiungesse anche la scarsa attitudine al lavoro di una parte consistente dei dipendenti pubblici, intesa non come capacità ma come desiderio di ripagare il datore di lavoro con una prestazione almeno minimamente adeguata. La carenza spaventosa dello stato passa anche da lì, come la schizofrenia latente di chi dice che è tutto uno schifo e poi accetterebbe di buon grado un posto nella pubblica amministrazione perché non si fa un cazzo e si prende uno stipendio per dedicarsi, magari, ad altre attività. Spesso, poi, certe categorie di lavoratori vengono tutelate oltremisura dal sindacato, che è parte del problema in misura consistente, non avendo nemmeno lui una finanche residuale tensione verso la difesa del Bene Comune. Ne viene fuori un dibattito pubblico abbastanza disgustoso in cui tizio o caio si ergono a tutori del bene pubblico quando al massimo curano gli interessi di una parte. E proprio questo convergere di interessi in singoli grumi corporativi è un'altra caratteristica che ci affossa, come paese. Siamo pieni di mafie, Cosa Nostra e ndranghete a parte. Inestirpabili né più e né meno. L'atteggiamento superficiale che abbiamo riguardo alla politica, rispetto alla quale siamo in buona misura più tifosi che altro, completa il quadro. Siamo un Paese importante per le ricchezze che ci sono nel nostro territorio, nonostante noi.
Di solito leggo e basta, ma questo intervento è come lo avrei scritto io, grazie.
PS: A metà degli anni '90 l'OCSE fece un conteggio delle quantità di leggi e regolamenti dei vari paesi della comunità europea, per il nostro paese dichiararono che erano oltre 200.000 e che non era possibile saperne la cifra esatta, la Francia era seconda con 8000 (se non ricordo male). Questo (imho) non è parte del problema, ma il problema stesso.